Il mondo dei robot

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo abbiamo ripreso a parlare di cinema e più precisamente siamo tornati nel mondo dell’animazione, prendendo nuovamente in esame un’opera della DreamWorks, per la precisione un film che aveva un po’ di potenziale andato però sprecato, Home – A casa. I Boov sono alieni in perenne fuga dai Torg, altri alieni che li vogliono eliminare. Il capo dei Boov, Smek, trova un pianeta per nascondersi ossia la Terra e decide di rapire tutti gli umani e spostarli in un’altra zona della Terra. Oh, uno dei Boov, vuole festeggiare l’evento e invia un messaggio per il suo parti, ma per sbaglio lo manda a tutti gli alieni della galassia tra cui i Torg. Insieme all’umana Tip, alla ricerca della madre, Oh dovrà fermare il messaggio e aiutare la ragazzina. Il lato tecnico non è male, purtroppo la regia spesso si limita a fare il suo lavoro, ma di tanto in tanto ha qualche bel guizzo. Il film ha colori vari e ricchi e un design che funziona bene, ma il problema sta nella sceneggiatura. L’idea di base è ottima ma il tutto viene realizzato con una superficialità e una maniera infantile che non convince affatto, anche se aveva del potenziale enorme nelle tematiche e nei momenti seri in cui Tip e Oh si avvicinavano. Un vero peccato.
Questa volta torniamo a parlare di cinema live-action e ci spostiamo negli anni ’70, una decade che amo particolarmente, per discutere di un film ancora oggi impressionante.
Ecco a voi Il mondo dei robot (Westworld), pellicola fantascientifica western del 1973 scritta e diretta da Michael Crichton.

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Trama:
Siamo nel futuro e qui l’essere umano è in grado di creare degli androidi, robot antropomorfi che assomigliano in tutto e per tutto alle persone. Questi androidi vengono usati a Delos, un parco di divertimenti destinato solo a persone benestanti dove per 1000 dollari al giorno si possono vivere esperienze realistiche ma totalmente sicure in tre mondi a tema: Medieval World (il medioevo europeo), Roman World (l’antica Pompei) e Western World (il vecchio West). Peter Martin (Richard Benjamin) va a visitare questo parco per la prima volta insieme al suo amico John Blane (James Brolin), il quale invece ci è già stato. I due scelgono di andare nel vecchio West e insieme si divertono a vivere qualsiasi tipo di avventura tra sparatorie e risse, ma ben presto le cose cambieranno. quando gli androidi impazziranno, ribellandosi agli umani e uccidendoli. Tra di loro spiccherà l’inquietante figura del Pistolero (Yul Brynner).

Michael Crichton è stato uno scrittore straordinario, ricordato soprattutto per Jurassic Park, ma che ha lasciato opere veramente impressionanti e anche nel mondo del cinema si è dimostrato ottimo e capace sia come sceneggiatore che come regista. Un autore che negli ultimi anni ho sentito nominare sempre meno e che a mio avviso in molti dovrebbero riscoprire.

Partiamo come di consueto con il lato tecnico, dove vediamo fin da subito come la regia di Crichton sia davvero ottima e non si limiti a fare il suo lavoro, ma cerchi di dargli un’anima. Lo possiamo vedere all’inizio con il servizio pubblicitario, dove un reporter intervista i turisti che sono stati a Delos e parla delle loro esperienze, un modo interessante per introdurci in questo mondo e un modo per creare una certa attesa nello spettatore riguardo questi posti così realistici. Anche alcune inquadrature rimangono impresse proprio all’inizio, come il primo piano del pilota dove nei suoi occhiali si riflettono le immagini del monitor. Fin da subito la regia sa colpire e continuerà a farlo fino alla fine. La fotografia funziona perfettamente. La storia si svolge principalmente nel mondo di Western World, ma avremo qualche parte ambientata anche a Medieval World e Roman World e tutti questi luoghi avranno una fotografia diversa, come il mondo western con una forte luce che però non è mai bruciata e riesce a dare l’idea di un luogo caldo e desertico, mentre per quella di Pompei sarà più idilliaca, come se ci trovassimo in un luogo calmo e perfetto. Oltre a ciò la fotografia sarà capace di fare un lavoro eccezionale con tagli di luce ben studiati nei momenti in cui è presente l’oscurità, aiutando a far crescere la tensione.

Le ambientazioni sono molto curate così come lo sono i costumi dei tre mondi e lo stesso si può dire degli effetti artigianali che sono resi benissimo e soprattutto non sono mai abusati, risultando così verosimili come le parti robotiche dei vari robot oppure le mani di quest’ultimi, l’unico elemento che gli scienziati del film non riescono a rendere simile a quelle umani (e qui il mio pensiero va alle intelligenze artificiali odierne che ancora realizzano pessimamente le mano nei loro “disegni”). Il tutto è davvero sorprendente, soprattutto se si pensa che il film ebbe molti tagli al budget dalla produzione e Crichton dovette adattarsi (fu un’esperienza stancante per lui), ma dimostrò una grande inventiva, usando delle belle idee per mettere in scena anche momenti complessi. Ciò che però colpisce lo spettatore, ed è l’elemento migliore della pellicola, è la tensione. Fin dall’inizio si respira una leggera tensione, come se si presagissero gli eventi tragici che accadranno a un certo punto. Questo tipo di tensione è molto sottile e dati da piccoli elementi che pian piano crescerà sempre di più e quando alla fine tutto esploderà, non scemerà ma sarà presente fino ai titoli di coda. Tecnicamente è un film stupendo ma anche la sceneggiatura è molto intelligente e profonda.

Qui c’è da dire una cosa importante ossia che la ribellione degli androidi non arriverà a metà film o prima, bensì nell’ultimo atto. Questo però non sarà affatto un difetto perché nell’ora precedente ci sarà tutta l’incredibile costruzione della tensione ma anche la presentazione dei mondi, dei personaggi e delle tematiche. I protagonisti principali sono Peter e John, di cui seguiremo le loro avventure nel vecchio West, una parte dove fantascienza e western si uniscono alla perfezione, e li vedremo partecipare a sparatorie, risse e altri piacere, come se vivessero in un film western senza però correre alcun pericolo, sicuri del fatto che le macchine non potranno mai e poi mai fare loro del male. La tensione crescerà partendo dal fatto che si stanno trovando strani malfunzionamenti nei vari robot e tutti sempre in zone specifiche, come se fosse un virus, e la cosa non farà che peggiorare.

Ed è qui che Crichton mostra chiaramente le tematiche che vuole affrontare, in primis la riflessione sul rapporto uomo-macchina e che cosa potrebbe succedere se quest’ultimi diventassero molto simili a noi anche nella programmazione, una tematica che viene affrontata da tanto tempo ma che in questo caso risulta tuttora incredibilmente moderno per il modo in cui è stata trattata, senza alcuna retorica. Tra l’altro una critica viene messa anche nei confronti delle persone di potere, in questo caso i gestori e creatori del parco che, per non perdere profitto, non chiudono subito il parco, portando alle inevitabili conseguenze. Il tutto riesce a farlo intrattenendo anche lo spettatore con una storia intrigante. Ultimo ma non ultimo, i complimenti vanno anche all’attore Brynner per la sua interpretazione del Pistolero (un bellissimo omaggio al personaggio di Chris Adams de I Magnifici Sette, interpretato dallo stesso attore) che si dimostra un’androide inquietante in tutti i suoi movimenti, simili a quelli umani ma con piccoli elementi che la rendono allo stesso tempo strana, innaturale, e il suo sguardo freddo e con gli occhi luminosi riescono a spaventare. Un personaggio che lascia il segno e che tutti noi ricorderemo.

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Per concludere, Il mondo dei robot è un film davvero geniale, diretto con grande sapienza e curato nei dettagli, capace di tenere in tensione dall’inizio alla fine e di narrare una storia piena di domande e tematiche interessanti che però non annoiano lo spettatore. So che molti conoscono la serie televisiva di Westworld, ispirata a questo film, e consiglio a chi ha apprezzato quell’opera di recuperare questo gioiello del cinema. Lo consiglio assolutamente!

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

21 pensieri riguardo “Il mondo dei robot

  1. Very good idea to put this old style SF movie out from the cellar ! I love what Crichton made with science and technology. This probably the main ancestor of the Terminator.
    And you did a great review, written without artificial intelligence.

    1. This movie deserve much more honestly. I thought the tv series could help to resume it, but it wasn’t the case. In my opinion it’s a masterpiece and a movie that is still modern today. And thank you, I will always do my thing without AI.

  2. Lo vidi da ragazzo e ne rimasi molto impressionato.
    Per anni l’ho messo nella lista dei film più belli che avessi visto.
    Ma… poi un giorno ho provato a rivederlo e… ho notato un sacco di difetti. Non so, forse la prima volta che uno lo vede rimane colpito parecchio, mentre forse dopo le cose potrebbero cambiare… Comunque son gusti.

    1. Non c’è alcun problema! Io invece riguardandolo mi è piaciuto di più. Come hai detto tu son gusti, magari lo trovi invecchiato per certi elementi. Io invece lo trovo tremendamente moderno sotto diversi punti di vista.

    1. Sono contento che lo consideri un cult! Merita quell’appellativo e meriterebbe di essere conosciuto maggiormente anche perché parlava di tematiche che sono tremendamente attuali oggi e lo faceva con grande intelligenza.

  3. Anch’io l’ho visto da ragazzina e sono rimasta impressionata, soprattutto per il tema, che allora era nuovo. Da allora non l’ho più rivisto, non so che effetto mi farebbe oggi. Yul Brinner era comunque uno di miei attori preferiti.

    1. Ed è quello il problema della serie. Si perde del tutto, perde di vista la tematica centrale e più andava avanti e più diventava esagerata. Il film per me rimane un’opera perfetta che invece sa bene di cosa vuole parlare e lo fa fino in fondo.

        1. Hai ragione! Adesso me lo ricordo. Anche l’episodio che ho citato io faceva riferimento a Westworld ma immagino fosse più rivolto alla serie che al film originale. I Simpsons sono sempre sul pezzo.

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