Moana (Oceania)

E torniamo a parlare di film d’animazione! Anche in questo caso scriverò un articolo su una pellicola animata abbastanza conosciuta (anche se non quanto Inside Out) ma ho intenzione in futuro di discutere di altri lavori d’animazione un po’ meno conosciuti e soprattutto di opere create da un autore che io e Shiki amiamo particolarmente (ma quest’ultimo punto è un progetto che richiederà parecchio tempo).
Per il momento mi limiterò mi limiterò a parlare di un film abbastanza recente prodotto dalla Walt Disney Pictures e diretto da Ron Clements e John Musker. Sto parlando di Moana, uscito nel 2016 in Italia col nome di Oceania.

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Trama:
Il film inizia con Nonna Tala che racconta un’antica leggenda a dei bambini tra i quali è presente anche Moana: in principio esisteva solo l’Oceano fino a che non emerse la dea Te Fiti. Lei possedeva un piccola pietra verde, il suo cuore, che aveva il potere di creare la vita. Questo potere però iniziò ad attirare l’attenzione di esseri egoisti e malvaggi che lo volevano per se fino a quando il semi-dio mutaforma Maui non riuscì a rubarlo. Mentre fuggiva però Maui fu attaccato da un demone di fuoco, Te Ka, e durante lo scontro perse sia il cuore di Te Fiti che il suo amo, il quale dava al semi-dio la capacità di cambiare forma. Questa però è una storia che ha più di mille anni e in molti credono per l’appunto che sia solo una leggenda fino a quando l’oceano non sceglie Moana per restituire il cuore alla dea e per farlo dovrà superare il reef e farsi aiutare proprio da Maui.

Vorrei cominciare con una piccola spiegazione sul perché abbiano cambito il titolo del film in Oceania e il nome della protagonista in
Vaiana. Tutto ciò è accaduto perché il nome del personaggio principale ricorda quello di una porno attrice italiana, Moana Pozzi, e per evitare fraintendimenti hanno deciso di cambiarlo. Ora, io non conoscevo per niente quella persona e quando ho scoperto che in Italia avevano fatto questa modifica sono andato subito a informarmi del motivo ed è così che ho conosciuto quella porno attrice. Se volevano evitare fraintendimenti mi sa che hanno ottenuto l’effetto contrario. E poi il nome Moana è importante visto che in molte lingue polinesiane vuol dire proprio “Oceano” e l’oceano ha un ruolo centrale per lo sviluppo della trama. Vaiana invece in tahitiano vuol dire “acqua di grotta” e c’entra poco o nulla con il personaggio principale.
Chiudendo questa parentesi torniamo a parlare della pellicola.

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La prima volta che vidi Moana mi sorprese molto per la parte iniziale molto più lunga ed estesa di moltissimi film d’animazione Disney. Di solito si inizia presentandoci una situazione di partenza che il protagonista dovrà affrontare e poi si parte subito con il viaggio di crescita. Qui invece no, passeremo molto tempo sull’isola di Motonui e questo ci darà modo di conoscere più affondo la cultura del luogo, usi e costumi ma soprattutto certi personaggi che in certi casi vengono un po’ trascurati come ad esempio la famiglia di Moana in particolare suo padre Tui, il capo villaggio. Quest’ultimo rispetta molto le leggi del suo popolo soprattutto quella di non oltrepassare il reef a causa di un trauma subito in gioventù. E su questo punto si scontrerà parecchie volte con la figlia, pensando che quel desiderio di andare nell’Oceano sia solo uno sciocco sogno che non le permette di concentrarsi sul suo futuro di capo. E invece Moana dovrà superare il reef non solo per rispondere a un forte richiamo che ha fin da quando era piccola ma anche per salvare innumerevoli vite visto che senza il cuore di Te Fiti la natura sta morendo e questo male sta raggiungendo anche la sua isola.

Quando infine la protagonista inizia il suo viaggio faremo finalmente la conoscenza di Maui e qui le cose continueranno a migliorare. Ovviamente i due all’inizio non andranno d’accordo ma Maui non si limita a fare qualche battutine ironica ma fa di tutto per abbandonare Moana mettendo a rischio la vita della ragazza. Fortunatamente lei ha l’Oceano come alleato e il semi-dio è costretto a starle vicino. Questa vicinanza forzata però riuscirà ad avvicinarli e a farli aprire l’un l’altra in particolar modo Maui ed è così che scopriamo la sua storia e il motivo che l’ha portato a compiere un gesto così sconsiderato. Ed è qui che ti innamori di entrambi i personaggi perché in questo viaggio Moana andrà alla ricerca di se stessa e capirà chi è veramente e di cosa è capace mentre Maui farà non solo un viaggio di redenzione ma anche di riscopertadi se stesso, capendo cos’è che lo rende quel che è.
Inoltre apprezzo molto come a un certo punto i due si aiuteranno: il semi-dio insegnerà a Moana come diventare una navigatrice mentre lei lo aiuterà a ritrovare la fiducia in se stesso e a recuperare il suo amo.

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Parlando del alto tecnico anche qui devo dire che il digitale è incredibile. Le ambientazioni sono stupende e molto dettagliate, i colori sono accesi e adoro in particolar modo come hanno reso il mare e soprattutto il Regno dei Mostri. Inoltre bisogna sottolineare l’impegno che gli animatori hanno messo nell’animare i capelli di Moana. I capelli sono sempre i più difficili di tutti e non è difficile immaginare il motivo e qui hanno fatto un lavoro terrificante animandoli in tutti i modi possibili (e poi i suoi sono lunghi e ricci, un vero incubo). Per il momento è uno dei livelli più alti raggiunti fin’ora in questo campo.

Qui però apro una piccola critica legata all’utilizzo del digitale come tecnica d’animazione. Tutto è reso molto bene però ha un limite enorme rispetto al disegno tradizionale e alla stop-motion ovvero tende a standardizzare lo stile. Nei film con animazione tradizionale pr esempio riesce a vedere la mano del regista perché ha un disegno particolare, dei tratti riconoscibili e altri dettagli unici (per esempio lo stile dello Studio Ghibli lo riconoscono tutti). Purtroppo questa cosa si è un po’ persa con il digitale soprattutto in casa Disney e se vedete film come Rapunzel o Frozen vi accorgerete che sono identici.
In un certo senso è quello che accade anche con Moana ma è qui che arrivano Clements e Musker. Questi due registi avevano già fatto film per la Disney come Basil l’investigatopo, La principessa e il ranocchio e Il pianeta del tesoro ma molti di voi se li ricorderanno per quelle perle di Hercules e Aladdin. Moana è il loro primo film in digitale ma comunque hanno deciso di metterci un po’ di disegno a mano. In un primo momento lo fanno con la canzone “Tranquilla” di Maui ma soprattutto con i tatuaggi del semi-dio che nelle forma ricorda molto il disegno di Hercules mentre nei modi di fare fa venire in mente subito il Genio di Aladdin.
Quindi nonostante tutto si riesce a riconoscere lo stile degli autori e per me questa è una cosa importantissima.

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Le canzoni sono molto belle e per fortuna non sono troppo invasive ma sono tre quelle che ho apprezzato di più: Oltre l’Orizzonte di Moana, la già citata Tranquilla e Lo spledente Tamatoa, cantata appunto da Tamatoa un enorme granchio malvaggio (chissà perché ma le canzoni dei cattivi Disney riescono a colpire parecchio).

Questo era Moana, il 56° classico firmato Disney che si dimostra un film d’intrattenimento lodevole con una coppia di protagonisti scritti veramente bene e che riescono ad essere carismatici, delle ambientazioni meravigliose e tematiche ben sviluppate.
Un film che piacerà a tutti e che vi consiglio di vedere assolutamente.
Tra l’altro mi sono preso una cotta per Moana, mannaggia a me.

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Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

 [The Butcher]

17 pensieri riguardo “Moana (Oceania)

    1. In un certo senso è quello che ho provato con tanti film animati fatti in digitale. Stupendi nella realizzazione e nella sceneggiatura ma con mancanza di stile e poco riconoscibili gli uni dagli altri.

      1. È una cosa su cui riflettere… io, almeno per ora, trovo molte differenze iconografiche tra Tangled (classicamente alla Fragonard), Frozen (immerso in idee nordiche), Zootopia (capace di creare meltin’ pot soprattutto cromatico) e Moana (etnico-marittima), e quest’ultima la vedo “professionale” non tanto per manierismo visivo quanto per stanchezza un po’ da routinier: la ritengo bellissimo ma senza il guizzo dell’«imprevedibile artistico» che i precedenti ancora, nelle mie percezioni, avevano… — Ma il ripiegamento, visivo e scrittorio, coinvolge spesso i film che si sente essere “liminari” (ad apertura o chiusura di cicli creativi), vedi per esempio i film Pixar che, a un certo punto, avevano tutti una sequenza da “montagna russa” (simile a quella di Monsters & Co. in cui Mike e Sully stanno a inseguire Randall sulle porte appese come ottovolanti a un nastro del tutto congruente a quelli trasportanti giostre da attrazione di parco giochi: sequenze simili ci sono nei seguiti di Toy Story, negli Incredibili, in Cars ecc. ecc.), gli stessi film 2D Disney degli anni ’60-’80, tutti interessati da una malcelata voglia di baracconata zoologica (quelli di Reitherman, che riciclava toni e atmosfere in pressoché tutti i suoi film dal Jungle Book agli Aristocats), e anche i grandi capolavori del Renaissance (vedi una certa grandeur dell’Hunchback of Notre-Dame che ricicla in un certo modo Lion King arrivando in ritardo, così come arrivano in ritardo Koba, rimasticatura di Pocahontas, Treasure Planet, riscaldamento di idee visive della Little Mermaid e Kingdom of Sun, poi bocciato per la diaspora/furto della DreamWorks, che avrebbe condiviso con Lion King anche i registi)… — adesso tu attribuisci il manierismo stanco a tutta l’animazione 3D… cosa a cui io, ripeto, non sono ancora arrivato, come ti dicevo all’inizio… — ma dovrò rifletterci…

        1. Nei film d’animazione 3D Disney di tende a creare una certa differenziazione grazie all’ambientazione come hai anche fatto notare tu. Però i personaggi a livello di design sono un po’ uguali e questo un po’ mi dispiace. Parlando del riciclaggio di alcune sequenze o scene Disney, tutto ciò è avvenuto soprattutto nel periodo di crisi della Disney prima dell’uscita de La Sirenetta e del nuovo periodo di gloria. Diciamo che in quel caso lo hanno fatto quasi per necessità. Comunque sull’argomento della standardizzazione ci si potrebbe fare una discussione molto interessante e con vari spunti. Già adesso è diventato molto divertente e mi ha fatto piacere tutte queste informazioni sulle varie pellicole Disney.

          1. Con tutti questi spunti di indagine (dalla replicazione al risparmio del metodo Xerox, a seguito delle spese pazze della Sleeping Beauty, all’edonistico piacere intertestuale che una Disney sempre autocelebrativa si auto provoca, quasi masturbandosi, da sempre, citandosi e autocitandosi in continuazione mandando in visibilio molti suoi adepti, che scovano questo o quel personaggio o richiamo nei più minuti spicchi di fotogramma in fissatissime visione frame by frame) vedrò i futuri film Disney con tutt’altra attenzione proprio per “mantecare” in ulteriori idee ciò di cui si è parlato qui! Sarà divertente! Grazie infinite!

  1. A me è piaciuto, non a livello dei grandi classici, ma più di Rapunzel, per dire. La trama è un po’ scontata, ma l’animazione splendida e le due canzoni Tranquilla e Oltre l’orizzonte gli danno un tocco in più. Perfino Ludo, a sei mesi, adora queste due canzoni, che ormai sono il mio cavallo di battaglia quando è molto inquieta!

    1. Sarò sincero ma The Rock come attore non mi è mai piaciuto un granché, ma in questa pellicola ha dato il meglio di se e ci ha dato un personaggio veramente carismatico e simpatico.

  2. Moana è un film che non mi catturò subito come opera cinematografica nel suo complesso, ma il trattamento grafico riservato alla protagonista è stato tale da spingermni a riguardarlo una seconda volta ed un aterza, finché non è divenuto uno dei miei classici preferiti!

    Hai scritto un pezzo molto colto e pieno di notazioni interessanti sul discorso del passaggio dall’animazione 2D al 3D, comprese le belle risposte che hai dato nello spazio commenti, a volte tenendo ferma la tua penna anche di fronte a commentatori davvero impetuosi e preparati, perciò onore al merito, Butcher, onore al merito.

    Il mio rapporto con la Disney ultimamente è molto più conflittuale che in pasato, ma bisogna ammettere che i film sfornati di recente sono davvero ottimi, mentre di contro quelli della Pixar sono un pochettino a mio avviso calati: un film come Zootopia è un capolavoro, sia come animazione 3D sia come storia e sceneggiatura, una spanna sopra gli ultimi film del settore Pixar (penso di essere tra i pochi che considera Coco una cazzatona immensa, con oltretutto un debito non dichiarato immenso nei confronti di maestri del cinema messicano, non ultimo Del Toro quando ha fatto il produttore di quella perla di The Book of Life di Gutierrez ).

    Il problema di Moana per me è che non tutto è all’altezza della protagonista: una parte della storia è rabberciata (tutta la mitologia della popolazione navigante nascosta sotto i problemi di rapporto tra padre e figlia), alcuni characters sono stati trattati frettolosamente quasi come semplice espediente action (I Pirati Noci di Cocco Armate) e persino la figura del semi-dio Maui ha più simpatia che epica, sempre in bilico tra un passato sofferto ed eroico (ma raccontato quasi tra parentesi) e l’essere lo showman ed elemento comico della situazione al pari del pollo idiota Heihei.

    Insomma, io penso che Moana sia un film riuscito solo a metà, molto incasinato ed in mano ad una produzione che sembrava svegliarsi la mattina con idee diverse dal giorno precendente, con toni e ritmi che altalenano in continuazione tra dramma interiore e frasa eppure, mlagrado tutto questo caos che ne avrebbe potuto decretare la morte, il character design è talmente potente che come un gigante scavalca le montagne di errori e regala un divertimento fortissimo… Incredibile!

    Ad oggi, Moana è il mio character Disney preferito e ne sono innamoratissimo!

    1. Evvai! Un’altra persona che adora il deisgn di Moana! Pica molto anche a Shiki. Ma lasciando da parte tutto ciò, hai fatto delle critiche giuste e molto intelligenti nei confronti del film. Ti do soprattutto ragione sul fatto che sia caotico, ma ammetto di adorare questo tipo di caos. Non è quel caos che confonde lo spettatore o non ti fa capire niente della trama, ma un tipo di caoticità che riesce a intrattenere a divertire e a non annoiarti (tipo Alita).
      Ammetto che neanche io apprezzo molto quel che la Disney sa facendo nell’ultimo periodo (secondo me fare i live-action dei loro film d’animazione è una scelta tremenda soprattutto in senso artistico anche se economicamente stanno macinando soldi). Però nell’animazione non stanno sbagliando colpi e pellicoel come Moana e Zootropolis lo dimostrano appieno.

  3. Sai che l’ho rivisto finalmente in inglese (l’ho visto British, con ancora Moana a chiamarsi Vaiana, ma poi anche in American, finalmente apprezzando tutto il labiale sul nome Moana!), e in inglese l’ho trovato assai migliore!
    Tutti i problemi di “stanchezza” da “routinier” che trovai in italiano sono spariti nella visione in originale!
    E le canzoni “diegetiche” (in cui la trama va avanti mentre le si canta), in originale, con il cantato che corrisponde all’azione dei personaggi (cosa perduta nell’adattamento italiano), le ho trovate stupende là dove in italiano mi avevano lasciato indifferente…
    In inglese sono costretto a considerare “Moana” un gran bel capolavoro!

    1. Mi fa piacere che tu l’abbia rivisto! E anche in lingua inglese. Purtroppo concordo con te quando dici che in italiano la storia è quasi stanca. Non so come mai, ma non sono riusciti a dare la stessa forza del doppiaggio originale e soprattutto le canzoni non sono state adattate bene. Ed è un gran peccato visto che comunque siamo molto bravi nel doppiaggio specialmente con i cartoni. Ma immagino che in questo caso sia colpa dell’adattamento.

      1. Per fortuna oggi la lingua originale è molto più fruibile di prima, anche se certi conglomerati si ostinano a proporre solo colonne localizzate: i film su YouTube li compri solo doppiati, per esempio; quelli di iTunes, molte volte, hanno sì l’audio originale ma lo sovrappongono al video post-prodotto italiano (per capirsi: su iTunes compri Star Wars con l’audio inglese, ma tutto lo scroll iniziale e tutti i titoli sono in italiano!)…

        Poi, sì, certo, di un libro compri solo la traduzione, e il testo a fronte è raro (ma non rarissimo), e oggi ci sono anche più doppiaggi per lo stesso film (non sempre migliori, ma neanche davvero sempre peggiori), come ci sono più traduzioni per lo stesso libro (rendiamoci conto che nel 2020 sono scaduti i diritti di «1984» di Orwell perciò avremo migliaia di nuove traduzioni! e chissà che qualcuna oserà tradurre “Big Brother” con “Fratellone” o “Fratello maggiore”!), ma l’originale è fruibile anche per i libri (gli ebook, per esempio, li compri in tutte le lingue senza effettivi problemi)…

        Sicché io sono contento che si possa scegliere e poi anche, perché no, valutare, nel modo più “oggettivo” (o meglio “onesto”) possibile il lavoro fatto (in ogni caso ingente e per questo passibile di mille errori, vedi per esempio Massimiliano Manfredi che, adattando «Watchmen», non sa cosa sia Bubastis e non si informa neanche, mentre lo doppia, su cosa sia!)… e per Moana deve essere stato un lavoro “faticoso”… e speriamo che in qualche “special” di YouTube dedicato al doppiaggio (e ce ne sono tanti oggi) qualcuno ci spieghi (se se lo ricorda) come è andata! (e speriamo se lo ricordi bene: in questi special senti molti attori che si ricordano malissimo: per esempio Loris Loddi si ricorda di aver visto Disney in sala di doppiaggio a Roma mentre lavorava al Libro della Giungla, ma Disney era morto l’anno prima!)

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