Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo siamo tornati a parlare di animazione e questa volta abbiamo fatto un enorme passo indietro nel tempo, discutendo dei Flesicher Studios, rivali della Disney negli anni ’30, e recensendo il loro primo lungometraggio animato, I viaggi di Gulliver. Gulliver naufraga sull’isola di Lilliput e viene trovato da Gabby, il guardiano notturno. Quest’ultimo corre ad avvertire re Little della presenza di questo gigante, ma quest’ultimo è impegnato con re Bombo per firmare un trattato di pace tra i due regni attraverso il matrimonio tra i loro due figli, che si amano. I due sovrani però hanno una discussione e Bombo dichiara guerra. Gulliver a questo punto sembra una speranza per Little per fermare il conflitto. Un film veramente interessante con un tratto molto cartoonesco, un tratto stilizzato e con figure rotondeggianti e morbide, ma anche un utilizzo ottimo del rotoscopio per i movimenti della principessa e del principe ma soprattutto per la realizzazione di Gulliver. Inoltre il film trasmette un messaggio molto forte riguardo la pace, un film contro la guerra che riesce a far arrivare queste tematiche allo spettatore grazie all’amore e al personaggio di Gulliver. Un’ottima opera che vi consiglio assolutamente!
Quest’oggi torno a parlare di un regista che apprezzo profondamente e che con le sue opere ha fatto la storia del cinema ossia Sam Raimi. Però ho deciso di portare qualcosa di meno conosciuto del regista, qualcosa che non ha a che fare con le sue opere più famose e alla fine ho scelto questo film.
Ecco a voi The Gift, pellicola thriller del 2000 scritta da Tom Epperson e Billy Bob Thornton e diretta da Sam Raimi.

Trama:
Annie Wilson (Cate Blanchett) è una donna vedova e con tre figli che pratica la chiaroveggenza, un dono che ha ereditato da sua nonna (Rosemary Harris) e con cui cerca di aiutare le persone. Tra questi c’è il giovane Buddy Cole (Giovanni Ribisi), con numerosi problemi legati al suo passato che non riesce a capire, e Valerie Barkside (Hilary Swank), una donna che vien picchiata spesso da suo marito Donnie (Keanu Reeves). Quest’ultimo in particolar modo detesta quello che fa Annie, considerandolo peccaminoso e soprattutto pensando che lei stia cercando di metterle contro sua moglie, e non solo arriva a minacciare Annie ma perfino i suoi figli. Le cose non fanno che peggiorare quando la giovane Jessica King (Katie Holmes), figlia del ricco imprenditore Kenneth (Chelcie Ross) e futura moglie del preside della scuola Wayne Collins (Greg Kinnear), scompare nel nulla. Le ricerche continuano senza successo fino a quando Annie non ha una visione sul luogo in cui si trova la donna. Jessica è stata uccisa e il suo cadavere giace in uno stagno nelle terre di proprietà di Donnie.
Raimi è un regista che dovrei portare più spesso sul blog, visto le meravigliose pellicole che ha creato e contando che non lo ringrazierò mai abbastanza per averci regalato la trilogia de La Casa. Con questo articolo però voglio tenermi leggero e parlare di un’opera che, nonostante non sia tra le sue migliori, è decisamente ottima.

Partiamo come al solito con il lato tecnico. In questo caso uno degli elementi principali a destare interesse è il ritmo, un ritmo lento e calmo che trovo molto appropriato per questo tipo di storia. Infatti questo è un film che si prende i suoi tempi per mostrarci sia la situazione sia i suoi personaggi. Vediamo la situazione che vive Annie, il suo rapporto con i figli, i problemi che sta vivendo e il modo con cui utilizza il proprio dono per aiutare gli altri. La scoperta del cadavere di Jessica arriverà più in là con la storia, almeno mezz’ora dopo, e fin qui osserveremo come gli eventi si evolveranno, specialmente riguardo all’enorme problema che Annie troverà con Donnie, fino ad arrivare appunto al momento centrale inerente Jessica, al caos che ciò getterà sulla cittadina e alla ricerca della verità. In tutto ciò Raimi riesce a dirigere un’opera molto quadrata ma soprattutto un’ottima atmosfera che dà anima alla pellicola.
Nonostante la regia sia fuori dai suoi canoni e in certi casi risulti più simile a quelle di un ottimo mestierante, il tocco di Raimi si fa sentire con grande forza in alcuni, ossia i sogni, le visioni e soprattutto l’incontro con i fantasmi. In questi momenti Raimi inserisce alcune sue caratteristiche come ad esempio gli zoom in avanti, che possono essere lenti o molto veloci, che arrivano a inquadrare gli occhi dei personaggi con primissimi piani. Non mancheranno inoltre le inquadrature sbilenche per aumentare la tensione o la sensazione di disagio. Ed è anche qui che l’atmosfera si dimostrerà stupenda, riuscendo a rendere il tutto molto onirico e la messa in scena sarà ottima grazie a sequenze evocative e al montaggio alternato, oltre a delle idee visive che funzionano benissimo. In pratica il lato tecnico è fatto bene e si dimostra visivamente importante perché aiuta parecchio la sceneggiatura di quest’opera.

Questo che trovo maggiormente interessante sono i personaggi, ben scritti e molto variegati. Sicuramente quello che colpisce di più è Bobby, un ragazzo che ha costruito un muro sul suo passato e che prova una forte rabbia, ma che considera Annie come la sua unica amica, in quanto lei è stata la sola ad averlo realmente aiutato, cosa che continua ancora a fare. La stessa Annie si dimostra una protagonista interessante e molto forte, una persona che vuole semplicemente aiutare gli altri con il proprio dono e che affronta una situazione per niente facile. Mi dispiace un po’ non aver visto più approfondimento con i figli, soprattutto con il maggiore che mostrava una forte rabbia dovuta alla morte del padre. Visto che l’avevano introdotto, potevano scavare più a fondo sull’argomento. I personaggi funzionano bene mentre la storia, a ben pensarci, in realtà è molto semplice e sa di già visto. Ci sono diversi elementi, anche di grande importanza, di cui capiamo subito le intenzioni e la direzione intrapresa dalla pellicola, soprattutto per quanto riguarda Donnie (non dirò di più, ma penso che si possa intuire a cosa mi riferisco). Abbiamo scelte abbastanza ovvie e messe in maniera molto lineare, non è una brutta storia ma non mostra degli spunti che la differenziano da altre opere simili ed è per questo che il lato tecnico si dimostra fondamentale perché è proprio ciò che riesce a dare all’opera qualcosa in più, in questo caso a livello visivo, a renderlo più interessante proprio per il modo in cui tutto ci viene mostrato, specialmente per quanto riguarda il dono di Annie.
Per concludere, The Gift non sarà tra le opere migliori di Raimi, ma è certamente un ottimo film che ha dei bei personaggi e una trama che, seppur molto lineare e semplice, riesce a essere valorizzata dalla regia e dalle atmosfere che mostrano il tocco del regista, soprattutto con la presenza del paranormale. Un film che consiglio!

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!
[The Butcher]
I saw it!
It’s a great movie, I loved it! It’s very intriguing, it’s hard to know where the story is going. The characters are very well written, as you said, and the cast is incredible, they are all so good, especially Cate Blanchett and Giovanni Ribisi. Some scenes are really very powerful, for instance when Giovanni Ribisi confronts Keanu Reeves. And even the ending is good, very touching.
Thank you for recommending it to me.
I’m so glad you liked it! And yes, this movie had some really powerful scenes and moments and the actors did an awesome job.
[…] contributo al cinema, Sam Raimi, ma discutendo di uno dei suoi film minori, per così dire, ossia The Gift. Annie è una donna vedova con tre figli che ha un dono ossia la chiaroveggenza, un dono tramandato […]
L’ho perso ma sembra molto interessante. Spero di trovarlo su qualche canale a pagamento. Buona notte
Spero che possa piacerti. Non è un capolavoro, ma è un film veramente valido.