Il compleanno di Anne Frank

Il 12 giugno 1929 nasceva Annelies Marie Frank.
Il giorno del suo 13esimo compleanno ricevette in dono un diario.
Questa è la versione integrale (versione a del diario) che lei scrisse in riguardo a quel giorno, quando ricevette i regali.

Domenica 14 giugno 1942
Le pagine che seguono avranno, credo, tutta la stessa data (o numero), perché devo ancora dirti tutto.
Comincerò dal momento in cui ti ho ricevuto, cioè quando ti ho visto sul tavolo per il mio compleanno, (perché l’acquisto, cui pure ho partecipato, non conta.)
Venerdì 12 giugno ero già sveglia alle sei, logico, era il mio compleanno.
Ma alle sei non potevo ancora alzarmi, quindi ho dovuto frenare la mia curiosità fino alle sette meno un quarto. Poi non ce la facevo più, e sono andata nel tinello dove Moortje (la gatta) mi ha accolta strusciandomi la testa sulle gambe. Ovviamente ho chiuso le porte intermedie. Poco dopo le sette sono andata da papà e mamma e poi nel salotto, per aprire i miei regali, tu eri il primo che ho visto, e forse proprio uno dei regali più belli. Poi un mazzo di rose, due rami di peonie, una piantina, questi erano i figli di Flora che quella mattina erano sul tavolo, ma poi ne sono arrivati ancora molti altri.
Da papà e mamma ho ricevuto una camicetta azzurra, il varieté, che è un gioco di società per adulti molto di moda, una specie di Monopoli, una bottiglia di succo d’uva, che secondo me da un po’ di vino e adesso comincia a fermentare e non posso più berlo e in fondo potrei avere anche ragione, visto che il vino si fa con l’uva; poi un puzzle, una bottiglia di peek-aroma “col tappo” (quello l’ho ricevuto dopo, il “tappo”, beninteso); un vasetto di crema; una banconota da 2 fiorini e mezzo; un buono per 2 libri; un libro di Katze, e Camera Obscura, ma quello Margot ce l’ha già, così l’ho cambiato; un vassoio di biscotti fatti in casa (da me, ovviamente, perché attualmente mi riescono molto bene); una ciotolina di caramelle, che però sono terribilmente appiccicose; un vassoietto di “tartufi” da papà; un piattino di biscotti da Maria; una lettera della nonna, arrivata proprio il giorno giusto, ma ovviamente è stato un caso; e una torta di fragole fatta dalla mamma.
Zia Helene ha portato un altro puzzle; zia Stephanie una spilla molto carina; zia Leny un bellissimo libro, Vacanze in montagna di Daisy, e un braccialetto con un bacio da parte di Anneke; il signor Wronker una scatola di Droste e un giochino; la signora Ledermann un pacchetto di caramelle aspre; il signor van Maarsen un mazzetto di fiori; Peter va Pels una tavoletta di cioccolato al latte, la signora Pfeffer e il signor Wronker anche dei fiori e così sono stata viziata per benino.
Poi è venuta a prendermi Hanneli e siamo andate a scuola. Durante l’intervallo ho offerto biscotti di pasta frolla a tutti, insegnanti e alunni; e poi siamo tornati al lavoro.
Adesso devo smettere, la prossima volta avrò di nuovo tante cose da scrivere sulle sue pagine, cioè da raccontarti, ciao, mi piaci molto.

Vecchi articoli legati ad Anne Frank:

E qui un piccolo sketch fatto da me:

Fran Ryougi

24 pensieri riguardo “Il compleanno di Anne Frank

  1. piacere…
    sono Cinzia…
    questo è uno dei tanti pensieri di Anna Frank… che non si dovrebbe mai dimenticare…
    “Pensa a tutta la bellezza ancora rimasta attorno a te e sii felice”
    grazie per averla ricordata…

  2. Posso dire una cosa controversa? Non ho mai capito perché il Diario è diventato un simbolo dell’Olocausto. D’accordo, racconta la difficilissima situazione di una famiglia che ha dovuto nascondersi per mesi; ma, al di là del particolarismo di questa situazione, i racconti dal rifugio sono pur sempre i racconti di una ragazza appena adolescente. A mio modesto parere, ci sono documenti molto più significativi su quella tragedia.

    1. Il punto è che questo sarebbe una sorta di diario di formazione, dove una ragazzina parla della propria crescita, ma che è costretta a crescere in un contesto non normale, a causa del nazismo. È costretta a vivere con il costante terrore, rinchiusa dentro a quattro mura per oltre due anni della sua vita. Non c’è mai pace, ma un enorme paura, ma dove il desiderio di tornare a vivere normalmente è forte. È un diario che incita alla vita, nonostante tutto, oltre che un documento di estrema importanza. C’è anche il diario di Rywka Lipszyc, una ragazzina ebrea del ghetto in Polonia, ma nonostante sia interessante, non è scritto bene come il diario di Anne. Nel diario di Anne vivi il prima, come il frammento che ho riportato, e il durante la clandestinità, e questo è estremamente d’impatto e una testimonianza senza precedenti. Ok, ci sono altri documenti altrettanto interessanti, ma Anne non li mette in ombra. Più che altro li rappresenta.

      1. Non so, magari sconto anche idiosincrasie personali, ma l’ho sempre considerato più un documento privato di una persona, che parla molto più di se che del contesto (quindi anche un’intrusione nella sua privacy, se vuoi), che non un documento davvero storico. Vero è che dell’Olocausto visto dai bambini non abbiamo molto documenti.

        1. Voglio farti notare che alla fine del commento ti sei risposto da solo ^-^
          Poi ora il suo diario è un documento storico, non più considerabile privato. E poi lei voleva a ogni modo pubblicare il diario dopo la guerra.

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