Pan – Viaggio sull’isola che non c’è

Benvenuti in un nuovo articolo del vostro caro The Butcher!
Come potete immaginare (o come potete leggere anche dal titolo), oggi parleremo di un film.

E quindi vi presento Pan – Viaggio sull’isola che non c’è, un lungometraggio del 2015 basato sul libro di J.M. Barrie, Peter Pan. Il regista è Joe Wright (conosciuto per film come Orgoglio e Pregiudizio).

Trama:
Siamo nella Londra della seconda Guerra Mondiale e in un orfanotrofio nel cuore della città Peter (Levi Miller) sogna un giorno di incontrare sua madre e andarsene di lì. Purtroppo questo sogno viene più volte ridicolizzato da Madre Barnabas, la direttrice dell’orfanotrofio (che vi giuro per un momento mi ha ricordato in parte la Singora Trinciabue).
Ma la vita di Peter sta per cambiare completamente. Una notte lui e la maggior parte dei bambini orfani vengono rapiti dai pirati e portati con la loro nave voltante sull’isola che non c’è. Qui Pan incontrerà il capitano Barbanera (Hugh Jackman), il mandante di questo rapimento, che costringerà il protagonista e gli altri bambini a lavorare in delle miniere per raccogliere una rara pietra con un potere nascosto. Ed è anche qui che Pan incontrerà un improbabile alleato, James Uncino (Garrett Hedlund).

Questo film aveva in sé tanto potenziale che purtroppo non è stato sfruttato a dovere. L’idea di base era veramente ottima, invece di raccontare in chiave moderna la solita storia di Peter Pan, si è optati per una reinterpretazione delle origini del bambino che sapeva voltare. E fin qui nulla di male.
Anche a livello di trama hanno fatto un lavoro abbastanza coerente che in molte occasioni citerà anche alcuni momenti che tutti noi conosciamo della storia originale. Ma il problema principale del film è che sarà pregno di molti cliché. Ok, a volte non si può evitare di incappare in cose già viste, è inevitabile. Però qui non si sono impegnati nel creare qualcosa di visto in modo particolare o interessante. Quindi ci ritroveremo ad esempio con la storia del “prescelto che dovrà sconfiggere il cattivo di turno” (poi ce ne sono altri di cliché, ma non ve li voglio raccontare nel caso qualcuno di voi volesse recuperare la visione del film). Informazione che non ritengo spoilerosa dato che ci veniva mostrato nel trailer.
Anche il modo in cui si svolgono le vicende sarà abbastanza scontato il che non aiuta di certo il film.

Un lato positivo lo posso però trovare nei personaggi principali. Anche se non hanno una caratterizzazione perfetta, sanno comunque colpire lo spettatore e bisogna anche sottolineare il fatto che qui gli autori del film abbiano voluto cambiare un po’ alcuni personaggi. Come ad esempio Uncino, un giovane pieno di sé, un po’ egoista ma molto furbo oppure Giglio Tigrato (interpretata da Rooney Mara) in questo contesto descritta come una guerriera coraggiosa e abile.
Ecco, qui ad esempio mi è piaciuto come hanno cambiato le cose.
Però non tutti i personaggi sono stati realizzati per il meglio. Ed è qui che entra in gioco Barbanera, l’antagonista del film. Il suo doveva essere un personaggio narcisista, poco paziente e anche spietato. Caratteristiche che ritroviamo certo, ma che sono state rese troppo esagerate. E all’inizio sembrava veramente interessante per poi cadere nella banalità più totale.

Tra l’altro Barbanera è anche protagonista di alcune scene che non ho proprio capito tra cui una che mi pare proprio una forzatura di trama: Barbanera scopre che Peter è colui destinato a ucciderlo perché ha fatto una determinata cosa come scritto nella profezia.
OK.
Però Barbanera non lo uccide per una ragione che non vi spiego e che nel film capiremo più avanti. E qui ci può un po’ stare.
Ma allora perché nel resto della pellicola (precisiamo che dopo il loro primo faccia a faccia Peter scapperà), il pirata cercherà in tutti i modi di ucciderlo? E’ un po’ una forzatura.

E soprattutto vorrei un attimo soffermarmi sulla scena in cui comprare per la prima volta e lui, la sua ciurma e anche i suoi prigionieri, cantano i Nirvana!

Primo, complimenti per i gusti musicali.
Secondo, perché diavolo cantano i Nirvana?!
C’è un po’ di anacronismo in questa scena, ma giusto un pochetto.

Però nonostante tutto, il film mi ha anche divertito in parte. Certe scene mi hanno fatto ridere mentre altre mi hanno ricordato la favola che tutti conoscono e che hanno adorato. Anche le scene d’azione mi hanno intrattenuto bene (tra cui mi ha divertito molto quella con gli uccelli scheletrici) e come supporto hanno avuto le musiche di John Powell che non erano per niente male.

A livello tecnico infatti il film non è niente male. La regia di Joe Wright funziona bene così come la fotografia.
Anche i costumi sono ben realizzati e la parte divertente è stata vedere i pirati vestiti in maniera diversa da come ci aspetteremo di solito. Il loro stile sembra molto simile allo steampunk e penso che i creatori abbiano puntato proprio su questo fattore anche se a un certo punto del film, non so perché, ho sussurrato a Shiki: “Mi sembrano delle baldracche”. Facendo così ridere Shiki.
Ma, tornando seri, parliamo della CGI. In parte è un punto di forza mentre dall’altra un suo difetto. Certi luoghi e certe scene sono state rese magnificamente con la computer grafica e hanno suscitato un po’ di stupore nel pubblico. Però in altri casi l’ho trovata troppo eccessiva e questo è qualcosa che molti conoscitori del cinema sanno: potrai anche usare dei bellissimi effetti speciali, ma se esageri rovini tutta l’atmosfera. E in certi casi è successo. Non tante volte, ma è successo.

Questo era tutto quello che avevo da dire riguardo Pan. Un’idea secondo me ben pensata ma resa in modo discreta. Aveva potenziale che non è stato sfruttato e alla fine non posso far altro che dire che il film era carino, carino ma nulla di più.

Ok, spero che questa recensione vi sia piaciuta.

Vi aspettiamo al prossimo articolo!

P.S. Il finale del film mi ha fatto pensare che i produttori avessero intenzione di fare un seguito. Purtroppo, visto i deludenti guadagni che ha avuto al botteghino, possiamo pure scordarcelo.

 

[The Butcher]

3 pensieri riguardo “Pan – Viaggio sull’isola che non c’è

  1. Beh, davvero complimenti Butcher, per la tua recensione su un argomento certo non facile, perché il film è esattamente quello che hai detto tu: tante belle premesse ed alla fine un inconsistente nulla di fatto.
    Tutta la magia da eterna gioventù insita nel personaggio di Peter Pan (e che era riuscito, in un modo o nell’altro, a sopravvivere nei decenni anche attraverso lo Spielberghiano “Hook” o l’australiano “Peter Pan” del 2003, qui viene sostituita da una noia mortale che ti fa sentire ancora più vecchio…
    Hai stra-ragione sulla CG, abusata come abusa di spezie chi non sa cucinare o che usa tanti saporanti per coprire della carne non freschissima…
    Garrett Hedlund è come sempre utile come una bicicletta senza sellino e Rooney Mara fa rimpiangere la principessa Disney Tiger Lily (tutt’altra attrice quando faceva la spaccaculi nel “Millenium” di Fincher, ma là c’era anche un altro regista…).
    Come sempre, la tua visione garbata e possibilista mi fa notare cose che avevo trascurato e questo ti rende ai miei occhi molto di più che non solo il mio commentatore preferito di anime e manga…
    Sei un grande!

    1. Come sempre ti ringrazio molto per i tuoi commenti. Parlando dei film passati di Peter Pan, mi piacerebbe recuperare quello del 2003 dato che ne ho poca memoria. Mentre Hook con Robin Williams l’ho sempre amato fin da quando ero piccolo. Riguarderò anche quello e forse un giorno ci farò pure un articolo…

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