Pee-wee’s Big Adventure

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo abbiamo parlato del primo lungometraggio diretto dal grande John Carpenter, Dark Star. Un film nato come progetto universitario, ma che riuscì a incuriosire i distributori talmente tanto che il budget aumentò e divenne un lungometraggio destinato alle sale. Una pellicola di fantascienza davvero molto interessante, una sorta di parodia di 2001: Odissea nello spazio davvero originale. Un film con delle sequenze indimenticabili, come l’inseguimento con l’alieno palla, il dialogo con il comandante ibernato, il dialogo con la Bomba 20 e il finale. Una pellicola molto particolare e con un umorismo davvero simpatico che però non tutti potrebbero capire. In ogni caso ne consiglio la visione sia per completare la filmografia di Carpenter sia per vedere un ottimo film di fantascienza.
Parlare del primo lungometraggio di Carpenter è stato decisamente divertente e a questo proposito mi sono chiesto: perché non fare lo stesso lavoro con un altro regista che apprezzo? L’ho fatto con Spielberg, l’ho fatto con Carpenter, facciamolo con qualcun altro. Tra i vari registi alla fine ho deciso di portare un autore che ho sempre rispettato e che continuo a rispettare ancora oggi: Tim Burton. Tutti conoscono Burton, è un regista con uno stile riconoscibile e che nella sua carriera ha creato dei veri e propri cult e gioielli del cinema (tipo Ed Wood). Sono sicuro che in molti saprebbero elencare buona parte dei suoi film, ma in pochi indovinerebbero il suo primo lungometraggio. E come potrei darvi torto! Onestamente neanche io conoscevo questa pellicola e, guardando alcune immagini su internet, non avrei neanche detto che era un film di Burton. Spinto dalla curiosità l’ho visto e devo ammettere che ci sono due o tre punti da discutere. Quindi, senza perdere altro tempo, vediamo di cosa tratta questo film.
Ecco a voi Pee-Wee’s Big Adventure, pellicola comica del 1985 scritta da Phil Hartman, Paul Rubens e Michael Varhol e diretta da Tim Burton.

Trama:
Pee-wee Herman (Paul Rubens) è un bizzarro uomo che si comporta come un bambino, apprezzato da tutti gli abitanti della cittadina, e con un grande amore: la sua bici rossa, che adora più di ogni cosa al mondo e che non lascia mai. C’è un’altra persona interessata a quella bici ossia Francis Buxton (Mark Holton), un uomo ricco e infantile che cerca di prendersela pagando molti soldi a Herman, ma quest’ultimo rifiuta categoricamente. Dopo essere andato in giro con la bici e aver visitato alcuni negozi, la bici di Herman viene rubata. Disperato e furioso, Pee-wee inizia le ricerche ma senza alcun successo. Come ultima spiaggia Herman decide di consultare una veggente. Quest’ultima lo imbroglia dicendo che la bici si trova ad Alamo, in Texas. Con rinnovata speranza, Pee-wee decide di iniziare questo viaggio verso Alamo, un viaggio pieno di imprevisti e incontri bizzarri che aiuteranno Herman a maturare (più o meno) e a fidarsi di più degli altri.

Nonostante questo sia il primo lungometraggio dedicato a questo particolare personaggio, Pee-wee Herman era già conosciuto e aveva un buon seguito. Infatti la prima volta apparve in televisione in un programma a lui dedicato, The Pee-wee Herman Show, con la stessa identica trama, ossia Herman che deve trovare la sua amata bicicletta. La Warner Bros. decise di ingaggiare Tim Burton come regista dopo aver visto i cortometraggi di Vincent e Frankenweenie. Burton, che a quei tempi aveva lasciato la Disney, accettò immediatamente il lavoro. Praticamente il primo film di Burton fu un film su commissione, ma fu molto importante per lanciare la sua carriera. Inoltre fu anche la prima collaborazione tra il regista e il compositore Danny Elfman, ai tempi il cantante di punta degli Oingo Boingo, ma da allora in poi lavorerà alla colonna sonora di quasi tutti i film di Burton.

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Parlando della pellicola, che dire? Probabilmente se non fosse da Burton non l’avrei mai guardata. Diciamo che non l’avrei vista perché non ero interessato alla storia e al protagonista e inoltre non ero più il target di riferimento di questo film. Alla fine l’ho guardato lo stesso e onestamente ne sono rimasto colpito in alcuni punti.
Il film inizia con la presentazione del personaggio principale e del luogo in cui vive. Pee-wee si comporta come un bambino, pieno d’ingenuità e con altre passioni bambinesche. Una cosa che posso dire di questa prima parte è che l’umorismo è fin troppo infantile. Sicuramente farebbe ridere i più piccoli piuttosto che i grandi. Fin da subito però ci sono due ottimi elementi: la scenografia e la fotografia. Ci sono delle ambientazioni molto affascinanti, ricche di dettagli ma per niente soffocanti. L’esempio perfetto è proprio la casa di Herman, pieno zeppo di oggetti particolari, alcuni infantili e altri piuttosto bizzarri e simpatici e anche dei meccanismi fatti a mano stile Goonies. Per quanto riguarda la fotografia, la pellicola ha dei colori molto accesi. Gli ambienti saranno molto vivaci e luminosi, grazie ai colori presenti.

Ciò che mi ha sorpreso di più è l’evoluzione della storia, dell’umorismo e di alcune scene particolari. All’inizio il film ha delle gag e dei momenti comici molto infantili, in certi momenti fastidiosi in altri carini, ma tutto questo pian piano cambierà, soprattutto dopo che Herman inizierà il suo viaggio alla ricerca della bici. Le battute diventeranno più divertenti, più mature e in certi casi sono riuscite perfino a farmi ridere molto. Anche i momenti slapstick saranno più ispirati ed elaborati.
Lo stesso Herman durante il suo viaggio subirà una crescita, niente di tremendamente complesso, ma era qualcosa che non mi aspettavo. Quando la sua bici verrà rubata, diventerà intrattabile, allontanando tutte le persone intorno a lui e comportandosi come un egoista. Durante il viaggio però vivrà diverse disavventure che gli faranno comprendere molte cose riguardanti il suo comportamento e l’importanza di avere delle persone accanto a sostenerti.

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Infine ci sono certe scene che ho davvero adorato. Nonostante sia un film su commissione, in certi momenti si nota chiaramente la mano del Burton che tutti noi conosciamo. Un esempio sono gli incubi di Herman sulla sua bici, dove le scenografie saranno volutamente storte e simili a quelle presenti nei vecchi film espressionisti (diciamo un minuscolo assaggio di quello che vedremo nel meraviglioso Beetlejuice). Tra le varie scene che costellano il film, quella che preferisco in assoluto riguarda la camionista Large Marge (Alice Nunn). Una piccola parte semi-horror (dove tra l’altro verrà utilizzata anche la stop-motion) che a mio avviso vale tutta la pellicola, una di quelle scene che non ti aspetteresti mai.

Per concludere, Pee-Wee’s Big Adventure è un film per ragazzi molto simpatico, con dei momenti inaspettati e ben resi e un ritmo e montaggio davvero ottimo. Una pellicola divertente in molti punti che farà passare un po’ di tranquillità allo spettatore anche se con qualche sorpresa.

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Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

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