Casablanca (film)

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo abbiamo parlato nuovamente di classici Disney, un progetto che sto cercando di portare avanti come meglio posso (e chissà quando finirò), arrivando a discutere di uno dei miei film preferiti dell’Epoca d’Argento: Le avventure di Peter Pan. Un film veramente divertente e capace di intrattenere dall’inizio alla fine che riesce a farti provare sensazioni molto forti quando si parla di avventura e fantasia anche grazie a delle scene stupende, uscite direttamente dalla fantasia di un bambino. Una pellicola con diversi personaggi sfaccettati e particolari come Peter Pan, Uncino e Trilli, animazioni e fondali ben curati e un messaggio di fondo veramente importante e maturo. Un classico da recuperare assolutamente!
Mettiamo da parte i classici della Disney e parliamo invece di qualche classico del cinema. Negli ultimi tempi mi sono concentrato molto sugli horror, in special modo su alcuni cult che hanno avuto un’importante peso a livello cinematografico e che ancora oggi riescono a stupire e divertire. Nonostante ami alla follia il genere, di tanto in tanto è un bene cambiare, passando a tutt’altra tipologia. In questo caso ho intenzione di recensire un’opera composta da diversi generi cinematografici, differenti l’uno dall’altro ma ben inseriti nella trama, e uscito in un periodo veramente caotico e spaventoso della nostra storia ossia agli inizi del 1940. Il mondo era in piena Seconda guerra mondiale e molte nazioni erano cadute sotto il giogo nazista. Erano tempi duri per tutte quelle persone che all’improvviso si sono viste spogliate dei propri diritti. E molte di queste persone hanno cercato rifugio in altre nazioni, che fossero neutrali come la Svizzera oppure libere e tra queste c’erano gli Stati Uniti. In molti hanno cercato di fuggire in quest’ultimo luogo, ma il viaggio non era per semplice e alcuni trovavano momentaneamente rifugio in specifiche città per ottenere un visto per l’America.
Ecco a voi Casablanca, pellicola drammatica e romantica del 1942, scritta da Julius J. Epstein, Philip G. Epstein e Howard Koch e diretta da Michael Curtis.

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Trama:
Siamo nel 1942 a Casablanca, nel Marocco francese. La città è sotto il controllo del regime filonazista del governo di Vichy. In questa città molti rifugiati cercano di ottenere un viso per fuggire negli Stati Uniti, sperando di sfuggire la nazismo e ricominciare una nuova vita. Casablanca è anche il luogo in cui si trova Rick Blaine (Humphrey Bogart), il gestore del rinomato locale Rick’s Café Americain. Rick è un uomo molto cinico che cerca di avere un’opinione neutrale di ogni cosa nonostante il suo passato. Una sera Guillermo Ugarte (Peter Lorre) gli consegna due lettere di transito che ha rubato a due soldati tedeschi, soldati che ha ucciso. Quelle lettere possono permettere a chiunque di lasciare Casablanca per andare a Lisbona e da lì negli Stati Uniti. Ugarte le consegna a Rick affinché le custodisca prima dell’arrivo dei suoi clienti, ma viene arrestato da Louis Renault (Claude Rains), un funzionario della Repubblica di Vichy. Rick si ritrova con due oggetti di grande valore, ma non è finita qui. Infatti arrivano al locale Victor Laszlo (Paul Henreid), leader della resistenza cecoslovacca fuggito da un campo di concentramento, e Ilsa Lund (Ingrid Bergman), un tempo la fidanzata di Rick. Rick così si ritrova il passato alle porte e dovrà decidere che cosa fare.

Certamente è un film molto importante per tantissimi motivi. Per quanto riguarda il suo valore cinematografico ci arriveremo dopo, ma a livello storico uscì proprio in un periodo fondamentale. Gli Stat Uniti erano entrati nel conflitto da poco contro il Giappone, la Germania nazista imperversava in Europa, con la Francia occupata e la Repubblica di Vichy come stato fantoccio e l’Inghilterra era l’unica che sembrava resistere. Erano tempi incerti e preoccupanti e l’uscita di questo film fu importante per tanti, visto che parlava anche di persone disparate che fuggivano dal nazismo e soprattutto un’opera che elogia la libertà e coloro che combattono per essa.

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A livello cinematografico ha una storia interessante. Tutto iniziò quando la story editor Irene Lee Diamond mostrò alla Warner Bros il copione di un’opera teatrale mai rappresentata: Everybody Comes to Rick’s di Murray Burnett e Joan Alison. La Warner acquistò il copione per 20 mila dollari, una cifra impressionante per quei tempi. La cosa che colpisce di più riguarda proprio la sceneggiatura del film. Infatti venne rimaneggiata più e più volte, in parte per vari problemi e in parte per seguire bene gli eventi durante il conflitto mondiale, e questa cosa si dilungò perfino durante le riprese. Ad esempio lo sceneggiatore Koch inventava dialoghi proprio sul momento e durante le riprese e la stessa Bergman domandò chi dei due doveva amare veramente e in tutta risposta le dissero di comportarsi allo stesso modo con entrambi. Ci furono anche die momenti in cui Koch voleva dare maggior spessore alla lotta del nazifascismo mentre Michael Curtis voleva soffermarsi sulla storia d’amore. E probabilmente furono tutte queste indecisioni che resero il film ottimo sia a livello di tematiche che di tensione.

Fin dall’inizio veniamo catapultati nella difficile situazione in cui si trova Casablanca con i soldati che, dopo l’uccisione dei due nazisti, iniziano a catturare e uccidere tutte le persone sospette. Un clima difficile per molti, ma la loro speranza è tenuta viva dall’aereo diretto a Lisbona, l’unico loro mezzo di salvezza. Infatti sono molto belle le scene in cui, ogni volta che passerà l’aereo, verrà inquadrato prima il velivolo e poi le persone che lo guardano come se fosse un sogno lontano ma non irraggiungibile.
Questo clima di tensione però sembra trovare un po’ di tregua nel locale di Rick, dove il suo proprietario attua una politica neutrale per non avere problemi e sa come tenere dalla sua parte certe persone con il potere, come ad esempio Renault. Ed è da questo punto in poi che vedremo lo sviluppo dei personaggi e dei loro rapporti.

Casablanca

Fin da subito Rick mostrerà a tutti i costi di pensare a sé stesso e ai suoi affari, mostrandosi cinico e con la battuta pronta mentre Renault invece vorrà farsi bello agli occhi dei funzionari nazisti. Tra Rick e Renault c’è una sorta di accordo, ma anche qui non si sa a che punto il loro rapporto potrà arrivare. Renault sembra molto amichevole nei confronti di Rick, ma non sappiamo mai veramente le sue vere intenzioni: potrebbe anche tradirlo se fosse necessario oppure chiudere un occhio per certe questioni. Non possiamo saperlo perché tutto è molto ambiguo.

E questa è la stessa cosa che succederà quando arriveranno Ilsa e Victor. Fin da subito capiamo che tra Rick e Ilsa in passato era successo qualcosa (che poi ci verrà rivelato in un bel flashback) e tra i due si crea una forte tensione. Inoltre Ilsa sembra molto combattuta tra Rick e Victor, dato che dà l’impressione di amarli entrambi in egual misura e neanche lei sa cosa fare vista la difficile situazione che si è creata. Tutto ciò non solo causa altre tensioni ma affascina anche il pubblico che non saprà capire chi tra i due sceglierà. Quindi si parlerà di un triangolo amoroso fatto bene e scritto anche con una certa cura e con protagonisti tre personaggi sfaccettati e interessanti.
Oltre ad avere dei personaggi principali ottimi, il film ha anche personaggi secondari scritti molto bene come ad esempio le varie persone che lavorano per Rick o anche personaggi di contorno come l’uomo che ruba i portafogli e che riesce a strappare il sorriso ogni volta.

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A proposito di sorriso il sorriso mostra anche una forte ironia. Ci sono molte scene divertenti e soprattutto delle battute che fanno ridere e che sono rimaste impresse nella mente di tutti. Tralasciando la famosa frase Suonala ancora Sam, ci sono delle battute spassose e alcune delle più divertenti sono pronunciate da Renault. C’è un lato ironico nelle pellicola che viene messo in mostra nei momenti giusti, senza rovinare la parte sentimentale o quella drammatica.
Parlando di drammaticità, come ho detto in precedenza, abbiamo di sottofondo la guerra e la fuga di povere persone da una situazione terrificante. E questo clima non viene mai sminuito, ma si equilibra perfettamente con la storia d’amore e l’ironia. Si sente l’oppressione, si sente la paura di essere presi o di non farcela, ma si sente anche un minimo di speranza, uno spirito di ribellione contro l’oppressione dei nazisti e la voglia di poter fare qualcosa di più, combattere per gli altri non solo per sé stessi. E in tutto ciò la crescita di Rick sarà fondamentale e ci permetterà di sentire questa forte sensazione. E il finale è perfetto per sottolineare con maggior potenza il messaggio.

Per concludere, Casablanca è un vero capolavoro del cinema e un film che con l’andare degli anni ha assunto un valore storico importante. Un film in cui gli stessi produttori e attori non credevano, ma che riuscì a fare breccia sia nel pubblico che nella critica e che ha creato scene, personaggi e battute immortali. Un film che trova un grande equilibrio attraverso i molteplici generi che ha e che forse alcune cause avverse l’hanno reso perfetto per il tipo di storia. Un’opera che tutti quanti dovrebbero vedere.

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Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

28 pensieri riguardo “Casablanca (film)

  1. Mi hai convinto, lo guarderò!

    Mi permetto di segnalarti due bell parodie a fumetti di questo film: una scritta e disegnata da Leo Ortolani (il creatore di RatMan), “La lunga notte dell’investigatore Merlo”; l’altra con protagonista Topolino che si intitola, appunto, “Topolino in: Casablanca”.

    1. Conosco molto bene il volumetto dedicato a Topolino (che, tra le altre cose, quei fumetti sono stati molto educativi per i bambini perché li introducevano a certe opere letterarie e cinematografiche con leggerezza e intelligenza). Devo invece recuperare l’opera di Ortolani, un autore che rispetto tantissimo.

  2. Complimenti amico mio, hai svolto un lavoro eccellente, per una recensione ricchissima di spunti di riflessione, basata oltretutto su una vera e propria ricerca sulla genesi dell’opera e dello script, raccontando al lettore delle sue trasformazioni dal testo teatrale originale alla sceneggiatura del film, il quale così, grazie alle tue parole, viene restituito ai noi spettatori odierni con tutto lo spirito di avventura di un lavoro che si potrebbe definire in progress ante litteram
    Questo storico lungometraggio lo hai anche molto giustamente definito un capolavoro, da cui in molti hanno imparato, anche per quel suo essere nei lontani anni ‘40 una fusione di generi e questa non è una cosa che si sente spesso tra i critici o i blogger quando si parla di questo film, cosa che pertanto ti fa molto onore e conferma il motivo per cui leggerti è sempre una scelta azzeccata!
    Questo è un film per lo più ricordato per la scelta eroica di due character che sacrificano il loro amore per un bene superiore, ma nello specifico filmico c’è tanto di più, come l’uso dei primi piani davvero sensazionale, che dona alla fruizione della storia un impatto emotivo forte e che diventa persino enorme ad una seconda o una terza visione: ci sono scene all’inizio del film, piene di malinconia e di rancore, che strizzano letteralmente il cuore dopo che si è conosciuta la storia, come quando il film mostrandoci più avanti quale era stato il rapporto tra Rick ed Ilda a Parigi, ci fa capire come quel gioco di sguardi tra i due, che si erano rivisti anni dopo dentro il locale, che già ci sembrava malinconico, era in realtà dolorosissimo, così quando si rivede il film la seconda volta e sappiamo già il perché di tante cose, la sofferenza empatia per quell’amore diventa straziante.
    Una cosa che va infatti detta su questo lungometraggio, come di altri del suo periodo, ovvero che erano costruiti per essere visti e rivisti, magari in compagnia di un compagno e compagna con cui andare al cinema di nuovo, per rivedere assieme scene quasi imparate a memoria, come una canzone ascoltata e riascoltata.
    Questo potere, per così dire, di “affabulazione aggiunta” contribuiva a creare il divismo anche dei personaggi e non solo degli attori, per una fruizione che letteralmente rapiva lo spettatore.
    In questo, Casablanca è un vero prodigio e quasi un manuale di regia, ancor più che di sceneggiatura.
    Grazie per questo tuo post, Butcher, memorabile come il film, a cui ha portato tanto rispetto e la giusta dignità.

    1. Come al solito, ti ringrazio tantissimo per il tuo commento. Ogni volta che ne leggo uno riesco sempre a percepire la tua conoscenza e il tuo amore verso la settima arte. Casablanca fu un film che stupì anche gli stessi creatori e attori, non si aspettavano che avesse un simile successo, non avevano grandi aspettative a riguardo, eppure si è rivelato ed è ancora tuttora uno dei film più importanti di sempre, pieno di dettagli importanti e di sottilezze che si notano sempre di più a ogni visione. Infatti, se già a una prima visione convince appieno, a una seconda si possono notare molti più elementi positivi e la storia funziona anche meglio, sapendo cos’è successo.
      Questo è un film da vedere assolutamente e da apprezzare. Un’opera meravigliosa.

      1. Assolutamente. Come ho scritto, parliamo di un film importante, non solo come linguaggio filmico ma anche come concezione di un prodotto pensato per essere visto e rivisto, una leggendaria storia d’amore piena di scene madri che lo spettatore rilegge da solo o in compagnia come un sonetto del bardo e che rivede sillabando i dialoghi che conosce e che in Casablanca mixano inaspettatamente spirito libertario ed amore romantico.
        Buona giornata amico mio.

  3. Perdona la sintassi zoppicante del mio commento… alcune lettere sono “saltate via” mentre scrivevo col telefono ed in certi passaggi si perde un po’ il senso di ciò che volevo dire… Ahimè!

    1. Non ti preoccupare, purtroppo succede fin troppo spesso quando si scrive con il cellulare (correttore automatico dei miei stivali!). E soprattutto sappi che il senso di quel che hai scritto si capisce perfettamente. Buona giornata amico mio!

    1. È anche questo uno dei motivi per cui è rimasto immortale. Non annoia mai, a una seconda visione hai un quadro migliore della situazione e ha delle tematiche sempre odierne. È una pellicola meravigliosa (e sì, anche a me diverte tanto il modo in cui sono stati trattati). Grazie per la condivisione!

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