WALL-E

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo siamo tornati a parlare di film in live-action e questa volta abbiamo deciso di concentrarci su una commedia horror degli anni ’90 che in poco tempo è diventato un vero e proprio cult ossia Aracnofobia. Durante una spedizione in Venezuela, un ricercatore scopre una nuova specie di ragno molto velenosa e aggressiva. Uno di questi ragni uccide un fotografo del gruppo e si nasconde nella bara che verrà portata nella città natale del malcapitato, Canaima, in California. Qui si è appena trasferito il medico Ross con la sua famiglia e il ragno in questione creerà la sua tana proprio nel loro granaio e troverà una compagna con cui creerà un nuovo tipo di ragni, altrettanto velenosi, che rischiano di distruggere la cittadina. Ross dovrà scoprire la verità e superare il suo terrore per i ragni. Un film davvero ottimo che funziona sul lato tecnico grazie alla regia e al ritmo e soprattutto all’abilità di unire bene la commedia con l’horror. Inoltre riesce a mostrarci dei personaggi semplici ma ben caratterizzati che ci fanno ridere e a cui ci affezioniamo, oltre che scherzare in maniera simpatica sulla fobia dei ragni. Un film che vi consiglio assolutamente!
E torniamo come di consueto a parlare di animazione e, visto che ho parlato veramente tanto della DreamWorks, direi che sia ora di passare a un altro studios e riprendere la filmografia della Pixar con un altro delle loro opere migliori.
Ecco a voi WALL-E, pellicola animata del 2008 scritta da Andrew Stanton e Jim Reardon e diretta da Andrew Stanton.

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Trama:
Ci troviamo in un lontano futuro dove la Terra è talmente inquinata da aver costretto gli esseri umani ad abbandonarla attraverso delle navicelle spaziali. I rifiuti riempiono tutto il pianeta e il compito di pulire tutto quanto spetta a dei piccoli robot che hanno smesso di funzionare ormai da tempo. Tutti tranne uno, WALL-E (Ben Burtt). Per tantissimi anni WALL-E ha continuato a pulire il mondo dalla spazzatura, ma con il tempo ha sviluppato anche una certa curiosità e sensibilità, collezionando oggetti che trova interessanti e affascinanti. WALL-E però si sente anche solo e vorrebbe qualcuno accanto a sé. Un giorno lui trova una piantina verde che porta con sé e, nello stesso giorno, sulla Terra atterra un’astronave che porta al proprio intorno la sonda EVE (Elissa Knight). Lui non sa perché EVE sia lì, ma vuole assolutamente fare amicizia con lei e infatti dopo un po’ i due legano ma, quando WALL-E le mostra la pianta, EVE automaticamente la prende e si disattiva. Qualche giorno dopo torna l’astronave per portare EVE via. WALL-E però la segue e, senza saperlo, metterà in moto degli eventi che cambieranno le sorti del pianeta e degli esseri umani.

Mi sto rendendo conto che le recensioni dei film animati della Disney, Pixar e DreamWorks sono praticamente arrivati più o meno agli stessi anni. Sto recensendo tutto quanto in ordine cronologico e penso proprio che continuerò così. In ogni caso sono felice di essere tornato a parlare della Pixar perché, specialmente nella prima metà delle sue produzioni, ha creato opere che sono entrate nella storia e hanno scaldato il cuore. E WALL-E è certamente una di queste.

WALL-E nasce come idea nel 1994, un anno in cui molte opere della Pixar che abbiamo già recensito vennero suggerite da persone come John Lasseter, Pete Docter, Joe Ranft e, ovviamente, Andrew Stanton. F u quest’ultimo a suggerire la storia con gli esseri umani che lasciavano la Terra, dimenticandosi un robot che si erano dimenticati di spegnere. Stanton e Docter iniziarono a lavorarci nel 1995 ma si bloccarono, non sapendo come proseguire la storia, e Docter decise di dirigere Monster & Co. Nel 2002 Stanton riprese a scrivere WALL-E e nel 2003 ebbe il via libera per la produzione. Ovviamente all’inizio la storia era differente e, mentre il concetto base di WALL-E come robot pulitore che colleziona oggetti era sempre presente, in questa prima fase erano coinvolti gli alieni e WALL-E avrebbe guidato una ribellione di robot contro di loro, i Gels, che in realtà erano tutto ciò che rimaneva degli esseri umani dopo secoli, modificati per il tempo prolungato in cui sono rimasti nello spazio. Diciamo anche che Stanton aveva intenzione di creare per questi alieni un loro linguaggio, ma dopo un po’ si rese conto che le cose non funzionavano  per questo motivo li cambiò in umani, rappresentandoli in una maniera molto particolare che parleremo quando arriveremo alla storia e alle tematiche. Sul lato tecnico invece hanno fatto un lavoro veramente impressionante e anche oggi rimane tale e parleremo di alcuni elementi a dir poco ottimi.

In primis non si può fare a meno di parlare del design. Prediamo per esempio proprio WALL-E, un design ben studiato ma basato anche sulla semplicità visto che di base assomiglia proprio a una scatola, senza la presenza di elementi come bocca, naso o orecchie che possano farlo sembrare un essere umano.  L’unica cosa con cui riesce a rapportarsi con il pubblico sono i suoi “occhi” che assomigliano a dei binocoli. Ed è su questo punto che hanno fatto un lavoro eccellente perché, nonostante quegli occhi siano robotici anzi siano proprio delle lenti, riesce a trasmettere delle grande emozioni, ci trasmette un grande senso di dolcezza ma anche di malinconia e in parte è dovuto al modo in cui quei “binocoli” sono posti, facendo somigliare gli occhi a delle gocce d’acqua. Quello non sarà l’unico elemento che permette a WALL-E di comunicare le sue emozioni, a anche su questo ci torneremo più tardi. EVE ha un ottimo design e mi piace il contrasto che c’è nell’aspetto rispetto a quello di WALL-E e non solo peri il fatto che quest’ultimo sia in funzione da tanto tempo e mostri segni di logoramento, ma proprio per il contrasto tra design vecchio e nuovo. EVE ha un aspetto più minimalista, con linee semplici e morbide che la rendono simile a una goccia (o a un uovo, come disse lo stesso Stanton) e il piccolo schermo che possiede sulla testa mostra due occhi che possono far comprendere il suo stato d’animo.

Ci sono tantissimi design che riescono a colpire, come ad esempio gli altri robot moderni che WALL-E incontrerà o la nave spaziale Axion, ma tra tutte le cose sono rimasto impressionato dall’aspetto della Terra. Fin dalla prima inquadratura che mostra il globo, capiamo che sta male attraverso il colore giallo spento e quando ci avviciniamo troviamo un mondo decadente, abbandonato e sommerso da enormi quantità di rifiuti, tra cui alcuni che i vari WALL-E hanno imballato e messo gli uni sopra gli altri, arrivando a creare dei palazzi enormi. Non è stato solo l’aspetto a colpirmi, ma anche l’illuminazione, uno degli elementi più belli della pellicola. Perché è proprio l’illuminazione a dare alla pellicola, all’inizio, questa sensazione di malinconia ma anche di sporco e inquinato. Ovviamente l’illuminazione cambierà a seconda delle locations ma non solo. Infatti quando ci saranno momenti emotivi, i colori diventeranno più caldi e delicati, mostrando la dolcezza della scena. Tutti questi elementi però vengono valorizzati da un’ottima regia che riesce a tenere dall’inizio alla fine un ritmo perfetto, destreggiandosi molto bene tra commedia, scene d’azione e scene drammatiche.

Quello in cui però eccelle è la capacità di riuscire a raccontare molto bene la storia attraverso le immagini, anche perché, e questa è stata una scelta veramente coraggiosa, la prima parte del film sembra quasi un film muto. Ci sono pochissimi dialoghi, quello che sentiamo vengono da alcune pubblicità ancora in funzione e WALL-E ed EVE pronunciano al massimo qualche singola parola e soprattutto i loro nomi. Per il resto ci sarà solo il silenzio e tramite esso potremo comunque capire tante cose sulla situazione. Capiamo che gli umani se ne sono andati, che WALL-E è l’ultimo robot ancora attivo e capiamo perfino che, prima di scappare dalla Terra, gli umani erano circondati da un consumismo estremo che li ha portato alla rovina. E il tutto emerge solo attraverso le immagini. Come se non bastasse nella seconda parte le cose cambiano parecchio ed è un cambiamento che funziona benissimo. Se il lato tecnico è eccellente, la storia lo è altrettanto.

Come ho detto, la prima parte si svolge quasi nel silenzio e quindi in questo punto sono importanti le immagini e i gesti. Conosciamo WALL-E e il destino che ha colpito la Terra. Vediamo come il robot trascorre le sue giornate, tra il lavoro e il tempo che passa al rifugio con i suoi tesori, specie con la videocassetta di Hello, Dolly!, un film che guarda spesso ed è proprio attraverso questo film che vediamo la sua solitudine e il suo desiderio di poter stringere la mano a qualcuno, di avere qualcuno al suo fianco. E il rapporto che all’inizio ha con EVE non sarà dei migliori, visto che quest’ultima sarà concentrata sulla sua missione, ma alla fine l’amicizia che nasce tra i due sarà davvero bella e sincera, qualcosa che avrà un grande peso a livello di trama. Poi si arriva alla seconda parte, dove WALL-E arriva nell’astronave piena di umani.

E gli umani sono realizzati in maniera peculiare, visto che assomigliano a dei bambini giganti, non solo perché la lunga permanenza nello spazio li ha un po’ cambiati, ma anche perché il regista voleva fare una certa critica sociale. Gli umani presenti sulla nave non fanno più niente, sono i robot che fanno ogni cosa. Non camminano neanche e vanno sempre in giro su queste poltrone volanti attraverso il quale parlano con gli altri, quindi senza avere alcun contatto diretto, e dove sono totalmente da pubblicità che non si rendono conto di quello che hanno intorno. La tecnologia è progredita molto, ma gli umani hanno subito una decrescita, diventando quasi dei bambini, per questo sarà stupendo quando otterranno consapevolezza, perché cominceranno finalmente a crescere e a cavarsela con le proprie forze e sicuramente chi incarna meglio tutto ciò è il comandante B. McCrea (Jeff Garling).

Tra l’altro il film fa una forte critica al consumismo attraverso la BnL, un’enorme azienda commerciale di cui vediamo i loghi e le pubblicità ovunque, sia sulla Terra che sull’astronave, mostrando quanto poteva essere potente. Un’azienda che ha continuato a sfruttare e sfruttare fino a quando la situazione non è diventata insostenibile, arrivando ad attuare il piano per scappare dalla Terra e di conseguenza anche dai propri errori. Inoltre l’intero film riesce a essere un’opera ambientalista davvero matura, un’opera che insegna l’importanza del nostro pianeta e del prendersi cura di esso, per evitare quello che poi è successo nel film. La cosa migliore è che questa tematica non viene mai accennata da alcun personaggio e la morale non viene urlata in faccia allo spettatore ma mostrata attraverso le immagini, arrivando a farci riflettere, cosa che dovrebbero fare altri film che vogliono parlare di ambientalismo e in generale di tematiche sociali. E poi adoro vedere i film a cui si è ispirato WALL-E in quanto ci ho visto molto di Blade Runner, Alien (c’è Sigourney Weaver tra i doppiatori), Corto Circuito (anche se, da come ho capito, quest’ultima è stata una coincidenza), ma soprattutto ho amato le citazioni a 2001: Odissea nello spazio, specialmente se pensiamo che il villain del film è praticamente una sorta di HAL-9000.

Per concludere, WALL-E è un film d’animazione incredibile che mostra ancora una Pixar in crescita sia a livello tecnico sia a livello di storia. Nel primo caso abbiamo un design ottimo, una fotografia bellissima e una regia che riesce a raccontare il tutto attraverso le immagini, mentre nel secondo caso la sceneggiatura si dimostra molto matura, riuscendo a parlare di tematiche delicate con grande intelligenza e tatto, oltre che a mostrarci dei personaggi bellissimi a cui ci affezioniamo. Lo consiglio assolutamente!

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

29 pensieri riguardo “WALL-E

    1. I recomend you to give it a try even because it’s way more different than ET and it has some thematics that are pretty close to us today. A movie that aged so well and it will remain modern even after years and years.

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