Mario Bava è uno dei miei registi preferiti e una di quelle persone che stimo profondamente. Per il momento ne ho parlato veramente poco (se vi interessa ho fatto degli articoli su La Maschera del Demonio e su Ercole al centro della Terra) ma col tempo ho intenzione di rimediare e di dare spazio in questo blog a uno dei registi italiani che ironicamente è parecchio sottovalutato nel nostro Paese.
In questo articolo non parlerò ne di uno dei suoi lavori più famosi e neanche di uno dei suoi più belli, ma di una pellicola poco conosciuta fatta comunque molto bene che riesce a convincere e a coinvolgere lo spettatore.
Vi presento Gli invasori, un film epico del 1961 diretto dal grande Mario Bava.
Trama:
Nel 786 d.C., nella contea del Dorset, i vichinghi invadono la Britannia creando caos e terrore. In vichinghi si stanziano su quelle terre ma tra di loro c’è Arald degli Order, l’unico sovrano vichingo che vuole pace e giustizia. Così Re Lotar di Scozia incarica il Barone di Ruthford di trattare con Arald per la pace. Il Barone però sfrutta questa occasione per fare un attacco a sorpresa al villaggio di Arald, distruggendolo completamente. I figli del sovrano vichingo, Eron ed Erik, si salvano ma mentre il primo viene preso da un vichingo fedele a suo padre, Erik viene trovato da Alice, regina della Britannia, che lo adotta tenendo segreta a tutti l’identità del bambino. Eron ed Erik crescono ed entrambi saranno costretti ad affrontarsi per il dominio della Britannia.
Nel 1958 uscì nelle sale il film I Vichinghi, diretto da Richard Fleischer e con protagonista Kirk Douglas.
La pellicola ebbe un grande successo sia di pubblico sia di critica e molti produttori cercarono di eguagliare la fortuna dell’opera creando film con protagonisti i vichinghi. Come potete ben immaginare, Gli Invasori è uno di questi. Ci sono alcune somiglianze tra i due lavori come il fatto gli inglesi e i vichinghi siano in guerra o il fatto che uno dei protagonisti si chiami Erik, rimando all’Eric interpretato da Tony Curtis.
Dal punto di vista della trama diciamo che Gli Invasori non fa scintille. La storia è molto semplice e già vista ma ci sono alcuni elementi molto interessanti che mi hanno colpito. Uno fra tutti la tematica dei due fratelli divisi in tenera età. Questa è un’aggiunta intrigante che hanno sfruttato tantissimo. Primo perché ci permette di vedere gli stili di vita differenti degli inglesi e dei vichinghi e secondo perché non solo vediamo la loro opinioni ma anche quella di Erik ed Eron. Entrambi credono di essere nel giusto e di combattere per una giusta causa: Erik per proteggere le terre inglesi dagli invasori mentre Eron per dare giustizia a suo padre e al suo villaggio visto il terribile inganno orchestrato dal Barone.
Un altro motivo per cui questa tematica si rivela interessante è il pathos che riesce a creare molto simile a una tragedia greca. Due fratelli separati da piccoli, cresciuti in mondi differenti e costretti a scontrarsi senza sapere la verità tranne per un particolare: Erik ha un segno sul petto che simboleggia il suo essere vichingo e grazie al quale i due scopriranno il loro legame. Più o meno come la balia di Odisseo scoprì l’identità di quest’ultimo attraverso la cicatrice sul suo ginocchio.
Questo è ciò che rende la trama più avvincente anche se, come detto in precedenza, la storia somiglia a molte già viste.
Ciò che rende veramente ottimo Gli Invasori è Mario Bava stesso.
Il regista riesce a girare bene la pellicola e a gestire molto bene le scene d’azione nonostante i pochi mezzi. Bava non aveva a disposizione un grande budget eppure riesce a far sembrare le verie battaglie molto più epiche e mastodontiche di quel che sono. L’attacco iniziale del Barone ne è un esempio: cavalleria che falcia senza pietà, soldati che bruciano le case e attaccano i civili (all’inizio c’è una scena terrificante dove un cavaliere infilza una donna con un neonato). C’è di tutto e di più ovviamente senza fare inquadrature troppo ampie. Nonostante ciò le battaglie sono molto feroci e riescono a colpire lo spettatore.
Bava riesce a fare delle inquadrature molto belle dei paesaggi e delle aree circostanti. Non è la sua solita fotografia espressionista anche perché molte scene (come le battaglie) sono realizzate in esterni. C’è però un momento in cui l’espressionismo di Bava esplode quando ci viene mostrata una grotta dove stanno parlando i vichinghi. Qui tornano colori come il blu, il viola, il verde e si vede il contrasto tra di loro.
Così come era successo con Ercole al Centro della Terra, Bava riesce a inserire una certa ironia nel genere epico e d’avventura, allentando un po’ la tensione quando il momento lo richiede.
Il ritmo è ottimo e non crolla mai, le musiche di Roberto Nicolosi sono ben realizzate ed evocative, i costumi sono fatti bene anche se nulla di eccezionale.
Tra i vari interpreti spicca fra tutti Cameron Mitchell, nel ruolo di Eron, che riesce ad essere un capo e un condottiero convincente. Tra l’altro l’attore americano farà altri due film con Bava: I coltelli del vendicatore e lo stupendo Sei donne per l’assassino.
Questo era Gli Invasori, un buon film d’avventura diretto da un grande regista che, nonostante non sia considerato come uno dei suoi lavori migliori, riesce a intrattenere, a divertire e a farti passare un’ora e mezza di pellicola in un batter d’occhio.
Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!
[The Butcher]
Uh mado’ che bello anche questo !!Da bambina lo vidi con mio padre! 😊
E’ un film che riesce a divertire sempre. Mi ha divertito la prima volta che l’ho visto e mi diverte ancora adesso. Un ottimo film!
Bhe’i film d’avventura devono essere cosi! 😊
Già, però non tutti riescono nell’obiettivo. E questo, nonostante sia molto vecchio, intrattiene più di certi blockbuster pieni di soldi.
Vero.
Quando leggo articoli come questo, mi sembra di ritrovarmi nella versione “blog” della cineteca comunale di Bologna, con le sue rassegne monografiche! Non penso infatti che si possano trovare da tante altre parti recensioni di un film come questo!
Certamente tra i titoli meno importanti di un genio come Mario Bava (perché si sappia che Bava un genio del cinema lo era davvero, in grado di salvare pellicole altrimenti uccise da brutti script o da budget ridicoli) eppure, proprio perché “minore” (tale se confrontato con i grandi capolavori del nostro regista), è anche utile per far capire il “super potere” di una grande regia: senza Bava questo film sarebbe stato uno dei tanti bruttissimi ed inutili cloni del genere peplum all’italiana, quindi scopiazzato e ancor più ridicolo degli originali, ma grazie a lui, invece, sembra persino un kolossal!
Eh, si, la grandezza della messa in scena di Bava stava anche nel riuscire a cavare il sangue dalle rape, si creare la grandezza e l’epicità con quattro comparse in croce, che lui muoveva sul set in modo da farle sembrare cento, con una messa in scena furba e creativa, piena di invenzioni brillanti…
Ho apprezzato moltissimo come riesci ad illustrare la perizia tecnica di un direttore artistico nei suoi film, facendo confronti e spiegando con la tua abituale umiltà, forte tuttavia di una conoscenza dell’arte cinematografica che affini ogni settimana di più: anche quando si conosce l’oggetto dei tuoi articoli, leggendoti si impara sempre qualcosa.
Bava è un regista che merita di essere riscoperto e anche i suoi film meno riusciti. Per fare un esempio “5 bambole per la luna di agosto” non è un gran film perché la storia di base è fatta male e pare una copia di Dieci Piccoli Indiani. Però aveva un’ottima messa in scena riusciva comunque a creare una certa suspense. Bava riusciva a creare lavori incredibili con pochi mezzi ed è qui che sta la bravura di un regista.
Grazie mille per il tuo commento!
Sottoscrivo tutto, assolutamente! Proprio in quello che hai detto stava la grandezza bei Bava che, non a caso, ricorda tantissimo il modo di lavorare dei pionieri dell’horror e del cinema fantastico…
Fu un grande regista e merita di essere ricordato e citato. Pian piano poterò i suoi film ma penso che ci vorrà tantissimo tempo.