Dragon Trainer

Alcuni giorni fa io e Shiki siamo andati al cinema per vedere Dragon Trainer – Il mondo nascosto. Tralasciando il fatto che è un film che entrambi consigliamo,  dopo essere usciti dalla sala ci è arrivato addosso un momento di nostalgia e abbiamo deciso di rivederci i due capitoli precedenti (d’altronde era anche da un pezzo che non li guardavamo).

In quest’articolo ho intenzione di recensire il primo film di questa trilogia (non so se vogliano fare un quarto capitolo), una pellicola d’animazione che mi è rimasta nel cuore e che , a distanza d’anni, è invecchiata bene e riesce ad essere attuale.

Il film di oggi è Dragon Trainer, film d’animazione del 2010, diretto da Chris Sanders e Dean DeBlois.

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Trama:
La storia è ambientata nell’isola di Berk. In questo luogo sperduto vivono i vichinghi e di tanto in tanto devono difendersi dall’attacco dei draghi che fanno incursione nel loro villaggio per rubare il bestiame. Un vichingo, per dimostrare il suo valore, deve uccidere un drago ed è quello che vuole fare Hiccup. Nonostante il ragazzo sia figlio di Stoick l’Immenso, il capo del villaggio, Hiccup non ha mai dimostrato grandi capacità combattive, essendo goffo e gracile. Però il protagonista dimostra una grande intelligenza ed è capace di costruire macchine ingegnose. Ed è grazie a questo che, durante un’altro attacco dei draghi, cattura una Furia Buia, un drago leggendario temuto da tutti. Ma quando Hiccup si accinge a dargli il colpo di grazia, prova pietà per la creatura e la libera.

Il film è tratto dal libro Come addestrare un drago (How to train your Dragon), scritto dall’autrice britannica Cressida Cowell. L’autrice ha pubblicato ben dodici libri per bambini legati a Dragon Trainer. Questa serie in inglese è conosciuta appunto con il nome di How to train your Dragon mentre in Italia, quando venne pubblicata dalla Mondadori, le è stata data il semplice nome di Le eroiche disavventure di Topicco Terribilis Totanus III.

Invece i registi scelti per portare al grande schermo la storia sono Sanders e DeBlois, gli stessi che hanno diretto per la Disney Lilo & Sticth (film che adoro ancora).

La storia si incentra su Hiccup, un ragazzo che vorrebbe essere un vichingo e quindi un guerriero forte, vigoroso e in grado di uccidere i draghi, ma è molto debole fisicamente e riesce a malapena ad alzare il suo scudo. Però grazie alla sua intelligenza e alle sue abilità costruttive (misto a un po’ di fortuna) riuscirà a catturare la Furia Buia. Ma quando Hiccup decide di liberarlo e il drago non tenterà di ucciderlo, le sue conoscenze sui rettili alati, apprese dall’esperienza degli altri vichinghi, cadranno e inizierà a farsi delle domande su questi presunti mostri.

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Cercherà e troverà il drago e pian piano proverà ad avvicinarsi a lui e a comprenderlo. Gli darà anche un nome, Sdentato. E scoprirà anche di avergli tolto la possibiltà di volare, avendogli danneggiato la coda quando l’ha catturato.
Quindi non solo si avvicinerà alla creatura ma l’aiuterà a volare di nuovo. In questi momenti Hiccup apprenderà tantissime cose che i vichinghi e i loro manuali non sanno. Infatti quest’ultimi descrivono solo la pericolosità dei draghi e sottolineano molte volte il fatto che bisogna abbattere questi esseri a vista, ma il protagonista scoprirà tante cose che nessuno immagina. Come dormono, il cibo che gli piace e non, dove adorano farsi coccolare e cose di questo tipo. Ma soprattutto scoprirà che i draghi sono intelligenti e che anche loro hanno dei sentimenti. Ciò rivoluzionerà completamente tutto quello su cui si fonda la cultura di Berk, ma non sarà per niente semplice convincere gli abitanti.

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Mi piace molto come vengono caratterizzati i personaggi, passando a tipi eccentrici e divertenti, come possono essere i gemelli Testaditufo e Testabruta o Scaracchio, ed altri più seri e con un background più solido come Stoick o Astrid.
Ho apprezzato molto come viene affrontata la tematica padre-figlio nella pellicola. In molte occasione, quando si affrontano argomenti del genere, si finisce molto spesso per creare situazioni involontariamente comiche o solo fastidiose, ma qui la questione è affrontata con una certa intelligenza.
Tra i due c’è una certa distanza che entrambi cercano di colmare, fallendo goffamente. Stoick è il vichingo ideale, forte, coraggioso e che combatte i draghi perfino a mani nude. Hiccup sappiamo bene com’è ma, quando scoprirà la verità sui draghi, troverà enorme difficoltà a parlare di ciò con il padre, essendo quest’ultimo ossessionato dalla loro distruzione. Ed è bello vedere come, nonostante le enormi differenze, entrambi si assomigliano molto più di quanto pensino.
Ma una delle cose migliori di questo film la ritroviamo alla fine. Non posso dire nulla a riguardo ma è stata una scelta coraggiosa soprattutto per un film d’animazione di oggi.

A livello tecnico il film è stupendo con un digitale molto curato e delle ambientazioni stupende (che nei seguiti miglioreranno parecchio e diventeranno più ricche). Ma una delle cose migliori sono di sicuro i draghi e il loro design originale. Ci sono parecchi tipi di draghi e ognuno di questi ha una sua particolarità, un suo modo di muoversi e attaccare. Ci saranno draghi piccoli e tozzi, altri più snelli e veloci come serpenti, altri con due testa e altri con la capacità di incendiare il proprio corpo.
Una quantità di draghi diversi tra di loro che sicuramente faranno impazzire i più piccoli e che piaceranno anche ai grandi.

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Stupenda anche la colonna sonora composta da John Powell che, grazie alle bellissime immagini, riesce a immergere lo spettatore nella visione di questa perla.

Sono ormai passati quasi dieci anni dall’uscita di questo film e molte cose nel campo della tecnologia sono cambiate; ad esempio sono migliorati parecchio sia i capelli (una delle cose più difficile da realizzare in digitale) e l’acqua, ma Dragon Trainer è invecchiato bene e molto probabilmente invecchierà bene anche tra altri dieci anni.

E’ un film stupendo che parla della paura dell’ignoto e di ciò che non capiamo e ci incita a non temere ciò che è diverso ma a capirlo e scoprire così un mondo nuovo e stupendo. Un messaggio molto importante che tutti dovrebbero cercare di capire.

Spero che la recensione vi sia piaciuta!

 [The Butcher]

14 pensieri riguardo “Dragon Trainer

  1. Sarò molto onesto con te, Butcher: se non fosse stato per il tuo nome alla firma di questo pezzo, non lo avrei mai letto… Una recensione di un film come questo, di certo non una perla nascosta, ma una pellicola di grandissimo successo e che praticamente è piaciuta a tutti, nessuno escluso? Ma dai, come poter dire qualcosa di nuovo?

    Eppure tu lo hai fatto e sono contento di aver avuto ancora una volta ragione nel vedere il tuo nome come un marchio di qualità ed un sigillo di sicurezza: ciò che scrivi non è mai un semplice «Whaoo, che bello, che figata!» ma è sempre un articolo di servizio, pieno di informazioni attendibili sulla genesi dell’opera e sulle parti più squisitamente tecniche della lavorazione ed in questo caso, poi, con anche una chiusura da antologia… «un film stupendo che parla della paura dell’ignoto e di ciò che non capiamo e ci incita a non temere ciò che è diverso ma a capirlo e scoprire così un mondo nuovo e stupendo»

    Detto questo, aggiungo di mio che a suo tempo trovai davvero delizioso il modo con cui sul finale viene trattata la menomazione del protagonista, creando un parallelismo (ad uso degli spettatori più piccoli ed anche un po’ per gli adulti idioti, che abbisognano sempre di esempi e spiegazioni) con l’handicap del drago e come infine il tuo prossimo (o l’ntera società) può sopperire a quella mancanza semplicemente organizzandosi, finendo per ottenere così anche un valore aggunto: una serie a cartoni animati che fa dell’inclusività sociale un motivo sottile e sotterraneo, non sbandierato, ma fortemente presente  a livello etico nelle scelte con cui gli autori hanno caratterizzato i personaggi (basti pensare con quale grazie e modernità è stato disegnato l’orgoglio femminile nel perosnaggio della madre nel secondo capitolo).

    Dragon Trainer appartiene di diritto a quella genia di cartoons di taglio liberal, in cui senza scadere in pesantezze retoriche strappalacrime (difetto che invece non è stato evitato nel molto sopravvalutato Coco della coppia Lee Unkrich e Adrian Molina, a cui va preferito senza ombra di dubbio la pellicola The Book of Life, diretta da Jorge R. Gutierrez e prodotta da Guillermo del Toro, in parte saccheggiata dalla Pixar/Disney ) si veicola al pubblico un bel messaggio di civiltà, come accadde a suo tempo con lìimpeccabile Zootopia.

    Arriveranno anche le recensioni del secondo e del terzo capitolo?

    1. Ti ringrazio moltissimo! Dragon Trainer è un film che mi porto nel cuore e ne ho sempre ammirato il coraggio sia per le tematiche che tratta sia per il finale. Sono pochi i film d’animazione capaci di mostrare una cosa del genere e di sottolineare tante cose senza fare troppi giri di parole.
      Probabilmente farò articoli sia sul secondo che sul terzo capitolo ma penso che ci metterò un po’ a farli visto che ho in mente di scrivere altro per il momento. Ma ci saranno, stanne certo!

  2. Condivido tutto quello che hai scritto. Comunque vorrei aggiungere che sei migliorato tanto come stile di scrittura in questi tre anni. Sei molto più incisivo e sintetico.

    1. Grazie mille, è una cosa di cui mi sono reso conto anch’io e sono contento di essere maturato. Già nel 2020 ho adottato un modo di scrivere recensioni diverso e da allora non l’ho più abbandonato. Spero di continuare a crescere e di poter migliorare ancora di più, riuscendo a condividere maggiormente le mie passioni.

        1. Grazie mille! Invece il tuo stile attuale è davvero ottimo. Arrivi dritta al punto, mettendo per iscritto delle analisi e delle riflessioni che colpiscono per la loro maturità.

          1. Grazie mille! Ma ci ho lavorato su parecchio, non credere che sia un dono divino o cosa. Sono anni che vorrei aprire un blog, ma alla fine ho iniziato solo un paio di mesi fa…

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