Marrowbone

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo siamo tornati a parlare nuovamente di horror e l’abbiamo fatto introducendo un regista che ha cambiato il cinema con le sue opere, William Friedkin, e il film in questione era L’albero del male. La storia parla di una giovane coppia che, dopo essersi trasferiti, iniziano a costruirsi la propria vita e dopo alcuni mesi hanno un bambino. Visto che sono entrambi molto occupati con il lavoro, decidono di assumere una bambinaia. Si presenta loro una donna chiamata Camilla, che si dimostra molto brava e affidabile e riesce a ottenere la fiducia della coppia. Quello che però non sanno è che Camilla è un druido che ha fatto un patto con un albero malefico e il suo scopo è quello di sacrificare il neonato a quell’essere maligno. Certamente il film non è un capolavoro, certi personaggi non sono carismatici e in certi punti, specialmente nella prima parte, il montaggio è troppo veloce e i tagli troppo improvvisi, ma in altri punti sa sorprendere parecchio. Camilla riesce a colpire per carisma e si dimostra un cattivo davvero interessante e inquietante e la regia riesce a creare perfettamente delle ottime scene di tensione e anche di momenti horror violenti fatti con cura. Sicuramente non è un capolavoro, ma fa il suo dovere fino alla fine e lo consiglio con piacere.
E dopo aver parlato di un horror… continuiamo con un altro horror. Ultimamente sto cercando di recensirli il più possibile, dando così sfogo alla mia passione. In questo specifico caso ho scelto il film in questione per via di diversi nomi associati a esso, nomi a cui sono molto affezionato.
Ecco a voi Marrowbone (El secreto de Marrowbone), pellicola horror drammatica del 2017 scritta e diretta da Sergio G. Sánchez.

Trama:
Nel 1969 Rose (Nicole Harrison) si trasferisce dall’Inghilterra agli Stati Uniti insieme ai suoi quattro figli, Jack (George MacKay), Billy (Charlie Heaton), Jane (Mia Goth) e Sam (Matthew Stagg). Loro si trasferiscono in una casa isolata dalla città in modo da rimanere soli e soprattutto di ricominciare una nuova vita. Qui conoscono Allie (Anya Taylor-Joy) con cui stringono una forte amicizia e di cui Jack si innamora. Purtroppo il momento di gioia finisce quando la salute della madre peggiora. Prima di morire, Rose fa promettere a Jack di sotterrarla in giardino e di non rivelare a nessuno della sua morte, altrimenti li avrebbero separati, e di poter finalmente rivelarsi solo quando lui avrà compiuto i 21 anni. Passano dei mesi e loro sono rimasti uniti, ma qualcosa ha iniziato ad aggirarsi nella casa, qualcosa di oscuro e orrendo che li perseguita costantemente. E loro faranno di tutto per resistere ed evitare di venir separati.

Nonostante il cast inglese, il film è un’opera spagnola e negli ultimi anni la Spagna ha sempre dimostrato di cavarsela molto bene con gli horror. Nomi come quelli di Mia Goth e Anya Taylor-Joy mi avevano attirato, visto che sono delle attrici straordinarie e negli ultimi tempi hanno preso parte a pellicole stupende, ma anche il nome del regista mi aveva colpito. Sánchez infatti in passato aveva scritto le sceneggiature di due film stupendi come The Orphanage e The Impossibile e questo Marrowbone è il suo primo lungometraggio per il grande schermo (infatti anni prima aveva diretto un film per la televisione). Dopo tutte queste premesse, direi di iniziare con la recensione.

Fin da subito il film sa come catturare l’attenzione del pubblico. Vediamo questa famiglia trasferirsi in una casa sperduta nel nulla e capiamo immediatamente che stanno scappando da qualcuno o qualcosa, arrivando perfino a cambiare cognome. Quindi c’è anche questo alone di mistero che andrà avanti in tutta la prima parte e pian piano scopriremo a cosa, o meglio, a chi è legato: il padre (non vi preoccupate, non è spoiler). Da questo punto in avanti vediamo i quattro ragazzi rimanere uniti per cercare di vivere una vita piena e probabilmente questo è uno degli elementi migliori della storia: il loro rapporto.

Sono molto vicini gli uni altri altri, si vogliono sinceramente bene, il loro rapporto non sembra per nulla forzato, si comportano in maniera naturale sia quando scherzano sia quando litigano. Vederli rapportarsi non è mai una noia, si dimostrano tutti molto interessanti e ognuno di loro mostra una forte personalità. Jack è colui che porta il peso della promessa e che deve prendersi la responsabilità dei suoi fratelli, una responsabilità che lo mette costantemente sotto pressione ma che continua a portare avanti per la sua famiglia. Jane invece dimostra di essere la più paziente del gruppo e anche la più matura e saggia, dando ottimi consigli. Billy è quello più iracondo, è una brava persona che vorrebbe aiutare ma che si sente bloccato e anche in colpa per non poter far nulla. Sam è un bambino dolce e curioso, molto affezionato ai suoi fratelli ma che sente comunque la mancanza della madre. Tutti loro sono ben caratterizzati, sanno distinguersi molto e hanno tutti quanti il loro momento. Sotto questo punto di vista la sceneggiatura funziona perfettamente e anche la storia sarà molto più interessante di quanto si pensi. Su quest’ultimo punto però non posso dire niente perché rischio di fare spoiler. Quindi passiamo all’argomento successivo.

La regia di Sánchez è molto quadrata e riesce a creare delle belle inquadrature così come a costruire una bella atmosfera. Il film è ambientato per buona parte nella casa, ma verranno ripresi anche altri luoghi e in questo caso il regista riesce a fare delle bellissime inquadrature dei paesaggi naturali. Anche dentro la casa sa gestire bene i vari momenti, passando da scene allegre e felici ad altre di tensione e paura, soprattutto quando saranno presenti gli specchi in cui Sam crede di vedere un fantasma. Non ci saranno particolari jumpscares, la tensione verrà costruita attraverso le attese e attraverso momenti interessanti, come quando Sam entra nella camera della madre. Quindi si baserà più sulle atmosfere.

Quello in cui si concentra di più la storia è la parte drammatica. Seguiamo le vicende di questi ragazzi che si vogliono bene ma che non riescono ad andare avanti per via del loro passato, un passato che rimane attaccato a loro e che non vuole mollarli. La figura del padre aleggia su di loro ogni volta che l’argomento tornerà in superficie, cercheranno subito di evitarlo, soprattutto Jack. Questo concetto è reso molto bene nella storia e sarà il motivo principale che impedirà loro di raggiungere la felicità e che li farà soffrire. Penso sia necessario fermarsi qua con la recensione. Ci sarebbe altro da dire, specialmente sulla seconda parte, ma potrebbero venir fuori enormi spoiler e voglio assolutamente evitare ciò.

Per concludere, Marrowbone è una pellicola davvero bella e sorprendente in diversi punti. La storia di una famiglia che cerca di rimanere unita nonostante il loro tremendo passato, una storia di fantasmi che vengono dal passato e che continuano a essere presenti nonostante tutto. Un horror vero e proprio, ma anche un film davvero triste e drammatico che consiglio caldamente.

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

17 pensieri riguardo “Marrowbone

      1. Lo sto vedendo ora per la terza volta. Incredibilmente bello, molto ben interpretato(MacKay su tutti) e pieno di atmosfera. Assolutamente non banale ne’prevedibile, pur partendo da una situazione non nuova.

        1. Intendi George McKay, vero? Si sta dimostrando davvero un bravo attore ed effettivamente è riuscito a sorprendere in diverse opere. 1917 è impressionante a livello tecnico e Pride è stata una bella storia che parlava della tematica dei diritti degli omosessuali molto bene.

    1. Sì, ho visto M3gan al cinema. Ammetto che è stata una piacevole sorpresa. Ero partito con basse aspettative o con l’idea di trovarmi davanti a un trash e invece mi sono ritrovato davanti a un’opera scritta bene che voleva effettivamente parlare di qualcosa di concreto. Ovviamente è un’opera derivativa, si ispira a La Bambola Assassina ma in parte anche Terminator e altre opere anni ’80, eppure riesce ad avere una propria identità, a parlare in maniera approfondita dei personaggi e delle loro relazione, a presentare un villain carismatico, a unire bene elementi horror con quelli comici e soprattutto a parlare dall’inizio alla fine della tematica inerenti l’intelligenza artificiale e l’importanza del contatto umano nella relazione. Ammetto, ormai mi sono affezionato a quel film.

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