Silence (film)

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo siamo tornati a parlare di animazione e abbiamo ripreso in esame un’opera della Pixar, in questo caso il prequel di un film molto amato che, seppur non allo stesso livello del primo, aveva diverse cose da dire ossia Monsters University. Mike Wazowski è un piccolo mostro verde con un grande occhio che fin da piccolo, dopo aver visto uno spaventatore all’opera, decide di intraprendere quella strada. Così, compiuti 18 anni, si iscrive alla Monsters University e, nonostante la sua grande intelligenza e impegno, non passa l’esame perché il rettore lo giudica poco spaventoso mentre Sulley, il suo rivale, viene bocciato perché non ha studiato niente dell’arte dello spavento. Mike però non si arrende e decide di partecipare alle Spaventiadi, delle gare fatte per decidere qual è la confraternita più spaventosa, per dimostrare al rettore che si sbagliava e tornare al corso. Se perde però sarà costretto a lasciare l’università. Il film mostra un lato tecnico molto valido specialmente nei colori e nell’illuminazione che si dimostrano variegati e curati e anche il design dei personaggi convince. La storia ha tanti elementi di forza ma anche dei difetti come ad esempio errori di continuità con il primo, qualche personaggio caratterizzato in maniera sbrigativa e un’idea di ispirarsi ad Animal House poco sfruttata e superficiale. In compenso ha due protagonisti come Mike e Sulley che riescono a convincere alla grande, dimostrandosi ben caratterizzati e con una bella crescita dei loro personaggi, così come sono convincenti i nuovi personaggi. Il film manda inoltre un bel messaggio e lo fa con una certa maturità e intelligenza. Lo consiglio!
Torniamo a parlare di live-action ma soprattutto, dopo tantissimo tempo, torniamo a parlare del grande Martin Scorsese, uno dei più grandi registi di sempre che ci ha regalato grandi opere e che ancora oggi riesce a stupire. In questo caso parleremo di un suo film abbastanza recente che purtroppo fu un flop al botteghino ma che mostrava una tematica veramente affascinante.
Ecco a voi Silence, pellicola storica e drammatica del 2016 scritta da Martin Scorsese e Jay Cocks e diretta da Martin Scorsese.

Silence-film-movie-2016-historial-drama-epic-martin-scorsese-poster-locandina

Trama:
Siamo a Macao, nel 1633, e due gesuiti portoghesi, Sebastião Rodrigues (Andrew Garfield) e Francisco Garupe (Adam Driver) vengono a sapere che il loro confessore e mentore, Cristóvão Ferreira (Liam Neeson), durante la sua missione in Giappone ha abiurato, dopo aver visto i suoi fratelli venir torturati e uccisi e dopo essere stato lui stesso torturato. I due giovani gesuiti non vogliono credere a quella notizia perché significherebbe che per lui non c’è salvezza ma soprattutto non possono credere che la persona che gli ha insegnato la via abbia rinnegato la fede. Così decidono di andare personalmente in Giappone e cercarlo, sapendo quanto quel viaggio nell’isola possa essere pericoloso, visto che ora le persecuzioni ai danni dei cristiani sono maggiori. Riescono a sbarcare in Giappone grazie a una nave cinese e alla loro guida, Kichijiro (Yosuke Kubozuka). Qui i due troveranno alcuni villaggi di contadini cristiani che praticano la loro fede di nascosto e sono felici di vedere due preti che possono amministrare i sacramenti. Le persecuzioni però sono sempre in atto e Rodrigues e Garupe rischiano la vita, oltre che a mettere a dura prova la loro fede.

Scorsese non ha bisogno di presentazioni, è un regista incredibile che in tutta la sua carriera ci ha portato diversi capolavori e che è sempre riuscito a narrare diverse storie con grande abilità. In questo caso ci ritroviamo davanti a un film particolare, un film profondamente spirituale e riflessivo sulla fede, sul cristianesimo e su Dio che ho trovato affascinante, nonostante io sia un ateo. Iniziamo con ordine.

Il film è tratto dal libro Silence di Shisaku Endo scritto negli anni ’60 che parlava appunto delle persecuzioni subite dai cristiani in Giappone nel 1600 e fu un libro che Scorsese scoprì nel 1989 quando Akira Kurosawa lo invitò per interpretare van Gogh nel suo film Sogni. Scorsese ne rimase affascinato e comprò subito i diritti, iniziando a lavorare subito alla storia, ma quest’ultimo punto non fu per niente semplice. Era un libro complesso e con il passare del tempo Scorsese scrisse numerose bozze, ponendosi numerose domande e alla fine si portò dietro questo progetto per ben 26 anni. Nel 2009 iniziò la pre-produzione per il film che però rimase in fase di sviluppo ancora a lungo, portando il regista a concentrarsi su altre opere come The Wolf of Wall Street e Hugo Cabret e solo nel 2014 finalmente iniziò la lavorazione vera e propria.

Parlando del lato tecnico, ci ritroviamo davanti a un film magistrale e incredibile che sa sorprendere fin dalle prime inquadrature. Anche in questo caso la regia di Scorsese di dimostra molto quadrata e precisa, una regia molto pulita che evita qualsiasi elemento barocco per riprendere in maniera diretta una storia davvero complessa, una storia a cui appunti la regia si piega. Questa cosa, ed è probabilmente qualcosa che ripeterò fino allo sfinimento ogni volta che parlerò di un’opera di Scorsese, è uno degli elementi che amo di più del regista perché riesce a concentrare l’attenzione dello spettatore sulla storia, nonostante ci porti di fronte a una messa in scena incredibile e in molti casi a delle inquadrature impressionanti. Ad esempio in certe situazioni ci ritroviamo con delle stupende inquadrature dall’alto che riprendono i nostri personaggi, inquadrature particolari come se fossero visti da un altro punto di vista, e in certe occasioni avremo anche qualche carrellata, come quella che viene fatta all’indietro quando Rodrigues crede di essere stato lasciato solo e ci fa percepire il senso di smarrimento.

In generale però il film ha molte inquadrature fisse che si concentrano molto sui personaggi oppure che attraverso campi medi particolari ci permettono di vedere l’intera sequenza. Sono quest’ultime ad avermi sorpreso molto così come mi ha sorpreso un’altra particolarità del film: il silenzio. Non stiamo parlando di un film muto ma comunque è un film che ha pochi rumori ambientali e dove la presenza della musica è quasi assente e saranno gli attori e le riflessioni di Rodrigues a riempire quel vuoto e ciò farà pesare ancora di più ai nostri protagonisti il silenzio del loro Dio. Adoro la fotografia del film che considero magistrale e fin dall’inizio ci stupisce con questi colori freddi e blu e i fumi che escono dal terreno, creando un’immagine evocativa che aumenta il senso di abbandono e di solitudine. In generale la fotografia riesce a donarci scene magnifiche, in molti casi attraverso colori freddi ma arrivando in certi casi a usare colori dai toni più caldi, specialmente in scene in cui i protagonisti trovano conforto (ad esempio quando Rodrigues tiene messa e c’è una leggera luce che illumina il tutto). Anche i costumi risultano credibili e molto curati passando da quelli dei contadini realizzati in maniera logora e vissuta a quelli delle alte cariche, più elaborati e ben messi. Il lato tecnico è stupendo e lo stesso vale per la storia.

Uno degli elementi ottimi di questa pellicola sono i due protagonisti, Rodrigues e Garupe, che sono molto decisi nel ritrovare Ferreira e nel condividere il loro credo, ma si dimostrano molto differenti. Rodrigues è molto più calmo e spirituale, un uomo che crede fermamente in quello che sta facendo mentre Garupe è più impulsivo, più diretto e fin da subito esterna dubbi e perplessità su quello che stanno vivendo. Garupe inizialmente sarà quello più umano del duo ma in seguito, quando nella seconda parte si separano e Rodrigues diventerà il vero protagonista della storia, anche lui mostrerà a sua umanità soprattutto davanti alla sofferenza che troverà. Ed è qui che la tematica del film si farà sempre più forte e diretto, una tematica ma soprattutto una domanda che perseguiterà il protagonista: perché Dio rimane in silenzio davanti a tanta sofferenza?

Una domanda semplice ma che apre le strade a tante interpretazioni e spiegazioni ma nessuna vera risposta definitiva. Sarà proprio ciò a far nascere i dubbi ai nostri personaggi, che li faranno riflettere non solo sulle azioni che stanno portando in quel Paese ma anche su come debbano comportarsi in quella situazione perché gli insegnamenti della Chiesa e certi dogmi non valgono lì e dovranno fare del loro meglio affinché dei poveri contadini non vengano uccisi, andando anche contro proprio alle loro regole (almeno fino a un certo punto). Tutto questo viaggio sarà per Rodrigues una tortura per la sua anima e la sua psiche piuttosto che per il suo corpo e sarà qualcosa che lo porterà a un cambiamento, a una nuova visione della sua fede e a riconsiderare tante cose che fino a quel momento aveva dato per scontato. Tra l’altro il film non avrà solo il punto di vista dei gesuiti ma anche quello delle autorità giapponesi che vogliono fermare l’avanzata del cristianesimo, una decisione tremenda che però fanno perché considerano quella religione pericolosa con la loro cultura e, dopo essere usciti da una tremenda guerra civile, l’intero Paese si trova nel caos e cercano di dargli unità, temendo che altri Paesi forti possano usare il cristianesimo come metodo di colonizzazione. Tra l’altro è interessante vedere quanto i giapponesi cristiani siano coraggiosi e pronti a morre per questo, ma il loro concetto di cristianesimo non è come quella professata dai gesuiti e lo associano ad elementi della loro cultura, unendo così le loro tradizioni con il cristianesimo (quella parte sul sole verso il finale è esplicativa). Questo film si pone tantissime domande, è molto riflessivo e non offre una vera e propria risposta ai numerosi dubbi, anche se probabilmente una risposta che si da al silenzio di Dio è che lui, nel suo silenzio, è sempre presente.

Per concludere, Silence è un film impressionante, un’opera veramente completa che mostra un lato tecnico incredibile dove ogni cosa è curata nei dettagli ma soprattutto mostra una storia veramente profonda che si pone tantissime domande sulla religione e su Dio e lo fa con una maturità incredibile. Lo consiglio assolutamente!

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

34 pensieri riguardo “Silence (film)

  1. Visto tanto tempo fa, il tema mi ha sempre appassionato (amo la storia del Giappone) e visto che film che lo trattato si contano su una mano, l’ho guardato con attenzione e interesse. A prescindere dalla regia (non mi affeziono ai registi ormai da molti anni) e dai valori della produzione, è un ottimo film nel suo genere, assai di nicchia. Non lo consiglierei al di fuori del pubblico ristretto al quale è rivolto (e che solo un nome affermato come quello di Scorsese avrebbe potuto realizzare). Per tutti gli altri il film potrebbe risultare “lento” (e vorrei vedere visto il tema), noioso, con dei tempi morti. In realtà non lo è se ti interessa il tema, non critico perciò il minutaggio o il ritmo. Per il resto, per un film di tale blasonata regia, mi attendo dei valori di produzione di standard elevato (fotografia, costumi, effetti speciali, eccetera) e ci sono tutti. Grazie per la recensione sempre esaustiva ed equilibrata.

    1. Grazie a te per il commento! Mi rendo conto che non sia un film destinato a tutti per i suoi temi e per il modo in cui li mostra, ma in ogni caso per me rimane una visione da fare almeno una volta in quanto può veramente a portare a delle riflessioni molto profonde. Scorsese è un regista magnifico e qui realizza tecnicamente un film ineccepibile che però da vita anche a una storia affascinante e personale.

  2. Questo film credo di averlo visto ,le scene della tortura mi hanno impressionata perché la violenza mi dà un senso di repulsione se questo film è quello che ricordo io li torturavamo con l’ acqua bollente e non sono riuscita a finirlo di vedere e comunque è piuttosto lungo, Liam Neeson è un attore di cui ho visto parecchi film ; mi meraviglia il fatto di non aver finito di vederlo ,ma sarà stato proprio per evitare di assistere a quelle scene.Comunque lo cerco e voglio provare a rivederlo se riesco … Grazie e buonanotte .

    1. Spero che tu riesca a superare quelle scene e ad apprezzarlo anche perché ha delle tematiche molto profonde e interessanti. Posso capire che quelle scene possano impressionarti.

Lascia un commento