L’ultima notte di Amore

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo, come al solito, siamo tornati a parlare di animazione e ancora una volta siamo rimasti in casa DreamWorks per discutere del seguito di una loro opera molto amata dal pubblico, un sequel che si apprestava ad affrontare una sfida non da poco, Dragon Trainer 2. Sono passati cinque anni e a Berk ormai gli umani e i draghi vivono in completa armonia grazie all’amicizia di Sdentato e Hiccup. Stoick intanto vorrebbe che suo figlio diventasse capo villaggio ma Hiccup non si sente pronto per un tale ruolo e preferisce esplorare terre nuove con Sdentato. In uno di questi viaggi scopre dei cacciatori di draghi che stanno portando quest’ultimi a Drago Bludvist per rinforzare il suo esercito di draghi. Scoperta la cosa, Stoick prepara le difese del villaggio mentre Hiccup vorrebbe provare a ragionare con Drago e infatti va a parlargli. Ed è in questo viaggio che Hiccup incontrerà sua madre. Il lato tecnico ancora una volta sa stupire, grazie a una regia ben fatta, una messa in scena ottima e degli ambienti e character design sempre convincenti. La storia è scritta bene, vediamo personaggi amati crescere ancora, ci sono momenti comici simpatici così come ce ne sono altri più maturi e drammatici che mi hanno sorpreso, anche se avrei preferito vedere una certa scena impostata meglio a livello di ritmo. Lo consiglio assolutamente!
Torniamo quindi a parlare di film in live-action e torniamo in Italia per discutere di un’opera recente, un’opera che mi ha veramente sorpreso e che dimostra come si possa ancora fare un certo tipo di cinema qui.
Ecco a voi L’ultima notte di Amore, pellicola thriller noir del 2023 scritta e diretta da Andrea Di Stefano.

Trama:
Franco Amore (Pierfrancesco Favino) è un poliziotto che tra non molto andrà in pensione e da molti viene definito una persona tranquilla e gentile che in 35 anni di onorato servizio si è sempre vantato di non aver mai sparato un colpo. Franco sta preparando il discorso mentre sua moglie Viviana (Linda Caridi) sta organizzando una festa a sorpresa per festeggiare il lieto evento. Quando Franco torna a casa per la festa, viene chiamato dal suo superiore perché è successo un grave incidente. Franco si presenta nel posto in cui è avvenuto il fatto e il film fa un salto temporale a 10 giorni prima. E in quei giorni si parlerà di come all’improvviso l’intera vita di Franco sia cambiata in maniera brusca per mano del cugino di Viviana, Cosimo (Antonio Gerardi) e i suoi legami con la malavita cinese. E qui vedremo che cosa succederà fino all’ultima notte da poliziotto di Franco Amore.

Devo ammettere che il 2023 è stato un bell’anno per il cinema italiano. Ovviamente siamo ancora in un momenti di crisi che perdura da tempo ma, soprattutto in piccole produzioni, ho visto degli artisti portare in scena delle storie molto interessanti e dirette altrettanto bene. Mi piacerebbe portarli tutti ma intanto voglio concentrarmi su quest’opera.

Come al solito partiamo con il lato tecnico che fin dall’inizio, con i titoli di testa, riesce a colpire profondamente attraverso una bellissima panoramica di Milano. Poche volte ho visto questa città ripresa in tal modo, con quest’inquadratura dall’alto che parte dal centro e in un piano sequenza ci mostrano buona parte di esse fino ad arrivare all’appartamento del protagonista. Una Milano fotografata in maniera stupenda, di notte, e illuminata completamente dalle sue luci che creano un’atmosfera magnifica e bellissima. Quindi fin da subito il film sa sorprendere, soprattutto per il modo in cui la storia viene narrata in quanto non sarà una storia lineare ma avremo un lungo flashback. E ancora una volta i complimenti vanno alla regia per l’ottima messa in scena che riesce ad avere e per delle inquadrature davvero precise e curate che, soprattutto nella prima parte, ci presentato per filo e per segno tutte le sue situazioni e i suoi personaggi mentre nella seconda ci sarà una costruzione della tensione gestita molto bene e che durerà per buona parte di essa. In certi casi abbiamo perfino dei piani sequenza molto belli e che non si notano quasi perché questo tipo di regia fa in modo che lo spettatore sia concentrata sulla storia.

La regia si piegherà alla storia e continuerà in ogni caso a dimostrarsi stupende, soprattutto nei momenti di tensione. In quest’ultimo caso le sequenze saranno lunghe ma non avranno eventi troppo esagerati ed evidenti ma sarà qualcosa di più sottile e costante che non farà che aumentare sempre di più fino al punto di rottura. Qui le scene sono ben fatte con primi piani sugli attori, inquadrature alle loro spalle che riprendono vetture o persone lontane, una crescente situazione di pericolo nonostante non ci sia qualcosa di eclatante e il tutto appunto grazie alla regia ma anche grazie a un ottimo uso del montaggio e delle stupende musiche di Santi Pulvirenti che non sono mai state invasive e donano la giusta atmosfera a questa storia, insieme alla bellissima fotografia e l’ambientazione stessa. Se dovessi trovare il pelo nell’uovo, direi che a volte l’audio dei dialoghi, soprattutto all’inizio, non è del tutto chiaro ed è un problema che ho visto in altre pellicole italiane. Per il resto il lato tecnico è eccellente così come lo è la sceneggiatura.

La storia si dimostra interessante proprio per il modo in cui si sviluppa, parlandoci in maniera molto positiva del nostro protagonista e poi mostrarci una situazione misteriosa che non ci viene spiegata subito e su cui si tornerà in seguito dopo aver capito cos’è accaduto nei giorni precedenti. In questo caso è proprio Franco Amore a dimostrarsi un protagonista molto interessante in quanto abbiamo il ritratto di una persona comune, con le sue idee, la sua vita e il suo lavoro, che si ritroverà partecipe in una situazione molto più grande di lui, una situazione in cui è stato cacciato da altri che l’hanno convinto a entrare in tutto ciò in cambio di qualcosa di meglio per le persone che ama. Franco è una persona normale e una brava persona che però sembra essere quasi vittima degli altri e degli eventi che lo porteranno in una situazione da incubo, una persona che andrà incontro a un vero e proprio cambiamento in quella lunga e interminabile notte e con un finale veramente bello. Ciò che rende affascinante questa sono anche i personaggi secondari che avranno un ruolo attivo e sapranno sorprendere, in primis Viviana che inizialmente sembra  quasi la classica mogliettina vivace e allegra per poi dimostrarsi qualcuno di molto più complesso e ricco di sfumature e la storia che ha con i suoi parenti è interessante. Anche le vicende tra la polizia e criminalità e come le cose si intrecciano sono affascinanti e mostrano uno spaccato della nostra realtà molto verosimile e maturo. Alla fine ci troviamo davanti a un tipo di poliziesco all’italiana che si rifà a pellicole del passato, soprattutto degli anni ’70, riuscendo però a evolversi e a dimostrare come questo genere abbia ancora una grande forza e come anche oggi possa funzionare benissimo.

Per concludere, L’ultima notte di Amore è un poliziesco stupendo, un film con una regia curata e stupenda che sa creare una forte tensione e fotografa Milano in maniera davvero interessante. I protagonisti sono stupendi, soprattutto il protagonista, e tutti loro riescono ad arricchire una storia affascinante e gestita molto bene. Lo consiglio assolutamente!

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

23 pensieri riguardo “L’ultima notte di Amore

    1. Lo stesso vale per me. Io invece avevo visto il trailer ed ero rimasto affascinato dalla fotografia noir. Il film è davvero stupendo e dimostra come il cinema italiano sappia ancora sfornare opere interessanti.

    1. I’m so glad you liked my review! And I remember your review too, I totally agree with everything your wrote, on how the tension was high in almost every part of it and the examples of Scorsese and Mann. Thanks a lot!

  1. Grazie, la tua recensione è stupenda, hai il dono di raccontare i film facendo appassionare alle tue parole. Per il film in sé, non saprei, forse è un buon film, ma il poliziotto che affronta l’inferno alcuni giorni prima di andare in pensione, mi sembra un cliché troppo inflazionato. Ma dovrei vederlo per rendermene conto.

    1. Grazie a te per il commento! Sono felice che la recensione ti sia piaciuta. Riguardo al film, non è affatto un’americanata. In un certo modo il poliziotto ha un risveglio su quella che è stata la sua vita e su come funzionino certe cose nel mondo della criminalità e della polizia. Una storia molto più profonda e seria di quanto si possa pensare. Se ne avrai l’occasione, spero possa piacerti molto!

  2. Mi aveva incuriosito, ma non sono riuscito a beccarlo al cinema. Il problema che ho con questi film è che temo sempre di ritrovarmi con l’ennesimo melenso film psicologico italiano che si strugge per due ore sui dubbi del protagonista e non mi racconta niente; invece qui mi pare di capire che abbiamo a che fare con un poliziottesco (genere che ha dato grandi soddisfazioni all’Italia), per quanto moderno. Va bene, se posso gli darò una possibilità!

    1. Il film si basa molto sul personaggio ma non è affatto melenso, tiene in tensione, ti mostra un’altra faccia del nostro e inoltre scorre veramente bene e ho trovato interessanti certe idee narrative. Qui hanno fatto un lavoro eccellente e spero vivamente che possa piacerti molto!

  3. La recensione mi piace e anche la trama ; solitamente mi piacciono i film americani che hanno più irruenza e movimento, scarto quelli italiani, ma li guardo quando mio marito decide di vederli .Favino è sempre all’ altezza dei ruoli che gli affidano lo so perché li devo guardare quando li guarda mio marito e quindi uno sguardo lo do pure io.
    Vediamo se mi ci appassionò , lo cerco su Sky . Grazie !🙏🏻👍🏻🤍

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