Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo siamo tornati a parlare dei classici Disney e lo abbiamo fatto con Saludos Amigos, il primo film dell’Epoca di guerra per la casa di Walt Disney. Una pellicola antologica composta da quattro segmenti incentrati sul Sud America, il cui scopo era, secondo la Politica del buon vicinato portata avanti dal presidente Roosvelt, avvicinare i rapporti tra USA e l’America Latina. Questo film si dimostra un viaggio interessante verso questi Paesi, con lo scopo di esplorare le culture locali, ma anche far conoscere un Sud America nuovo e moderno. Una pellicola che ebbe un certo successo e che riuscì nell’intento di Roosvelt. Anche Disney fu molto felice di questa cosa perché, dopo tantissimi problemi e flop, finalmente poteva tirare un sospiro di sollievo e stare tranquillo. Visto il successo di Saludos Amigos, si continuò su questa strada secondo la Politica del buon vicinato e Disney fece un secondo viaggio in America Latina per raccogliere nuovo materiale e lavorare sul prossimo progetto che doveva mostrare nuovamente le meraviglie di questi luoghi. Come avevo detto nella precedente recensione, Saludos Amigos diede inizio a una serie di film Disney che dureranno fino alla fine degli anni ’40, ossia le pellicole antologiche, in cui vedremo vari corti collegati da una tematica comune (anche se non sempre sarà così) a cui però mancherà quella forza presente nei primi lavori (cosa che ripeterò spesso) e che tornerà solamente con L’Epoca d’Argento. Quindi, senza perdere altro tempo, iniziamo con la recensione del settimo classico Disney.
Ecco a voi I tre caballeros (The Three caballeros), film antologico d’animazione del 1944 scritto da Homer Brightman e diretto da Norman Ferguson. Ed ecco il link all’articolo di Chest of Tales (QUI)
Trama:
Paperino riceve un regalo per il suo compleanno (che tra le altre cose è di Venerdì 13). In realtà il regalo è più di uno e gli sono stati donati dai suoi amici in America Latina. Questi regali rappresentano il collegamento con i sette segmenti che seguiranno. In questo articolo non parlerò in maniera separata dei singoli segmenti, ma mi limiterò a dividere il tutto a seconda dei regali ricevuti da Paperino.
Il primo regalo è un proiettore cinematografico che contiene un documentario riguardante tutti molti volatili che vivono in Sud America, tra cui il dispettoso Aracuan, un personaggio che apparirà di tanto in tanto in diversi segmenti e che porterà un po’ di scompiglio. Tra i vari uccelli ci verrà presentato anche il pinguino e quest’ultimo avrà un corto tutto suo intitolato Il pinguino a sangue freddo, con protagonista Pablo, un pinguino del Polo Sud che non sopporta il freddo e per questo decide di andare in regioni più calde. In questo corto vedremo i suoi tentativi per andare in questi luoghi, che falliranno più volte, fino a quando non riuscirà a realizzare il suo obiettivo e ammetto che il finale ha aggiunto un piccolo tocco di malinconia che mi ha fatto molto piacere.
Insieme a questo segmento ne abbiamo un altro chiamato Il gauchito volante, una storia d’amicizia tra un piccolo gaucho e uno strano tipo di volatile, un asino alato. Un corto simpatico che mostra l’amicizia tra i due e il loro tentativo di vincere una gara di corse.
Arriviamo alla seconda parte della recensione e quindi al secondo regalo, ossia un libro, in cui parleremo di un unico segmento: Un viaggio a Bahia. In questa parte finalmente torna José Carioca, il pappagallo antropomorfo apparso nella pellicola precedente, che in questo caso vuole far conoscere al suo amico Paperino la bellezza di Bahia, uno stato del Brasile, e soprattutto fargli vedere la sua capitale, Salvador. In questa parte ci sono molte canzoni interessanti come Sei mai stato a Bahia? (Você Já Foi à Bahia?), scritta da Dorival Caymmi, oppure Os Quindins de Yaya, cantata da Aurora Miranda. Parlando di quest’artista brasiliana, nel film la vediamo in carne e ossa, insieme ad altri ballerini, mentre interagisce con Paperino e José. Esatto, questa parte, così come altre in seguito, è fatta con animazione mista e anche molto bene, anche se le interazioni tra i personaggi disegnati e reali non saranno così tante o complesse.
Parlando della terza parte e dell’ultimo regalo, facciamo la conoscenza del terzo membro del gruppo, Panchito Pistoles, il gallo pistolero del Messico. Un personaggio molto attivo e sempre in movimento, il contrario di José che, sì, anche lui si muoveva spesso, ma era molto più posato ed elegante. Panchito farà conoscere a Paperino molte tradizioni e luoghi del Messico: gli farà ad esempio conoscere la piñata e la sua storia nel corto Las Posadas, un corto fatto solo di disegni statici con un be design e una storia molto tranquilla e dolce. Dopo questa piccola parentesi pacifica, il film… come dire? Diventa sempre più folle fino ad arrivare al caos più totale.
In questi segmenti Panchito mostra a Paperino alcuni luoghi stupendi del Messico come, come Veracruz o Acapulco, dove imparano anche alcuni balli interessanti, ma il focus principale qui diventerà Paperino che ci prova con tutte le donne che incontra. Tutte. Qui si arriva veramente a un livello di follia interessante, con un Paperino sempre più fuori di sé e che si diverte a scherzare con tutte le signore che incontra. Per il suo bene, speriamo che Paperina non lo venga mai a sapere. Se credete però che le cose siano già abbastanza fuori di testa, allora non avete ancora visto nulla. Perché nella parte finale, quando Paperino viene baciato, in quel momento esplode tutto. Fiori, colori, momenti surreali. Questa parte diventa letteralmente la parate degli elefanti rosa in Dumbo, ma ancora più folle a mio avviso. In questo punto della storia, manca completamente l’approfondimento sul Sud America che il film si era prefissato nella prima parte, il che è un male, ma ciò viene compensato dalla libertà data all’animazione e alla fantasia più folle, che invece mi ha fatto piacere perché in certi punti sembrava veramente astratta. Inoltre il questo corto Paperino ballerà con altre due ragazze, due artiste messicane ossia Dora Luz e Carmen Molina. Con quest’ultima soprattutto c’è stato un lavoro notevole a livello di animazioni e ombre, con i cactus che prendono vita e il mix tra live-action e animazione. Come finire in maniera migliore se non con Paperino dentro a un toro finto che esplode? Sì, quest’ultima parte era veramente fuori di testa.
Per concludere, questo nuovo film della Disney è abbastanza interessante, anche se molto altalenante. Saludos Amigos riusciva a mostrare senza problemi la tematica centrale, ossia far conoscere una cultura molto affascinante, mentre qui la pellicola ci riesce solo nella prima metà, per poi perdersi completamente nella seconda, senza seguire un vero e proprio schema. In compenso però l’animazione si dà un gran da fare per regalarci uno spettacolo in grado di stupire con la sua follia.
Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!
[The Butcher]
È prprio il caso di dirlo: quanti ricordi :D
Nonostante sia cresciuto con i classiconi Disney (quelli più famosi) questo è un film che vedevo e rivedevo in continuazione. Cassetta pressoché consumata!
Ho bene impresso nella mente ancora molte scene e molte gag, ancora oggi per darci fastidio io e mia sorella facciamo quel verso/canto dell’aracuan XD
Non sapevo del sotto testo politico che c’era dietro la sua realizzazione ma soprattutto non mi ero mai reso conto che durasse così poco!
Lo apprezzo anch’io. Forse si perde un pò sul finale ma ammetto di averlo apprezzato per la sua follia e la sua fantasia. E inoltre adoro questo particolare trio. Mi è sempre piaciuto.
Si si vero, come trio funziona benissimo.
Tra l’altro ho scoperto ora che hanno fatto una serie animata con questi 3 qualche anno fa, peccato non abbia avuto successo.
L’ho scoperto facendo ricerche sul film. Sembra qualcosa di folle e piacevole. Vorrei recuperarla.
I can’t be sure if I’ve seen this, but Donald Duck movies I’ve seen aplenty.
I wonder how these old movies are viewed today in terms of it’s thematic and ‘stereotyping’of foreign lands.
Bahia is a familiar place, I’ve never been there but it’s always good to have a friend from these foreign lands, they tell you stories and it feels like you’ve been there, just like these movies you’ve sketched here.
Lovely write-up. I’ve always held a great affinity for these characters myself.
Thank you very much for your kindness and comment. I’m curious too. At the times these movie was pretty modern in how it talked about these countries. Probably it’s old for some things but it stills very nice.
Yes, you right, they are usually criticized in retrospect when caught up in political currents.
Sono d’accordo, ovviamente, è un film che purtroppo nella seconda parte si perde via e prende uno stile completamente diverso da tutto quello che lo aveva preceduto. La prima parte è la mia preferita, con la storia del pinguino freddoloso e del gauchito volante, ma anche l’animazione con le attrici dal vivo è sensazionale, se consideriamo l’anno in cui è stato realizzato! Insomma, non è sicuramente trai miei preferiti di sempre, ma vale davvero la pena recuperarlo.
Ben detto! Io lo riguardo volentieri mi dispiace solo che ci sia questo poco equilibrio tra la prima e seconda parte.
josé carioca, quante storie ho letto su di lui nei topolini dei primi decenni
poi il personaggio è stato accantonato…
invece, il regale era jason vorshees?
Sai che invece io l’ho sempre apprezzato. Sia in Saludos Amigos che nei Tre Caballeros lui era il mio preferito.
Ma non deve avr retto il confronto o come eta beta era troppo simpatico e oscurava paperino
Non saprei dirti, personalmente avrei apprezzato vederlo di nuvole, c’era un’ottima sintonia tra di loro. Per questo ero felice di rivederlo nella nuova serie di Ducktales. Dovrei anche recuperare la serie dedicata ai Tre Caballeros che hanno fatto qualche anno fa.
Di nuvole? 🤣🤣🤣
In che senso?
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Ah, il correttore automatico. Volevo scrivere di nuovo, non di nuvole.
ma sììì lo soo xD
Rispetto a questo preferivo Saludos Amigos.
Onestamente? Anch’io. Certo a livello d’animazione ha dei punti molto interessante, ma l’argomento principale è andato perduto e alla fine l’hanno buttata in caciara.
[…] a parlare dei lungometraggi animati della Disney e lo abbiamo fatto con il settimo classico, I Tre Caballeros. Un film antologico con protagonista Paperino che aveva lo scopo di far conoscere agli statunitensi […]
Tra i classici di questo periodo probabilmente “I tre caballeros” è il mio preferito.
Il mio preferito invece è un’opera antologica diciamo particolare, niente di eccezionale, ma ci sono affezionato. Domani pubblicherò la recensione.