Le 5 leggende

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo siamo tornati a parlare di cinema e l’abbiamo fatto con un horror italiano degli anni ’80 diretta dal grande Lucio Fulci che, nonostante i vari problemi di salute e i pochi mezzi a disposizione, riesce a creare un film più che dignitoso ossia Aenigma. Kathy è una ragazza da un collegio femminile che viene bullizzata dalle compagne. Un giorno viene invitata a un appuntamento dal suo professore di ginnastica, di cui lei è innamorata, ma il tutto si rivela una trappola ordita dalle altre ragazze e dal professore che la deridono e si mettono a inseguirla. Il tutto finisce in tragedia quando una macchina investe Kathy e lei va in coma. Grazie a ciò però lei risveglia dei poteri sovrannaturali che userà per vendicarsi. Il film si ispira molto a film come Carrie e Patrick, ma purtroppo non riesce a essere ricco di elementi di rilievo. Kathy e i suoi poteri sono molto affascinanti ma gli altri personaggi sono dimenticabili e anche alcune relazioni non colpiscono. Quello che rende il film veramente buono è proprio la regia di Fulci, capace di mostrare un’invettiva incredibile nonostante i limiti e riuscendo a dirigere in maniera ottima tutte le scene horror e di tensione, grazie a delle bellissime idee, una costruzione della scena stupenda e una fotografia bellissima. Lo consiglio!
Come da tradizione torniamo a parlare di animazione e torniamo a parlare di un’opera della DreamWorks. Apprezzo molto questo studio, anche se in certi casi ha creato dei film veramente brutti. Però ha dato vita anche a opere incredibili e ingiustamente sottovalutate come può essere La strada per El Dorado, Spirit – Cavallo Selvaggio o anche I Croods (che un giorno recensirò). Questo film è a mio avviso uno dei più sottovalutati dello studio.
Ecco a voi Le 5 leggende (Rise of the Guardians), pellicola animata del 2012 scritta da David Linsday-Abaire e diretta da Peter Ramsey.

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Trama:
Il film comincia con Jack Frost (Chris Pine) che emerge dalle acque ghiacciate, scoprendo attraverso L’Uomo nella Luna il suo nome e anche di possedere il potere del ghiaccio e della neve. Quando però cerca di entrare in contatto con gli umani, rimane sconvolto nell’apprendere che nessuno di loro può vederlo o toccarlo, quindi passerà i prossimi anni a cercare un modo per farsi notare. 300 anni dopo al Polo Nord, Babbo Natale (Alec Baldwin) vede il Globo, che mostra ogni bambino che crede in lui e negli altri Guardiani, oscurarsi per una nube nera e teme che possa trattarsi di Pitch Black (Jude Law), L’Uomo Nero. Così Babbo Natale chiama gli altri Guardiani: Sandman, Calmoniglio (Hugh Jackman) e Dentolina (Isla Fisher), il cui compito è difendere la gioia e la felicità dei bambini. Dopo aver avuto la conferma che Pitch è tornato, L’Uomo della Luna indica loro il prossimo Guardiano che dovrà aiutarli a fermare l’Uomo Nero ossia Jack Frost. All’inizio c’è un po’ di scetticismo, dato che Jack è famoso per essere un combina guai, ma alla fine decidono di accoglierlo nel gruppo e affrontare Pitch che, nel corso degli anni, ha sviluppato un’abilità capace di trasformare i sogni di Sandman in un esercito di incubi.

Vidi questo film al cinema e ne rimasi folgorato da allora e questa sensazione è rimasta anche durante gli anni a venire quando l’ho rivisto e non solo mi dispiace per il suo flop ma anche mi dispiace soprattutto per le critiche tiepide che ricevette in quanto è un’opera piena di idee che vuole raccontare tante cose e mandare dei bellissimi messaggi. Partiamo con ordine.

L’ispirazione per questo film si basa si un corto animato realizzato nel 2005 da William Joyce e dallo studio animato Reel FX chiamato The Man in the Moon. Inizialmente il corto doveva intitolarsi The Guardians of Childhood e doveva vedere appunto come protagonisti alcuni dei personaggi dell’attuale film. La DreamWorks rimane affascinata dal progetto e convinse Joyce a vedere i diritti per il film, assicurandolo che avrebbero rispettato i personaggi e che lui sarebbe stato coinvolto nella produzione. Oltre a ciò agli inizi Joyce lavorò anche come co-regista insieme a Peter Ramsey ma abbandonò questo ruolo quando purtroppo sua figlia morì per un cancro al cervello nel 2010. Joyce rimase comunque alla produzione e al suo fianco ci fu anche Guillermo del Toro che già in passato aveva collaborato con la DreamWorks ma, al contrario delle volte precedenti, fu presente fin dall’inizio e diede un’enorme contributo alla realizzazione del film con idee narrative e visive. Tra l’altro insieme al film Joyce scrisse anche un serie di libri riguardo The Guardians of Childhood in cui spiegava l’origine dei vari personaggi (che nel film non ci viene rivelata) e quest’idea, disse, gli fu data proprio dalla figlia quando gli chiese se Babbo Natale e il Coniglio pasquale fossero amici. Infatti il film Le 5 leggende verrà dedicato proprio a lei.

Parlando del lato tecnico, il film riesce a stupire parecchio partendo proprio dalla regia. Infatti, al contrario degli ultimi film animati che ho recensito, che sicuramente sono validi ma con una regia abbastanza anonima, qui abbiamo un regista che sfrutta al massimo il digitale, andando a creare sequenze stupende. Le scene dinamiche saranno veramente divertenti, capace di avere il giusto ritmo e di farci comprendere l’intera azione, come ad esempio quando Jack fa sfrecciare il piccolo Jamie (Dakota Goyo) sulla slitta per le strade della città, facendogli evitare persone, macchina e vari oggetti e riuscendo a divertire lo spettatore. Inoltre il regista si dimostra molto capace con le scene di combattimento. I combattimenti in questo film sono veramente stupendi, originali e pieni di inventiva in cui ognuno di loro avrà uno stile completamente differente e riusciranno a creare delle coreografie stupende, in certi casi ispirati ai combattimenti di certi anime giapponesi.

Anche in questo caso ciò che aiuterà il tutto a funzionare alla perfezione sarà la regia, capace di passare da un’inquadratura all’altra con abilità, a far anche piani sequenza degni di nota ma soprattutto fi gestire il ritmo benissimo, senza far sembrare questo combattimenti inutilmente lunghi e fermandosi al momento giusto. Tra l’altro adoro tantissimo il metodo di combattimento di Sandman e Pitch Black che attraverso la loro polvere possono plasmare diverse cose e inoltre a livello visivo quel tipo di polvere che brilla e di cui si riesce a vedere i granelli si rivela impressionante ancora oggi. Nonostante l’azione dinamica e il ritmo incalzante, il film in realtà sa prendersi anche molti momenti di pausa, momenti di riflessione che ci faranno conoscere meglio i personaggi, li faranno interagire e crescere, in particolar modo Jack Frost, e avrà perfino dei bei momenti drammatici molto maturi.

Oltre alla regia funziona benissimo l’intero lato tecnico, partendo dalle ambientazioni, specialmente il rifugio di Babbo Natale, sia una fabbrica che un centro di controllo ricco di dettagli, e in generale tutti gli altri luoghi dove avverrà l’azione, ma ciò che convince maggiormente è il design dei personaggi. Il mio preferito rimane in assoluto Babbo Natale che oltre a essere grosso e muscoloso ha tatuato sulle braccia chi si è comportato bene e chi no (il che è veramente geniale), ma anche gli altri sono stupendi, come Dentolina che assomiglia molto a un colibrì, Calmoniglio che è un coniglio gigante e armato di boomerang, e Sandman che avrà invece un aspetto molto dolce e rassicurante, essendo basso e rotondetto, anche se poi si rivelerà il più forte tra i Guardiani. Lo stesso Jack Frost, con il suo aspetto trasandato, sarà perfetto e in linea con il personaggio. Il lato tecnico è convincete così come lo è la sceneggiatura.

Sicuramente uno dei maggiori punti di forza sta proprio nei suoi personaggi. Jack è un ottimo protagonista, un personaggio che combina scherzi di ogni tipo, un po’ sbruffone ma che non risulta per niente antipatico anzi dimostrerà un grande carisma e un cuore d’oro e il pubblico riuscirà anche a empatizzare con lui spesso. Babbo Natale + un personaggio magnifico, pieno di grinta ed energia, capace di avere un cuore tenero e essere molto divertente. Calmoniglio sarà più scorbutico e ansioso e adoro i battibecchi che avrà con Jack, soprattutto per uno scherzo che quest’ultimo gli ha fatto una volta, ma che alla fine arriverà ad affezionarsi veramente al ragazzo. Anche Dentolina sarà molto simpatica per la sua iperattività e il suo incredibile entusiasmo che sembra inesauribile e infine abbiamo Sandman, che non parla mai e si esprime attraverso le espressioni e le forme della sabbia, dimostrandosi molto dolce ma, quando è necessario, sarà anche agguerrito. Pitch Black si dimostra un ottimo villain, il cui scopo è riportare nel mondo la paura come un tempo e oltre ad avere un bel design sarà anche capace di inquietare per come si pone e per il suo modo di agire. Quel che adoro di più di questi personaggi è il loro affiatamento, come tutti loro riescano a essere uniti e a sembrare una squadra, a sembrare del tutto naturali e per niente forzati. Anche la storia però sarà affascinante.

Il film ruota tutto sui nostri eroi che devono salvare il mondo da Pitch ma la storia sarà ricca di altri elementi. Apprezzo infatti le numerose informazioni che ci vengono date su come funziona il mondo, sul perché certi oggetti siano così importanti (tipo i dentini dei bambini) e le regole a cui i Guardiani sono legati, ma di tutto questo adoro particolarmente il modo con cui ci vengono comunicate, senza mai rallentare la storia o appesantire il tutto. Quest’avventura sarà un viaggio importante per tutti loro, in particolar modo per Jack Frost in quanto imparerà a capire chi è veramente e, dopo aver scoperto che un tempo era umano, vorrà cercare a tutti i costi la verità. Perfino gli altri personaggi avranno una loro crescita, soprattutto per quanto riguarda il rapporto con i bambini da cui, senza volerlo, si sono allontanati parecchio perché, come dicono loro stessi, erano talmente impegnati a diffondere gioia ai bambini che non hanno avuto più tempo per i bambini. Ed è qui che arriviamo a una delle tematiche del film che riguarda l’infanzia. Questo film è un elogio all’infanzia, al diritto dei bambini di esseri bambini, di potersi divertire, di ridere e scherzare ma soprattutto di poter sognare e avere fede. Qui non si cerca di far crescere subito i bambini e renderli maturi subito, ma di dar loro il tempo di godersi questo tempo, di essere appunto bambini ed è questo che i Guardiani proteggono con tutte le loro forze. Inoltre mi ha fatto piacere che non abbiano usato i bambini solo come un simbolo ma che li abbiano resi dei veri e propri personaggi che a livello di trama avranno un ruolo fondamentale e saranno molto attivi.

Per concludere, Le 5 leggende è un film veramente sottovalutato che mostra una grande forza nel lato tecnico attraverso un’ottima regia, delle sequenze notevoli e un character design veramente originale e accattivante. La storia si dimostrerà davvero matura, mostrando personaggi carismatici e molto uniti e parlando di infanzia in una maniera molto dolce e intelligente. Un film che consiglio assolutamente!

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

61 pensieri riguardo “Le 5 leggende

  1. Grazie per questo racconto, è stato emozionante. Questo film è nella mia personale top 10 di tutti i tempi. Ingiustamente snobbato, ma mi viene da chiedere che cosa voglia il pubblico a questo punto. Trama e intrecci che funzionano alla grande. Personaggi iconici che funzionano sia tra di loro, che singolarmente. Divulgazione di messaggi e valori molto alti. Una grande evoluzione interiore dei personaggi. Ma la cosa che mi colpisce ogni volta è quanto i bambini siano realistici e non stereotipati, anche visivamente, essendo “stropicciati” goffi, maldestri, ma che sprizzano energia. Una cura dei dettagli davvero unica. Jack Frost ruba la scena, e a ragione, ma anche Sandman è davvero iconico (e probabilmente il più potente di tutti). A livello visivo è davvero avvincente ed è invecchiato bene. Grazie per aver dato giustizia a quello che ritengo un capolavoro.

    1. Mi sono chiesto molto spesso il motivo dell’insuccesso di questo film. Tecnicamente è eccellente ma soprattutto è scritto benissimo, i personaggi sono più complessi di quanto sembri, i messaggi sono bellissimi e sì, ho amato la rappresentazione dei bambini. Questo film è molto maturo, intelligente e divertente e avrebbe meritato sicuramente di più. Ma in generale noto che tanti film DreamWorks vengono sottovalutati alla grande quando escono, prendi appunto come esempio El Dorado oppure Spirit. Una cosa che trovo alquanto strana. E sì, anche per me è un capolavoro e uno dei migliori in assoluto della DreamWorks.

      1. Era anche il periodo in cui è uscita la Illumination, con contenuti vuoti, “comicità” nonsense e slapstick, e usa e getta, che non ti lascia niente. Purtroppo ha anticipato i tempi. Un film così maturo e rispettoso non poteva avere scampo forse verso il cambio di rotta che stava avvenendo.

        1. Purtroppo in molti continuano a legare i film animati e i cartoni a opere destinate solo ai più piccoli e diciamo che la Illumination rappresenta perfettamente questo stereotipo senza però avere rispetto per l’intelligenza dei più piccoli. Un vero peccato perché questa cosa crea sempre più difficoltà a opere più mature e complesse.

          1. Hai perfettamente ragione. La Dingo pictures non aveva le capacità, né i mezzi, ma non possiamo biasimarla per averci provato a fare qualcosa. La Illumination non ha scuse, facendo tornare l’industria dell’animazione indietro di decenni. Il flop di Rise of the Guardians è sintomo proprio di questo trend. L’animazione a stelle e strisce è proprio sprofondata e sta sprofondando sempre di più.

            1. E questo purtroppo è vero ed è qualcosa che negli ultimi anni stiamo notando enormemente. La Disney ormai i film neanche li scrive più, la Pixar non ha la stessa forza di prima e soprattutto lo stesso coraggio (d’altronde se ne sono andati via quasi tutti della Pixar originale). La DreamWorks non ha gli stessi mezzi di prima e passa dal fare film eccellenti (come Il robot selvaggio o Il Gatto con gli Stivali 2) ad altri indecenti (tipo Trolls o Baby Boss 2). La Sony è più o meno altalenante come la DreamWorks, Illumination ha fatto solo danni e la Laika è certamente simbolo di qualità, ma purtroppo non fanno tantissimi film. Diciamo che l’animazione americana riesce a mostrare i denti nei prodotti indipendenti.

                1. Il Giappone è ancora forte e sono ancora i padroni dell’animazione 2D. L’Europa tira fuori delle opere davvero magnifiche ma purtroppo non ha lo stesso potere di distribuzione degli Stati Uniti e quindi anche opere magnifiche come quelle di Moore non vengono distribuite bene (pensa anche solo alla leggendaria Aardman che adesso deve vedere le sue opere distribuite da Netflix e non andare al cinema). Non so ancora dire come si evolverà la questione legata all’intelligenza artificiale. Tutto quest’argomento è fumoso. Questa tecnologia non è ancora capace di fare animazione, ma in tanti vogliono usarla per spendere di meno nell’animazione e a mio avviso sarebbe un errore madornale (e anche dannoso).

                  1. Lo streaming ha dato sì la possibilità di far creare opere che non avremmo mai conosciuto, ma ha anche rovinato l’intera industria producendo a catena di montaggio, dove la qualità, l’attesa, la sorpresa, sono state rimpiazzate da consumo immediato, dove spesso non ti lascia niente. E credo che sarà quasi impossibile invertire il trend.

                    1. Hai ragione, hanno creato una catena di montaggio tremendamente veloce, numerosa e con una qualità molto discutibile. La cosa triste è che molto spesso mi ritrovo opere interessanti che meriterebbero la sala proprio lì. Come ad esempio l’opera animata di Predator. Quanto mi ci sono divertito e lo stile era davvero interessante. Peccato che si trovi solo in streaming (come anche Prey, un capitolo di Predator davvero ottimo).

                    2. Una cosa che mi ha fatto veramente rabbia. Mettere quello in streaming e Trolls 3 al cinema è stato un insulto. Voglio dire, Orion era stato scritto da Kaufman, lo stesso sceneggiatore di Eternal Sunshine of the Spotless Mind e Anomalisa. Uno degli sceneggiatori migliori in circolazione (e che ha poche possibilità di lavoro tra le altre cose).

                    3. Ugh, Emoji Movie… com’è possibile che qualcuno possa aver pensato che quella fosse una buona idea. Ancora oggi rimane uno dei film d’animazione peggiori che siano arrivati in sala. Difficile raggiungere quei livelli. Certo, qualcuno si è avvicinato, ma Emoji Movie è il massimo livello di indecenza.

                    4. Non credo. Certo, è un film troppo demenziale e onestamente non capisco perché le persone siano impazzite per un film simile, ma Emoji Movie per me rimane tremendo, anche per il messaggio sbagliato che da alla fine attraverso… quel messaggio.

                    5. Robo Puffin è il film peggiore che abbia mai visto ed è l’unico che mi ha fatto abbandonare la sala a metà. E c’ero solo io (e capisco il motivo). Altamente offensivo verso il pubblico al quale era rivolto. Spero, di non imbattermi più in uno scempio simile.

                    6. Però Emoji movie è un film che è costato diversi milioni e creato da uno studio d’animazione non proprio piccolo. È un’aggravante a mio avviso.

                    7. Non mi ci fare pensare. Che tra l’altro ho visto un’animazione diretta da Tartakovsky ed era stupenda, molto anni ’30- ’40, gommosa e in stile con i vecchi cartoni dei Fleischer. Magari non sarebbe uscito fuori un capolavoro e poteva avere anche dei difetti, ma era mille volte meglio un’opera piena di difetti ma fatta con cuore e abilità piuttosto che Emoji Movie. Ecco un altro motivo per cui quel film mi fa rabbia XD

    1. Spero veramente che questo film possa sorprenderti. A mio avviso è una perla dell’animazione che non è mai stato valorizzato abbastanza.
      E sì, purtroppo penso anch’io che stiamo facendo un male enorme alle nuove generazioni anche perché ormai nelle produzioni di film per ragazzi c’è il preconcetto che le generazioni attuali siano sceme e quindi anche i film devono essere fatti in quel modo. Io l’ho sempre detto e lo dirò sempre, ma i bambini, specialmente quelli della nuova generazione, non sono stupidi. Li stiamo semplicemente rendendo tali bombardandoli con robaccia.

      1. Non sono scemi, ma sono iperstimolati fin dall’infanzia, e quindi la loro soglia dell’attenzione è bassissima. Ma non vale solo per i bambini: vedi Netflix che, qualche mese fa, ha fatto sapere ai suoi autori che devono continuamente far ricapitolare ai personaggi quello che è accaduto, perché le persone non sono capaci di tenerlo a mente, anche perché spesso e volentieri tengono le serie di sottofondo mentre fanno altro…

        Ma io non mi riferivo a questo: mi riferivo al fatto che ormai non comprendiamo più che il bambino non è, semplicemente, un adulto più piccolo.

        1. La strategia di Netflix non mi piace affatto. Praticamente hanno deciso di adottare la strategia da fiction RAI.
          Riguardo all’ultimo discorso, quello purtroppo è vero. Abbiamo perso anche questa capacità e mi domando come sia successo. Ammetto che in questi ultimi anni mi ritrovo molto perso, non so bene cosa sia successo alla società.

          1. La risposta è una semplice parola: capitalismo. Semplicemente, sono arrivati i nuovi “padroni del vapore”, quelli della nostra generazione, ed hanno deciso che avevano ancora meno scrupoli di quelli delle precedenti generazioni, che tutto sommato dovevano scontrarsi con una certa attenzione sociale e con un movimento operaio forte. Oggi Bezos occupa Venezia, ed il presidente della regione Veneto chiede di lasciarlo in pace, per far riferimento ad una questione apparentemente slegata.

            1. Purtroppo anche qui non posso che darti ragione. Più passa il tempo e più penso che Ende ci aveva visto lungo con Momo. Ormai quella storia è più moderna che mai. E anche il fatto che chiunque critichi Bezos sia considerato quasi uno sciocco perché “Ehi, quello porta soldi” dimostra anche quanto la società abbia perso di vista una certa attenzione sociale e permetta a gente dalla dubbia morale di passarla liscia senza problemi.

    1. Gli esempi che mi vengono in mente adesso sono certamente i vari Guardiani della Galassia, il recente e sottovalutato Dungeon & Dragons, The Nice Guys, le varie opere di Stephen King (quello è sempre uno dei punti migliori delle sue opere), Le sette morti di Evelyn Hardcastle. In realtà di esempi ce ne sarebbero tanti, questi è quelli che mi vengono in mente ora come ora. Oppure le vecchie opere Disney e Pixar, dove i personaggi avevano una personalità magnifica e in poco tempo mostravano una bellissima tridimensionalità.

  2. mai amato ‘sto film

    ogni tanto lo riguardo ma per me non ha mai avuto immagini potenti o una narrazione profonda; anche il momento di maggior impatto (quando jack ricorda come è morto) poteva essere gestito meglio

    leggo che alla produzione c’è del toro, forse per questo, sto vedendo che non amo molto la sua filmografia

    1. Nessun problema! Io invece l’ho apprezzato molto per come gestivano questi personaggi, per come elementi degli anime giapponesi si mischiassero bene in quest’opera e per come rappresentava i bambini, risultando perfino realistici e sinceri. Per me rimane un’opera davvero potente narrativamente e anche coraggiosa che tentava di dare qualcosa di nuovo. Non ti piace Del Toro? Io lo adoro! Sono curioso ora, come mai non ti piace?

        1. Io invece lo trovo decisamente molto vivo nella sua caoticità. E inoltre tende molto a umanizzare i mostri, rendendoli molto più umani degli umani stessi, basta guardare Hellboy (in particolar modo il secondo). Inoltre le sue storie tendono a essere delle fiabe nere, quasi delle fiabe vecchio stile in cui comunque sentimenti come l’amore riescono a portare alla salvezza (pensa solo al Labirinto del Fauno e il rifiuto di Ofelia di sacrificare il fratellino appena nato o La Forma dell’Acqua e la storia d’amore tra i due protagonisti). In realtà penso che Del Toro sia pieno di calore e umanità, solo che tende anche a mostrare il lato oscuro del mondo.

            1. A me il suo Pinocchio è piaciuto molto. Era una fiaba vera e propria nel suo stile, oscura quanto quella di Collodi ma con delle differenze e, nonostante seguisse certe tematiche del libro, ci ha messo altre tematiche care a lui e ha modificato le cose a modo suo. E comunque, come dice anche il titolo, questo era il suo di Pinocchio. Non ha fatto lo stesso errore che a mio avviso ha fatto Coppola con Bram Stoker’s Dracula. Perché sì, per molti versi era fedele al libro, ma l’aggiunta della storia d’amore tra Dracula e Mina cambiava profondamente la storia.

                    1. la seconda parte parte per la tangente e non si riprende più
                      abbastanza ovvio e perde tutta l’atmosfera, con personaggi esagerati e toni troppi alti

                    2. A me la storia sembrava molto equilibrata sotto quel punto di vista. E poi i personaggi sono molto interessanti e a un certo punto arrivano a diventare esagerati più che altro perché costantemente posti sotto un continuo stress (tipo Hellen appunto, che si ritrova addosso un essere immortale, soffocante e spietato). Tra l’altro proprio il rapporto tra Helen e Orlock è magnifica, una relazione tossica a distruttiva a cui nessuno dei due può sfuggire.

                    3. Io l’ho rivisto tre volte ora come ora e continuo ad apprezzarlo sempre di più. Io ne sono rimasto soddisfatto così come sono rimasto soddisfatto dal fatto che, almeno per me, non ci sia un film brutto su Nosferatu.

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