Pocahontas (1995)

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo abbiamo parlato nuovamente di un classico Disney, uno tra i film più importanti creati da quella casa d’animazione e un vero caposaldo di tale tecnica artistica, Il re leone. La storia parla di Simba, un giovane leone che un giorno diventerà sovrano e per questo motivo suo padre cerca di educarlo perché sia un re giusto e rispettoso verso ogni tipo di vita. Il fratello del re, Scar, però vuole prendersi il potere e alla fine riesce a uccidere il sovrano. Attraverso un inganno, Scar farà a credere a Simba che lui è responsabile della morte del padre e il piccolo scappa disperato. Qui incontrerà due amici che lo aiuteranno e Simba cercherà di dimenticare il passato, ma il passato non può essere dimenticato. Questo film è veramente incredibile nel lato tecnico. I movimenti degli animali sono rappresentati con grande precisione e realismo e inoltre riescono a descrivere bene la personalità dei vari individui. Oltre alle animazioni i fondali sono strepitosi, molto curati e vari, capaci di mostrare la bellezza del paesaggio africano e molti di questi sono ripresi attraverso campi lunghi, dando maggior grandezza al tutto. Anche le musiche sono ottime e varieggiate, ma ciò che sorprende di più sono i personaggi, molti e ben caratterizzati, e le tematiche profonde come la crescita e la perdita, affrontate con cura. Un’opera eccellente che merita di essere ricordata.
Inoltre ci tengo a segnalarvi il nuovo capitolo di Spiral, scritto dalla nostra talentuosa Shiki. Ecco il link (QUI).
Questo sarà, per il momento l’ultimo classico Disney di cui parlerò, anche perché ho recensito film Disney impressionanti come La belle e la bestia e Il re leone. Per riposarmi penso che mi butterò al solito nell’horror. Però adesso dobbiamo parlare del 33° classico Disney.
Ecco a voi Pocahontas, pellicola animata del 1995 scritta da Carl Binder, Susannah Grant e Philip LaZebnik e diretta da Mike Gabriel ed Eric Goldberg. E qui di seguito anche la recensione di Chest of Tales (QUI).

Trama:
Siamo nel 1607 e dall’Inghilterra parte una spedizione verso il Nuovo Mondo organizzata dal governatore Ratcliffe (David Ogden Stiers), in modo da trovare dell’oro e far crescere così la sua posizione sociale. Nel gruppo si trova anche John Smith (Mel Gibson), un avventuriero che dovrà occuparsi degli indigeni se ci saranno problemi. Intanto, nel luogo in cui dovranno approdare, il capo della tribù algonchina dei Powhatan (Russell Means) ritorna al suo villaggio dopo aver sconfitto in battaglia dei rivali. Sua figlia Pocahontas (Irene Bedard) è da un po’ di tempo che continua a fare uno strano sogno su una freccia che continua a girare freneticamente fino a fermarsi in un determinato punto. Lei vuole capirne il significato perché forse ciò potrebbe guidarla verso il suo destino, ma intanto le navi dei coloni sbarcano e non ci vorrà molto prima che tra le due fazioni scoppi un conflitto. L’unica speranza di salvezza sarà la storia d’amore che nascerà tra Pocahontas e John Smith.

Ero davvero molto curioso di rivedere questo film anche perché ricordavo veramente poco, nonostante da piccolo l’avessi visto spesso. Inoltre questa è una di quelle pellicole che divise in due la critica per diversi motivi ed ero sinceramente curioso di capire l’astio verso questa opera. Quindi, senza perdere ulteriore tempo, iniziamo.

La candidatura all’Oscar come Miglior Film per La bella e la bestia fu un evento incredibile per la Disney, un evento storico e Jeffrey Katzenberg voleva ripetere la magia e creare un’opera che potesse ottenere una nomination simile. Quindi cercò di seguire la stessa formula de La bella e la bestia ossia un musical romantico e drammatico. Però non poteva fare una cosa simile con Aladdin e Il Re Leone, visto che erano in fase di produzione e quindi cercò una nuova storia. Ed è qui che è importante parlare di Mike Gabriel. Inizialmente voleva creare una storia su Il lago dei cigni, che però venne bocciata e allora nel 1990 decise di creare una trama incentra sul vecchio West ed è qui che trovò varie informazioni legate al personaggio di Pocahontas. Propose l’idea a Katzenberg che vide subito un’occasione e decise che il film su Pocahontas sarebbe stato perfetto per la corsa all’Oscar. Fu un evento anche importante perché divenne il loro primo film animato a ispirarsi a una storia vera. Però dovettero prendersi diverse libertà poetiche.

Prima di tutto Pocahontas aveva 12 anni e inoltre John Smith non era proprio una bella persona e alcune cose che scrisse su di lei probabilmente erano inventate di sana pianta. Quindi si decise di rendere la protagonista adulta, Smith una persona migliore e di incentrare la pellicola su due storie parallele: la storia d’amore e la rivalità tra nativi americani e coloni. Fu anche la scelta di cambiare una storia vera che portò molte critiche al progetto, ma non credo fosse fatto con cattive intenzioni, anzi volevano usare questa storia per poter parlare di tematiche che vedremo in seguito.

Una delle sfide più grandi fu proprio quella di scegliere un design per i personaggi e in particolar modo la protagonista. Per questo motivo venne scelto l’animatore Glen Keane, che più volte si era dimostrato grandioso. Si ispirarono a tantissimi modelli per crearla come ad esempio Shirley ‘Little Dove’ Custalow-McGowan e Devi White Dove, due native americane che lo stesso Keane incontrò a Jamestown. Si ispirò anche al famoso dipinto di Simon de Passe per il design. Alla fine solo per lei e le sue animazioni lavorarono qualcosa come 55 animatori. E ammetto che adoro il suo design, penso che sia uno dei migliori e dei più complessi della Disney e ogni movimento che compie sembra molto naturale, quasi realistica, mostrando la forza di quest’animazione. In generale tutte le animazioni sono ottime e tante di esse puntano a volte sul realismo dei movimenti, senza però la fluidità. Il motivo per cui fecero ciò è che l’opera doveva essere molto più seria delle altre, infatti le gag e i momenti comici sono di meno e per lo più incentrati sui battibecchi tra Meeko, il procione di Pocahontas, e Perlin, il carlino di Ratcliff. Le animazioni più veloci e comiche saranno usate su loro due e di tanto in tanto con qualche altro personaggio (inoltre, sempre per mantenere un tono più serio, gli animali qui non parleranno).

Se dal lato delle animazioni questo film è intoccabile, non posso che muovere qualche critica al design. Ad esempio non ho apprezzato molto quello di John Smith, che ho trovato molto generico e poco originale. Quello dei nativi americani è ottimo m ha un problema di base: le espressioni sono troppo rigide e per questo in certi casi non riescono a esprimere completamente tutte le loro emozioni. Invece il design di Ratcliffe è molto stilizzato e questo permette non solo di dargli molte espressioni ma anche di descrivere la sua personalità arrogante e pomposa.
I fondali sono meravigliosi, adoro gli alberi sottili e alti che hanno disegnato ma ancor di più adoro i colori utilizzati, perlopiù azzurro e verde, che riescono a dare una sensazione di pace e serenità, per poi trasformarsi in viola durante certe bellissime sequenze come I colori del vento. Il lato tecnico è impressionante anche se alcuni elementi non mi hanno convinto. E ora si parla dei personaggi.

Sicuramente i più riusciti sono Pocahontas e John Smith. La protagonista è un personaggio in cerca della sua strada, del suo destino, si dimostra molto avventurosa e soprattutto curiosa, infatti è lei la prima a cercare di capire chi sono i coloni, comprenderli, e a vederli come esseri umani e per questo cercherà la pace tra le due fazioni. Smith è un avventuriero con molta esperienza che però inizialmente crede di portare innovazione e aiuto agli altri popoli con la propria tecnologia e conoscenza, ma è proprio l’incontro con Pocahontas che gli farà cambiare idea. Capirà di più la cultura dei nativi americani, le loro tradizione e questo gli permetterà di comprendere che quello che vogliono fare i coloni è solo imposizione e conquista, qualcosa di crudele. Loro due funzionano molto bene, però mi dispiace dire che lo stesso non vale per i personaggi secondari. Non rimangono impressi, non hanno una forte personalità e faccio fatica a ricordarli e questa non è una buona cosa, perché la Disney si basa molto sulla coralità. Perfino il cattivo, Ratcliffe, non è molto impattante. Ha un ottimo design che si accosta perfettamente alla sua natura: è arrogante, guarda tutti con disgusto e vuole solo arricchirsi sulle spalle degli altri (adoro che abbiano reso il suo petto così esagerato a sottolineare tutto ciò). Però non aggiunge molto, non ha il fascino di Jafar o Scar e non è così intelligente come Gaston (intendo nel senso di scrittura del personaggio). Quindi è un vero peccato.

Ora tocca alle tematiche del film. In questa storia si voleva parlare dell’odio verso il diverso, della paura dell’ignoto e cosa ciò può portare. L’ignoranza, il pregiudizio e la paura possono far compiere delle scelte tremendamente sbagliate e la mancanza di un dialogo, senza un tentativo per comprendersi, porta a strade oscure e violente. L’odio si diffonderà sempre di più e tutto esploderà verso la fine e penso che la canzone “Barbari” descriva perfettamente quest’odio, con entrambi gli schieramenti che considerano gli altri come selvaggi, demoni, assassini, diversi da loro. Mi piace come siano riusciti a parlare dell’odio in maniera così intelligente e di come questo sentimento possa diffondersi come una piaga. Sia i nativi che i coloni sono pronti a commettere atti orrendi contro l’altro, perfino i nativi americani, che comunque vengono ritratti in maniera più positiva rispetto ai coloni. L’amore tra Pocahontas e Smith mostra la possibilità di un dialogo e come due popoli differenti possano andare d’accordo. Inoltre apprezzo come abbiano cercato di sensibilizzare il pubblico (soprattutto americano) riguardo i nativi, la loro cultura e la loro spiritualità e quest’ultimo elemento mi ha sempre impressionato, specialmente il rapporto con la natura e tutti gli elementi, che qui hanno una grande importanza.

Per concludere, Pocahontas è un’opera molto ambiziosa che però non è riuscita perfettamente. Ha qualche problema con dei personaggi ed espressioni, ma è un film incredibile a livello tecnico con delle intenzioni anche molto nobili e certe critiche che gli sono state mosse sono a mio avviso un po’ esagerate e ingiuste. Forse non è al livello de Il re leone o La bella e la bestia, ma è un film che consiglio molto.

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

52 pensieri riguardo “Pocahontas (1995)

    1. Non sei la sola a dirlo. Io non la trovo antipatica. Per certi versi la trovo ingenua. In generale penso fosse sottotono perché hanno deciso di intraprendere una strada molto più matura che però la Disney è riuscita a equilibrare bene solo in seguito con Il Gobbo di Notre-Dame

      1. Mah a me a volte pare una di quegli ambientalisti fanatici che si credono chissà chi. Il gobbo di notte dame non mi fa impazzire però quantomeno ha uno dei migliori villain di sempre

        1. Ahahahahah
          Io comunque amo profondamente Il Gobbo di Notre Dame, lo trovo uno dei più coraggioso della Disney. Un giorno ne parlerò in maniera approfondita ci faremo una bella discussione

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