Benvenuti o bentornati sul nostro blog. In quest’ultimo periodo non ho fatto altro che recensire pellicole uscite in home video da un po’ di tempo ormai e il motivo dovrebbe essere chiaro purtroppo. Per colpa di questa pandemia il cinema è in grave difficoltà, ci sono perfino alcuni cinema che hanno chiuso le loro attività e altri che invece riescono a resistere ma hanno pochi orari e film disponibili. E’ una situazione veramente complicata e, nonostante i cinema siano considerati i luoghi più sicuri, le persone tendevano ad andarci molto di meno. E ora li hanno richiusi così come buona parte del Paese. Qualche tempo fa anch’io purtroppo non ho avuto modo di andarci ma per vari motivi. E mi dispiace di aver parlato poco dei film usciti in questo periodo, l’ultima volta è stato con Gretel & Hansel, che è uscito nei nostri cinema da tantissimo tempo. Quindi in questo articolo ho deciso di parlare di un film arrivate nelle sale italiane all’inizio di ottobre e che sono riuscito a vedere prima della seconda chiusura. E, visto che è da molto tempo che non ne discuto, ho deciso di recensire una pellicola italiana. Dobbiamo pur sempre supportare il nostro cinema e cercare di allontanarci da quella frase non veritiera che in molti dico ovvero che gli italiani non sanno fare cinema. Lo sappiamo fare, il problema è che l’attenzione di molti si concentra su altre pellicole mediocri e i produttori delle volte non hanno voglia di rischiare con certi progetti. Il film di cui voglio parlare oggi però ha una storia molto semplice che riesce a discutere di argomenti interessanti.
Ecco a voi Lacci, pellicola drammatica del 2020 diretta da Daniele Lucchetti e tratto dall’omonimo romanzo di Domenico Starnone.
Trama:
La storia inizia a Napoli nei primi anni ’80. I protagonisti sono una famiglia formata da Aldo (Luigi Lo Cascio), un uomo che lavra a Roma e che ha un programma radiofonico della Rai, Vanda (Alba Rohrwacher), moglie di Aldo e insegnante, e i loro due figli Anna (Giulia De Luca) e Sandro (Giovannino Esposito). Una sera Aldo rivela alla moglie una verità che lo affligge da tempo: ha un’amante. A questa notizia Vanda ovviamente reagisce molto male ma anche in maniera molto strana, visto che la prima domanda che fa non è “Chi è”? ma è “Perché me lo dici”?
Da qui il rapporto tra i due si incrina parecchio, Aldo resta sempre più tempo a Roma con gli amici e l’amante, trascurando molte volte i figli, e Vanda invece cercherà di farlo tornare nella famiglia e a capire se vuole restare con loro oppure se si è veramente innamorato di quella donna. Con il passare del tempo le cose peggiorano e Vanda inizia ad avere comportamenti sempre più aggressivi e pericolosi per se stessa, mentre invece Aldo a un certo punto sarà molto indeciso sulla strada da prendere. E in questa situazione difficile si ritroveranno in mezzo anche i due bambini e questa storia avrà ripercussioni su tutti loro per un lunghissimo tempo, fino ad arrivare ai giorni nostri.
Non ho letto l’opera da cui è tratta questa pellicola, ma dopo aver visto la pellicola penso proprio che lo leggerò perché sembra contenere molti approfondimenti interessanti sui personaggi che popolano questo film. Invece questa è anche la prima volta che discuto di una pellicola di Daniele Lucchetti, regista nostrano con all’attivo ormai diverse pellicole. Nonostante lo consideri un bravo mestierante, non ho mai seguito tantissimo la sua filmografia, anche se conosco bene alcuni dei suoi lavoro come ad esempio I portaborse, una pellicola che affronta in maniera diretta la corruzione del mondo politico italiano tra gli anni ’80 e ’90 e che uscì poco prima che esplodesse il caso Mani Pulite. Conosco anche la pellicola Mio fratello è figlio unico, tratto dal libro Il fasciocomunista di Antonio Pennacchi. Per il resto invece non conosco in maniera approfondita Lucchetti anche se riconosco la sua bravura come regista nei film che ho visionato.
Degli attori presenti nella pellicola conosco benissimo la filmografia di Luigi Lo Cascio. E’ un attore che adoro tantissimo e che seguo con interesse da quando anni fa vidi I Cento Passi. Da allora cerco sempre di vedere i film in cui partecipa e, anche se a volte quest’ultimi non sono dei lavori buoni, mi fa sempre piacere vedere l’impegno che ci mette. Conosco anche Alba Rohrwacher, sorella della regista Alice Rohrwacher, anche lei con molti film all’attivo e che in molte occasioni ha dimostrato la sua bravura come attrice, mostrando grande impegno e determinazione.
Il film Lacci gira intorno a questa famiglia e alle loro relazioni. E’ un lavoro che si basa completamente su di loro e che affronta tematiche interessanti come ad esempio l’incomunicabilità, ma iniziamo con ordine. Il personaggio di Aldo dà inizio a tutta questa vicenda con il tradimento e rivelando in seguito a Vanda questo gesto terribile. Da qui il rapporto tra i due si incrina pericolosamente e iniziamo a conoscere molto bene i due. Aldo a un primo sguardo sembrerebbe essere una persona intelligente e colta, d’altronde ha un programma radiofonico in cui parla di libri e cultura, ha un’ottima parlata e sembra, nonostante quello che ha fatto, maturo. Con l’andare del tempo invece noteremo delle cose molto particolari di lui. Anche se ha la cultura e la conoscenza, a volte fa fatica a capire i sentimenti delle persone, non riesce a capire quando queste sono dirette con lui e pensa che vogliano intendere altro. Inoltre notiamo la sua passività, su come lasci che tutti questi eventi gli scivolino addosso e su come non riesce a prendere una decisione. E infine capiamo che in realtà Aldo è solo un uomo banale. “Banale ma acuto” lo definirà un certo personaggio nel film e penso che sia la definizione migliore in grado di riassumere il suo personaggio.
Vanda invece penso che sia il personaggio più interessante di tutto il film. Dopo il tradimento del marito, inizierà a odiare ogni cosa di lui e non vuole che venga pronunciato il nome dell’amante, Lidia (Linda Caridi), ma nonostante ciò vuole che il marito prenda una decisione definitiva per sapere quale strada sceglierà. Allo stesso tempo vorrebbe che invece tornasse a casa dalla sua famiglia. La cosa veramente interessante di Vanda è che, oltre a essere un personaggio con un volontà sicuramente più forte rispetto ad Aldo, è un personaggio pieno di contraddizioni. E’ giustamente arrabbiata con Aldo per il tradimento, ma c’è anche un ulteriore motivo per cui ce l’ha a morte con il marito. Per Aldo lei è andata a vivere a Napoli, rinunciando alla sua famiglia e ai suoi amici e si è sempre ritrovata in una situazione che le causava disagio. E per via di questo sacrifico non vuole che ora Aldo rovini tutto e vuole che torni. La cosa che notiamo fin da subito in questa coppia è la quasi mancanza di amore. Anche Vanda, nonostante tutto quello che fa, non mostra alcuna dimostrazione di affetto verso Aldo. Tra i due c’è freddezza, il legame (laccio) che li tiene uniti è veramente particolare e fuori dal comune e l’odio che lei prova verso il marito non deriva dal fatto che le ha spezzato il cuore, ma da qualcosa di ancor più profondo e nascosto di cui Vanda si renderà conto solo alla fine. Non dirò cos’è per evitare spoiler ma almeno nel mio caso avevo iniziato a intuirlo dopo un certo punto notando soprattutto le incongruenze in ciò che faceva Vanda e sono sicuro che in altri ci siano arrivati durante la visione.
Anche Anna e Sandro saranno dei personaggi importanti in tutta questa vicenda ma in particolar modo saranno le vittime dei genitori e del loro egoismo. Si rendono perfettamente conto di quello che sta succedendo intorno a loro, in particolar modo Anna che è la più grande dei due. Per la loro età si dimostrano molto svegli e intelligenti e vivranno questa situazione familiare in maniera tremenda, dovendo assistere a momenti molto estremi causati dalla madre e a un padre assente e inetto. Dei due chi però subirà più di tutti sarà sicuramente Anna e lo vedremo ancora meglio quando è grande.
Ora parliamo del lato tecnico e come farlo nel migliore dei modo se non discutendo dell’elemento più forte della pellicola: il montaggio. Come ho detto, la storia gira intorno agli anni ’80 e a un certo punto la storia arriverà ai giorni nostri. Il tutto però non verrà messo in maniera cronologica. Nella prima parte vediamo la storia dal punto di vista di Vanda per poi arrivare ai giorni nostri con lei e Aldo anziani che vivono un evento capace di riaprire una ferita che in tutti questi anni non si è mai rimarginata. Da qui la storia seguirà il punto di vista di Aldo, vedremo certi momenti con occhi differenti e assisteremo a degli eventi che non ci erano stati mostrati in precedenza e tutto ciò creerà ancor più interesse nello spettatore. Nell’atto finale invece… ma forse è meglio che mi fermo per evitare di dire qualcosa di troppo. Comunque sia questo montaggio è a dir poco ottimo e riesce a regalare alla pellicola un ritmo interessante e vivace, nonostante sia volutamente lento, incuriosendo lo spettatore per come mette in mostra i vari eventi.
La regia di Lucchetti è ottima, preferisce utilizzare inquadrature fisse che riescono a racchiudere nella scena i vari personaggi, inquadrature molto precise e quadrate, e in certi momenti utilizza degli ottimi primi piani sui personaggi. Anche se la sua regia è molto precisa e calcolata, ci sono stati dei momenti in cui ha deciso di muovere molto la telecamera come ad esempio il litigio iniziale, quando Aldo rivela a Vanda del tradimento e l’inquadratura trema tutto, proprio a sottolineare la gravità della situazione.
Purtroppo però Lacci non è un film perfetto e un difetto molto importante lo troviamo nel fatto che sia troppo parlato. Non sono i dialoghi il difetto (anzi quelli sono veramente belli) ma il fatto che in certi momenti i protagonisti descriveranno in maniera molto dettagliata il loro stato d’animo e i loro sentimenti piuttosto che mostrarceli. Il cinema è fatto di immagini e parla attraverso di esse e anche in questo film ci sono dei momenti in cui le immagini valgono più di mille parole, ma ci sono anche altri casi in cui la storia diventa troppo letteraria come ad esempio la parte finale, una parte che poteva essere davvero perfetta se i troppi dialoghi non l’avessero tirata per le lunghe, rallentando così sia la situazione che il ritmo del film.
Per concludere Lacci è un film veramente interessante, con un montaggio curatissimo, una bella regia e degli attori incredibili, perfino i bambini se la sono cavata alla grande. Nonostante abbia i suoi difetti (anche abbastanza evidenti), è un film che riesce bene nel compito di narrare la storia di questi personaggi, dei legami che si sono creati tra di loro e dell’impossibilità di comunicare tra di loro. Un film molto bello di cui vi consiglio la visione.
Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!
[The Butcher]
non l’ho ancora visto, ma mi ero ripromessa di vederlo ! e come sempre una straordinaria recensione, come dico io un racconto con i fiocchi!
Grazie mille! A mio avviso è un film che merita di essere visto. Ha i suoi difetti ma è pur sempre un lavoro ottimo e ben realizzato.
Penso proprio che lo vedrò
Mi fa piacere :)
Le tue recensioni sono molto accurate, complimenti 😉
Ti ringrazio tantissimo! Cerco sempre di approfondire il più possibile un film o un libro, mi diverte tantissimo parlarne e spero anche di creare discussioni interessanti con chi le legge.
Sicuramente fai nascere la curiosità di approfondire l’argomento, e si vede che ti piace quel che fai 😃
Grazie mille! Questo commento mi rende veramente felice :D
[…] due tipi di articoli: articoli dedicati all’horror e altri dedicati ai biographic. Certo, Lacci è stato qualcosa di nuovo, ma mi rendo conto di essermi concentrato per lo più su quei due […]
[…] è fatto davvero bene, non è per niente didascalico come molti film nostrani di oggi (apprezzo Lacci, ma anche quel bel film soffre di questo difetto) e riesce a far provare emozioni attraverso le […]