Daisy vuole solo giocare

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nel precedente articolo avevamo discusso di un libro molto interessante ossia Oggetti in Terapia di Giovanna Fileccia. Una storia dove uno psichiatra trovava i suoi vecchi appunti su dei racconti che si era inventato, racconti con protagonisti degli oggetti che andavano in terapia per parlare dei propri problemi e disagi, causati quasi sempre dai loro proprietari. Una storia molto semplice ma allo stesso tempo molto intelligente, che riusciva a divertire grazie a delle situazioni particolari e comiche dei vari oggetti, ma anche allo stile narrativo della scrittrice, capace di essere sempre interessante. Tra l’altro è un libro che verso la fine avrà un’evoluzione particolare e perfino dei bei messaggi. Un libro da leggere!
In questo nuovo articolo, dopo la nostra breve intrusione nel mondo della letteratura, torniamo a discutere nuovamente della settima arte, come da tradizione. Questo mi porta alla seguente domanda: da quanto tempo è che non recensisco un film horror?
L’ultima volta è stato con Body Bags, un’antologia horror per la televisione molto divertente e interessante. Quindi sì, è passato un bel po’ di tempo e mi sembra giusto tornare a discutere di uno dei miei generi preferiti in assoluto. Come al solito la scelta è molto ampia e alla fine ho deciso di puntare a qualcosa che nell’ultimo periodo mi affascina da impazzire: il folclore. Ormai è da tempo che cerco sempre opere che affrontino questa tematica o che comunque parlino di una storia legata a una di queste leggende. Un giorno dovrò fare qualcosa di simile per molte opere italiane, perché il nostro folclore è molto ricco e in certi film se ne è parlato molto (tipo in alcune opere di Pupi Avati per fare un esempio). In questo articolo però non ci concentriamo sull’Italia bensì sull’Irlanda.
Ecco a voi Daisy vuole solo giocare (The Daisy Chain), pellicola horror/thriller del 2008 scritta da Lauren Mackenzie e diretta da Aisling Walsh.

Trama:
Una coppia inglese, Martha (Samantha Morton) e Tomas Conroy (Steven Mackintosh), si è appena trasferita in un piccolo paesino dell’Irlanda sulle rive del mare. Un cambiamento molto grande e particolare dovuto a un evento tragico: la morte della loro bambina neonata, deceduta per via della sindrome della morte improvvisa infantile. Questo evento ha distrutto entrambi, soprattutto Martha, e per questo motivo, ora che lei è di nuovo incinta, hanno deciso di trasferirsi in questo posto, per stare in un luogo tranquillo e sereno e rimettere insieme i pezzi. Fin da subito notano una bambina strana, Daisy Gahan (Mhairi Anderson), una ragazzina autistica che va in giro tutta sporca e viene mal vista da tutti e più volte il loro vicino di casa, Sean Cyran (David Bradley), li avverte di stare attenti. Quando i coniugi Gahan perdono il loro figlio piccolo, loro cercano di dare fuoco a Daisy perché la considerano responsabile, ma finiscono per rimanere uccisi loro. Martha non riesce a capire il perché di questo odio verso la bambina, fino a quando non scopre che gli abitanti la considerano una changeling, una fata che si è scambiata di posto con la bambina quando nacque. Martha non crede a tutto ciò e si affeziona molto alla bambina. Inoltre Daisy non vuole assolutamente stare con qualcun altro e solo la presenza di Martha sembra darle tranquillità. Tomas non è per niente contento della presenza di quella bambina e inoltre sembra che succeda sempre qualcosa di brutto a tutti coloro che entrano in contatto con lei, anche se non ci sono delle prove. Quale sarà la verità?

Mi sembra giusto iniziare parlando in maniera approfondita di queste changeling. Questi esseri fanno parte del folclore europeo specialmente del Nord Europa. Queste creature sono simili alle fate e tendono a rapire i neonati degli umani e a scambiarli con i propri perché trovano i primi belli e sani. Infatti i figli dei changeling sono deformi e hanno comportamenti completamente diversi dalle persone comuni. Anche in Italia esiste una sorta di changeling, chiamato però Servan, che si trova nelle regioni a nord-ovest. Ma a cosa serviva questa leggenda?
Studiando le informazioni e le descrizioni riguardanti questi bambini, si è capito che i changeling servivano per spiegare perché alcuni bambini fossero nati con disabilità, ma si è anche visto che era una modo per spiegare l’autismo. A quei tempi non era una cosa strana usare questo tipo di storie e leggende per dare una spiegazione a qualcosa che non si capiva. Noi umani siamo sempre stati tremendi con il diverso e lo stesso vale ai giorni nostri.

the-daisy-chain

Il motivo per cui ho scelto questo film è proprio perché ero rimasto affascinato da queste leggende e il film lo aveva reso l’argomento principale di tutta la storia.
Nonostante il luogo sembri pacifico e tranquillo, fin da subito notiamo qualcosa di molto strano e non mi riferisco a Daisy ma al paesino stesso e ai suoi abitanti. Infatti, nonostante la storia sia ambientata nel 2008, in questo paesino sono ancora molto radicate queste leggende su tali creature e in molti ci credono. Per questo si crea nei confronti di Daisy una sorta di odio, ma specialmente una paura antica e mistica che allontana tutti da lei e dalla famiglia Conroy. Questo comportamento per Martha è assurdo e crudele.

Però il film decide di prendere una direzione molto interessante: mettere in dubbio lo spettatore sulla vera natura di Daisy. Nonostante Martha abbia completamente fiducia nella bambina, noi la vediamo in più occasioni fare delle azioni strane ma soprattutto lei sarà sempre presente quando accadrà un misterioso incidente. Lei sarà sempre lì e la sua presenza sul luogo farà sorgere parecchi dubbi allo spettatore. Ma anche qui arriva un’idea interessante: non si vede mai Diasy compiere il fatto. Lei sarà presente, ma non verrà mai mostrato il momento in cui compie il gesto, se lo compie.  In certe occasioni, quando farà delle azioni che verranno considerate inquietanti o cattive dagli adulti, in realtà saranno delle situazioni difficili da inquadrare. Un esempio è quando Daisy prende in braccio un neonato in ospedale. La madre del bambino ovviamente reagisce molto male e va nel panico ma non vediamo alcuna intenzione cattiva da parte della bambina perché non possiamo capire quali fossero le sue intenzioni, se volesse fare del male al neonato o se volesse solo tenerlo in braccio.

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Un’altra caratteristica interessante riguarda Martha, l’unica persona che starà dalla parte della bambina fino alla fine, le crederà sempre e farà molto per lei, facendole tornare il sorriso. Il comportamento nei confronto di Daisy è effettivamente strano, sarà completamente presa dalla bambina e le possibilità sono due: o la madre è stata stregata da Diasy oppure è così attaccata alla bambina per via del trauma legato alla morte della sua neonata. Il film non offrirà mai delle risposte chiave, starà allo spettatore fare le proprie supposizioni a riguardo.

Altri punti di forza del film sono sicuramente le ambientazioni e l’atmosfera. I luoghi scelti per la storia sono veramente belli e le coste dell’Irlanda sono bellissime mentre il resto delle ambientazioni riescono a dare la sensazione di trovarsi in un posto lontano dal resto del mondo. Anche l’atmosfera è ottima, con questo tempo costantemente nuvoloso e grigio che però lascia comunque passare alcuni spiragli di luce.
Purtroppo il film ha anche dei problemi. Sicuramente riesce a interessare e incuriosire lo spettatore per quasi tutta la storia, ma non riesce sempre a spaventare o tenere in tensione. Nonostante le atmosfere e i dubbi su Daisy, sono poche le scene che riescono a portare un brivido al pubblico. Inoltre avrei voluto un approfondimento maggiore di alcuni personaggi secondari, come il vecchio Sean oppure l’ex-ragazza di Tomas, che apre una sotto-trama che si chiude un po’ troppo in fretta. Ci sarebbe stato tempo per approfondire molte cose.

the-daisy-chain-Mhairi-Anderson
Per concludere, Daisy vuole solo giocare è un thriller-horror molto interessante, con delle ottime atmosfere e un’idea di base affascinante che viene sfruttata bene, ma che poteva dare ancora di più. Il film è piacevole, non lascia risposte sicure e sa come intrattenere, ma sono sicuro che poteva essere fatto di gran lunga meglio. Nonostante ciò è davvero un ottimo film e lo riguarderei più che volentieri.

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

11 pensieri riguardo “Daisy vuole solo giocare

    1. La questione è cercare di capire se la bambina sia autistica oppure se è una fata. Le leggende dedicate alle fate erano utilizzate per dare una spiegazione all’autismo oppure a strane deformazioni. E in questo villaggio sono rimasti con quei preconcetti antichi.

  1. Ho letto l’articolo con molto piacere. Davvero interessante. Peccato il genere mi spaventi a morte. Se vedo un film horror non chiudo occhio per una settimana 😱. Però le storie legate al folclore mi piacciono e l’Irlanda ne ha molte. La morte e il mistero infatti popolano anche le ballate celtiche. Mi piacerebbe guardare questo film per vedere le bellezze delle coste irlandesi, ma credo che mi mancherà il coraggio. Ancora mi tormenta il ricordo del leggendario Scazzamauriello irpino che ha raccapricciato le mie notti di bambina! 😱 So che non attiene al genere, ma ieri sera ho visto un film bellissimo, tutto girato nei toni dei grigi, ma intenso e tagliente, che molto fa riflettere sulle miserie umane e il senso della vita. Il titolo è “Sulla infinitezza” dello svedese Andersson. Ciao, a presto. 🌙

    1. Nessun problema! Sono consapevole che l’horror non è un genere per tutti quanti. Personalmente è uno dei miei preferiti in quanto capace di parlare in maniera più diretta e intelligente di certi argomenti delicati (guarda per esempio Babadook o It Follows o, se vogliamo fare un passo indietro nel tempo, alle pellicole di George Romero). Comunque conosco il film da te citato, però ancora non l’ho visto. Un’altra opera da mettere nella lista delle cose da guardare. Grazie mille!

  2. Non guardo volentieri né i noiosi film sentimentali, né quelli horror. Vero è che molti cult appartengono ai suddetti filoni. Dunque, quando affermo che non amo gli horror movie, forse sono riduttiva. Infatti il genere comprende capolavori assoluti che, secondo me, non dovrebbero essere etichettati affatto. Parlo del celeberrimo e tremendo Freaks del 1932, Il Fantasma dell’Opera, Il Gobbo di Notre Dame, il più recente Edward, Mani di forbice, Il Corvo, ecc., che in realtà parlano della diversità che spaventa. “Miriam si sveglia a mezzanotte” (The Hunger, romanzo di Whitley Strieber ), un film del 1983 di Tony Scott con Catherine Deneuve, David Bowie e Susan Sarandon è fantastico. E adoro anche “Intervista col vampiro” (romanzo di Anne Rice) del 1994 di Neil Jordan, con Tom Cruise, Brad Pitt, Antonio Banderas e Kristen Dunst. E ancora i vari remake di Dracula. Tutti film che mi appassionano, senza turbarmi al punto da non chiudere occhio. Lo stesso dicasi per il romanzo, poi divenuto film, “Il giro di vite” di Henry James, che ha sconvolto generazioni di lettori, ma non me. Gli zombie di Romero mi suscitano una grande com-passione, segno che mi immedesimo in loro. Probabilmente perché mi è chiaro il concetto che siamo tutti dei morti viventi nella società dei consumi e dell’omologazione di massa. Com’è evidente che siamo vampiri d’amore ed intime emo-zioni (i moti del sangue). Purtroppo di alcuni film non riesco a guardare neppure il trailer. Uno per tutti “L’Esorcista”, e simili. Mi sconvolgono perché toccano l’ingovernabilità del male, che è anche dentro di noi. L’impotenza mi fa orrore. Ognuno ha i propri mostri o Babadook chiusi in cantina, dicasi subconscio.
    Random e fuori tema, mi viene in mente un altro film terribilmente bello e attuale, poco noto in Italia, “The East” del 2013, la tematica ambientalista. E aspetto Dune di Villeneuve da due anni. Uscirà in dicembre! Avvisami quando pubblichi una nuova recensione. Sono appassionata di film e storia del cinema. Ho visto e apprezzo alcuni dei film che hai già recensito. Buon pomeriggio. 🌝

    1. Tutte pellicole meravigliose e con una grande qualità, pellicole che hanno fatto la storia e sono riuscito con una certa sensibilità e intelligenza a parlare e mostrare certe tematiche veramente importanti. Dune di Villeneuve è stato stupendo! Una degna trasposizione del romanzo!

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