Martyrs Lane

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo abbiamo ripreso a parlare di cinema e, come di consueto, abbiamo portato un horror, un horror interessante e affascinante diretto da un regista che rispetto profondamente e che vorrei vedere più spesso sul grande schermo. Il film in questione è Oculus – Il riflesso del male. La storia parla di Tim che, dopo essere stato per dieci anni in un ospedale psichiatrico, può finalmente ritornare nella società. Da piccolo lui e sua sorella hanno assistito all’omicidio della madre da parte del padre e Tim, per autodifesa, ha ucciso quest’ultimo. Dopo tutto quel tempo può finalmente riabbracciare la sorella, ma lei non sembra aver lasciato il passato alle spalle e cerca di coinvolgere il fratello nella sua vendetta. Infatti Kaylie gli rivela che i loro genitori fecero quelle cose orrende per colpa di uno specchio antico che comprato, uno specchio con all’interno un’entità malvagia. Tim non crede a tutto ciò ma quando si ritroverà di fronte all’oggetto inizierà a ricordare tutto e lo specchio farà di tutto per difendersi. Il film, oltre ad avere due protagonisti interessanti, riesce a convincere grazie a una messa in scena davvero ottima, capace di creare dei bellissimi momenti di tensione e scene molto inquietanti. Quello che però convince di più è la doppia narrazione, in quanto vedremo gli eventi del presente, dovei i protagonisti provano a distruggere lo specchio, e gli eventi del passato, dove i due fratelli da piccoli hanno assistito al crollo dei genitori per colpa di quella misteriosa entità. E le sue linee temporali riusciranno a unirsi e mischiarsi in maniera davvero intelligente e ben fatta. Un film stupendo che vi consiglio assolutamente.
Inoltre ci tenevo a consigliarvi la recensione che abbiamo fatto insieme io e la mia amica ilbuiodentro, riguardante La Sposa Cadavere, una recensione che mi sono divertito molto a fare.
Con l’articolo di oggi parliamo ancora una volta di horror, anche se qui l’elemento orrorifico non è la componente principale. Da molti siti viene definito come tale ma, arrivando alla fine del film, si ha la forte sensazione di aver visto un’opera drammatica a tinte horror.
Ecco a voi Martyrs Lane, pellicola drammatica horror del 2021 scritta e diretta da Ruth Platt.

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Trama:
Leah (Kiera Thompson) è una bambina di dieci anni che vive in una comunità cattolica insieme a sua madre Sarah (Denise Gough), suo padre Thomas (Steven Cree) e sua sorella maggiore Bex (Hannah Rae). La sua situazione famigliare non è delle migliore, visto che tutti sembrano molto distanti gli uni dagli altri, specialmente Sarah. Un giorno Leah incuriosita da cosa contenga il ciondolo della madre, lo apre e trova una ciocca di capelli biondi. La madre nota l’assenza dell’oggetto e Leah, presa dal panico, lo getta via, perdendolo. Per quel gesto sente un forte senso di colpa, ma nei giorni successivi incontra una bambina che non ha mai visto prima, una bambina senza nome (Sienna Sayer) che verrà da lei spesso e con cui giocherà. Questa bambina però mostrerà dei comportamenti strani, in quanto conosce fin troppe cose su Leah e la sua famiglia. Allo stesso tempo però vorrà aiutarla a cercare l’oggetto che ha perso e le darà degli indizi. E così Leah inizierà la sua ricerca, una ricerca che la porterà a scoprire cose che non avrebbe mai immaginato.

Come al solito ci sono tanti motivi per cui scelgo di guardare un film come in questo caso, ma stavolta c’era anche una ragione abbastanza sciocca. Leggendo il titolo ho pensato subito a Martyrs di Pascal Laugier e la cosa mi ha attirato. Lo so, i due film non si assomigliano per niente (amo Martyrs e un giorno ne parlerò certamente). Poi in realtà le vere motivazioni sono altre, ma volevo condividere quest’informazione perché mi faceva sorridere.

Partiamo come sempre dal lato tecnico. Su questo punto possiamo dire che la regista fa un ottimo lavoro sia per quanto riguarda la messa in scena sia per le atmosfere. A livello registico un elemento che mi ha interessato molto riguarda le riprese con gli specchi. In diverse occasioni osserviamo la telecamera riprendere l’ambiente circostante mentre non vediamo i personaggi, li vediamo solo riflessi negli specchi. Una tecnica interessante e che si lega molto bene alla trama e alle sue tematiche in quanto questo tipo di inquadratura aumenta il senso di distacco che proviamo e che i vari personaggi provano tra di loro. Un punto nevralgico della storia su cui torneremo in seguito. Oltre a questo sono molto belli i primi piani che tende a fare ai personaggi, per enfatizzare le loro emozioni e anche l’uso di qualche momento orrorifico. Sì, di tanto in tanto ci sono momenti di tensione che riescono a trasmettere inquietudine (come ad esempio un breve incubo di Leah) e quei pochi momenti sono sfruttati abbastanza bene.

Per quanto riguarda la fotografia ho apprezzato l’atmosfera che possiamo definire gotica. Il film stesso ha uno stile gotico anche nella storia, dove l’elemento horror è più di contorno e si concentra di più sui personaggi e, in questo caso, sui rapporti familiari (ci torneremo tra poco). Tornando al lato tecnico, durante il giorno mi è piaciuto l’uso della luce naturale usata all’esterno, mi piace l’effetto che dà la luce quando passa tra gli alberi, le foglie e come illumina i personaggi. C’è un’atmosfera ricca di vita ma allo stesso tempo molto malinconica. Durante la notte invece ci saranno interessanti giochi di luce che renderanno tutto inquietante ma che daranno anche un’atmosfera onirica al tutto, con l’oscurità che inghiotte l’ambiente circostante e con i personaggi principali completamente illuminati, soprattutto quando la bambina misteriosa andrà a incontrare Leah. Sul lato tecnico non c’è altro da dire, se non che l’altro elemento che ho apprezzato è il ritmo, un ritmo molto lento ma che si dimostra ottimo per questo tipo di film ma soprattutto per questo tipo di storia.

Adesso si passa ai personaggi e alla storia. Tutta la storia partirà lentamente e non p affatto un difetto per me, ma una scelta che non solo ci permette di conoscere la situazione attuale di questa famiglia, ma è anche perfetto per le tematiche affrontante. Fin dall’inizio vediamo la freddezza e la distanza di questa famiglia, con Bex che continuerà a fare dispetti a Leah e a trattarla con sufficienza, con Thomas quasi assente e sempre occupato con il lavoro e Sarah che invece riserverà comportamenti e freddi alla figlia. E di tutte le relazioni qui presenti, quest’ultima è la più importante di tutte, è l’elemento centrale della storia. Leah cercherà in ogni modo di avvicinarsi a lei, motivo che l’ha spinta anche a vedere dentro al ciondolo. Nonostante quello che farà non avrà mai vere parole piene di affetto dalla madre e questa la farà soffrire molto.

Inoltre la ricerca di Leah partirà proprio dal senso di colpa per aver perso qualcosa di così importante per sua madre e grazie alla misteriosa bambina scoprirà qualcosa di più, trasformando quella ciocca di capelli quasi in un MacGuffin che farà partire tutto ma perderà importanza di fronte a quello che Leah scoprirà e che l’aiuterà a capire cosa succede nella sua famiglia. E le parti in cui le due bambine si incontrano riescono sempre a intrattenere in quanto danno inizio alla parte “investigativa” della pellicola, con Leah che scopre oggetti legati a questa bambina, giungendo sempre più vicino alla verità e a capire di più la sua misteriosa amica. Su questo punto posso dire che alcuni elementi si possono intuire quasi subito ma non l’intero schema e sarà interessante vedere Leah prendere consapevolezza di quello che sta accadendo e scavare a fondo in questa storia, una storia fatta di sensi di colpa, traumi e di un dolore represso che vengono trattati con cura e serietà grazie ai suoi personaggi. Le parti con Leah e la bambina sono ottime ma qui arriva anche la mia unica critica legata al rapporto tra Leah e sua madre. Non perché sia sviluppato male, anzi funziona bene per com’è stato scritto, ma dato che è tra gli argomenti principali avrei voluto vedere più momenti con questi due personaggi. Penso che il film ne avrebbe giovato di più. In generale però la pellicola funziona bene in tutto e anche gli attori si dimostrano all’altezza, specialmente le due bambine.

Per concludere, Martyrs Lane è un film stupendo, una storia drammatica che parla di tanti argomenti, soprattutto di una trauma mai superato e di rapporti familiari complessi, il tutto attraverso gli occhi di una bambina che pian piano inizia a comprendere la realtà dei fatti. Una storia di fantasmi veramente ottima, scritta e diretta bene che vi consiglio assolutamente.

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

23 pensieri riguardo “Martyrs Lane

    1. Io lo considero un buon lavoro, anche se avrei voluto maggiore attenzione per quanto riguarda la tematica madre-figlia. Un giorno comunque troverò un horror non a stelle e strisce che riuscirà a stupirti! In ogni caso adesso non ricordo, qual era l’unica eccezione?

        1. Ah! Ho capito! Bloody Calendar, almeno è con questo titolo che l’hanno portato qui in Italia. Una piccola perla a mio avviso, un film più interessante di quel che sembri. Dovrei portarlo sul blog un giorno.

            1. Ricorda, amica mia, noi siamo quel Paese che traduce i titoli inglesi con altri titoli inglesi. Anzi, se si va a osservare certi esempi storici di pessima traduzione (Se mi lasci ti cancello rimarrà ancora oggi l’esempio più assurdo) alla fin fine con Bloody Calendar almeno hanno fatto qualcosa di decente.

                    1. Secondo me no. Almeno un certo collegamento con la storia c’era. Se mi lasci ti cancello fa sembrare il tutto una commedia quando in realtà era una storia drammatica con varie riflessioni interessanti.

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