Kalya volume 9

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo siamo tornati nuovamente a parlare di horror ma, visto che volevo scrivere qualcosa di leggero, ho optato per un pessimo horror ossia Obbligo o verità. Olivia parte insieme ai suoi amici per Rosarita, in Messico, per lo spring break e per divertirsi. Qui incontra Carter, un ragazzo che convince lei e i suoi amici a seguirlo in una chiesa abbandonata e giocare a obbligo o verità. Dopo aver giocato, Carter rivela di averli imbrogliati e che il gioco è reale e cercherà di fare loro del male. Quando tornano a casa, il gioco inizierà a mettersi in moto e se rifiutano di giocare o falliscono gli incarichi che verranno loro affidati, il gioco li ucciderà. Un horror veramente pessimo con un lato tecnico non orrendo ma piatto e senz’anima. L’unica cosa che colpisce è quando il gioco, prendendo la forma degli altri personaggi, fa quel sorriso distorto che, tecnicamente, dovrebbe essere spaventoso ma si rivela comico e soprattutto ricorda molto Jim Carrey nel Grinch. La storia è banale e i personaggi si dimostrano o infami o stupidi, arrivando a sabotarsi da soli e avere sotto trame superficiali. Un horror che fallisce nell’intento ma che almeno fa ridere, anche se per i motivi sbagliati.
Questa volta non parliamo di animazione (lo faremo nel prossimo articolo e non vedo l’ora) e neanche di cinema in generale. Ci spostiamo nel mondo dei fumetti, tornando a discutere di quell’opera italiana che sto cercando di recensire da diverso tempo, anche se con una cadenza abbastanza confusa.
Ecco a voi Kalya volume 9, pubblicato da Bugs Comics, scritto da Luca Lamberti e Leonardo Cantone e disegnato da Vito Coppola.

Trama:
Dopo essersi riappacificati con gli orchi delle steppe, Kalya e il suo gruppo riprende il viaggio in compagnia di Bael, un nano liberato dallo Sciamano degli orchi per poterli aiutare nella loro avventura. Per continuare con la loro missione, devono entrare in una città gjaldest, una città costruita nel sottosuolo e piena di trappole e creature pericolose. Kalya e gli altri dovranno munirsi di coraggio per riuscire a sopravvivere.

Era passato un po’ dall’ultima volta che ho parlato di Kalya. Diciamo che mi sono lasciato prendere da altre recensione, specialmente quelle legate agli horror e all’animazione. Anche se queste recensione su Kalya saranno parecchio sporadiche, non significa che smetterò. Voglio andare fino in fondo con questa saga o almeno continuare fino a quando non mi deluderà. Per ora la seconda opzione non è mai avvenuta.

Partiamo come al solito discutendo dei disegni che, in quest’occasione, sono stati affidati a Vito Coppola. Posso dire con tranquillità che questi, finora, sono tra i disegni migliori della serie. Diciamo che c’è un perfetto equilibrio tra le cure messe nei dettagli dei personaggi e quelle per le ambientazioni. Le immagini sono piene di elementi e sono molto curate, risultando ben precisi e comprensibili, senza riempire troppo le singole scene. I personaggi sono molto belli e il tratto di Coppola dà a loro un aspetto molto più maturo e serio, quasi semi-realistico, almeno per i personaggi umani. Le ambientazioni sono curate e studiate, riescono a far percepire la grandezza e la pericolosità di questa città sotterranea che, inizialmente, sembra un vero e proprio dungeon. A tal proposito le scene d’azione sono gestite molto bene sia nei disegni che nella regia di esse. In questo volume devono affrontare diverse sfide tra trappole ambientali, creature che vivono lì, costrutti del gjaldest e perfino gli spettri corrotti dal morbo. Abbiamo molta varietà nei nemici e nella modalità in cui avvengono gli scontri e il tutto avviene in maniera dettagliata e pulita, dando modo al lettore di godersi sia l’azione che i disegni stessi. Inoltre a colpire più di tutti è certamente l’uso del chiaroscuro, capace di creare un’atmosfera incredibile e consona a una città sotterranea. Tra l’altro certe scene sono dirette bene, come ad esempio quando Kalya ha una specie di ricordo della sua nascita e l’intera sequenza è vista dal suo punto di vista di neonata, tutto in prima persona.

A livello di storia ho trovato interessante l’incontro con il gjaldest Jor-Ghun, un personaggio altezzoso, orgoglioso e con un linguaggio arcaico complesso ma comunque molto divertente per i suoi modi di fare e per non ricordare mai il nome della città sotterranea in cui vive e di cui è fiero. Inoltre ho trovato molto interessanti i dialoghi che il gruppo porta avanti riguardo all’imperatore Hamon-Dern e a quanto le sue tremende azioni abbiano portato enormi sofferenze al mondo e, nonostante siano passati secoli, la sua eredità continua a perseverare, un’eredità che anche gli altri popoli hanno accolto. Un discorso interessante in quanto alcune azioni storiche abbiano delle ripercussioni anche a distanza di anni. Forse in parte è stato un po’ retorico, ma era un discorso niente male che parlava in generale del mondo di Theia.

Per concludere, Kalya volume 9 è un ottimo volume, ricco di disegni curati e impressionanti che riescono a rendere credibile e affascinante l’ambientazione oltre che ad avere un ottimo ritmo e ad affascinare i lettori. Lo consiglio!

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

3 pensieri riguardo “Kalya volume 9

Lascia un commento