Home – A casa

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo abbiamo cambiato nuovamente argomento e dal mondo del cinema siamo passati a quello dei fumetti per discutere della saga italiana fantasy che ormai conoscete molto bene qui, ossia Kalya e per la precisione il volume 17. Dopo aver scoperto i piani di Ilion ma soprattutto aver appreso che Hamon-Dern, il gjaldest tiranno, è ancora vivo, Kalya si precipita immediatamente a Galdor per avvertire Leena dell’imminente pericolo. Tutto viene rivelato al sovrano che ordina a Leena e i suoi compagni di dirigersi nella prigione di Harro, dov’è imprigionato Hamon-Dern e portarlo subito a Galdor. Il fumetto mostra uno stile di disegno che abbiamo già incontrato in un numero precedente di Kalya, con i tratti dei personaggi rotondeggianti e le linee più scure, a volte i volti nei momenti più drammatici tendono a essere più imprecisi per sottolineare quelle emozioni, anche se ciò che adoro di più è l’ottimo uso delle ombre in certi momenti. La storia presenta principalmente Hamon-Dern, il villain principale che fino ad ora avevamo sentito nominare, narrandoci la sua storia anche se alcuni punti su di lui rimangono ancora oscuri. Lo consiglio!
Torniamo nuovamente nel mondo del cinema e in questo caso in quello animato prendendo in esame un’opera della DreamWorks (sì, ultimamente sono un po’ fissato con lo studio).
Ecco a voi Home – A casa (Home), pellicola animata del 2015 scritta da Tom J. Astle e Matt Ember e diretta da Tim Johnson.

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Trama:
I Boov sono una specie aliena costantemente in fuga dai Gorg, altri alieni che per qualche motivo li vuole distruggere. I capo dei Boov, il Capitano Smek (Steve Martin), ha scoperto un pianeta su cui possono rifugiarsi: la Terra. Quindi invadono il pianeta amichevolmente, considerando gli umano esseri arretrati, e li trasferiscono tutti su un’altra parte del pianeta mentre i Boov prendono possesso delle loro abitazioni. Tra i Boov c’è anche Oh (Jim Parsons), uno dei membri più particolari in quanto spensierato e pasticcione e, per festeggiare questo nuovo inizio, decide di inviare un messaggio a tutti i Boov sulla Terra, ma in realtà lo manda a tutte le specie della galassia, compresi i Torg. Oh si ritrova così in fuga e incontra casualmente Tip Tucci (Rihanna), una ragazzina di 13 anni che è riuscita a fuggire dalle grinfie dei Boov e adesso è alla ricerca di sua madre. Nonostante Tip non abbia alcuna fiducia nei Boov, deciderà di unire le forze con Oh così da ritrovare sua madre mentre Oh dovrà rimediare al suo errore e impedire che il suo invito arrivi ai Gorg.

Questo film a livello di critica non ha voti altissimi e per certi motivi lo posso capire benissimo ma, nonostante tutto, non è uno di quei film che inserirò nella lista dei peggiori della DreamWorks. Certo, ha tutti i difetti del mondo, però al contrario di alcuni film successivi dello studio (e altri che abbiamo già affrontato) non mi faceva addormentare e non era una tortura vederlo. Cominciamo con ordine.

Come al solito partiamo dal lato tecnico in cui possiamo vedere fin da subito che il film vantava di un budget di tutto rispetto. Lo possiamo vedere ad esempio con le numerose comparse sia dei Boov che degli umani e anche in certe sequenze niente male con i Boov che rapiscono gli umani attraverso questi tubi, portandoli tutti da un’altra parte mentre loro prendono possesso delle città, modificandole a proprio piacimento così come fanno con vari oggetti di cui non capiscono l’utilità. In certe occasioni la regia dimostra di aver qualche guizzo interessante nelle varie sequenze d’azione o, per esempio, il primo incontro tra Oh e Tip. C’è anche da dire però che in alcuni momenti la regia si limita a fare il suo lavoro, risultando abbastanza anonima, in particolar modo nelle scene comiche che, sia per quello che rappresentano sia per come sono state girate, risultano molto infantili e quest’ultimo è uno dei problemi maggiori che vedremo in seguito. Per il resto il lato tecnico mostra anche una grande varietà di colori, come i Boov che cambiano colore a seconda delle loro emozioni, o in generale nell’ambiente circostante e solo nei momenti più drammatici perdono questa loro luminosità. Il design dei personaggi non è male, i Boov sono realizzati in modo da sembrare molto carini con questo corpo basso e rotondetto e i dentoni. Anche il design degli umani, in particolare quello di Tip, funziona bene. Il film è pieno di canzoni di Rihanna, visto che doppia la protagonista, e come idea ci poteva stare bene. Non sono un grande fan della cantante, ma comunque sia le sue canzoni sono veramente degne di nota. Il problema è il loro utilizzo. Mentre in certi punti specifici funzionano, in altri sono molto invasive anche perché vengono utilizzate l’una dietro l’altra. Ed è un peccato che la musica di un personaggio come Rihanna sia stata usata con così poca cura. Alla fine però il problema peggiore risiede nella sceneggiatura.

Il problema principale di quest’opera, che arriva a coinvolgere tutta la struttura narrativa, non sta tanto nella storia che come idea di base era davvero interessante (tra l’altro il film è tratto dal libro per ragazzi di Adam Rex, Quando gli alieni trovarono casa), ma nel modo infantile cui viene trattato il tutto. Non so se questo film volesse parlare più ai bambini o solo dimostrarsi una commedia leggere e tranquilla, ma se prendiamo in esame il primo caso bisogna sottolineare come ci sia una grande differenza tra film per bambini e film infantili. Semplicemente i film per bambini cercano di parlare ai più piccoli, cosa tra l’altro per niente semplice e che richiede cura e attenzione nel trasmettere certi significati, mentre un’opera infantile è qualcosa che tenta di intrattenere senza troppi sforzi attraverso battute scialbe e ridicole o comunque di parlare di tematiche in maniera superficiale. Home per moltissime cose appartiene a quest’ultimo punto, soprattutto per le gag che fa, alcune troppo lunghe o semplicemente troppe.

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Diciamo che il lato comico non mi ha convinto molto, a parte qualche scene niente male, e per buona parte dell’opera non ho provato grande simpatia per Oh, in quanto tendeva a essere più fastidioso che spensierato e solo nella parte finale, con la sua maturazione, diventava un minimo interessante. C’è carenza di personaggi secondari di spessore che possano rendere la storia più articolata e l’unico che aveva del vero potenziale era il Capitano Smek che però, proprio per il tono infantile del film, non risulta in alcun modo accattivante. L’unico personaggio che abbia apprezzato è quello di Tip. Mi piaceva la sua determinazione, ma anche la sua rabbia e la sua tristezza per la mancanza di sua madre, così come ho apprezzato la sua storia (anche se in quest’ultimo caso avrei preferito vederla piuttosto che ascoltarla) e come attraverso quest’ultima si ricolleghi a Oh. Ed è qui che il film poteva dimostrare il suo enorme potenziale in quanto Oh e Tip sono due emarginati non accettati dalla società, il primo perché ha un comportamento totalmente diverso rispetto al resto dei Boov e la seconda perché è straniera, ed è bello vedere come Oh realizzi e capisca che gli umani sono più complessi e profondi di quanto pensasse. Qui il film aveva tutto il potenziale per sviluppare una tematica di grande impatto sulla diversità, l’emarginazione, la comprensione e l’accettazione dell’altro, ma purtroppo ciò va a perdersi sotto una quantità enormi di gag e battute poco ispirate. Veramente un peccato.

Per concludere, Home – A casa è un film con un lato tecnico abbastanza buono ma che perde colpi per il modo con cui presenta la sua storia, narrando il tutto in maniera infantile e perdendo l’occasione di mostrare il suo potenziale attraverso tematiche sempre attuali. Il film non mi è piaciuto ma non lo considero affatto tra i peggiori della DreamWorks.

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Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

17 pensieri riguardo “Home – A casa

  1. Sono d’accordo, vista con mio figlio, quando piccolo, (stranamente, ho capito che, per la sua età), gli era piaciuto si, ma era rimasto, leggermente deluso. Preciso che sempre ha avuto l’interesse di vedere e leggere per 2 o 3 anni in più di lui, forse questo non ha giovato. Nemmeno a me ha detto un granché. Serena domenica 🍁

    1. Il problema di questo film è che non spinge mai per essere più maturo nonostante ne abbia l’occasione ma punta alle battute infantili e alla comicità facile. Poteva fare molto di più. Grazie a te e buona domenica!

    1. Una cosa che dico spesso di certi film della Dreamworks è che di base hanno delle idee veramente buona che però non vengono sviluppate a dovere come se avessero paura di osare o essere maturi. Questo film ne è un esempio ma ce ne sono tanti che hanno questo difetto.

      1. I film di Zemeckis invece hanno il dono di essere perfettamente comprensibili sia per un pubblico infantile che per un pubblico maturo. Li può guardare un bambino di 5 anni come un nonno di 70, e piaceranno moltissimo ad entrambi.

  2. La recensione mi è piaciuta eccome, penso più di quanto mi piacerebbe il film se lo guardassi. Non è stato per te una tortura, come hai specificato, ma non mi attira per niente. La Dreamworks raramente riesce ad attrarre la mia attenzione con questi prodotti, lo confesso. :–/

    1. Sono veramente contento che ti sia piaciuta così tanto! Guarda, non è così male, alla fine è un’esperienza, e in confronto a certi film brutti che la DreamWorks ha fatto uscire recentemente (tipo Trolls, Baby Boss 2 ecc…) sembra quasi maturo e non una tortura camuffata.

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