Il viaggio di Arlo

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo siamo tornati a parlare di film in live-action e ci siamo concentrati su un horror molto recente, un horror australiano che è riuscito a far parlare di sé grazie a un ottimo passaparola e che è riuscito a diventare un cult, Talk to Me. Mia è un’adolescente che anni prima ha perso la madre e non è mai riuscita a superare quel trauma. Un giorno convince i suoi amici a partecipare a una festa in cui si fa un gioco particolare: venire posseduti dagli spiriti. Il tutto avviene stringendo la mano mummificata di una medium e dicendo le frasi “Parla con me” e “Ti lascio entrare”, con un tempo limite di 90 secondi altrimenti lo spirito vuole rimanere. Tutto crolla quando uno spirito che sembra la madre di Mia prende possesso del corpo di Riley, un suo amico, e il tempo limite scade, con Riley che rischia di uccidersi. Tecnicamente il film è più che valido, con una regia che sa costruire l’atmosfera, anche grazie a una fotografia ottima con dei bei tagli di luce, e a costruire con calma la tensione, regalandoci sequenze stupende. A stupire però è la storia in grado di narrare le tematiche della possessione in maniera originale, mostrandoci una generazione abbandonata e annoiata che fa queste scelte per riempire il vuoto che hanno, così come le fa la protagonista anche se il suo è un vuoto causato da una perdita. Un film che consiglio assolutamente!
Torniamo nel mondo dell’animazione e torniamo ancora una volta dalla Pixar per discutere probabilmente di uno dei loro film meno conosciuti, un’opera passata abbastanza in sordina.
Ecco a voi Il viaggio di Arlo (The Good Dinosaur), pellicola animata del 2015 scritta da MegLeFauve e diretta da Peter Sohn.

Trama:
Il film è ambientato in un mondo in cui 65 milioni di anni fa l’asteroide non colpì la Terra, dando così la possibilità ai dinosauri non solo di sopravvivere ma anche di evolversi e diventare più intelligenti. Arlo (Raymond Ochoa) è un giovane apatosauro figlio di una famiglia di contadini che vive tranquillamente ai piedi del Monte Zanna di Lupo. Arlo però è molto spaventato dal mondo intorno a lui ma suo padre Henry (Jeffrey Wright) è sicuro che un giorno riuscirà a superare le proprie paure e a mettere la propria impronta sul silo del granturco. Così decide di dargli il compito di catturare e uccidere il parassita che mangia le loro provviste e Arlo scopre che si tratta di un piccolo cavernicolo e non riesce a fare il suo compito, lasciandolo libero. Henry allora parte all’inseguimento insieme ad Arlo ma in quel momento arriva una tempesta e il fiume in piena finisce per travolgere Henry, uccidendolo. Quando poi il cavernicolo torna a casa di Arlo, quest’ultimo tenta di prenderlo ma i due finiscono nel fiume e Arlo si ritrova lontano da casa. Così il dinosauro dovrà intraprendere un viaggio per tornare a casa, accompagnato dal piccolo cavernicolo.

Questo film, come ho detto all’inizio, è stato un po’ ignorato durante la sua uscita (infatti fu un flop al botteghino) e in parte sia dovuto al fatto che è uscito nello stesso anno di Inside Out, una cosa mai successa prima con i film della Pixar. E diciamo che mi dispiace che quest’opera sia stata così ignorata perché meritava più attenzione. Partiamo con ordine.

Il film doveva uscire due anni prima, nel 2013, e originariamente la regia era affidata a Bob Peterson che fu anche il principale creatore della storia ma le cose cambiarono parecchio quando a un certo punto fu costretto ad abbandonare il progetto. Tutto ciò fu dovuto a problemi nella sceneggiatura, in particolar modo nel terzo e ultimo atto. Quindi la regia venne affidata a Peter Sohn e l’uscita del film venne posticipata prima nel 2014 e poi nel 2015, andando a cambiare tantissime cose e diverse scene (alcune parti vennero ridoppiate).

A livello tecnico il film è davvero stupendo, soprattutto da un punto di vista visivo che è di alta qualità ma anche abbastanza particolare. Basti pensare al design dei vari dinosauri in quanto hanno un aspetto molto cartoonesco e anche abbastanza semplice, ma riesce a farsi ricordare benissimo. Ad esempio Arlo (e la sua famiglia) ha questo occhi grandi e rotondi su una testa piccola e il muso che sporge leggermente, il tutto con una forma quadrata. Il design dei personaggi è ottimo, semplice ma ricco di dettagli, ma quello che colpisce è l’ambientazione. Infatti, al contrario dei personaggi, gli ambienti hanno un aspetto molto realistico e lo stesso vale per l’aspetto di alcune creature come ad esempio gli insetti. Tornando agli ambienti, lasciano impressionati per la ricchezza di dettagli, come le diverse forme degli alberi, l’erba dettagliata, la conformazione del terreno che cambia e diventa unico e anche i dettagli della terra che viene smossa e della sabbia. Inoltre molti di questi luoghi avranno un aspetto da western (basti pensare a tutta la parte con la mandria) che da al tutto una propria anima. Anche la regia riesce a fare un buon lavoro, regalandoci in certi frangenti delle sequenze degne di nota, soprattutto nei momenti drammatici. Il ritmo è abbastanza buono anche se qui critico come hanno gestito alcuni elementi (come il rapporto tra Arlo e il bambino) ma ne parleremo adesso con la sceneggiatura.

La storia che ci viene mostrata è una storia di formazione e crescita del nostro protagonista, un protagonista spaventato da tutto ciò che lo circonda e che vorrebbe essere d’aiuto e non vuole più essere impacciato. Apprezzo l’inizio in cui ci vengono mostrati i suoi difetti e il suo rapporto con il padre e perfino certe scelte coraggiose come la morte di Henry. E il viaggio che compirà Arlo sarà alquanto periglioso e difficile, specialmente all’inizio in cui farà perfino fatica a trovare del cibo e sarà qui che il piccolo cavernicolo, che chiamerà Spot, lo aiuterà molto. Il viaggio in sé è stato davvero interessante, con i pericoli che sarà costretto ad affrontare, dati sia dalla natura stessa che da altre creature, e gli incontri con altri dinosauri, ma ancor di più ho apprezzato il percorso di crescita fatto da Arlo, che trovo stupendo e fatto con maturità, sicuramente uno dei migliori punti di questa storia. Purtroppo però non è tutto perfetto. Non ci sono elementi sbagliati in questo film, però mancano alcune cose di forte impatto e certi elementi tendono a essere troppo superficiali. In tutto questo ciò che mi è dispiaciuto maggiormente è l’amicizia che nasce tra Arlo e l’umano. Giustamente nella prima parte c’è freddezza e Arlo non si fida, ma in seguito i due intrecceranno un rapporto molto forte. Peccato che quest’amicizia dà l’impressiona di essere troppo sbrigativa nel suo sviluppo, in quanto inizia e finisce abbastanza in fretta ed è un vero peccato in quanto, se avessero avuto più tempo, si poteva creare una storia d’amicizia meravigliosa e molto commuovente.

Per concludere, Il viaggio di Arlo è un film tecnicamente fatto bene che unisce ottimamente il design cartoonesco e stilizzato dei dinosauri con quello realistico degli ambienti. La storia di formazione è resa bene e il viaggio convince appieno, ma a mio avviso doveva e poteva dare molto di più ed essere più profondo. Nonostante ciò è un film che consiglio assolutamente!

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

18 pensieri riguardo “Il viaggio di Arlo

  1. Mi è piaciuta tanto l’ambientazione, davvero originale, ma il film ha anche dei grossi difetti: una grave carenza di ritmo nella parte centrale, una tendenza al melodramma e certe forzature incomprensibili (come i dinosauri cowboy). Coraggioso, però.

    1. A mio avviso il problema del ritmo, che effettivamente è un problema per quanto riguarda la costruzione del rapporto tra Arlo e il bambino, è dovuta al fatto che il film fosse stato rigirato in buona parte. I difetti che hai elencato sono assolutamente giusti, ma allo stesso tempo non posso che apprezzare il tentativo di questo film e il fatto che avesse preso qualche decisione coraggiosa.

    1. E su questo mi trovi assolutamente d’accordo. Sicuramente è un film che mostra dei difetti, ma rimane un’opera più che valida con dei bei momenti e delle belle tematiche e in alcuni casi sono stati effettivamente troppo severi e ingiusti.

  2. Anche secondo me non è del tutto da buttare via questo film, che mio figlio adora (specialmente la parte dei T-Rex!), ma pecca di mancanza di originalità e, diciamolo, non è così divertente… ma è vero che dopo averlo visto venti volte, pur distrattamente, ormai ho perso il senso critico del film!

    1. In realtà è un film più che valido che ha dei bellissimi momenti, ma ha dei problemi a livello di ritmo specialmente nella parte centrale. Sta di fatto che è un’opera che merita veramente tanto, anche se immagino che dopo venti volte il film ti sia venuto a noia XD

      1. Sicuramente sì, però ammetto apprezzarlo nonostante i suoi difetti (e le troppe visioni), tra le altre cose riuso spesso la frase del padre di Arlo: “You are me and more” con mio figlio, per dire. :–)

  3. “Non ci sono elementi sbagliati in questo film, però mancano alcune cose di forte impatto”

    qui hai detto tutto

    mai piaciuto, l’ho visto una volta e mi è passato davanti senza reazioni; l’arco narrativo è proprio basic, sapevo proprio nelle ossa che in quel dato momento ci sarebbe la madre morta, nulla di eccezionale

    e poi sticazzi dei dinosauri, pure in 3d 😂😂😂

    1. Io continuo sempre a considerarlo un’occasione mancata. Si vede che aveva il potenziale ma gli mancava quella scintilla in più che poteva renderlo grandioso. E diciamo che di film simili la Pixar ormai è piena. Potenziali infiniti che non vengono sfruttati appieno. Almeno tecnicamente è inattaccabile ma mi dispiace non vedere tale cura e coraggio nella sceneggiatura.

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