Tarantola (film)

Continuiamo ad esplorare altri film del passato ma questa volta ci spostiamo negli anni ’50. Gli anni ’50 sono stati un periodo molto fiorente per il genere fantascientifico e, nonostante in quel momento storico ci fosse ancora nel cinema una forte censura dettata dal Codice Hays, molti registi riuscivano ad aggirare questo intoppo grazie alla sottigliezza e a tematiche che venivano mascherate nella pellicola. L’esempio più grande rimarrà sempre L’Invasione degli ultracorpi, film che prima o poi recensirò, ma oggi non siamo qui per parlare di quel tipo di fantascienza. Oggi si torna a parlare di mostri giganti!
Ecco a voi Tarantola (Tarantula!), film di fantascienza del 1955 (uscito in Italia nel 1956) diretto da Jack Arnold.

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Trama:
Il film comincia con un uomo completamente sfigurato e deforme che muore nel deserto di Desert Rock, in Arizona. Il corpo viene recuperato e viene chiamato il dottor Matt Hastings (John Agar) per indagare sulla morte dell’uomo. Il dottore è sconvolto perché la causa del decesso sembrerebbe legata all’Acromegalia, una patologia che ha bisogno di anni prima di raggiungere lo stadio estremo del cadavere. Arriva anche il dottor Gerald Deemer (Leo G. Carroll), che riconosce l’uomo come uno dei suoi assistenti, Jacob, e afferma che quattro giorni prima stava bene ed era normale. Il dottor Hastings è sempre più perplesso e vorrebbe fare un’autopsia al cadavere, ma il dottor Deemer chiude la questione in fretta e se ne ritorna nel suo laboratorio. Qui scopriamo che il dottore sta lavorando a un siero speciale e che l’ha testato su alcuni animali che adesso sono diventati enormi, tra cui una tarantola, che ha iniziato da poco la cura, che adesso è grande più di un metro. Uno dei suoi assistenti, anche lui deforme, lo accusa dicendo che tutto ciò è successo per causa sua e, dopo averlo tramortito, gli inietta il siero e distrugge parte del laboratorio. In tutto questo disastro, la tarantola riuscirà a fuggire e inizierà pian piano a crescere sempre di più.

Avevo detto che prima o poi avrei parlato di nuovo del grande Jack Arnold, un regista che ha regalato veramente tanto alla fantascienza e al cinema e che, per i tempi in cui è vissuto, era un uomo veramente avanti anni luce. Quale modo migliore di parlare di questo regista se non attraverso un’opera che nel corso degli anni ha acquisito sempre più notorietà e che venne apprezzata anche ai tempi.
Iniziamo anche dicendo che in questo articolo di tanto in tanto metterò a confronto la pellicola in questione con Assalto alla Terra, per mettere in evidenza sia le loro somiglianze ma soprattutto le loro differenze.

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Una delle cose che i due film condividono, e che sfruttano alla perfezione, è l’ambientazione. Nel film ci sono parecchie inquadrature dedicate al deserto e alla sua vastità. Ci saranno molti campi lunghi che mostreranno la bellezza di questa ambientazione, ma servirà anche per costruire la tensione perché dietro le sue colline, dietro le sue costruzioni rocciose, può celarsi il pericolo che potrà uscire da un momento all’altro (cosa che ovviamente accadrà).
Personalmente ho sempre apprezzato questo tipo di ambientazione, capace di spaventare e affascinare allo stesso tempo. E qui Arnold riesce a riprenderla al meglio con le sue inquadrature, riuscendo a infondere allo spettatore quel senso di timore e curisoità che si prova verso il mistero e verso l’ignoto, rendendo in questo modo il deserto come uno dei protagonisti principali della pellicola.

Passiamo adesso a uno dei lati tecnici che più sorprese ai tempi e per vari ragioni: gli effetti speciali. Assalto alla Terra in principio doveva avere un budget molto più elevato, ma per vari motivi il costo del film diminuì parecchio e alla fine venne a costare più o meno un milione di dollari. Nonostante tutto non era una cifra irrisoria e grazie a ciò sono comunque riusciti a costruire le formiche giganti (e alcune parti di esse).
Tarantola invece aveva un budget di gran lunga inferiore rispetto ad Assalto alla Terra e di certo non poteva spendere i pochi soldi che aveva per costurire una tarantola gigante o parte di essa. Ed è qui che entra in gioco l’ingegno di Arnold. Per realizzare la tarantola gigante, Arnold riprese delle vere tarantole dal vivo e quei girati vennero sovrapposti con quelli del film. Sembrerebbe una cosa semplice all’inizio ma in realtà è molto più complesso di quello che sembra. Prima di tutto è veramente complesso fare in modo che i ragni riescano a fare quello che vuoi. Per risolvere questo problema la troupe spostava le veria tarantole attraverso piccoli getti d’aria compressa in modo che si muovessero dove volevano. E ovviamente un altro problema era riuscire a sovrapporre bene le immagini perché si doveva avere l’impressione che le zampe del ragno poggiassero veramente sul terreno. Un’altra difficoltà riguardava appunto il terreno, dato che in molti casi la tarantola si trova sopra formazioni rocciose e sopra alcuni terreni molto mossi. Ovviamente bisogna anche aggiungere il problema legato all’illumimazione e al fatto che le tarantole non potevano stare troppo a lungo sotto i riflettori. Jack Arnold è riuscito a superare tutte queste difficoltà e bisogna ammettere che il risultato finale è veramente impressionante in special modo per i tempi.
Inoltre, per simulare gli attacchi delle tarantole, hanno messo davanti alla telecamera delle appendici del ragno e in seguito di mostrava la vittima dall’alto, come se fosse dal punto di vista della tarantola, e, quando attaccava, la telecamera di abbassava verso lo sfortunato. Tutte idee semplici ma allo stesso tempo geniali.

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Passiamo adesso a uno degli aspetti che più mi ha colpito del film ovvero come questo essere sia diventato così grande. In Assalto alla Terra e film simili di solito accadeva per via delle radiazioni nucleari, in altri casi questo avveniva per colpa di uno scienziato pazzo. In Tarantola non succede per questi motivi e il dottor Deemer, colui che ha causato tutto, non l’ha fatto per seguire dei folli piani ma per un ideale nobile. Come spiegherà molto bene lo scienziato, l’umanità cresce ogni anno di più e il problema principale sono le materie prime che non basteranno per sfamare tutta la popolazione e molti saranno costretti a patire la fame. Per questo stava sperimentando il siero, per creare un super nutriente capace di sfamare tutti. E questa è stata una vera e propria novità. Qui non c’è uno scienziato cattivo che vuole oltrepassare i limiti per egoismo o altro, ma per poter fare qualcosa di buono per il mondo. Il suo discorso ha un suo perché e soprattutto sottolinea un problema che oggi è ancor più attuale che mai.
Per questo Deemer è anche uno dei personaggi migliori del film. E apprezzo molto il trucco utilizzato su di lui quando il siero inizierà a fare effetto. Inoltre bisogna segnalare la pesenza di un giovanissimo Clint Eastwood nel ruolo di un pilota di jet.

Tarantola è un film di fantscienza semplice e lineare ma che in realtà nasconde messaggi intelligenti e profondi dove il suo protagonista, la tarantola gigante, rappresenta la natura che si ribella all’uomo e il finale, che sembrerebbe essere un happy ending, in realtà non è così positivo. E’ un’opera che vi consiglio di recuperare il prima possibile, in modo da riscoprire una perla senza tempo.

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Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

15 pensieri riguardo “Tarantola (film)

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