The Mangler – La macchina infernale

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo abbiamo parlato di animazione e questa volta abbiamo introdotto la Sony Pictures Animation e l’abbiamo fatto con un film molto interessante ossia Piovono Polpette. Flint Lookwood è un inventore e appassionato di scienza che vive nella piccola isola di Swallow Marina, un’ isola che sta attraversando una grave crisi. Lui vorrebbe aiutare l’isola con le sue invenzioni ma quest’ultime si rivelano sempre un fallimento. Un giorno decide di provare la sua nuova macchina, capace di convertire l’acqua in cibo ma le cose non vanno come dovrebbero e il macchinario finisce tra le nuvole. Ma è qui che succede l’inaspettato: dal cielo inizia a piovere cibo. Flint diventa un eroe e la gente continua a richiedergli cibo ma così facendo la macchina rischia di surriscaldarsi. Il film ha un character design molto semplice e cartoonesco così come le animazioni che sono ottime per le scene comiche ma è la regia ispirata che rendono le dinamiche molto interessanti e divertenti, riuscendo a creare un ritmo equilibrato. I personaggi sono molto simpatici e ben caratterizzati e la tematica sul consumismo sfrenato di cibo viene trattata con grande intelligenza attraverso una storia originale e ben raccontata. Lo consiglio assolutamente!
E oggi torniamo a parlare di horror. Sapete quanto amo questo genere e questa volta ho deciso di portare un horror tratto da un racconto di Stephen King e diretto da un regista che ha dato molto al cinema.
Ecco a voi The Mangler – La macchina infernale (The Mangler), pellicola horror del 1995 scritta e diretta da Tobe Hooper e basata sul racconto Il Compressore di Stephen King.

Trama:
La Gartely’s Blue Ribbon Laundry è una lavanderia industriale gestita dal crudele imprenditore Bill Gartley (Robert Englund). Tra gli operai che lavorano lì c’è anche Sherry Oulette (Vanessa Pike), la nipote di Gartley, che deve subire tutti massacranti insieme agli altri vicino a un enorme mangano. Un giorno Shelly si taglia la mano mentre cerca di girare una leva, sporcando di sangue il mangano, e dopo quell’evento iniziano a succedere gravi incidenti tra cui la morte della signora Frawley (Vera Blacker) che rimane stritolata dal mangano. Dopo questa tragedia il detective John Huston (Ted Levine) inizia a indagare sulla faccenda, nonostante il caso sia stato chiuso come un semplice incidente. Il mangano continua però a ferire operai e gli eventi strani continuano a susseguirsi ed è qui che il cognato di John, Mark Jackson (Daniel Matmor) suggerisce un’ipotesi folle: il mangano è posseduto da un demone. Ovviamente John non crede a questa storia ma alcuni nuovi sviluppi inaspettati gli fanno cambiare idea, dimostrando che il mangano è effettivamente posseduto e vuole dei sacrifici.

Il compressore è un racconto contenuto nel libro A volte ritornano, la prima antologia di Stephen King, un libro che ho apprezzato tantissimo e pieno di racconti ingegnosi e affascinanti. O quasi tutti. Infatti questo racconto era a mio avviso il peggiore di quell’antologia e in generale uno dei peggiori di King. Quindi questo film partiva con un compito davvero molto arduo. Sarà riuscito a fare un buon lavoro? Scopriamolo subito.

Come al solito si parte dal lato tecnico e in particolare con la regia, forse uno degli elementi che più di tutti hanno aiutato a valorizzare questa pellicola. Una cosa che ho sempre amato di Hooper era il modo con cui riusciva a crea questo forte senso di sporcizia. Non è per niente semplice creare tutto ciò e inoltre è un elemento che aiuta a creare un’estetica all’intera pellicola (Non aprite quella porta per me rimarrà il film perfetto a riguardo). E uno dei luoghi migliori in cui tutto ciò raggiunge il suo apice è senza alcun dubbio la lavanderia industriale, un posto lurido, soffocante e poco curato che riesce a trasmettere un forte senso di claustrofobia nello spettatore. Oltre a ciò la regia di Hooper si dimostra sempre all’altezza e sa come enfatizzare certi momenti. Mi viene in mente la scena in cui Gartley chiama Lin Sue (Lisa Morris) e inizia a parlare girandole intorno. Qui la telecamera riprende il tutto dal basso verso l’alto e girando intorno insieme a Gartley, creando un senso di disagio.

Anche le scene gore e splatter sono dirette benissimo. Quando il mangano stritola le sue vittime, attraverso ottime inquadrature e un buon montaggio, si riesce a creare delle scene horror davvero ben fatte che sanno tenere in tensione e riescono inoltre a risultare convincenti oltre che impressionanti. Un altro elemento da tenere in considerazione è la fotografia curata che di notte ha anche delle illuminazioni molto affascinanti con l’uso ad esempio del colore verde e giallo, che dona al tutto un’atmosfera sovrannaturale. Il montaggio inoltre si dimostra equilibrato, raccontando questa storia prendendosi i propri tempi e senza accelerare troppo, tranne che nella parte finale. Gli effetti artigianali sono di ottima fattura il che aiuta molto con le scene gore e gli unici effetti che sono invecchiati male sono quelli in digitale, usati per lo più sempre nel finale. Quindi il lato tecnico è molto valido e aiuta molto la sceneggiatura di cui parleremo ora.

Visto che stiamo parlando di un film tratto da un breve racconto, Hooper ha dovuto aggiungere o ampliare certe parti e una delle scelte migliori è stata certamente quella di rendere molto presente Bill Gartley. Nel racconto infatti il proprietario della lavanderia viene solo citato mentre qui appare spesso e sa sicuramente come colpire sia come personaggio che come design. Il suo aspetto risalta molto, sembra un uomo molto vecchio che ancora riesce ad andare avanti e inoltre sembra quasi più macchina che uomo, con queste grandi protesi di ferro per le gambe, l’occhio di vetro e il foro sulla gola. Riesce a essere grottesco ma allo stesso tempo viscido e inquietante. Tratta gli operai senza un minimo di umanità e facendoli lavorare come fossero semplice carne da macello, sapendo perfettamente che la macchina farà loro del male. Lui rappresenta in tutto e per tutto l’uomo d’affari pronto a passare sopra a tutti pur di ottenere quello che vuole, una critica sociale sullo sfruttamento dei lavoratori reso in maniera abbastanza semplice ma efficace. Tra l’altro ho apprezzato certe interazioni come ad esempio il rapporto di amicizia tra John e suo cognato Mark, che mi è sembrato ben gestito e sincero ma anche momenti inaspettatamente dolci e delicati come ad esempio le ultime discussioni che John ha con il vecchio fotografo J.J.J. (Jeremy Crutcheley), cosa che non mi sarei mai aspetto e che mi ha decisamente colpito. In generale tutti i cambiamenti che hanno fatto e tutte le parti che hanno ampliato sono riuscite a rendere questa folle storia del mangano demoniaco migliore, riuscendo a farci accettare quest’idea di base davvero particolare. Però il film presenta dei difetti nella parte finale dove, come avevo detto in precedenza, il tutto subisce un’improvvisa velocizzazione e anche lo scontro con il mangano non mi ha del tutto convinto e non solo per il pessimo digitale. Il finale però, che differisce del tutto rispetto al racconto, mi è piaciuto molto.

Per concludere, The Mangler – La macchina infernale è un film dignitoso che riesce a sorprendere soprattutto sul lato tecnico, con Hooper che si dimostra ancora una volta un regista con un’ottima estetica e con un ottimo occhio e anche la sceneggiatura risulta molto buona in certi punti anche se nella parte finale si poteva fare meglio. Non è perfetto ma è un film che consiglio con piacere.

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

5 pensieri riguardo “The Mangler – La macchina infernale

    1. Ci hanno fatto perfino dei seguiti abbastanza dimenticabili. A volte questo film viene citato e molto criticato, eppure io vedo una regia e una fotografia stupenda, oltre che alcune aggiunte interessanti e un bel messaggio di critica sociale.

  1. film molto carino, quando nel climax finale il macchinario inizia a muoversi come un vero e proprio mostro ammetto che un po’ di ansietta mi è salita 🤣
    quanto fa senso la morte della donna stritolata nel macchinario??? 🤯😱😱

    1. Hai assolutamente ragione, la prima morte è veramente terrificante. Per questo considero questo film molto valido, riesce comunque a creare tensione e a disgustare. Questo per me lo rende degno di nota.

Lascia un commento