Shadow of the Colossus – il Team Ico

Parlando di articoli che ho scritto e di cui tutt’ora vado fiera di certo uno di questi è quello su Ico, anche se allora dimenticai di specificare che la versione che possiedo è quella “The Ico & Shadow of the Colossus Collection” per playstation 3, quando sia Ico che Shadow of the Colossus originariamente nacquero per playstation 2.
Oggi parlerò di quest’ultimo, facendo poi dei discorsi generali che riguarderanno entrambe le opere.
Sempre del Team Ico, sotto la direzione artistica di Fumito Ueda, nel 2005 nasce Shadow of the Colossus, prequel di Ico.
Rimasterizzato in queste splendida edizione dalla Blue Point Games, gli stessi che hanno portato Gravity Rush su playstation 4, entrambi i giochi sono in full HD e non subiscono nessun rallentamento. Un lavoro splendido che permette di vivere appieno le due opere racchiuse in un unico disco, insieme ai contenuti speciali.

La trama:
Spiegare in breve di cosa parla il gioco non è molto semplice ma proverò partendo dall’inizio per poi sviluppare un discorso privo di spoiler.
L’esperienza inizia mostrandoci un ragazzo a cavallo che nella pioggia trasporta un corpo avvolto da un lenzuolo. Avanzano lentamente mentre il cielo sembra piangere le lacrime del protagonista.
Ma quando Wander (nome del ragazzo) entra nella Forbidden Land la scena cambia; sotto un sole accecante e un cielo limpido, il protagonista attraversa un ponte altissimo che conduce all’interno dell’enorme santuario situato perfettamente al centro della landa. Entrato nel tempio, una volta raggiunta la base, Wander scende da cavallo (un grande destriero nero) e posiziona il corpo avvolto nel lenzuolo su di un altare. Scoprendolo si rivela essere una giovane ragazza deceduta per circostanze a noi oscure.
Poco dopo, in questo luogo silenzioso e apparentemente idilliaco, delle ombre nere dai riflessi di tonalità verde smeraldo emergono dal terreno. Wander, per fronteggiarle, estrae la spada sacra che porta con sé; le ombre, deboli e intimorite, scompaiono.
Al loro posto echeggia una voce corale, composta da una tonalità maschile e una femminile, accompagnata da una luce accecante.
L’entità che abita il santuario (Dormin) e Wander fanno un patto: il ragazzo dovrà distruggere i sedici Idoli presenti nel tempio e in cambio la ragazza (Mono) verrà riportata in vita.
Mono, morta a causa del suo destino oscuro e maledetto, giace immobile mentre Wander apprende che ci saranno delle conseguenze per le sue azioni. A lui però non interessa; la fanciulla deve riaprire gli occhi, tutto il resto non è importante.
Così inizia l’impresa di Wander: per distruggere gli Idoli il ragazzo dovrà abbattere i rispettivi Colossi che abitano la Forbidden Land, ma mano che Dormin glie li indicherà.
Senza fare domande sale in groppa al suo fedele destriero e amico, in direzione del primo Colosso.

Il gioco:
Quali sono le particolarità dei giochi del Team Ico?
Nel suo predecessore abbiamo visto come sia possibile narrare una storia e trasmettere emozioni in silenzio. Rare cutscene e altrettanti dialoghi ma ambientazioni costruite nei minimi dettagli, spesso immerse nel silenzio della natura, trasmettono molte più sensazioni di quanto si possa immaginare; le soundtrack infatti sono poche ma davvero belle.
Nonostante Shadow of the Colossus si presenta molto come un gioco d’azione e dinamico rispetto a Ico, l’uccidere i Colossi è simile a un puzzle game più di quanto si possa pensare; ci saranno determinati modi per arrampicarsi su di loro e abbatterli.
Grazie alla spada sacra di cui Wander è misteriosamente in possesso è possibile individuare i sigilli impressi sui corpi dei Colossi: bisognerà distruggerli con quella specifica arma per ucciderli.
Quindi ritornano comunque le meccaniche presenti in Ico, basato sostanzialmente sul compiere determinate azioni in un preciso ordine per andare avanti.
Ovviamente correre in groppa ad Agro (il nome del cavallo) per la Forbidden Land, facendo anche delle piccole acrobazie, arrampicarsi sui Colossi che disperatamente tentano di buttarti giù – molto goffamente, bisogna aggiungere – e contemplare gli splendidi paesaggi, rendono questa esperienza magari più appetibile e divertente per i giocatori.
Un semplice passo di un Colosso può sbalzarti via ma posso dire che è molto difficile morire. I giochi del Team Ico non pongono questo tipo di sfida; basti pensare che Fumito Ueda era molto infastidito dall’idea di dover inserire per forza un minimo di HUD, a differenza di Ico dove era totalmente assente. Su Shadow of the Colossus è indispensabile vedere la quantità di HP e stamina considerando che l’esaurimento della prima porterà ovviamente alla morte e la fine della seconda alla perdita della salda presa da parte di Wander mentre si arrampica o si tiene con forza al pelo di un Colosso.
Durante le varie partite (esiste il new game plus) sarà però possibile aumentare queste barre, mangiando frutti per gli HP e code argentate di lucertola per la stamina. Entrambe le risorse sono sparse per landa, insieme al resto della flora e fauna caratteristiche che la popolano. (Inoltre saranno incrementate a ogni uccisione di un Colosso)

In questo momento è importante specificare che Ico e Shadow of the Colossus possono essere giocati distintamente e nell’ordine che si preferisce; entrambi risulteranno auto-conclusivi e completi, ma solo giocandoli tutti e due (e magari più volte) permetteranno di visualizzare lo splendido quadro che insieme vanno a comporre.
Il mondo creato dal Team Ico è un’opera d’arte interattiva che ha il profumo di fiaba. Amicizia, in Ico, e amore, in Shadow of the Colossus, sono in realtà i due lati di una stessa e speciale medaglia – come più volte ho ribadito – raccontati però in modi totalmente diversi.
In Ico abbiamo visto la lotta per la speranza e la libertà mentre il percorso di Wander sarà un probabile tentativo di redenzione. Saranno quindi il sacrificio e la forza di volontà a descrivere l’amore presente in quest’opera.
“Ci saranno delle conseguenze” gli disse l’entità, Dormin, ma Wander accetterà qualunque cosa, persino rinnegare ciò in cui ha sempre creduto, pur di raggiungere il proprio scopo.

Molto spesso quindi ci si ritroverà a vagare per la splendida landa immersi nel più totale silenzio e contemplazione. Galoppando, un falco potrebbe affiancarsi al nostro viaggio oppure, arrampicandoci sui piccoli santuari sparsi in giro (dove è possibile salvare la partita), si potrà godere di un panorama mozzafiato.
Il compito di questo gioco e quello di far immergere nell’opera l’utente; si avrà per tutto il tempo la sensazione di star osservando un quadro in movimento.
Concludendo i discorsi legati a Shadow of the Colossus, il gioco è rigiocabile, oltre per la presenza del new game plus, per la possibilità di affrontare i Colossi entro un tempo limite (sia a new game normale che a new game plus, con ovviamente dei reward diversi): superando queste prove si potranno ottenere oggetti ed equipaggiamenti utili per potenziare Wander.
Anche in Ico è presente il new game plus in cui è possibile ottenere una spada laser (?).
Entrambi hanno fatto la storia del videogioco e nonostante gli anni che passano rimangono sempre attuali.
Questo però potrebbe non accadere per il loro seguito, The Last Guardian.

Il Team Ico:
Inizialmente Ico fu pensato per la playstation 1, circa intorno al 1998. Il gioco era molto diverso, basti pensare che Yorda doveva tornare nelle sue stanze, mentre nel gioco definitivo insieme devono fuggire dal castello.
(Da notare anche che Ico non aveva le corna e che Yorda invece indossava una sorta di elmo cornuto; nel gioco definitivo per ps2 vediamo indossare degli elmi simili dai soldati che portano il bambino nel castello)
Di seguito vi metto un’immagine di Ico nella versione PS1 e una pagina di alcuni sketch che mi piacerebbe molto poter leggere ma che purtroppo sono in giapponese…



Ci sarebbero una marea di cose da dire perché i giochi del Team Ico parlano poco a parole ma attraverso le immagini e tutto il resto si possono riempire pagine e pagine di idee e speculazioni.
Se volete farvi un’idea visitate il blog e il canale youtube di Nomad Colossus: Blog –> Click! Youtube –> Click!
Questa persona, sfruttando gli emulatori presenti per pc, ha praticamente aperto i giochi in due, esplorando grazie alle sue doti informatiche ogni angolo del codice, scoprendo cose nascoste ed estremamente interessanti.
Questo basta a far pensare come il mondo del Team Ico possa davvero arrivare a far appassionare e incuriosire le persone, a tal punto da scriverci sopra pagine e pagine, oppure speculando tramite una quantità assurda di video.
Solo opere davvero profonde possono essere sbucciate come un’arancia per poi assaporarne la ricca e nutriente polpa all’interno. Quanti videogiochi possono vantare questo? Anzi, quante opere in generale?
Così si definisce la profondità e lo spirito di un’anima creativa. Si sente quando un qualcosa nasce dalla mente umana perché vuole prendere vita e parlare di sé, a differenza dei tantissimi altri contenuti con cui veniamo bombardati, che magari hanno una bellissima buccia ma sono totalmente vuoti all’interno.
Basti anche pensare al numero dei colossi in Shadow of the Colossus, che dovevano essere il doppio, oppure alla cura con cui sono stati realizzati il castello di Ico e la Forbidden Land. Uno studio e un amore per i minimi particolari che difficilmente si vede in giro.
Sotto vi mostro la mappa della Forbidden Land con al centro al Santuario ma priva di spoiler (tenete a mente che essa è esplorabile in ogni sua parte).

Ma Shadow of the Colossus è uscito per playstation 2 nel 2005 (e successivamente nella remastered in HD per ps3, insieme ad Ico) e da allora, più o meno, si è rimasti in attesa del terzo capitolo, dal titolo The Last Guardian.
Uscirà, salvo nuovi rinvii, per ps4 a dicembre ed io non vedo l’ora di poterlo giocare, ma purtroppo sono anche pronta a una cruda verità: cioè che questo sarà un gioco vecchio. Rimandato per troppo tempo, ora uscirà con addosso il peso degli anni che son passati e questo potrà penalizzarlo molto.
Io rimango comunque felice e positiva; ho voluto informarmi il meno possibile ma state certi che una volta giocato per bene ne parlerò di certo!
Quindi, con le dovute precauzioni, sia da parte mia che da parte vostra, sono in attesa della sua uscita.
(Sotto un artwork di The Last Guardian)

Concludo consigliandovi vivamente, oltre a giocare queste due opere d’arte, di vedere le due serie su youtube fatte da Michele, alias Sabaku No Maiku (il quale ringrazio per avermi fatto conoscere e appassionare a tutto questo) proprio su Shadow of the Colossus e Ico.

Infine trovate anche una mia breve e semplice fanfiction sul mondo del Team Ico (e potrebbero nascerne delle altre).

Comunque trovate tutto, qualsiasi link, nella pagina Contatti in alto.

Grazie per essere arrivati fin qui.


[Shiki]

6 pensieri riguardo “Shadow of the Colossus – il Team Ico

  1. Fai bene ad essere orgogliosa dell’articolo che scrivesti circa un anno fa sul videogame di Ico, che mi entusiasmò moltissimo, come ebbi a dirti allora ed ora con questo tuo secondo pezzo, come una sorta di sequel di approfondimento hai secondo me fatto ancora meglio: non ebbi nemmeno allora occasione di leggere un pezzo scritto in modo così composto ed esaustivo su questa sorta di micro-universo dove i creatori dei due videogame hanno ambientato le loro storie ed in cui i personaggi da te descritti si muovono assieme al giocatore.

    E’ evidente nella tua impaginazione una maggiore maturità, sia nell’uso dei link a corredo del testo, sia delle immagini ed alla fine ne esce un post molto elaborato, esaustivo ed assai piacevole da leggere e gustare, l’opposto di una stupida barretta ai creali, ma piuttosto una fetta di torta, preparata e servita con cura.

    Ho avuto la fortuna di aver giocato ad entrambi i titoli e questo mi ha fatto apprezzare ancora di più quanto hai scritto: leggendo il tuo bel pezzo, ho rivissuto le stesse emozioni che mi mossero l’animo quando finii i due giochi e ti ringrazio per questo!

    1. Grazie a te :)
      Io cerco, articolo dopo articolo, di migliorare sempre di più. Non è mai abbastanza, non è mai ok, è sempre: la prossima volta devo fare meglio. E questa mia determinazione e auto imposizione aumenta se devo parlare di qualcosa che mi sta molto a cuore.
      Ora, guardando i miei primi articoli, mi viene voglia di cancellarli per quanto li ritenga di bassa qualità ma penso anche a come consideravo le storie che scrissi da adolescente… sono un percorso di crescita e quindi disegnano la mia strada.
      Però purtroppo poche persone leggono poco e questo posto resterà sempre solo un piccolo angolino nel web.
      Così come io sto passando un periodo davvero difficile e questo si riflette in ciò che scrivo.
      Io riesco a esprimere meglio me stessa e le mie emozioni tramite la scrittura, piuttosto che in altri modi, anche più “umani”.

      1. Non avrei diritto di dirtelo, ma sappi che che la tua crescita è evidente ed è bellissimo che ci sia! Anche per me è lo stesso: ogni tanto leggo delle cose che scrissi ani fa ed ovviamente ora le scriverei in modo diverso, ma come dici tu, siamo noi ad essere cambiati e così le nostre percezioni, i nostri umori, i nostri fantasmi, le nostre glorie, ma il cuore, le emozioni, quelle beh, quando sono sincere hanno gli stessi timbri e gli stessi colori!
        E’ così che si finisce per conoscere uno stile, come è capitato con te e con Butcher, dei cui scritti ho finito per appassionarmi, come si fa con una canzone o una melodia che entra far parte delle nostre amicizie interiori.
        Auguri per tutto.

        Ti lascio con un pensiero dello scrittore Tom Robbins, che lui dice di aver imparato nella vita e che scrive addirittura a penna nelle ultime pagine del suo romanzo più famoso: “Non è mai troppo tardi per farsi un’infanzia felice

        1. Ed io son felice che sia evidente, significa che non sto faticando e lottando per nulla. Sapere che i risultati del proprio impegno sono concreti mi fa felice :)

          Grazie mille, per tutto ^–^

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