Ready Player One

In realtà avevo preparato un altro articolo da pubblicare questa settimana, ma ho deciso di rimandare dopo aver visto questo film. Era una di quelle pellicole che attendevo da quando è stato annunciato, sia perché l’idea di base era molto interessante e anche ambiziosa, sia perché dietro alla camera da presa troviamo uno dei registi più bravi che sia mai esistito.
Ready Player One è un film di fantascienza tratto dall’omonimo romanzo di Ernest Cline e diretto da Steven Spielberg.

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Trama:
Siamo nel 2045, davanti a una Terra che è stata messa in ginocchio da vari problemi, come inquinamento e carestia, e che non riesce (e non vuole) più rialzarsi. Per sfuggire a questo mondo senza più futuro, le persone si sono rifugiate in OASIS, un mondo virtuale dove si può sia lavorare sia divertirsi ma, soprattutto, si può essere quello che si vuole.
In questo mondo molte persone tentano di battere “Il Gioco di Anorak”, delle sfide ideate da James Halliday, il creatore del gioco, morto da poco. Se il giocatore riesce a vincere tutte e tre le sfide e a ottenere le chiavi, potrà avere il controllo su OASIS e l’enorme eredità di Halliday.
Wade Watts, un giovane di Columbus e grande fan di Halliday, è uno dei giocatori che tenta di superare le sfide. Anche la multinazionale IOI vuole quelle chiavi per arricchirsi sempre di più e farà di tutto per ottenere quello che vuole.

Voglio fare due piccole premesse prima di cominciare;
Primo: non ho letto il libro. Volevo comprarlo e leggerlo ma con i vari impegni e i vari libri che stavo leggendo (Dune mi ha imprigionato) non ne ho avuto modo. Quindi non farò alcun confronto con il libro, nonostante in molti (tra cui il buon kasabake) mi abbiano detto che le cose che sono state cambiate, sono state fatte in modo intelligente (d’altronde Ernest Clive era il co-sceneggiatore).
Secondo: voglio capire perché molte persone negli ultimi tempi considerano Spielberg un regista sopravvalutato. Ha fatto dei passi falsi, è vero ma in quei film (come può essere Il quarto capitolo di Indiana Jones o lavori come Always – Per sempre) il difetto principale era legato alla narrazione. Però anche in quei film l’unica cosa che non si può criticare a Spielberg è la regia, perché in tutti i suoi film è sempre curata. Probabilmente è impossibile per lui sbagliare in quel campo. E la stessa cosa vale per Ready Player One.

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Inizialmente per dirigere la pellicola erano stati chiamati registi come Christoper Nolan, Robert Zemeckis, Peter Jackson, Matthew Vaughn ed Edgar Wright, ma alla fine si è deciso per Steven Spielberg e posso dire che è stata una scelta grandiosa.
Cercare di creare un’intero mondo virtuale pieno zeppo di icone pop degli anni passati e di quelle d’oggi è un’impresa difficile e folle ma Spielberg ci è riuscito in pieno.
Rimaniamo a bocca aperta quando Wade accede a OASIS, venendo subito catapultati in molti mondi costruiti benissimo e incontriamo avatar con le sembianze di vari personaggi di giochi, film, cartoni, ecc…
Oltre a rappresentare bene questo intero universo, riesce anche a gestire le scene d’azione. E qui prendo la gara automobilistica che c’è all’inizio. In quella parte è riuscito a gestire in maniera fantastica un’intera sequenza frenetica e adrenlinica in cui varie auto devono superare percorsi folli e con ostacoli di mondi che conosciamo bene. Riuscire a gestire così tante cose senza mai perdersi è qualcosa di veramente complesso ed è soprattutto difficile gestire le varie citazioni che popolano OASIS senza trascurare la trama. In questo caso Spileberg riesce a trovare un certo equilibrio facendo in modo che molte di queste venissero integrate ai fini della narrazione. Sono molto belle le citazioni dedicate al suo amico Zemeckis, belle anche quelle del Gigante di Ferro e a molti altri franchise, ma quella che più di tutte mi ha lasciato a bocca aperta e che poteva essere rischiosa riguarda il suo amico Stanley Kubrick. Non farò nessuno spoiler però questo momento fa parte della storia ed è stata integrata in maniera perfetta. Ed era una scelta molto rischiosa perché cercare di mettere un film di Kubrick in questo tipo di storia è qualcosa che richiede un grande di lavoro sia di scrittura che di regia. E ci sono riusciti in entrambi casi. Probabilmente è uno dei tributi più belli dedicati a Kubrick e sono felice che sia stato Spielberg a farlo.

Un altro punto forte della pellicola sono i personaggi che popolano questo mondo a partire da Wade, la misteriosa Art3mis, il grande Aech, fino ad arrivare al personaggio di Halliday. Sono tutti ben caratterizzati, iniziando da Wade che è letteralmente il simbolo di questo mondo; una persona che non riesce ad affrontare il mondo reale e si rifugia in OASIS, un mondo dove può essere quello che vuole e che considera la sua realtà. Diciamo che tutti i personaggi del film mi sono piaciuti: ho adorato la forza di volontà di Art3mis e ho voluto un gran bene ad Aech e anche a Shoto e Daito. Il cattivo invece è letteralmente una macchietta ma utilizzata bene. Tony Sorrento (Ben Mendelsohn) è il classico uomo d’affari che vuole ampliare la sua azienda e aumentare i profitti ed è molto utile ai fini della trama perché lui non comprende niente di cosa significhi OASIS per le persone che lo vivono e come questo mondo riesca a unire le persone, pronte a proteggerlo da chiunque voglia portarglielo via. Perché su OASIS non importa chi sei nel mondo reale, in questo mondo verrai accettato e andrai avanti solo attraverso le tue abilità e i tuoi sforzi.
In un certo senso questa cosa mi ricorda parecchio la questione della net neutrality (e se non sapete cosa sia vi consiglio di informarvi, perché è un argomento davvero importante).

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E infine Halliday, il creatore di OASIS e personaggio più importante di tutto il film.
E’ il più importante perché tutta la storia ruota intorno alla sua persona e alla sua vita. Non posso dire niente su di lui ma è stato uno dei personaggi più umani di questo film e uno di quelli in grado di commuovere grazie a un’ottima sceneggiatura e a un bravissimo Mark Rylance (oltre tutto tocca tematiche importante sia per me ma soprattutto per Shiki). Dovevo anche citare l’interpretazione di Simon Pegg che, seppur breve, è stata meravigliosa.

Ready Player One è uno stupendo film d’intrattenimento che riesce a far riflettere lo spettatore e che non condanna il mondo dei videogiochi ma ci mostra sia i lati negativi che quelli positivi. Un mondo dove sì, si può rimanere intrappolati, ma che è anche una grande valvola di sfogo dallo stress quotidiano e soprattutto un mondo dove molte persone hanno dimostrato grande creatività e genio.

[The Butcher]

11 pensieri riguardo “Ready Player One

  1. Fare una recensione approfondita si un film come questo, senza rovinare completamente le attese di chi non lo ha ancora visto, è praticamente impossibile: svelare tutte le citazioni, raccontare le scene più belle, fare i confronti tra romanzo e film (cosa che in tanti stupidi pseudo-recensori stanno facendo, incapaci di fare vere critiche ma innamorati solo del proprio ego) significa uccidere il film, ma tu sei stato leggero ed impeccabile, sorvolando il tutto e trasmettendo quasi solo la tua soddisfazione, ma soprattutto hai saputo chiosare benissimo sull’aspetto essenziale, ovvero quello sguardo appassionato ed assieme consapevole che l’autore del libro ed implicitamente del film ha sul variegato mondo videoludico: non tutto è male o gioia, ma ci sono pericoli nascosti ed essi si annidano nella socialità con cui si vive il confronto tra il reale ed il virtuale.
    Grande gioia poi leggere Shiki che sui social completa la tua analisi quando sigla la tua recensione così : «Un film che guarda a un futuro non tanto lontano, in cui le persone sono più sole che mai»

    1. Grazie mille per il tuo commento. Questo film è riuscito ad appassionarmi tantissimo e ho apprezzato il fatto che OASIS (e il mondo dei videogiochi) non venisse considerato come una realtà che intrappola le persone e le fa diventare dipendenti, ma gli è stato dato una valenza più profonda. Leggerò il libro e poi ti farò sapere.

  2. Seconda recensione di un film che vorrei vedere e che con tutta probabilità vedrò in home video. Anche io ho puntato il libro da diverso tempo, ma di tempo non ne ho trovato per leggerlo.
    Il mio scetticismo su questo film (ma sembra sia fugato da questa tua recensione) non è sul regista, ma sul facile errore di cadere in un citazionismo da enciclopedia per nerd, cioè un prodotto per questo segmento di mercato: confezionato bene, venduto bene, ma vuoto. Non mi affeziono più ai registi da molto tempo, sono pronto a lodare Ridley Scott anche dopo lo scempio di Covenant, nessuna etichetta per i registi , ma pretendo altrettanto per i film. Non ci azzeccate un’etichetta per venderlo meglio.
    La tua recensione – lo ha scritto bene Kasabake – ha successo nel trasmettere le tue emozioni e pensieri con onestà intellettuale e passione (ma qui rischio di essere ripetitivo con te) e con questa sono due recensioni molto positive sul film. L’aspettativa aumenta.

    1. Io invece ho apprezzato Covenant e ho intenzione di fare un articolo a riguardo (insieme a Prometheus). Per quanto riguarda Ready Player One la mia paura principale era appunto che cercasse di attirare un vasto pubblico di nerd ma dando un contenuto vuoto. E invece no, Spielberg ha onorato tante cose della cultura pop e si è concentrato molto sulla trama. E il tributo che ha fatto a Kubrick è una delle cose più belle e dolci che si potessero fare.

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