Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo siamo tornati a parlare di animazione e, dopo aver parla a lungo di DreamWorks, siamo passati alla Disney con il loro 52° classico, un film che voleva essere una sorta di Chi ha incastrato Roger Rabbit dei videogiochi, Ralph Spaccatutto. Ralph è il cattivo di un videogioco arcade chiamato Felix Aggiustatutto e sta passando un periodo di crisi perché dopo 30 anni che fa quel ruolo è stanco di essere disprezzato e non riconosciuto e vuole smettere con quel ruolo. Dopo non essere stato invitato alla festa per il 30° anniversario del gioco, Ralph decide di vincere una medaglia per dimostrare di essere un eroe, ma facendo così crea scompiglio in un videogioco e finisce in seguito nel mondo di Sugar Rush dove, se vuole riavere la sua medaglia, dovrà aiutare la piccola Vanellope a vincere una gara d’auto. La regia è buona anche se mi sarei aspettato molto di più, visto il contesto, e infatti quel che riesce a convincere del lato tecnico sono il character design, la diversificazione degli ambienti ma soprattutto l’uso dei colori, quest’ultimo il mio elemento preferito. La storia è divertente e simpatica e, nonostante non usino appieno le icone dei videogiochi, ha due protagonisti ottimi, due outsider che diventano grandi amici e rendono il film un bel buddy movie. Lo consiglio assolutamente!
Con quest’articolo continuiamo ancora a parlare di animazione, ma questa volta torniamo dalla Pixar, visto che è da un po’ che non la trattiamo, per discutere di un film particolare per loro che aveva diverse influenze Disney.
Ecco a voi Ribelle – The Brave (Brave), pellicola animata del 2012 scritta da Brenda Chapman, Mark Andrews, Steve Purcell e Irene Mecchi e diretta da Mark Andrews, Brenda Chapman e Steve Purcell.

Trama:
Merida (Kelly Macdonald) è la figlia di re Fergus (Billy Connelly) e della regina Elinor (Emma Thompson), una principessa ribelle che ama fare lunghe cavalcate nei boschi e si allena con il tiro con l’arco. Sua madre però vorrebbe che si comportasse come una vera principessa e per questo motivo le due hanno diversi litigi. Un giorno arrivano al castello i tre lord dei clan Macintosh, MacGuffin e Dingwall, governati da Re Fergus, e secondo la tradizione sono venuti a presentare i loro primogeniti che dovranno contendersi la mano di Merida vincendo dei giochi scelti da lei. La principessa non vuole sposarsi e così decide di gareggiare per la sua stessa mano, essendo la primogenita del clan di Fergus, vincendo a una gara di tiro con l’arco e adirando la madre con un cui ha un altro litigio alla fine del quale Merida taglia l’arazzo creato da Elinor. La protagonista fugge via per incontrare nella foresta dei fuochi fatui, che si dice possano condurre al proprio destino, li insegue e finisce a casa di una strega (Julie Waters). La strega le dà un dolce magico che dovrà dare da mangiare alla madre e che cambierà tutto quanto ma in maniera inaspettata.
Ho visto poche volte questo film e la mia prima esperienza con quest’opera fu al cinema, dove ricordo bene di essere rimasto sorpreso dal lato tecnico (ancora oggi molto valido). Allo stesso tempo provai anche una sensazione di straniamento a riguardo per un motivo abbastanza semplice: non sembrava affatto un film della Pixar ma in tutto e per tutto della Disney. Partiamo con ordine.

L’idea del film venne a Brenda Chapman (famosa per essere stata una delle registe de Il Principe d’Egitto) e il progetto inizia nel 2008 con il titolo The Bear and the Bow, una storia che si ispirava molto alle favole di Hans Christian Andersen e dei fratelli Grimm, ma soprattutto era qualcosa di molto personale dato che prendeva spunto dalla relazione della stessa Chapman con la figlia, la tematica centrale del film. Succede però che nel 2010 la regista viene sostituita da Mark Andrews per via di divergenze creative con John Lasseter e certe cose nella storia cambiarono. Non sono riuscito a trovare tantissimi informazioni a riguardo, quel che so è che inizialmente il paesaggio doveva essere coperto di neve per quasi tutta la durata della pellicola e soprattutto dovevano esserci molti più elementi magici. Da come hanno detto, l’idea di base della Chapman comunque è rimasta invariata.
Parlando del lato tecnico, la regia del film è molto valida. In certi casi però, com’era successo anche per Ralph Spaccatutto, tende a rimanere sul sicuro, a far un buon lavoro, con inquadrature che funzionano ma senza andare oltre e fare qualcosa di più, senza sfruttare al massimo le possibilità che offre il 3D. In certi frangenti però ci prova veramente a creare qualcosa di diverso, riesce a dare alle sequenze un ottimo ritmo e un’ottima messa in scena, soprattutto nello scontro finale ma anche nei momenti comici, come quando i tre fratelli di Merida fanno credere ai clan che ci sia un orso del castello. Questi sono momenti interessanti ma la regia poteva fare di meglio e infatti quello che convince è ancora una volta l’abilità e la qualità che mettono nel creare le ambientazioni e i personaggi. Infatti i paesaggi scozzesi sono molto belli, una natura antica e incontaminata che riesce a dare un senso di magia e mistero alla storia, oltre che il bellissimo castello di Fergus. Adoro parecchio come hanno reso bene i vestiti e come si notino i differenti materiali tra abiti più grezzi e pesanti e quelli di seta più sottoli e colorati, oltre che al modo con cui seguono i movimenti del corpo, una tecnica che ormai la Pixar gestisce perfettamente. Per non parlare dei capelli e qui non posso far altro che citare i capelli di Merida che ancora oggi sono una vera meraviglia, capelli ricci, lunghi, poco curati e disordinati, dei capelli selvaggi molto difficili da gestire e per questo nell’arco di tre anni la Pixar sviluppò ben due software che potessero gestire ben 1500 riccioli. Inoltre, nonostante non consideri Merida un grande personaggio, è uno dei miei character design preferiti per via di quel suo volto rotondo, quelle guance rosse e soprattutto quei folti capelli. Apprezzo molto anche il tipo di musica tradizionale celtica, creata attraverso gli strumenti tipici come la cornamusa, i fiddle (un tipo di violino), bodhrán (tamburi a cornice) e così via. Il lato tecnico è valido ma penso che i problemi si trovino nella sceneggiatura.

Tutto il film gira sul rapporto conflittuale tra Merida ed Elinor, in cui la prima si vede negata la propria libertà, la possibilità di esprimersi appieno e mostrare la sua vera natura, mentre Elinor vorrebbe che si comportasse più a modo, come una principessa, per il bene del regno. Tutte e due hanno problemi di comunicazione e non riescono a parlare apertamente l’una con l’altra e finiscono per avere diversi conflitti ed è anche questo che porta Merida a chiedere aiuto alla strega e anche ad avere delle conseguenze inaspettate. Diciamo che l’idea di usare un incantesimo per cambiare la madre non mi è mai piaciuta. Avrei capito se avesse chiesto qualcosa solo per il destino e si fosse ritrovata poi ad affrontare le stesse conseguenze, ma l’idea di far cambiare pensiero alla madre manipolandola con un incantesimo mi è sempre sembrata pessima, qualcosa che farebbe un villain. Mi è piaciuto invece come poi hanno mostrato il ricongiungimento delle due, con Elinor che vede la figlia cavarsela ed essere felice, anche se a mio avviso il tutto doveva avvenire un po’ più lentamente. Un’altra cosa che critico è il modo in cui hanno gestito i problemi dei clan perché effettivamente la scelta di Merida ha portato scompiglio, uno scompiglio che potrebbe causare una guerra. Il tutto si trasforma però in una sorta di MacGuffin per far partire la storia tra madre e figlia (e io spero vivamente che non abbiano chiamato uno dei clan MacGuffin proprio per questo motivo, perché come battuta è veramente pessima) e anche in questa cosa non mi piace che una questione così grave e delicata venga messa in secondo piano e risolta in seguito con una grande semplicità. Alcune gag mi sono piaciute, come ad esempio le disavventure di Maudie (Sally Kinghorn) con i tre fratellini, così come mi hanno divertito le interazioni tra i clan, ma a livello di storia il film mi è sempre sembrato debole. E, come avevo detto in precedenza, sembra molto di più un film Disney che della Pixar ed era una cosa che a molti non ha fatto piacere, visto che temevano che la Disney potesse danneggiare la libertà creativa di questo studio animato. In parte ebbe un’influenza negativa, ma nonostante ciò la Pixar in seguito ci regalerà altre opere degne di nota.
Per concludere, Ribelle – The Brave è un film tecnicamente stupendo, con una regia buona ma soprattutto con un digitale incredibile ancora oggi, con paesaggi stupendi, un ottimo character design e cura per i dettagli. Purtroppo ha una trama molto debole che non riesce a sorprendere e che mostra in certi punti diversi problemi. Poteva essere molto di più.

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!
[The Butcher]
Sono d’accordo con il tuo appunto sull’uso dell’incantesimo: è un sistema troppo semplice e superficiale per affrontare i problemi con la madre, e non mi sembra neppure educativo, visto che i film di animazione, ricordiamocelo, sono indirizzati principalmente al pubblico infantile, o almeno molto giovane. Per il resto è un bel film, come hai detto tu, molto curato sul piano tecnico.
Avrebbero dovuto rivedere meglio quella parte. Era il punto più importante, quello che avrebbe dato il via al tutto. C’era bisogno di qualcosa di più maturo.
Anche questo mi manca
Il difetto del film è legato alla trama e alla poca maturità con cui si affronta l’argomento, ma per il resto è un film piacevole.
“Succede però che nel 2010 la regista viene sostituita da Mark Andrews per via di divergenze creative con John Lasseter e certe cose nella storia cambiarono.” diciamo che le robe emerse opo su Lasseter spiegano le “divergenze creative”
Lasseter era un creativo eccellente ma effettivamente si è comportato in maniera indecente e crudele con i suoi collaboratori e giustamente è stato allontanato
Grazie per questa recensione, le tue narrazioni mi acchiappano dalla prima all’ultima lettera. Come sai è un film che adoro, uno dei miei preferiti della Pixar. Riguardo alla richiesta di manipolazione, ok che non è il massimo del buon comportamento, ma tenendo conto, sia della giovane età di Merida, che dallo stato di alterazione dato dal litigio con la madre, la ritengo una scelta fatta da un’impulso adolescenziale. Non voleva e sapeva che era sbagliato, ma l’ha capito troppo tardi. Concordo che la riconciliazione avrebbe dovuto svolgersi più lentamente, un’evoluzione di entrambe, ma capisco anche i tempi della narrazione di questo genere di film. Non concordo sul fatto che il 3D non sia stato sfruttato al massimo, per il suo tempo è stata una cosa eccezionale. Mi è capitato di vederlo su uno schermo grande e in alta definizione (purtroppo non al cinema) e sono rimasta sbalordita dalla scena del duello con gli archi, dove hanno mostrato in maniera impeccabile il paradosso dell’arciere, con tanto di microferita alla guancia di Merida. Anche la fotografia degli interni trasmette un’atmosfera autentica. Sotto il lato tecnico mi è piaciuto davvero tanto. Per gli altri problemi di narrazione, intrecci, ecc, lo riconduco al grande problema comune a praticamente quasi tutti i film della Pixar: si fanno troppe poche domande (o io me ne faccio troppe). Comunqe Merida è uno dei miei personaggi preferiti in assoluto (fu anche il mio cosplay, anche se prestato). E, da amante sfegatata dell’accento scozzese, non ho potuto che apprezzarlo ancora di più, anche se capisco il motivo per il quale fosse comunque molto poco marcato.
Il tuo commento è stato davvero interessante e molto approfondito. Io apprezzo Meridia a livello di design, è uno dei miei design preferiti della Pixar, ma come personaggio non mi ha mai affascinato. La tua spiegazione del gesto è molto valida, ma comunque non è una scelta che apprezzo anche perché Meridia mi pareva abbastanza consapevole di quello che faceva. Ok, non si aspettava che la madre sarebbe diventata un orso gigante, ma comunque sapeva che stava per lanciare un incantesimo. Per dire, trovo molto meglio il modo in cui Ursula riesce a imbrogliare Ariel, più subdolo e capace di far leva sulle emozioni. Ovviamente la strega fi questo film è un personaggio positivo, ma trovo debole il modo in cui Meridia opta per l’incantesimo. Sta di fatto che sono sempre contento quando qualcuno ha idee differenti dalle mie e mi ha divertito questo confronto. Che tra l’altro penso proprio che fosse anche quello l’obiettivo del film ovvero farti vedere che la decisione di Meridia sia una scelta impulsiva e fatta da un’adolescente. È sempre il modo però che continua a non piacermi.
I personaggi positivi possono compiere anche azioni brutte, e viceversa. Merida è una ragazzina ribelle (da cui il titolo in italiano) che si sentiva soffocata da anni e anni di pressioni materne. È scoppiata? Sì. Ha fatto un gesto brutto? Ovviamente. La possiamo capire? Non siamo e possiamo solo immaginare come avremmo reagito. Per questo preferisco motlo di più questo astio madre-figlia, rispetto alla truffa Ursula-Ariel, perché la prima è estremamente reale, può accadere, la seconda fa tanto fiaba europea del XVIII secolo (quindi già datata all’uscita dell’opera di Andersen), dove l’astuzia è la vera protagonista invece delle reali reazioni umane (ed è per questo che non mi piacevano le vecchie fiabe italiane per esempio). Anche a me piace discutere con te quando vediamo le cose da due punti differenti, mi arricchisce ^_^
Hai spiegato con grande chiarezza il tuo punti di vista e lo trovo più che valido. E sì, queste discussioni sono capaci di arricchire molto e sono sempre felice quando ho l’occasione di discutere con qualcuno su idee differenti in questa maniera. È qualcosa che adoro.
Un’altro dei miei preferiti! Mi aveva folgorato 🤩
La prima volta lo avevo apprezzato molto, ma poi notai i problemi di trama. Non che non funzionasse ma era troppo semplice e povera. A mio avviso aveva un potenziale immenso e inoltre penso che il design di Meridia sia uno dei più belli di sempre.
Merida infatti è perfetta, che capelli! I problemi di trama non li ha mai visti, a che ti riferisci?
Ad esempio il fatto della possibile guerra tra i clan viene risolta in maniera abbastanza semplicistica e resa quasi comica, quando in realtà è una questione di vitale importanza. E a parte il rapporto madre-figlia, nel resto della trama non ci sono altre tematiche o sotto trame interessanti.
Ho capito cosa intendi, però se avessero intrapreso una guerra in modo serio sarebbero anche usciti un po’ dallo stile Disney… Credo che invece l’obiettivo principale di tutta la trama era proprio focalizzarsi sul rapporto madre figlia e su come questo si è sviluppato ed evoluto dall’inizio alla fine, grazie alla magia della madre che diventa un orso…
In questo caso allora non portare il tema della guerra. A mio avviso certe tematiche devono essere affrontate bene e non con tale leggerezza. Mi ricorda la stessa cosa successa su Frozen 2 in cui due fazioni erano intrappolati in una foresta e si facevano guerra da più di vent’anni e poi arriva Elsa che dice “No, la guerra è sbagliata” e tutti “Ok”. So bene che è la Disney, ma la Disney riusciva in maniera intelligente a dare importanza a certe tematiche. Mi viene in mente Mulan, quando incontrano il villaggio distrutto dagli Unni. E lì senti la pesantezza del momento e la grande drammaticità.
Non mi ricordo i particolari della guerra né su ribelle né su Frozen 2 e per risponderti per bene dovrei riguardarli, devo farlo al più presto – su Mulan invece me la ricordo bene la guerra però Mulan era tutto basato sulla guerra, dato che lei stessa era una guerriera…
In Brave la guerra rischiava di esplodere perché Meridia non voleva sposarsi con nessuno dei clan e andava contro le tradizioni, i clan vedevano quel gesto come un affronto. Su Frozen 2 la guerra nasceva perché entrambi si accusavano di varie cose, i primi di essere stati imbrogliati e intrappolati, i secondi che il loro leader era stato ucciso dai primi. Però in Mulan la tematica della guerra era trattata benissimo, soprattutto per un film dedicato a tutti. Conta che dopo gli eventi del villaggio i personaggi non cantano più fino alla fine proprio perché si erano resi conti di cosa significava la guerra.
Grazie per avermi rinfrescato la memoria. Ora mi ricordo… Le tue puntualizzazioni sono giuste, credo che in questo caso si possa dire che Mulan è di 20 anni e più prima e quindi c’era anche un modo diverso di fare le cose, anche su Pocahontas, per esempio, anche se non era una guerra, però venivano portate delle tematiche un po’ più toste analizzate in un modo un po’ più realistico per quanto rimane sempre un cartone. Credo che sia anche un problema di cosa può essere detto eccome… Però ora che mi hai spiegato, capisco e quindi non posso che darti ragione anche se di fatto restano due film che mi piacciono molto, soprattutto e forse solo per il fatto che adoro le due protagoniste Merida e Elsa! 😀
Non c’è nessun problema! Alla fine non voglio far cambiare idea a nessuno, solo esprimere le mie opinioni. Se adori Meridia ed Elsa io non posso che essere contento per te e mi fa piacere se qualcuno di gode quei film :)
Non mi sono sentita come se avessi voluto farmi cambiare idea 🙂 comunque ho capito che tutto quello che hai detto ha senso, tutte le tue puntualizzazioni sono giuste e poi sai che mi piacciono le critiche spietate 😁
Non sono un tipo da critiche spietate. Non le so fare e onestamente preferisco fare recensioni in cui elogio varie opere. Certo, di tanto in tanto mi concedo di parlare male di qualche trash meraviglioso. Tempo addietro avevo parlato male ad esempio di Cruel Jaws, un gioiello del trash italiano che ogni volta riesce a divertirmi come poche cose al mondo.
no no ma infatti non ho detto che fai le critiche spietate ! Credo comunque che è più costruttivo dire mi piace o non mi piace perché… invece di dire è bello e basta! Insomma, argomentare 😊
[…] animato che sembrava in tutto e per tutto a un’opera della Disney. Il film in questione è Ribelle – The Brave. Merida è una principessa scozzese che desidera poter essere libera, facendo ciò che ama come […]
un film che non riguardo facilmente ma che se lo guardi rimane impresso
certo che ormai disney e pixar sono quasi indistinguibili
Purtroppo la Disney ha tolto alla Pixar tutta la sua indipendenza e per tantissimi versi questa cosa l’ha distrutta. Se la Pixar si trova nella situazione in cui è oggi e in buona parte colpa della Disney.
Come quasi tutti i brand acquistati da Disney
Che tristezza. Dovevano lasciare alla Pixar la sua indipendenza. Di tanto in tanto riesce ancora a fare dei bei lavori, ma ha perso la grinta e il coraggio dell’inizio.
Nom mi ha mai attirato, e la tua splendida recensione, come sempre, conferma tutti i miei dubbi…
A mio avviso vale la pena di vederlo, anche solo per vivere una certa esperienza. Purtroppo non è un film grandioso e certe cose potevano essere gestite decisamente meglio. Non è affatto brutto.