Da quando ho sentito la notizia che Peter Jackson avrebbe prodotto questo film, ho atteso con curiosità l’uscita della pellicola in questione. Le critiche in America sono state molto severe a riguardo ma, nonostante i suoi difetti, non l’ho trovato così brutto.
Ecco a voi, Macchine Mortali, film di fantascienza diretto da Christian Rivers e tratto dall’omonimo romanzo di Philip Reeve.
Trama:
La storia è ambientata mille anni nel futuro dove le persone, per sopravvivere, hanno costruito delle città itineranti (letteralmente delle grandi città in movimento). Tom è sempre vissuto nella città di Londra ma un giorno la sua vita cambia completamente quando impedisce a Hester Shaw, una ragazza dal volto coperto, di uccidere Thaddeus Valentine, uno degli uomini più potenti e influenti della città.
Non ho letto il libro da cui è tratto quindi la recensione si concentrerà solo sul film in sé.
Una cosa che mi ha preoccupato di Macchine Mortali è stata la decisione di affidare la regia a Christian Rivers, un bravissimo tecnico degli effetti speciali che aveva già collaborato con Peter Jackson per gli effetti visivi di King Kong. Questo perché, per Rivers, è il suo debutto alla regia e affidare un blockbuster a una persona senza esperienza non mi sembra una buona idea (basta vedere 47 Ronin.).
Ci troviamo di fronte a delle inquadrature di paesaggi molto ben fatte ed altre, nella maggior parte quando i personaggi dialogano, in cui si arrivano a dei tagli improvvisi e a volte non necessari che appesantiscono la visione. Fortunatamente questo problema sarà presente solo nella prima parte e nella seconda ci sarà un netto miglioramento.
La sceneggiatura è semplice e lineare e non si complica la vita cercando di inserire colpi di scena su colpi di scena (quelli presenti sono comprensibili e non forzati). Però ci sono dei momenti molto ingenui che sicuramente potevano essere messi e mostrati meglio e, un’altra pecca della sceneggiatura, la ritroviamo nei personaggi.
Alcuni di loro non sono approfonditi abbastanza mentre altri, che occupano molto spazio nella pellicola, non hanno utilità.
Tom è un personaggio incredibilmente piatto, poco interessante e che non ha una vera crescita mentre Hester ha dalla sua parte un background molto solido e curato, ma anche lei spicca poco per la personalità.
Per fortuna tra tutti questi personagi ce n’è uno che si distingue e che quasi ruba la scena a tutti: Thaddeus Valentine, interpretato da Hugo Weaving. La bravura di Weaving vale da sola tutto il biglietto ma, oltre questo, nonostante non abbia un personaggio così originale, dimostra un’incredibile forza di volontà e una determinazione tale da riuscire a fare cose incredibili e terribili.
Un altro punto a favore della pellicola va a Shrike, un cyborg alla ricerca di Hester, che è letteralmente il mostro di Frankenstein della situazione. Uno dei personaggi più riusciti e anche uno di quelli più umani nel suo modo di comportarsi.
Ciò che più di tutti lascia a bocca aperta sono gli effetti speciali curati dalla Weta Digital, compagnia fondata da Jackson stesso, ma soprattutto è il design di queste città itineranti che lascia stupiti.
Ogni città ha la sua caratteristica e funzionano in modo differenti. Londra è imponente e minacciosa ma possiede anche una sua bellezza con dei rimasugli della vecchia Londra uniti insieme come pezzi di un puzzle. E’ anche interessante vedere come alcune di queste possano cambiare forma quando si muovono e quando si fermano.
L’ultima parte del film mi ha ricordato un po’ Star Wars, soprattutto nei combattimenti con le aereonavi. C’è però una scena specifica che stava per essere una copia spiccicata di Star Wars, ma penso proprio che si siano accorti di questa cosa e si sono salvati per il rotto della cuffia.
A conti fatti Macchine Mortali non è un brutto film. Ha molti difetti che potevano essere evitati senza problemi e altri che invece sono causati da ingenuità sia registiche che di sceneggiatura. Comunque in certi punti riesce a dimostrare un po’ di carattere e a intrattenere con buone sequenze d’azione e degli ottimi effetti visivi.
Semmai faranno altri film su questa storia (ci sono altri libri) spero tanto che cerchino di migliorarsi e maturare un po’ di più.
Qui finisce la recensione. Grazie mille per l’attenzione e alla prossima!
[The Butcher]
Ho voluto aspettare di vedere anch’io questo film prima di commentare la tua recensione, tanto avevo deciso sin dall’inizio di vederlo (ti ricordi che parlammo del trailer su Facebook, all’epoca della sua uscita in rete?) e così ho fatto ieri sera…
Il mio giudizio è esattamente identico al tuo ed ho molto apprezzato la pacatezza con cui hai evidenziato gli elementi di povertà dello sctript (l’unico problema vero del film, sia chiaro), dovuti in parte alla debolezza intrinseca in tutta la letteratura young adult (quella che una volta si chiamava letteratura per ragazzi, ma devo ammettere che il termine statunitense rende meglio la dimensione di marketing più che creativa che l’industria dell’intrattenimento letterario e cinematografico prevede) del dopo-Harry Potter (scrittori ed editori hanno venduto l’anima al demonio pur di trovare qualcosa che sostituisse l’universo fantasy della Rowlings, senza riuscirci mai davvero), che si ritrova sempre a saccheggiare i classici del fantastico, sia per i riferimenti anche troppo espliciti ad opere di sci-fi dei decenni passati (la tua osservazione su Star Wars è geniale ed impeccabile, da applauso), sia per lo specifico adattamento del libro, che però non ho letto e che non posso giudicare…
Ti voglio tanto bene per avere detto in modo netto quanto siano belli e ben fatti gli effetti speciali del film, perché a tanti sembra sempre ovvio che se il produttore ha i soldi anche la CGI sia impeccabile, senza vedere la professionalità dei vari studi e dei vari supervisori: in questo film il lavoro fatto è la seconda cosa più bella della pellicola!
Si, la seconda, perché la prima è la recitazione di Hugo Weaving, che come hai giustamente scritto «vale da sola tutto il biglietto»!! Di nuovo applausi a te.
In conclusione, devo ammettere un pizzichino di delusione (perché avevo stupidamente aspettative troppo alte), ma tutto sommato sono soddisfatto ed anzi mi sono preso la misura per l’altra saga fantasy di imminente sbarco sugli schermi ovvero quella operata dal mostro tentacolare Disney con la serie di libri di Artemis Fowl.
Continua ad esserci sempre, Butcher!
Io a un certo punto non avevo delle aspettative così alte soprattutto quando ho scoperto che era tratto da un libro young adult. Ormai di questi libri ce ne sono veramente tanti, tanti che cercano di avvicinarsi ad Harry Potter ma che falliscono sempre anche perché mancano di una trama solida e di personaggi un po’ piatti.
Però alla fin fine non mi è dispiaciuto. Certo hanno fatto un’enorme pubblicità sul fatto che dietro di fosse Jackson e forse questo ha fatto alzare le aspettative di tantissime persone.
Visto gli incassi che sta ottenendo dubito che vedremo mai un sequel. Un peccato, mi sarebbe piaciuto vedere un secondo capitolo più maturo.
Mi hai incuriosito…
Ah, in ritardo, ma Buon Anno e Natale
Spero ti possa piacere E grazie per gli auguri. Buon anno e buon Natale anche a te (anch’io molto i ritardo).