Ultima notte a Soho

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo siamo tornati a parlare di un film uscito da poco in sala, un film che a mio avviso merita di essere visto ossia Black Phone. La storia parla di Finney, un ragazzino che un giorno viene rapito da un uomo che si fa chiamare Il Rapace. Quando si risveglia si ritrova in una stanza con solo un letto e un vecchio telefono nero con i cavi staccati. Non ha idea di che cosa Il Rapace voglia fargli, ma è qui che lui riceve un aiuto inatteso: i fantasmi dei ragazzi uccisi dal Rapace cercheranno di aiutare il protagonista a scappare. Un horror fatto veramente bene, un ritorno di fuoco per il regista che ci aveva regalato quel bellissimo film di Sinister. Trovo intelligente il fatto che l’opera di prenda il suo tempo per farci conoscere molto bene i personaggi, la situazione in cui vivono, l’ambiente in cui si trovano, facendoci respirare un’aria di tensione fin dal principio. L’opera ha un ottimo ritmo e una regia molto curata, capace di creare scene che rimangono impresse nello spettatore. Un film tecnicamente ottimo, con dei giovani attori veramente in gamba e un villain che sa catturare il pubblico per il suo design e la sua caratterizzazione. Da non perdere!
E torniamo ancora una volta a parlare di settima arte e in questo caso lo facciamo con una pellicola abbastanza recente. Il 2021 è stato un anno in cui le persone hanno ricominciato a tronare in sala, più o meno. Certamente ci sono state pellicole che hanno guadagnato parecchio, però la maggior parte di queste sono opere dalla dubbia qualità filmica e molti altri blockbuster interessanti non sono riusciti ad avere un tale successo. Inoltre, a pagare il prezzo più alto sono stati molti film dal budget medio e medio-basso. Quell’anno purtroppo tante opere valide hanno floppato, come ad esempio il già citato The Last Duel di Ridley Scott. Quindi cerchiamo di dare onore e far conoscere opere che meritavano molto di più.
Ecco a voi Ultima notte a Soho (Last Night in Soho), pellicola thriller sovrannaturale del 2021, scritta da Edgar Wright e Krysty Wilson-Cairns e diretta da Edgar Wright.

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Trama:
Eloise “Ellie” Turner (Thomasin McKenzie) è una ragazza che ama la moda e la musica degli anni ’60 e sogna di diventare una stilista. Anche sua madre era una stilista che però si è suicidata quando Ellie era piccola e quindi la ragazza è stata cresciuta da sua nonna. Di tanto in tanto però lei riesce a vedere il fantasma della madre negli specchi. Finalmente Ellie riesce a ottenere una borsa di studio per entrare al London College of Fashion e dalla Cornovaglia si trasferisce a Londra. Purtroppo non riesce a integrarsi bene anche per colpa della sua compagna di stanza, Jocasta (Synnøve Karlsen). Decide così di trasferirsi in un monolocale che appartiene a Mrs. Collins (Diana Rigg). La prima notte succede qualcosa di inaspettato: Ellie fa un sogno vivido in cui si trova negli anni ’60 al Cafè de Paris nei panni di Sandie (Anya Taylor-Joy), una giovane donna che vuole diventare una cantante in quel night club e inizia una relazione con il manager del luogo, Jack (Matt Smith). Ellie fa più volte questi sogni in cui vede Sandie e scopre che quei sogni hanno delle ripercussioni su di lei e con il passare del tempo vede che la ragazza non sta vivendo la vita che desiderava e viene sfruttata sia da Jack che da altri membri del locale. Come se non bastasse gli spirti degli uomini che nel passato perseguitavano Sandie adesso se la stanno prendendo con Ellie. Lei dovrà scoprire cos’è successo a Sandie e porre fine a una storia che dura da troppi anni.

Questa è un’ottima occasione per me per introdurre sul blog un regista che ho sempre apprezzato e che nella sua carriera ci ha regalato delle pellicole fondamentali: Edgar Wright. Sicuramente molti conosceranno questo artista per la Trilogia del Cornetto, composta da L’alba dei morti dementi (questo titolo italiano mi fa soffrire molto), Hot Fuzz e La fine del mondo. Onestamente credevo che questa pellicola potesse guadagnare un po’ di più, visto il successo che Edgar Wright ebbe con l’ottimo Baby Driver. Almeno sono contento di poter parlare di lui e con questa pellicola tra le altre cose.

Erano da anni che Wright aveva in mente di fare questa pellicola, una storia che ci catapulta nella Londra degli anni ’60, nella Swinging London, una vera e propria rivoluzione culturale in cui c’era un certo ottimismo nella visione generale. Certamente un periodo interessante che Wright affronta in maniera molto intelligente. Prima di tutto nella prima parte della pellicola il regista ci introduce alla protagonista e alla situazione che vive. Lei è stata cresciuta dalla nonna e ha un amore puro e sincero per gli anni ’60. Inoltre, fin dall’inizio, vediamo che lei hai dei poteri, in quanto vede il fantasma della madre negli specchi. Vediamo anche come si trovi a disagio nell’ambiente in cui va a studiare, tutto ciò è dovuto al luogo da cui proviene e per la sua passione per gli anni ’60. Una parte molto calma ma importante, gestita bene e per nulla pesante, che grazie a un ottimo ritmo riesce a farci capire la personalità di Ellie ma anche la solitudine che sta provando.

Poi si arriva ai sogni in cui lei viene catapultata negli anni ’60 e rimaniamo impressionati dal modo in cui Wright sia riuscito a ricostruire quel periodo storico con le sue atmosfere, le sue musiche e anche un tipo di fotografia legata a quella decade. Wright ci introduce a ciò con grande energia e forza, mostrandoci le bellezze e l’importanza di quel decennio. Ho trovato tutto questo molto interessante perché, in un periodo come il nostro in cui tutti fanno leva sull’effetto nostalgia e su quanto ai vecchi tempi tutto fosse migliore, Wright non cade su questo concetto, dato che ci mostra anche i lati oscuri degli anni ’60. Sandie non troverà il successo che le era stato promesso ma anzi, verrà sfruttata in tutti i modi da Jack e altri uomini, che abuseranno di lei. In breve tempo vedremo la bellezza degli anni ’60 cadere in frantumi di fronte a un realtà maschilista e terrificante del periodo, dove questi uomini cercheranno il piacere a tutti i costi, causando sofferenza a donne come Sandie.

Ed è anche qui che gradualmente la pellicola inserisce di più gli elementi sovrannaturali e ci saranno anche momenti horror, con questi fantasmi che iniziano ad apparire a Ellie e a perseguitarla in ogni dove, confondendo in questo caso passato e presente. Questi momenti riescono a inquietare soprattutto grazie al ritmo e alla messa in scena meravigliosa, dove vedremo la protagonista cadere sempre di più nella paura e nella paranoia. Senza neanche accorgercene in questo punto del film avviene un cambio della fotografia. Mentre in precedenza, nei ricordi, la fotografia era luminosa con colori caldi ed equilibrati, per poi diventare una fotografia di un gotico anni ’60, ricordandomi parecchio le pellicole di Mario Bava e Roger Corman, con il rosso e il blu che entrano in contrasto, così come avviene con colori molto forti, creando in tal modo un’atmosfera surreale e onirica. Diventa anche molto interessante perché qui inizia la parte investigativa. Senza fare spoiler, la protagonista cercherà di capire che cosa sia successo a Sandie e farà delle ricerche anche se con pochi indizi.

Il film sa essere molto originale e non annoia mai, grazie a un montaggio e un ritmo incredibile e su questo punto non posso fare a meno di dire che Wright in questo campo si è sempre dimostrato uno dei migliori. Il film è tecnicamente stupendo, ogni scena riesce a rimanere impressa nella mente dello spettatore e le musiche sono utilizzate nei momenti migliori, riuscendo a enfatizzare certi momenti chiave. Il cast è eccelso, tutti gli attori se la cavano alla grande, non c’è nessuno che risulti fuori posto e le due protagoniste, McKenzie e Taylor-Joy, dimostrano ancora una volta di essere delle attrici bravissime e preparate.

Anche la tematica centrale dell’opera è molto interessante e intelligente perché Wright, facendo un parallelismo tra anni ’60 e i giorni nostri, ci mostra una società che purtroppo non è ancora cambiata, ancora aggrappata a un mondo prettamente maschilista in cui le donne vengono messe in secondo piano e trattate come semplice oggetto di piacere. Però in tutto ciò c’è anche della speranza e lo vediamo nel personaggio di John (Michael Ajao), un ragazzo innamorato di Ellie che si dimostrerà ricco di empatia e comprensione, sicuramente uno dei personaggi più positivi di questa storia.
E quel finale.
Meglio chiudere qui o rischio di rivelare troppo.

Per concludere, Ultima notte a Soho è una pellicola straordinaria, uno dei migliori film usciti nel 2021 e anche uno dei film che ho amato di più di Edgar Wright. Un’opera in cui il regista dimostra perfettamente di conoscere il cinema anni ’60 e soprattutto di saper prendere quel tipo di cinema e renderlo suo, creando qualcosa si unico. Un’opera incredibile dal punto di vista tecnico, capace di stregare lo spettatore, di tenerlo in tensione e di incuriosirlo fino alla fine. Inoltre parla di una tematica sociale molto importante e lo fa nel modo giusto e con la giusta sensibilità.

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

42 pensieri riguardo “Ultima notte a Soho

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