Ormai è da tempo che avevo voglia di recensire un libro e in questo articolo voglio finalmente farlo.
Il libro di cui parlerò è La Coscienza di Zeno di Italo Svevo e immagino che tutti voi lo conosciate bene anche solo per il fatto che ve l’hanno fanno studiare a scuola, essendo uno dei libri più importanti dell’inizio del ‘900.

Ecco, in breve, la trama:
Il Dottor S. decide di pubblicare le memorie del suo paziente, Zeno Cosini, per vendicarsi in quanto quest’ultimo ha interrotto la sua cura psicoanalitica. Da qui in poi ci verranno raccontati vari momenti di vita di Zeno, il quale non cerca altro che una cura dal male che lo accompagna da una vita, utilizzando vari metodi.
Dopo la breve prefazione del Dottor S. e il preambolo in cui Zeno dichiara la propria difficoltà nel vedere la sua infanzia, la storia inizia suddividendosi in cinque parti:
1. Il fumo: Ci viene narrata una parte dell’infanzia del protagonista, quando da piccolo iniziò a fumare. Ciò si trasformò per lui in un vizio e col passare del tempo tenterà in ogni modo di smettere (ogni volta che ci prova annota le iniziali U.S. , che stanno per ultima sigaretta, e il giorno della decisione). Purtroppo i suoi tentativi saranno vani, come dimostra ad esempio l’avventura avuta da Zeno con il Dottor Muli.
2. La morte del padre: In questa parte del romanzo Zeno rievoca la figura del padre soprattutto durante gli ultimi giorni di
vita di quest’ultimo. Il rapporto tra i due è molto complesso e chiuso e ciò è dovuto alle incomprensioni e ai silenzi reciprochi. In punto di morte, il padre da uno schiaffo a Zeno e quest’ultimo non riuscirà a capire se sia stato un modo per fargli del male oppure soltanto uno gesto scoordinato prima di morire
3. Il matrimonio: Dopo la morte del padre, Zeno conoscerà Giovanni Malfenti, socio di lavoro che sarà per il nostro protagonista come una figura paterna. Intanto farà anche la conoscenza delle figlie di Malfenti: Ada, Alberta, Augusta e Anna. Zeno si innamora della maggiore, cioè Anna, e inizierà a corteggiarla. Lei però non ricambierà il suo amore, in quanto promessa sposa di Guido Speier. Nonostante tutti i suoi tentativi, Zeno non riuscirà a sposarla e così chiederà la mano a un’altra delle sorelle Malfenti, Alberta, ma anch’essa rifiuterà. Infine chiederà la mano ad Augusta la quale accetterà. Lei infatti era innamorata segretamente di Zeno, mentre egli diceva che non l’avrebbe mai sposata in quanto meno attraente delle altre. Col passare del tempo però Zeno inizierà a provare un enorme affetto per sua moglie, che si dimostrerà dolce e comprensiva e assumerà anche una figura materna (Zeno non ha ricordi di sua madre, morta quando lui era piccolo).
4. L’amante: Grazie a un suo vecchio amico, Enrico Copler, Zeno conosce Carla, una giovane cantante. Zeno si innamorerà di lei e tra i due nascerà un’intensa passione. Zeno però si sentirà in colpa verso Augusta e più volte deciderà di lasciare Carla senza però riuscirci. Alla fine, sarà proprio la giovane a lasciare Zeno perché innamoratasi del maestro di canto che Zeno stesso le aveva fatto conoscere.
5. L’associazione commerciale: Zeno, ormai diventato amico di Guido Speier, si fa convincere da quest’ultimo ad assisterlo in una casa commerciale. Guido sarà il capo e Zeno il suo consigliere. In seguito Speier assumerà due impiegati, Luciano e Carmen, quest’ultima sarà poi sua amante. Intanto Ada, ora moglie di Guido, partorisce due gemelli, ma cade in malattia e la sua bellezza inizia a scemare. Oltre ciò lei sarà anche molto gelosa del marito e ciò non farà altro che peggiorare la situazione. Intanto gli affari vanno male per Guido che si indebita fino al collo. Ada è preoccupata e anche Augusta, dato che Zeno aveva deciso di dare un prestito al suo amico. Guido, non sapendo cosa fare, prende una grande dose di Veronal per inscenare il suo tentato suicidio. La prima volta il suo piano è un successo e riesce a farsi dare i soldi richiesti, ma la seconda prende una dose troppo massiccia e muore per davvero. Zeno infine, giocando di borsa, riuscirà in gran parte a sanare il debito contratto da Guido, ma sarà così concentrato negli affari che si dimenticherà del funerale del suo amico e andrà in quello di un’altra persona.
6. La psicanalisi: In quest’ultima parte Zeno dirà che la psicanalisi non lo ha aiutato per niente a guarire e che tutto ciò che ha scritto al Dottor S. non corrisponde a verità, ma solo ciò che il dottore voleva veder scritto. In seguito si farà visitare da un vero medico che lo dichiarerà sano. Intanto siamo arrivati al 1915 e l’Italia entra in guerra. La villa di Zeno si trova in un punto tra l’Italia e l’Austria che verrà chiuso e il nostro protagonista sarà costretto a trasferirsi a Triste. Verso la fine del libro dirà anche di essere guarito dal suo male e dichiarerà di non essere lui il malato ma la società in cui vivere, aprendo così il discorso al “male di vivere”.
I temi che verranno affrontati in questo libre saranno principalmente due: l’inettitudine e il male di vivere.
Chi conosce Svevo avrà probabilmente letto o sentito parlare di Una vita e Senilità, i precedenti romanzi dell’autore. In questi libri vedremo delle situazione analoghe a quelle che Zeno affronterà (in Una vita il protagonista tenta senza successo di prendere in sposa la figlia del banchiere Maller mentre in Senilità Emilio, il personaggio principale, soffrirà per l’amore che proverà per Angiolina).
L’analogia presente in tutti e tre i romanzi sarà il protagonista inetto, cioè colui che non riesce a vivere in pieno la propria vita e che ne viene così sconfitto. In Una vita e Senilità vediamo i protagonisti soccombere e cadere di fronte alla vita, cosa che non accade ne La Coscienza di Zeno. Anche se all’inizio Zeno è in tutto e per tutto un inetto (non può smettere di fumare, non riesce a conquistare la donna amata e a liberarsi dell’amante) verso la fine vedremo il cambiamento del protagonista che avverrà nel capitolo Associazione commerciale, dove si dimostrerà capace di portare a termine un compito che Guido Speier, considerato dalla famiglia come un uomo capace, non è riuscito a compiere.
Interessante è anche il tema del male di vivere. Zeno per gran parte della sua vita si è sempre sentito “malato” e ciò non gli ha permesso di vivere la sua vita in armonia. Invece la malattia si trova nella società in cui vive. La vita che vive è “inquinata fino alle radici” come scrive Zeno verso la fine. Quindi per lui la psicanalisi e qualsiasi tipo di cura è inutile perché non si può curare il male di vivere. L’unica vera guarigione per Svevo è saper accettare la malattia.
E per finire vorrei parlare brevemente di Svevo e la psicanalisi. Come ben saprete, Freud ebbe un grande ascendente sulla letteratura dei primi del ‘900 (basti vedere il già citato Joyce, per fare un esempio) e Svevo non rimase immune in ciò. Di certo lui si interessò molto alla psicanalisi, ma non riponeva grandi speranze verso di esse, in quanto credeva che le malattie psichiche non potessero essere guarite. Possiamo però notare come il tema della psicanalisi sia stato usato egregiamente in senso letterario. Ciò che noi leggiamo sono i ricordi e i pensieri di Svevo che non seguono un ordine cronologico ma si concentra sui vari argomenti trattati nei vari capitoli.
La lettura del romanzo è abbastanza semplice. Svevo non usa uno stile complesso ma semplice e anche un po’ “povero”. Ciò, almeno per me, non è un difetto in quanto rende accessibile a tutti i lettori le riflessioni di Zeno.
Finisco qui la recensione dicendo che La Coscienza di Zeno è un ottimo romanzo che consiglio di leggere a tutti. Molti di voi non vorranno farlo perché probabilmente ne avranno un brutto ricordo quando andavano a scuola. Purtroppo è vero che il metodo usato dalla scuola è sbagliato e che molti romanzi ce li fanno passare come dei mostri cartacei. Questa cosa è successa anche a me alle medie (negli ultimi anni delle superiori per fortuna ho avuto un ottimo professore di letteratura) con vari romanzi come Se questo è un uomo e anche La Coscienza di Zeno. Però, ora che ho letto questi libri per conto mio, posso dire di amarli veramente. Sono libri che vi rimarranno impressi e che vi piaceranno di certo.
Spero vivamente di non avervi annoiato o inorridito (non sono abituato a recensire libri) con quello che ho scritto.
Ci vediamo nel prossimo articolo!
io adoro Svevo *_*
Ora che l’ho letto per conto mio, piace molto anche a me =)
Hai fatto benissimo a condividere questa recensione con noi
Anche conoscendo Svevo e solo di nome il libro: mi è piaciuto moltissimo ( appena posso vorrei leggerlo).
Buon weekend con :)
Mistral
Grazie mille! Comunque vale la pena leggere il libro. E’ molto bello.
La Coscienza di Zeno è sicuramente il libro migliore che abbia mai letto, tra tutti quelli “consigliati” (si fa per dire) durante il mio percorso scolastico.
A dire la verità non sono neppure certo che fosse obbligatorio leggerlo, ma dopo aver analizzato qualche estratto dell’opera di Svevo ne sono rimasto talmente colpito che non ho potuto fare a meno di tuffarmi nella lettura.
Ciò che più di tutto mi è rimasto impresso non è l’inettitudine e neppure il male di vivere, bensì l’autoinganno: Zeno, sia nelle sue lettere che nel tratto conclusivo, mente agli altri ma, cosa più importante, a se stesso. Lo fa ripetutamente e senza accorgersene, come quando finge di essere troppo impegnato con il suo tentativo di recuperare i soldi persi dal cosiddetto amico, quando sbaglia funerale e anche quando ricorda suo padre dapprima come figura terribile e poi come dolce e paterna, contraddicendosi da solo allo stesso modo di come è accaduto con Guido.
Insomma, è un’ottima descrizione della natura umana che ho apprezzato moltissimo.
Questa è un’eccezione perchè gran parte dei grandi classici li ho mal sopportati a causa del metodo scolastico di cui tu stesso hai parlato di costringere a leggerli con tanto di verifica o interrogazione, cosa che li mette sotto una luce ben diversa da quella della lettura di piacere. Forse anche Pirandello si è scostato dalla massa, per i miei gusti personali tendenti al filosofico, ma per il resto ho sempre odiato i libri in questione.
Comunque ottima analisi e sono proprio felice che tu l’abbia fatta su di un libro di grande valore culturale e letterario!
L’ho letto per la scuola e devo dire che mi era piaciuto moltissimo, in generale adoro i classici e, quindi, li leggo spesso; di Svevo ho letto anche Senilità, ma devo dire che non mi è molto piaciuto, ” La coscienza di Zeno ” penso sia il suo miglior libro, anche per la tematica che affronta. Un salutone ^^ Killer