L’avevo detto e adesso l’ho fatto.
Ho visto The Ring 3 in compagnia di Shiki e ora sono qui per parlarvene.
Come scrissi nell’articolo dedicato ai primi due capitoli, questo The Ring 3 non mi dava grandi speranze. La critica ha demolito quasi completamente la pellicola e i trailer mi facevano presagire il peggio. Dopo la visione posso dire di non essermi ritrovato davanti alla catastrofe che alcuni descrivono, ma purtroppo il film fallisce in quasi tutti i fronti.
Trama:
Julia e Holt sono una giovane coppia che si amano molto ma quest’ultimo deve partire per il college e i due non potranno vedersi per un po’. Decidono così di tenersi in contatto attraverso Skype, cellulare ecc…
Quando però Holt non risponderà più a Julia, la ragazza deciderà di indagare su cosa gli sia successo e scoprirà che lui è rimasto invischiato in una questione spinosa: ha visto un video maledetto che ti uccide dopo sette giorni.
Penso che questo terzo capitolo abbia avuto un sacco di problemi. Già nel 2009 si vociferava di un possibile nuovo film su Samara Morgan, per poi non sentirne più parlare. Nel 2014 poi la Paramount annunciò la produzione del film, inizialmente intitolato The Ring 3D (hanno cambiato il nome per fortuna) con alla regia F. Javier Gutiérrez. Intanto la sceneggiatura veniva riscritta per ben tre volte (e già questa cosa mi fece paura) e per un po’ di tempo le cose non si sono mosse fino a quando le riprese non sono iniziate nel 2015 e nel novembre 2016 finiva la post-produzione. La cosa peggiore è che il film sarebbe dovuto uscire nel 2015 ma poi è stato rimandato per molto tempo.
Parlando brevemente del regista, Gutiérrez riscosse grande successo nel 2008 con il film Tres Dìas (Before the Fall), pellicola che venne molto apprezzata dalla critica e che vinse anche dei riconoscimenti.
Ora non so quanta libertà abbia avuto in questo lavoro ma la sua mi è parsa una regia abbastanza anonima anche se due scene mi sono piaciute parecchio per come sono state girate. Purtroppo però c’è una cosa che mi ha fatto storcere il naso e che ha danneggiato la pellicola: i jumpscares.
Come espediente non mi è mai piaciuto, far “spaventare” lo spettatore attraverso l’apparizione improvvisa di oggetti o persone con il sonoro che si alza in maniera spropositata è una scelta che fanno coloro che non sanno come impaurire il pubblico. Cosa ancor più grave è quando questi jumpscares non sono contestualizzati col film, ovvero quando vengono usati in situazioni fuori luogo (come i classici “amici” dei protagonisti che compaiono dal nulla solo per far venire un colpo alla “vittima” e al pubblico, guadagnandosi così l’astio di chi sta guardando).
Il problema maggiore però è stata la sceneggiatura. Ci sono stati parecchi cambi ed è stata riscritta più volte. Il risultato finale è abbastanza scadente. Ci ritroviamo davanti a personaggi completamente piatti e senza alcun carisma (e alcuni anche abbastanza inespressivi). Ci provano a dargli una certa caratterizzazione ma in maniera molto sbrigativa e secondaria. Anche il rapporto tra Julia e Holt è molto banalizzato e mi dispiace ogni volta vedere queste storie d’amore così mal realizzate. Non voglio certo che mi si presenti qualcosa di originale ma un rapporto anche normale ma caratterizzato bene, che mi faccia capire che i due si amano veramente. Uno dei personaggi che invece ha attirato parecchio la mia attenzione è quello interpretato da Vincent D’Onofrio. Purtroppo anche quest’ultimo viene trattato in modo sbrigativo ma si salva proprio grazie all’ottimo lavoro svolto dall’attore.
Della trama invece ci sarebbe molto su cui discutere. Inizia male, con un prologo ambientato su un aereo completamente inutile ai fini della storia e con i primi 20-30 minuti trattati in maniera inutilmente lenta e noiosa. Il film riesce ad ingranare la marcia con quello che considero il primo vero attacco di Samara (e non quello dentro l’aereo).
E ora si arriva a un punto importante in questo articolo. La trama di questa pellicola, a fine visione, mi è sembrata un agglomerato di buone idee usate male. Ci sono parecchi spunti interessanti come ad esempio “l’esperimento” che conduce il professore di Holt sul video di Samara o la questione del video nel video. La cosa che non mi convince è che The Ring 3 da l’impressione di aver preso idee buone ma che sono state scartate e di averle unite insieme.
Alla fine però era un lavoro che si lasciava guardare nonostante lo sviluppo mediocre, i jumpscares e i personaggi dimenticabili. La cosa che non salvo in alcun modo è il finale. Un cliffhanger realizzato davvero male la cui tematica viene probabilmente ripresa da Spiral, uno dei capitoli giapponesi della serie. La cosa mi ha alquanto infastidito anche perché guardando i trailer era uno degli elementi che mi faceva sperare in questo film. E invece no, era il finale. Grazie per lo spoiler!
Alla fine le uniche cose che si salvano sono le idee di fondo (realizzate male), Vincet D’Onofrio e Samara. Samara riusciva a salvare la situazione quelle poche volte che appariva (e il fatto che comparisse poco è stata una buona scelta).
Tra l’altro Samara qui è interpretata dalla contorsionista Bonnie Morgan che aveva partecipato al secondo capitolo con lo stesso ruolo. Peccato che le sue doti siano state un po’ sprecate visto che non la vedremo contorcersi in modo serio.
A questo punto vorrei concludere la recensione e parlare invece di alcune idee che sono venute in mente a me ma soprattutto a Shiki. Perché non è stato utilizzato internet in questo film? Samara ha come obiettivo quello di diffondere la sua storia come un virus e l’avvento di internet è un boccone troppo goloso per farselo sfuggire. Perché si è utilizzato internet solo in quell’orrendo finale? Come diceva Shiki, si potevano realizzare delle storie molto affascinanti e davvero spaventose con la tematica della rete. Ad esempio (Mia stupidissima e banale idea) qualcuno aveva visto la cassetta e aveva pubblicato il video su qualche sito sconosciuto (cosa che poteva fare benissimo Samara stessa) oppure, e qui si arriva all’idea di Shiki, si poteva parlare del Deep Web, ovvero la parte oscura di internet dove succedono cose indicibili. Unire quella tematica insieme a Samara avrebbe potuto creare qualcosa di grandioso. Avrebbe, per l’appunto. Come avrebbero potuto trattare meglio una tematica inquietante presente nel film ma, essendo qualcosa di veramente pesante e avendo la pellicola un rating PG-13 (mannaggia a loro), hanno deciso di trattarlo poco e superficialmente. Ma ora sto divagando.
Spero di non avervi annoiato troppo con questa recensione.
Al prossimo articolo!
[The Butcher]
P.S. Dopo questo film voglio assolutamente parlare della quadrilogia giapponese che considero una vera e propria perla. Vi farò sapere!
Grande Butch! Anche se il film sembrava mediocre e si è rivelato mediocre, sei riuscito a tenermi incollato alla lettura fino alla fine. Anche in questo caso più spinoso (quando i film sono belli l recensione è più facile) sei riuscito a individuare per il lettore e potenziale spettatore i vari aspetti e segnalarne i problemi, dando la possibilità di farsi una propria idea.
Ti ringrazio mille! Ora, come ho detto, voglio fare la recensione dei film giapponesi che sono dei lavori meravigliosi. Quello sarà un lavoro più difficile in quanto non so ancora bene come approcciarmi (vorrei fare un confronto con la pellicola americana e individuare le differenze culturali che ci sono tra i due).
Interessantissimo l’approccio che hai scelto. Hai già il mio biglietto prenotato ;)
Grazie ancora :)