Le quattro casalinghe di Tokyo

Di tanto in tanto torno a parlare di libri e letteratura anche se questa volta ammetto di aver rimandato troppo a lungo questo articolo.
Non so bene neanch’io il motivo, forse perché è un libro che mi ha colpito parecchio e a cui volevo dare una recensione degna della sua bellezza o forse per paura di non riuscire a trasmettere le emozioni che mi ha dato. Sta di fatto che l’ho rimandato per troppo tempo ma ora sono pronto per parlarne.
Il romanzo che sto per trattare si intitola Le quattro casalinghe di Tokyo (アウト, Out), un noir giapponese scritto da Natsuo Kirino e pubblicato nel Sol Levante nel 1997 e in Italia nel 2003.

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Trama:
La storia si incentra su quattro donne: Masako, Yoshie, Kuniko e Yayoi. Tutte loro lavorano in uno stabilimento che fa pasti pronti nella periferia di Tokyo. Una di loro, Yayoi, viene sempre picchiata e insultata dal marito e un giorno, spinta da una rabbia e un odio che non sapeva di avere, lo uccide. Andando nel panico, la donna decide di chiamare Masako, la più affidabile del gruppo, per aiutarla a sbarazzarsi del cadavere. Contro ogni previsione Masako accetta e dopo essere riuscita a convincere Kuniko e Yoshie fa a pezzi il corpo per poi buttare le varie parti in luoghi dove non possano essere ritrovati. Questo evento sconvolgerà del tutto la vita delle quattro, portando a galla verità che avevano sepolto e scoprendo nuovi lati della loro personalità.

Prima di tutto facciamo una breve presentazione dell’autrice, Natsuo Kirino.
Kirino nasce a Kanazawa nella prefettura di Ishikawa nel 1951 e nel 1974 si laurea in legge all’Università Seikei. Dopo la laurea inizia a lavorare in diversi settori, infatti sarà un’autrice di articoli per una rivista, un’editor, una programmatrice e organizzatrice di spettacoli cinematografici. Kirino però è insoddisfatta di questo suo modo di lavorare, così nel 1980 inizia a prendere lezioni di sceneggiatura e nel 1984 comincia a scrivere romanzi rosa. Soltanto che questo genere non piaceva molto all’autrice e alla fine degli anni ’90 iniziò a interessarsi e poi a pubblicare romanzi gialli e hard boiled.
Ed è proprio Le Quattro casalinghe di Tokyo che la rende famosa e l’afferma come scrittrice.

Uno dei punti forza del romanzo sono senza dubbio i vari personaggi.
Oltre alle quattro protagoniste femminili, ci saranno anche due co-protagonisti maschili di cui uno dei due, Satake, avrà un ruolo importante per il prosieguo della storia.
Iniziando a parlare delle donne, tutte e quattro hanno personalità e vite molto diverse. Yayoi è sposata e ha due figli, Yoshie vive con la suocera maata e ha anche lei due figlie, Kuniko invece è single e vive da sola mentre Masako è sposata e con un figlio.
Tutte loro hanno molti problemi nella loro vita: Yayoi viene picchiata dal marito, Yoshie deve pensare alla suocera che la tratta pure male e alle due figlie che non la rispettano e approfittano del suo buon cuore mentre Kuniko tende a comprare cose che non può permettersi e a mettersi nei guai con i creditori. Le ultime due hanno problemi di soldi ed è per questo che daranno retta a Masako (poi se leggete il libro capirete). Ora però parliamo di Masako. All’apparenza lei non ha alcun motivo per aiutare Yayoi, ha una vita tranquilla ed è messa bene economicamente, quindi aiutare a nascondere un cadavere per lei è un rischio enorme e inutile. Fin dall’inizio ci sembrerà strano il fatto che lei decida di aiutare subito l’amica in difficoltà ed è grazie a ciò che ci incuriosiremo di lei.
Probabilmente, insieme a Satake, Masako è il personaggio migliore di tutto il libro, quello con più sfaccettature che, andando avanti con la storia, diventerà sempre di più la vera protagonista del romanzo, nonostante tutto sia partito da Yayoi.

Attraverso Masako, la Kirino ci parlerà di molte tematiche importanti che nel libro verranno riprese spesso (e mai fine a se stesse) come ad esempio la condizione della donna sul posto di lavoro, specialmente in quei settori giudicati prettamente maschili. E soprattutto il modo di comportarsi degli uomini davanti a una donna fuori dagli schemi, con un carattere forte, calcolatrice, intelligente e con un forza di volontà travolgente (inoltre una donna che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno e che è molto diretta).
Tra le varie tematiche presenti nel libro, una che sarà trattata molto bene è la solitudine. Tutti i personaggi principali, nonostante le loro differenze, saranno soli. Anche se hanno una famiglia comunque provano un senso di solitudine e vuoto che non li abbandonerà mai. Ed è proprio da ciò che tutti loro cercheranno di fuggire tentando di raggiungere obiettivi che dovrebbero portarli verso la salvezza. Forse.

Anche le quattro protagoniste, nonostante a loro complicità, si allontaneranno sempre di più per vari motivi. L’omicidio e l’occultamento del corpo faranno affiorare dubbi, incertezze e in certi casi certezze in ognuna di loro e romperanno così l’equilibrio precario in cui vivevano o in cui credevano di vivere.

Altri lati della società giapponese che la Kirino critica molto sono i soldi e il consumismo. L’esempio perfetto lo ritroviamo con i personaggi di Kuniko e Yoshie. La prima è ossessionata da tutti gli articoli di moda e bellezza (anche quest’ultimo punto abbastanza discusso nel romanzo) e in generale da qualsiasi cosa possa suscitare un certo deisderio nel possederlo. Come dice Masako, lei è una donna che si distruggerà con le sue stesse mani dato che si riempirà sempre più di debiti. Yoshie invece ha gravi difficoltà economiche e ha un bisogno assoluto di quei soldi e, accettando di occultare il cadavere per il denaro, tradirà il suo credo e la sua fede, portandola a un forte conflitto interiore.
Non solo con loro due ma anche con gli altri personaggi il denaro avrà una valenza negativa, verrà infatti trattato quando si parlerà di prostituzione, istituti bancari che riciclano soldi, strozzinaggio e così via. I soldi sono visti come qualcosa capace di corrompere anche le persone normali e fargli fare cose impensabili e terribili.

Ci sono tanti argomenti interessanti in questo romanzo di cui si potrebbe parlare ma l’ultimo che voglio discutere è il razzismo. Questa tematica ci verrà descritta attraverso il personaggio di Kazuo (l’altro co-protagonista maschile), un uomo originario del Brasile per metà giapponese. Venuto nel paese del Sol Levante per guadagnare di più, si è ritrovato in un luogo che non lo accetta per quel che è e che probabilmente non lo farà mai nonostante sia in parte giapponese. E ciò non farà altro che renderlo solo in un paese in cui non si sente per niete a casa e in cui non riesce a riconoscersi.

Le quattro casalinghe di Tokyo è un romanzo ricco di argomenti e tematiche rivolte al Giapponese che però si possono rispecchiare in altre realtà tra cui quella italiana. Quando uscì questo libro fece molto parlare di se sia per il contenuto che per le descrizioni accurate di scene macabre (lo smembramento del marito di Yayoi è molto esplicito così come altri momenti forti del romanzo).
Un libro forte, diretto e realistico con personaggi credibili e veri, scritto in maniera impeccabile e dove è presente uno dei miei personaggi femminili preferiti in assoluto: Masako Katori.

Questo è un romanzo che consiglio a tutti di leggere per le sue tematiche, per la sua storia e soprattutto per i suoi personaggi che, come ho detto prima, sono veramente realistici. Non ve ne pentirete.

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

 [The Butcher]

7 pensieri riguardo “Le quattro casalinghe di Tokyo

  1. Un grande libro di una grande scrittrice! La Kirino è davvero potente e particolare, autrice di gialli e di storie così calate nel tessuto quotidiano giapponese da essere quasi un manuale di scoperte sensazionali sul paese del Sol Levante: me la consigliarono proprio degli studenti di lettere giapponesi a suo tempo, dicendomi come gli altri autori nipponici fino ad oggi distribuiti da noi, per quanto bravissimi e forse anche più internazionali, non avevano comunque quel sufficiente distacco che ha la Kirino per rappresentare al meglio tutte le contraddizioni della società giapponesi contemporanea e penso sia molto vero, specie per la condizione femminile.

    Oltre alle Quattro Casalinghe, ho letto anche Morbide guance e Grotesque, tutti pubblicati da Neri Pozza e mi sono piaciuti moltissimo!

    Sei veramente in un periodo positivo, Butcher, almeno per la tua capacità di recensire, perché hai spiegato benissimo il senso del romanzo e soprattutto il perché questo sia un libro che va assolutamente letto: tu e Shiki siete veramente persone interessanti e penso a quanto siano fortunati coloro che vi frequentano…

    Mi avete fatto venire voglia di tornare a recensire romanzi anch’io, cosa che non faccio da tempo…

    Alla prossima, amico.

    1. Due giorni fa ho comprato appunto Grotesque della Kirino con l’intenzione di rileggerlo. Non lo leggerò subito (sia per colpa dello studio sia perché sto leggendo Tom Sawyer e rileggendo Viaggio al Centro della Terra), ma non vedo l’ora di vedere cosa in serbo questa grande autrice.
      Tornerai a recensire libri? Sarebbe molto interessante! Sono molto curioso adesso. Grazie mille per le tue parole!

    2. Saltabeccando dall’archivio di un blog all’altro, vedi un po’ cosa ho pescato… della Kirino ho letto (e riletto) gli stessi tre titoli citati da Kasabake, con un piacere finora mai replicato da altri autori giapponesi.
      Per altro, “grotesque” oltre ad essere uno dei suoi romanzi mi pare anche un aggettivo che le calza a pennello, e noi sappiamo quanto il grottesco sappia essere attraente. Il libro che non sono mai riuscita a recuperare in italiano, invece, è Pioggia sul viso, che se non erro è stato il primo a portarle un premio letterario.
      Meno appassionanti, anche se altrettanto interessanti e a loro modo “neri”, ho trovato Real world e L’isola dei naufraghi.

      1. Grottesque dovrei leggerlo a breve. In questo momento sono occupato con due letture abbastanza impegnate: uno è il libro su Lucrezia Borgia della Bellonci mentre l’altro è Jerusalem di Alan Moore. Del primo adoro il period storico presente in Italia, una situazione politica unica presente nel nostro paese, mentre del secondo mi sono veramente appassionato per la sua follia, per la sua incredibile immaginazione e per i suoi personaggi descritti in maniera molto approfondita.
        Non vedo l’ora di riprendere la Kirino, ma per il momento cercherò di finire uno dei due libri.

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