Questo caldo ci sta uccidendo…
Ma non siamo qui per parlare del clima insopportabile, bensì di un film visto recentemente al cinema.
Per la regia di Henry Hobson e con protagonisti Arnold Schwarzenegger e Abigail Breslin, ecco a voi Contagious – Epidemia mortale.
Trama:
Per colpa del virus Necroambulist, le persone si stanno trasformando lentamente in zombie e i governi stanno prendendo decisioni molto difficile per continuare a sopravvivere: i campi vengono bruciati per impedire il diffondersi della malattia, nelle città vige la legge marziale e coloro che sono infetti vengono prima riportati alle loro famiglie per passare gli ultimi giorni che gli restano con loro e poi, quando il virus inizia ad avere il sopravvento, sono costretti ad andare in Quarantena.
Maggie Vogel (Abigail Breslin), contagiata dal virus, trascorrerà i suoi ultimi giorni a casa con la famiglia. Wade (Arnold Schwarzenegger), suo padre, però non vuole che la sua amata figlia finisca in quarantena e cerca di passare più tempo possibile con lei nella futile speranza di evitare l’inevitabile.
Soffermiamoci un attimo sul titolo. Cosa vi fa pensare un film chiamato “Contagious – Epidemia Mortale” che ha come protagonista Schwarzenegger? Io la prima cosa che pensai quando lo lessi fu: “Ok, un film d’azione con degli zombie”. E invece no!
Quando ho poi visto la locandina mi sono un po’ insospettito. Come potete notare è una locandina che non ha nulla di action, ma che ci trasmette drammaticità. Quindi mi sono informato e cosa scopro? Che il titolo in inglese è Maggie. Identico proprio.
Questo è una di quelle cose che non sopporto. Certe volte è capitato che in Italia certi titoli venissero cambiati o modificati, ma almeno fatelo bene. Uno che non si informa e va a guardare questo film ne rimarrà deluso, ma non perché il film è brutto (e vi assicuro che questo non lo è), ma perché si aspettava di trovarsi tutt’altro. Questa cosa mi ha ricordato tantissimo il cambio di titolo di Se mi lasci ti cancello. Il titolo originale era Eternal Sunshine of the Spotless Mind ed è un film con una sceneggiatura molto bella e complessa (che poi ha vinto anche l’Oscar), ma con un titolo italiano del genere uno pensa che sia una semplice commedia romantica, quando invece è su tutto un altro livello. Per me cambiare i titoli dei film non è sbagliato, ma almeno cercate di essere coerenti con la pellicola!
Dopo questo mio piccolo sfogo torniamo a parlare del film.
Come avete potuto intuire dalla trama, l’argomento principale della pellicola è il rapporto padre-figlia.
Per tutto il film vedremo molto spesso l’amore che l’uno prova per l’altra ed è qui la vera drammaticità. Il destino di Maggie è già segnato, fin dai primi minuti del film capiamo che non ci sarà nessun miracolo che la potrà salvare e che le scelte sono due: mandarla in Quarantena (un luogo descritto come un inferno) oppure ucciderla. Nella maggior parte del film vedremo il silenzioso dolore di Wade, che sa di dover uccidere sua figlia per evitarle un destino ancor più crudele, ma non riesce in alcun modo a fare ciò che dovrebbe. Ama troppo sua figlia e vuole passare più tempo possibile insieme a lei cercando di non pensare al dopo, cercando di illudersi che potrà continuare a stare con lei ancora per un po’.
Però sarà Maggie il personaggio più interessante di tutti. Lei pian piano si trasformerà in zombie e avrà il terrore di poter far del male alla sua famiglia. Oltre ciò dovrà dire addio a tutto ciò che ama: la famiglia, gli amici e il suo amore.
In lei vedremo vari sentimenti contrapporsi, come ad esempio la felicità e la rabbia. Felicità per avere un padre che la ama e degli amici che le sono vicini, rabbia perché non potrà realizzare i suoi sogni e stare con chi ama.
Un film che si basa molto sui sentimenti umani e, parlando appunto di sentimenti, c’è anche spazio per la paura degli infetti e la loro discriminazione. Ci sono stati momenti in cui si è visto il terrore nelle persone verso di loro e questo terrore si è trasformato in intolleranza assoluta (l’esempio lampante sono il politico in un’intervista radiofonica e uno dei poliziotti che vanno spesso da Wade).
Parlando del lato tecnico la cosa che più mi è piaciuta è la regia. Ottime le atmosfere utilizzate dal regista come per esempio quando Wade si reca in città; qui possiamo vedere la decadenza più totale e ciò è dovuto anche grazie a un uso intelligente del grigio, ma non ci sono solo queste scene. C’è spazio anche per scene luminose come il flashback alla fine del film oppure quando Maggie torna a casa con l’amica come a significare che è possibile essere felici anche in un mondo devastato come quello.
Posso dire di aver detto tutto. Secondo me l’unica cosa di cui pecca il film e la sua linearità. Forse per una pellicola del genere mi sarebbe piaciuto molto dei flashback sulla loro vita passata e qualcos’altro che desse più “vivacità” al film. Il suo difetto non è la lentezza, anzi per questi generi è perfetta.
Vi auguro ogni bene e ci vediamo al prossimo articolo!
In effetti Arnie non c’ha più l’età per fare film come Commando
Devo dire che mi è piaciuto molto in questo ruolo e non me l’aspettavo per niente così performante.
Posso aggiungere un commento un po’ particolare? Bene, ricordo “A song for Bobby Long” che mi ha fatto scoprire che sì, Travolta è davvero un attore. E adesso ce ne accorgiamo anche per Anie
Arnold non sarà un attore favoloso, ma nei suoi film è riuscito sempre a conquistare perché sapeva essere molto carismatico. Qui invece mi ha sorpreso molto. Non era carismatico. Era una persona normale che si è visto crollare il mondo addosso.