Andromeda (film)

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo siamo tornati a parlare di animazione e abbiamo ripreso un’opera della DreamWorks, in questa caso un’altra opera a mio avviso abbastanza sottovalutata. Certo, non è un capolavoro, ma ha sicuramente tante idee interessanti. Il film in questione è I Croods. Siamo in un mondo preistorico abitato da feroci creature ibride e la famiglia Croods, una famiglia di Neanderthal, vive seguendo le regole di Gurg, regole ferree che li aiutano a sopravvivere a discapito però della loro libertà. Hip, la figlia di Grug, è stanca di quella situazione e un giorno, uscendo dalla caverna, incontra un homo sapiens di nome Guy che le rivela che il mondo come lo conosce sta per finire. infatti un violento terremoto distrugge l’area circostante e la caverna dei Croods e così la famiglia sarà costretta a trovare un luogo sicuro, attraversando un mondo enorme a loro sconosciuto. Il film ha una regia veramente ottima che crea delle sequenze stupende e anche il giusto dinamismo nelle scene d’azione. Il character design è molto interessante e particolare sia per gli umani che per gli animali. L’unico vero difetto a volte è il ritmo che non permette di godere al massimo certe sequenze, passando velocemente dal dramma alla commedia. La storia è interessante, i personaggi convincono così come convince la loro crescita. Un film che sa divertire e che parla in maniera ottima della vita e incita ad essere aperti con ciò che ci circonda. Lo consiglio assolutamente!
Con questo articolo torniamo a discutere di un film live-action e prendiamo in esame un’opera fantascientifica molto interessante diretta da un grandissimo regista che è sempre riuscito a dire tanto.
Ecco a voi Andromeda (The Andromeda Strain), pellicola fantascientifica del 1971 scritta da Nelson Gidding, diretta da Robert Wise e tratta dall’omonimo romanzo di Michael Crichton.

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Trama:
Due militari si aggirano nei dintorni di Piedmont, un piccolo villaggio del Nuovo Messico, per recuperare il satellite Scoop precipitato proprio in quella zona. Quando entrano nella cittadina però notano qualcosa di molto strano e inquietante fino a quando il contatto radio con la base non si interrompe. Viene così deciso di fare dei controlli aerei della cittadina e si scopre che tutti gli abitanti sono morti per cause misteriose proprio con la caduta del satellite. Temendo che si possa trattare di un microrganismo alieno, viene attivata la procedura di emergenza e viene chiamata immediatamente un’equipe di specialisti per indagare sul caso, composta da Mark Hall (James Olson), Jeremy Stone (Arthur Hill), Ruth Leavitt (Kate Reid) e Charles Dutton (David Wayne). Il satellite viene recuperato e si scoprono due superstiti, un neonato e un vecchio che, insieme al satellite, vengono spediti a Wildfire, il centro di ricerca, una struttura molto complessa e con diversi sistemi di difesa per contenere il microrganismo in cui l’equipe dovrà studiarlo e isolarlo per evitare che possa diffondersi e soprattutto trovare un modo per distruggerlo.

Robert Wise è un regista che ha fatto la storia del cinema e ci ha regalato delle pellicole di tale bellezza e importanza che meritano assolutamente una recensione, un giorno o l’altro (finora l’unico suo film che ho trattato è il bellissimo La Iena). Anche in questo caso ci troviamo davanti a un film particolare che, nonostante abbia delle imperfezioni, riesce veramente a sorprendere. Partiamo in ordine.

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Come al solito iniziamo parlando del lato tecnico. Wise è sempre stato un regista con un’ottima tecnica e anche in questo caso non si smentisce. Ci ritroviamo davanti a una regia veramente precisa e curata, una regia pulitissima capace di mostrare perfettamente gli eventi che stanno avvenendo e soprattutto di concentrarsi su di essi e sulla storia in generale. Una regia che si piega alla sceneggiatura e che non distrae mai lo spettatore su di essa, concentrandosi molto nello spiegare e nel mostrare tanti elementi fondamentali, come la complessità di Wildfire, la pericolosità di questo microrganismo e tutti altri piccoli elementi che portano a determinati eventi. Avremo inquadrature fisse, concentrate sui personaggi e sugli esperimenti, ma in certe occasioni avremo anche un altro tipo di tecnica come ad esempio delle bellissime carrellate che mostrano la struttura oppure mostrare la vuotezza della cittadina e le sue numerose vittime attraverso inquadrature dall’alto con l’ausilio di elicotteri e anche degli ottimi zoom in avanti. Inoltre Wise usa perfettamente la profondità di campo, creando scene che danno un senso di dissociazione, come ad esempio quelle inquadrature dove abbiamo un personaggio in primo piano decentralizzato e sullo sfondo altri personaggi la cui distanza è distorta dalla prospettiva.

Ci saranno anche dei momenti in cui sarà la fotografia a creare tensione in quanto, seppur in diversi casi avremo un tipo di illuminazione luminosa e quasi sterile come se ci trovassimo in un reparto ospedaliero, in certe occasione avremo dei bellissimi tagli di luce che creano un senso di inquietudine, come i due soldati che vanno a prendere Stone oppure quelle scene con sfondo nero e i solo i personaggi illuminati che trovano difficoltà a scoprire il segreto di questo microrganismo. Anche il montaggio sarà stupendo e passeremo da un tipo di montaggio più lineare e preciso a un altro più particolare in cui saranno mostrate momenti diversi nella stessa scena come se fossero vignette di un fumetto e una delle mie preferite rimane quella in cui Stone e Hall vanno nel villaggio con la tuta e da una parte abbiamo loro che guardano dentro le finestre e da una parte i cadaveri degli abitanti. Tutto ciò riesce a costruire una tensione in maniera lenta e costante e questo sarà sicuramente uno degli elementi migliori del film. L’unico difetto importante che posso attribuire a questa pellicola è legato al fatto che è prolisso. Certe scene risultano molto lunghe, come quella in cui devono essere decontaminati per entrare nell’ultimo livello, ed è tutto molto interessante come mostrano le dovute precauzioni e attenzioni, ma dura veramente troppo e spiega tantissime cose che potrebbero anche evitare. La parte tecnica comunque funziona benissimo e anche la storia sa affascinare.

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Fin da subito il film parte molto bene, riuscendo a costruire la tensione e il mistero su ciò che è accaduto al villaggio e, quando finalmente si delineerà lo scenario, questi due elementi non abbandoneranno mai lo spettatore. Della storia apprezzo varie cose ma in particolar modo apprezzo il cui viene gestito il tutto, attraverso la segretezza più totale, usando piani di emergenza pensati in una tale evenienza e il tutto molto in fretta per non perdere tempo davanti a qualcosa che potrebbe diffondersi. Il film mostra con grande attenzione tutti i passi da compiere in questo scenario e infatti nella prima parte, prima che possano studiare il microrganismo, ci sarà tutta una fase preparatoria dove ogni cosa si attiverà, dove verranno scelti i quattro che dovranno studiare il caso e verrà mostrata anche l’entrata in Wildfire e quanto sia lenta e ricca di ogni possibile precauzione quasi paranoica. In seguito le sperimentazione sul microrganismo saranno davvero interessanti, cercando di capire di che tipo è, come si contrae e tante altre caratteristiche tra cui il motivo per cui il vecchio e il neonato sono sopravvissuti. Più si andrà avanti, più scopriremo cose su Andromeda, il microrganismo, e la tensione non farà altro che aumentare perché capiremo sempre di più quanto sia letale e resistente e come possa diffondersi con grande semplicità, causando una grande tragedia per l’umanità. In tutto questo il film riesce a risultare verosimile, soprattutto con quello che noi abbiamo vissuto con la pandemia.

Ci tengo a precisare una cosa molto importante. In questa storia verranno fatte sperimentazioni sugli animali per capire meglio Andromeda e fermarlo e ammetto di essere stato impressionato dal modo in cui queste creature sembravano effettivamente morire. Fortunatamente nella realtà non gli hanno fatto del male e non sono morti, anche perché dietro le quinte c’era un’associazioni contro la violenza sugli animali pronti a prenderli a sprangate se fosse successo qualcosa. Quindi niente traumi come successe con la tartaruga in Cannibal Holocaust. In ogni caso a convincere sono anche il quartetto protagonista, un gruppo molto capace e preparato anche se, è questo è voluto, a volte sembrano quasi delle macchine nel loro modo di comportarsi e infatti colei che risulterà più simpatica agli occhi del pubblico è Ruth perché con il suo sarcasmo, la sue frecciatine e i suoi dubbi risulterà il personaggi più umano e interessante dell’intero film.

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Per concludere, Andromeda è un thriller fantascientifico veramente interessante che con il passare degli anni è invecchiato bene a livello tecnico, con una regia stupenda e un montaggio e una fotografia curate. La storia sorprendere parecchio per come viene narrata, anche se certe parti dovevano essere snellite di più e, dopo il Covid, film così non fanno altro che acquisire un valore in più e a risultare più inquietanti. Lo consiglio assolutamente!

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

21 pensieri riguardo “Andromeda (film)

    1. Il film è tremendamente interessante e incredibile. Wise era un regista eccezionale che riusciva sempre a sorprenderti con le sue opere e questa lascia veramente il segno. Tra l’altro preparati che tra qualche giorno pubblicherò un articolo su un film che apprezzi parecchio.

  1. Lo vidi tantissimi anni fa e mi colpì per la credibilità di tutta la vicenda, e per la sua realizzazione. Conoscevo il romanzo di Crichton e devo dire che la trasposizione cinematografica non delude per niente.

    1. Thank you so much! Wise was a genius and I’m so sorry this movie is so easily forgotten. I think it’s really magnificent and smart and, since what happened in the last years, I think it’s even more modern than ever. Thank you again!

        1. Specialmente negli anni ’70 abbiamo avuto diversi film catastrofici davvero interessanti. Fu una decade ricca per quel genere ed è continuato anche negli anni ’80 anche se a mio avviso lì avevano perso la loro forza.

      1. Ridley Scott è un grande regista, che per motivi a me misteriosi è sempre stato disprezzato dall’Academy. Ogni volta che esce un suo nuovo film gli danno qualche nomination nelle categorie tecniche a mo’ di contentino, ma la nomination come miglior regista evitano sempre accuratamente di dargliela. Non solo non lo premiano, ma fanno in modo che non si crei neanche la possibilità di premiarlo.

        1. E purtroppo non è la prima volta che succede con un regista riconosciuto a livello globale come un grande artista. Guarda per esempio Hitchcock. Miglior regia? Film? Niente di niente. E per Kubrick vale la stessa cosa. Eppure sono loro due i massimi rappresentanti del cinema mondiale. Magari Scott ha fatto dei film nell’ultimo periodo che non mi sono piaciuti molto (Napoleon l’ho trovato tremendo, amando la storia in quel caso non sono riuscito ad accettare certi cambiamenti che ha fatto, al contrario del Gladiatore. In quel caso riesco ad accettarli perché i protagonisti sono personaggi fittizi), però è un regista che ha fatto la storia. Alien e Blade Runner sono ancora i miei film ma anche gli ultimi come The Last Duel li ho trovati magnifici e pieni di inventiva.

          1. Sai qual è il dettaglio che più di tutti mi fa capire che Ridley Scott è un grande regista? Quando passano un suo film in tv lo rivedo sempre volentieri, anche se me lo ricordo scena per scena. Ad esempio, ho perso il conto delle volte che ho rivisto American Gangster, e anche House of Gucci quando l’hanno trasmesso mi ha dato le stesse emozioni di quando lo vidi al cinema.

            1. I film che si fanno riguardare più e più volte sono perfetti. Io Alien e Blade Runner li avrò rivisti all’infinito. Sono opere magnifiche che sono riuscite a sopravvivere al tempo e a dimostrarsi anche molto più all’avanguardia di tante altre.

                  1. Il che è stupefacente, se consideriamo che lo sceneggiatore di House of Gucci era un debuttante assoluto. Purtroppo non hanno nominato all’Oscar neanche lui, quindi dopo quest’esordio folgorante ha sceneggiato solo un altro film (peraltro un film che non è neanche uscito nelle sale, è stato caricato direttamente su Prime). Gli auguro di tornare in futuro a lavorare con un grande regista, perché se lo merita davvero. Grazie mille per la chiacchierata, piacevole e stimolante come sempre! :)

                    1. Grazie a te per la chiacchierata. È sempre un piacere poter parlare di cinema! Diciamo comunque che per gli sceneggiatori seri non è un buon periodo visto che in certi casi a volte iniziano a girare il film che la sceneggiatura non è completa del tutto. E pensare che Hitchcock diceva proprio che era la sceneggiatura la cosa più importante in assoluto.

  2. un bellissimo e affascinante romanzo di Michael crichton è proprio per questo sono stata restia a vedere il film quando uscì punto ottima alle tante recensione. Buona estate🌿🌿🌈

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