Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo abbiamo parlato di una pellicola basata su un famoso romanzo di formazione che ha fatto la storia e che continua a essere apprezzato ancora oggi, Il giardino segreto. La storia parla di Mary Lennox, una bambina che, rimasta orfana dei genitori in India, viene trasferita in Inghilterra dove vive il suo unico parente vivo, lo zio Craven. In questa nuova casa non si trova bene, lo zio non si fa vedere quasi mai e le ha vietato di visitare la casa, mentre di notte di sentono degli strani rumori. Decide di esplorare così i boschi e, dopo varie peripezie, trova un giardino che è stato sigillato dallo zio stesso. Così prende la decisione di scoprire i segreti che si celano dietro quel giardino e al passato di Craven. Quello di cui ho parlato è la sesta trasposizione de Il giardino segreto, uscito nel 2020 e, nonostante alti e bassi, è molto simpatico. Cerca di narrare la storia in maniera interessante, attraverso particolari transizioni sul passato e soprattutto unendo le fantasie di Mary con il mondo che la circonda. Gli attori sono molto bravi, regia e fotografia sono buone, non eccezionali ma fanno il loro lavoro e apprezzo lo spazio che è stato dato ai ragazzini e al rapporto tra Mary e la madre. Invece ammetto che in certi punti il montaggio era fin troppo veloce e tagliato in maniera improvvisa e non ho appezzato che abbiano messo in secondo piano Craven, personaggio chiave a cui viene dedicato troppo poco tempo. Per il resto è una visione piacevole che consiglio.
E dopo aver parlato di un tranquillo film per ragazzi, si ritorna all’horror. Ovviamente!
In questo genere abbiamo diversi registi che non solo hanno rivoluzionato l’horror ma il cinema in generale. Tra questi c’è un autore che tutti conoscono principalmente per un grande film, che tra le altre cose è uno dei miei preferiti. Oggi non parleremo di quel capolavoro (voglio fare un lavoro ben ponderato), ma con il film in questione voglio comunque introdurre un’artista davvero interessante.
Ecco a voi L’albero del male (The Guardian), pellicola horror del 1990 scritta da Stephen Volk e Dan Greenburg e diretta da William Friedkin.
Trama:
Il film si apre con una coppia che esce e lasciano il loro neonato nelle cure di una babysitter di cui hanno grande stima. Quella notte però la babysitter prende il piccolo e lo porta nei boschi, dove lo sacrifica a un albero malvagio. Qualche tempo dopo Phil (Dwier Brown) e Kate (Carey Lowell) si trasferiscono proprio in quella zona di Los Angeles per motivi di lavoro e iniziano a costruirsi una nuova vita qui. Passano mesi e Kate dà alla luce un bambino che chiama Jake. Entrambi però sono molto occupati con il lavoro e decidono di assumere una bambinaia. Contattano così un’agenzia e la loro scelta cade su due ragazze: Arlene (Theresa Randle) e Camilla (Jenny Seagrove). Alla fine decidono per Arlene, ma quest’ultima ha uno strano incidente mortale e alla fine i due sono costretti a scegliere Camilla. Lei si dimostra molto premurosa e disponibile, ma quel che Phil e Kate non sanno è che lei è la babysitter che ha sacrificato il neonato in precedenza e ora sta aspettando il momento propizio per fare la stessa cosa a Jake.
Sicuramente tutti sanno che Friedkin realizzò quell’opera d’arte de L’Esorcista, un film che rimane impressionante ancora oggi e che continuo ad amare particolarmente. In seguito fece delle pellicole di tutto rispetto e altre perle del cinema, ma L’Esorcista è il film con cui tutti lo conoscono. Quindi ho deciso di parlare di lui attraverso una sua opera poco conosciuta e che a mio avviso è stato sottovalutato troppo.
L’inizio sa essere molto accattivante, mostrando una famiglia normale che si prepara per uscire mentre nella casa si muove la babysitter, quest’ultima quasi fuori contesto con la situazione e il luogo: la vediamo muoversi come se fosse al rallentatore, la vediamo poca in faccia e fin da subito riesce a trasmettere un’aura affascinante ma allo stesso tempo terrificante. E il tutto raggiunge il culmine quando il neonato diventa parte integrante dell’albero. E qui abbiamo un altro elemento che sicuramente riesce a colpire parecchio: il druidismo. Il film è tratto dal libro The Nanny scritto dallo stesso Greenburg e questa particolarità mancava in quel romanzo. Fu Friedkin stesso ad aggiungere questo elemento, visto che in quel periodo era affascinato dall’argomento e infatti all’inizio spiega molto brevemente tutto ciò. Mi fa piacere che abbiano specificato che i druidi venerassero potenze positive e che solo pochi facevano accordi con quelle malvagie. Diciamo che questa tematica non si vede molto spesso e regala una ventata d’aria fresca dopo i centinaia di horror sul satanismo (nelle idee originali infatti Camilla doveva essere Lilith).
Dopo l’ottima introduzione il film si prende del tempo per farci conoscere i personaggi principali. In questo caso si ritroveremo davanti a una famiglia normale che si ritroverà a vivere delle esperienze fuori da ogni canone e per un po’ di tempo non se ne renderanno neanche conto, visto come Camilla riesce a nascondere tutto e soprattutto a conquistare completamente la loro fiducia. Camilla infatti è il personaggio più interessante della storia. Si presenta come un personaggio davvero disponibile, che dimostra di conoscere bene i bambini e i neonati e su come trattarli. È affabile e gentile, ma anche sensuale e troppo perfetta. Il suo legame con l’albero è interessante e anche il modo in cui agisce. Dimostra di avere dei poteri sovrannaturali e ha al suo seguito dei lupi, inoltre è legata anima e corpo all’albero malefico e quest’ultimo è capace di muoversi e difendersi.
Se Camilla riesce a colpire, non si può dire lo stesso degli altri. Non sono brutti personaggi, ma molti di loro non riescono a dire nulla di interessante o a mostrare un certo carisma, soprattutto quelli secondari. Un vero peccato perché ciò avrebbe aiutato la storia. Inoltre penso che certe parti siano state accelerate, in particolar modo nella prima parte in cui il montaggio è troppo veloce e i cambi di scena sono troppi improvvisi. Quindi a volte i momenti di vita quotidiana sembrano un po’ forzati.
Ciò dove la pellicola eccelle e dove la regia di Friedkin si dimostra stupenda sono le scene di tensione e dove Camilla e l’albero entrano in azione. In questi casi le scene sono molto dinamiche, la tensione si sente dall’inizio alla fine, la telecamera insegue i personaggi, i cambi di scena veloci e impattanti e la tensione viene costruita in maniera ben ponderata. E anche la violenza è fatta benissimo. Vedremo persone fatte a pezzi e il sangue scorrere parecchio. Queste scene sono molto veloci, dando anche l’impressione che i colpi che le vittime ricevono siano molto forti. In questi casi i momenti più interessanti sono con i lupi e l’albero, davvero molto impressionanti e con una bella messa in scena. Sotto questo punto di vista il film sa convincere, specialmente nella seconda parte che sa intrattenere parecchio, diventando di gran lunga scorrevole.
Per concludere, L’albero del male non è uno dei migliori film di Friedkin, ma è un horror di tutto rispetto e a mio avviso fin troppo sottovalutato dalla critica. Parliamo di un film che comunque riesce a incuriosire, con alcuni difetti legati ai personaggi e al ritmo della prima parte, ma di dimostra un horror fatto molto bene grazie a una regia costruita benissimo, delle scene cruente impressionanti e altri elementi degni di nota. Non è perfetto, ma lo consiglio caldamente.
Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!
[The Butcher]
Ciao Amico. Non so se è un film che potrà piacermi, ma, grazie a te, gli darò senz’altro una possibilità.
Io spero sempre che queste opere che consiglio possano piacere o almeno sorprendere tutti quanti. In caso sarò curioso di sapere la tua opinione, mi piace molto discuterne con te =)
Certamente. Un giorno, quando lo rivedrò, potremo discutere anche de L’Esorcista. Probabilmente sono io a non comprenderlo e sarò felice di potermi confrontare con te.
Un giorno ci farò una recensione. Un giorno molto forse, ma sicuramente ne parlerò e cercherò di farci un lavoro degno del suo nome!
Lo guarderò
Spero che possa piacerti!
Okay
lo conosco di nome, mai guardato però
non ho mai capito il senso del film, forse adesso potrei dargli una possibilità
Sì, sarebbe effettivamente un’esperienza interessante. Fammi sapere che cosa ne pensi!
sono anni che voglio vederlo!
Spero che troverai l’occasione di farlo. Non è un capolavoro e ha i suoi difetti, ma io la trovo una pellicola davvero interessante e ben diretta.
Io adoro Friedkin: ho in programma da tanti anni una serie su di lui (come ho fatto per Burton e Spielberg), ma diversi film ancora non li ho visti!
Sai interessato a leggere una serie simile. È un regista incredibile che merita molto riconoscimento. Sono davvero curioso!
[…] un regista che ha cambiato il cinema con le sue opere, William Friedkin, e il film in questione era L’albero del male. La storia parla di una giovane coppia che, dopo essersi trasferiti, iniziano a costruirsi la […]
Mamma che hai rispolverato😲🫢🫣 …ero piccino quando lo vidi😜😝🤟grande blog e altrettante sempre grandi le tue recensioni😉👊
Mi fa molto piacere. Io l’ho recuperato qualche anno fa e l’avevo apprezzato per la regia e la messa in scena. Mi piace molto ancora adesso e lo trovo veramente sottovalutato.