The Conjuring – Il caso Enfield

Ogni volta che penso a The Conjuring mi viene un po’ di nostalgia. E’ stata una delle mie primissime recensioni e in un certo senso ci sono ancoa legato nonostante adesso vorrei solo farla sparire dalla faccia della Terra. Diciamo che per il me di oggi è stato un lavoro mediocre e superficiale dettato anche dall’inesperienza che avevo e dalla mia conoscenza limitata del cinema.  Devo dire che in quasi 6 anni sono cambiate parecchie cose. Se qualche pazzo è curioso di leggere quell’articolo scritto allora da un ragazzino appena diciasettenne ecco a voi il link: QUI

Dopo tantissimo tempo torno a parlare di un film di The Conjuring e lo faccioa con il suo seguito, The Conjuring – Il caso Enfield, film horror del 2016 diretto da James Wan 

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Trama:
Nel 1976 Ed e Loraine Warren stanno indagando sui misteriosi casi accaduti ad Amityville qualche anno prima. Durante una seduta però Loraine incontra un’entità oscura nei panni di una suora e subito dopo ha una visione terrificante. Dopo questo avvenimento lei deciderà di non accettare più nessun caso per non “avvicinarsi così tanto all’inferno”.
L’anno successivo però una famiglia inglese, gli Hodgson, sono vittime di una presenza malvaggia che ha preso di mira Janet, la secondogenita.
Il caso pian piano diventerà molto famoso e i Warren saranno costretti a recarsi a Enfield per indagare su di esso e scoprire se è reale o una bufala.

Il primo film di Wan era riuscito nell’intento di creare un’ottima tensione e anche una stupenda atmosfera utilizzando poche volte i jumpscares.
Oltre ciò i motivi per cui il film precedente ha convinto parecchio sono i rapporti tra i vari personaggi che non vengono messi in secondo piano (come succede a volte in horror di questo tipo) e riesce a farteli sentire vivi in quanto sono persone normali che devono vedersela con un evento e un’entità orribile.
Stessa cosa succede in questa pellicola. Gli Hodgson sono una normale famiglia con i loro problemi: la moglie è divorziata e fatica parecchio per andare avanti mentre i suoi figli sono dei normali ragazzini che affrontano la vita di tutti i giorni. Niente fuori dal comune ma comunque Wan ci fa sentire come costoro siano legati gli uni agli altri e che, nonostante i vari problemi, si vogliano bene e si sostengano. Oltre loro anche gli altri personaggi avrano il loro spazio e la loro personalizzazione come i loro vicini di casa o le varie persone che indagheranno insieme ai Warren al caso. Tra questi ci sono una scettica e un credente. La prima ovviamente non crede a tutto quello che succede e pensa che sia tutto una montatura per riuscire ad attirare un po’ di attenzione mediatica e ottenere un po’ di soldi, visto che la famiglia ha molti economici. L’altro invece ci crede e vuole trovare anche le prove per motivi molto personali che spiegherà in una scena molto dolce verso la fine del film.
Tutti quanti avranno il loro spazio e sarà molto bello vedere come dopo momenti di terrore e paura, si riesca ad avere dei momenti umani e dolci, come Ed che suona una canzone di Elvis agli Hodgons. Sono queste scene, questi moenti che riescono anche a farti entrare molto di più nel film e a farti sentire reale tutto ciò che vedi.

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Una cosa fondamentale però è cambiata in questa pellicola: i jumpscares. Mentre nel primo capitolo era l’atmosfera a farla da padrona e i jumpscares erano molto pochi, qui invece ce ne sono molti di più. Questo però non è un difetto del film perché Wan li utilizza in maniera molto intelligente e senza metterli fuori contesto. Riesce a creare una tensione che pian piano sale sempre di più e a un certo punto la rompe con scene di vita quotidiana oppure con dialoghi con altri personaggi per poi esplodere quanto meno te l’aspetti. E Wan non si limita a creare scene semplici o dal salto sulla sedia facile ma crea situazioni molto interessanti. Una delle scene più interessanti, riuscite e spaventose della pellicola hanno come protagonisti Lorraine, la suora demoniaca e il suo quadro. Nel primo capitolo avevamo il battimano, un gioco che probabilmente nessuno farà mai più dopo quel film, mentre qui abbiamo questo momento che rimarrà impresso a chiunque lo veda.

Probabilmente a qualcuno questo modus operandi non piacerà ma personalmente preferisco che Wan continui a tentare sempre approci nuovi con i suoi film evitando in tal modo di copiarsi e ripetere le stesse cose. E poi il tutto funziona perfettamente anche grazie alla sua regia.  Il regista riesce a fare una messa in scena e scelte registiche azzeccate e veramente mature. Questa maturità la si era notata nel primo film soprattutto quando vediamo il piano sequenza all’interno della casa Perron per poi uscire fino all’albero dove si era impiccata la strega. Qui abbiamo vari momenti di qualità e il primo fra tutti è proprio all’inizio quando Ed e Lorraine stanno indagando su cosa successe ad Amityville. Lorraine qui rivive i momenti di follia in cui Ronald DeFeo Jr. sterminò la sua famiglia e lo fa copiando perfettamente le sue mosse e i suoi movimenti. E così anche con un montaggio alternato vediamo Ronald uccidere i suoi familiari e Lorraine copiare tutte le sue mosse.
Ci sono molte scene fatte veramente bene e un’altra riguarda il dialogo che ha Ed con lo spirito che si presume stia possedendo Janet; qui Ed è voltato di spalle e vediamo dietro di lui la ragazzina sfocata che quando inizia a cambiare voce diventa sempre più grande fino ad assumere la forma dello spirito.
Inoltre ci saranno anche piani sequenza e inquadrature dall’alto che dimostreranno come Wan sia ormai un ottimo regista (e spero torni tanto a dirigere qualche altro horror).

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Tra le cose più interessanti del film ci sono sicuramente le entità che infestano la vita degli Hodgons. La suora è quella che rimane impresso a tutti, con quello sguardo penetrante che riesce a metterti inquietudine e ilfatto che prenda le sembianze di una suora per essere blasfema. Ma ci sono altri esseri qui presenti che mi hanno molto sorpresso e uno di questi è The Crooked Man. Il suo design è favoloso e una cosa che mi ha sorpreso è che, contrariamente a quanto pensano alcuni, non è stato creato in CGI. Come poi ha fatto sapere James Wan “L’uomo storto” è stato filmato in slow motion, con Javier Botet nei panni del mostro, che camminava all’indietro e in seguito hanno accellerato e invertito il tutto. Un lavoro bello faticoso che però hanno reso effettivamente innaturali i movimenti della creatura.

 

Alla fine The Conjuring – Il caso Enfield si dimostra un ottimo horror che riesce a spaventare e a intrattenere. Non è un capolavoro e soprattutto non è ai livelli del primo capitolo, ma è un film che riesce nel suo intento, che è girato molto bene e che riesce a regalare delle belle emozioni.

Spero che la recensione vi sia piaciuta. Alla prossima!

 [The Butcher]

8 pensieri riguardo “The Conjuring – Il caso Enfield

  1. Non amo molto il genere. Tuttavia, il tema mi interessa. Quanto però ho visto non mi ha fatto scattare la passione per il genere. Trovo che che quei pochi film orientali che ho potutto vedere, abbiano una lettura più disturbante della produzione occidentale, che – magari sbaglio per la mia citata conoscenza superficiale – è andata replicando certi cliché che avevano funzionato. In particolare, la fine è “telefonata”: quando sembra tutto finito, anche fosse l’utlimo fotogramma, ti fanno capire che il bene non ha prevalso del tutto.
    In ogni caso, se deciderò di riprovarci lo farò con il primo The Conjuring, vedi se poi mi tocca dormire con la luce accesa ;)

    1. In generale l’horror orientale è un tipo di horror che si basa sul coinvolgimento psicologico dei protagonisti. In occidente in questo momento si pensa più allo spavento in se ma ci sono stati altri film che invece hanno un po’ seguito in un certo senso la linea di pensiero dell’Oriente guarda tipo Babadook, It Follows, Hereditary ecc… Comunque horror come The Conjuring sono davvero ben fatti e riescono a centrare il loro obiettivo. Ovviamente non sono capolavori ma sono sicuramente film realizzati con una certa cura, con dei momenti gestiti molto bene e dei personaggi ben caratterizzati.
      Spero vivamente che questi film possano piacerti perché sono riusciti a divertirmi e anche perché fanno parte di quella rinascita che il genere horror ha avuto in questi ultimi anni.

    1. Anche a me piace molto. Un po’ (parecchio) meno tutti quei spin off che hanno fatto su questa saga. Tranne Annabelle 2. Non è un film incredibile ma almeno ha una regia e qualche buona idea.

  2. Eccoci di nuovo nel tempo presente, a parlare assieme di questa saga horror molto (troppo) mainstream, certamente lontana anni luce da quel tipo di horror di alto profilo cinematografico che ultimamente ha visto illuminare questo genere da entrambi amato con una serie di pellicole straordinarie, di cui abbiamo anche parlato assieme (da Martyrs di Pascal Laugier a Sauna di Antti-Jussi Annila, da Thanatomorphose di Eric Falardeau, da Goodnight Mommy di Veronika Franz e Severin Fiala, a The Babadook di Jennifer Kent, da It follows di David Robert Mitchell, a The Invitation di Karyn Kusama, da da Babadook a It Follows, da Witch di Robert Eggers a Get Out di Jordan Peele, da Ghostland ad Hereditary di Ari Aster, fino ad Us)…

    Chi a differenza tua non lo conosce affatto o chi lo conosce in modo superficiale non sa quanto l’horror sia un genere cinematografico ed anche letterario che da sempre ha oscillato tra produzioni adatte ad un pubblico televisivo generalista (che non vuole né pensare né sorprendersi troppo) e capolavori che da decenni hanno invece raccontato in maniera metaforica tanto altro oltre la semplice paura (sofferenze sociali e psicologiche, elaborazione dei lutti familiari, visioni filosofiche e metafisiche del fine vita, etc.), ibridando il mondo dell’intrattenimento, a partire dai tempi di Ingmar Bergman, passando per John Carpenter, Wes Craven e Sam Raimi.

    Questa saga popolare di film prodotti da Wan ha comunque il fascino indubbio di aver creato un piccolo universo narrativo, nel quale si muovono, oltre i due The Conjuring di Wan (ed un terzo previsto per il prossimo anno) anche i due film da Luna Park Annabelle ed Annabelle: Creation, il pessimo The Nun e il modesto The Curse of La Llorona (mantengo una debolissimo speranza per l’imminente The Crooked Man in parte scxeneggiato dallo stesso Wan), ma va detto che il mio generale disprezzo per questo tipo di soggetti risiede in una mia personalissima idiosincrasia nei confronti di film che sfruttano in maniera semplicistica esorcismi e possessioni demoniache troppo clichettare (quindi, ovviamente, con piccole ma luminose eccezioni), mentre ho una predilezione per l’horro legato alla violenza, fisica o psicologica, sui corpi o sulla memoria.

    Gli sceneggiatori delle pellicole di questo universo Conjuring hanno pescato a piene mani nella risciacquatura dei piatti sporchi di case possedute, bambole indemoniate, suore assassine in un modo persino più banale da quello già narrato nelle avventure dei cacciatori di fantasmi Ed e Lorraine Warren e del loro libro da cui tutto è partito ovvero Ghost Hunters

    Tu, amico mio, hai fatto benissimo a recensire gli unici due film diretti da Wan, perché le altre produzioni, in particolare The Nun e The Curse of La Llorona mettono meno paura di una puntata qualsiasi dei fratelli Winchester, le trame della cui fiction hanno infinitamente più spessore, per altro: ti sei calato nel torbido ed hai recensito i due film in maniera puntuale, evidenziandone i pregi e difetti, specie dal punto di vista tecnico ed in più lo hai fatto con l’abituale simpatia che ti contraddistingue, evitando ancora una volta la spocchia di chi come me si limita a pontificare.

    1. Hai ragione a dire che questo tipo di film tende a raccontare argomenti come esorcismo e simili in maniera superficiale, ma dopo anni che hanno trasmesso nella sale film horror sull’esorcismo in maniera a dir poco imbarazzante, i due film di Wan sono quasi un respiro di sollievo. Wan con queste pellicole vuole creare lavori principalmente d’intrattenimento e fare spaventare il pubblico con le sue trovate, non vuole parlare di argomenti più pesanti e interessanti e non ne ha mai avuto la pretesa. Ovviamente questi due capitoli sbiancano se li mettiamo a confronto con It Follows, Hereditary, Babadook, Us (quanto cavolo è bello!) e le altre perle che hai citato. Ma comunque si dimostrano delle belle pellicole dirette anche con una certa cura.
      Grazie ancora per questa interessante discussione!

      1. Il piacere è tutto mio! Non sono mica tanti quelli con cui si riesca a parlare di horror senza sentirsi dire che non hanno praticamente visto nulla di davvero essenziale… Quando parlo con te posso sempre spaziare dai classici alla modernità…
        Tra l’altro i film che ho citato, malgrado le enormi differenze stilistiche, sono praticamente tutti legati in ordine cronologico dalla medesima assenza di paraculaggine nei confronti dello spettatore, nella riduzione al minimo del Jump scaring, nel dare pochissime spiegazioni di carattere logico e dalla medesima abolizione dell’happy end salvifico finale…

        Wan ha fatto due film onesti perché come tu dici non ha mai avuto pretese diverse da creare un bello spavento nello spettatore, raccontando una storia molto semplice per chiunque (tra l’altro nei due Conjuring vengono presentati tutti i characters dei vari spin off).

        1. Parlando degli spin-off spero veramente che quello su The Crooked Man venga fatto con un minimo di cura. Annabelle e The Nun sono film mediocri mentre Annabelle 2 lo considero quasi un mezzo miracolo visto quello che era il suo predecessore. Non è un film eccellente, ma almeno qualche bella scena riesce a farla.

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