Benvenuti o bentornati nel nostro blog. Nello scorso articolo abbiamo cambiato nuovamente argomento e siamo tornati nel mondo dei fumetti continuando a parlare della saga italian edita dalla Bugs Comics e che stiamo portando avanti abbastanza lentamente, Kalya con il volume 19. Kalya e il suo gruppo hanno prelevato il monarca gjaldest Hamon-Darn dalla prigione di Harro per portarlo a Galdor. In quel momento però dei sarabriani attaccano e sono costretti a fuggire. Nonostante ciò vengono inseguiti da una gjaldest fedele ad Hamon-Darn che non gli lascia tregua e per questo tentano di raggiungere la fortezza di Kalantor e trovare così rifugio. I disegni, nonostante non siano molto dettagliati, sono fatti bene e sono molto puliti e capaci di mostrare perfettamente la varie sequenze e ciò aiuta con le scene d’azione che scorrono benissimo e hanno un ottimo ritmo. La storia, nonostante sia una fuga continua, mostra eventi davvero interessanti che incuriosiscono molto i lettori, come quello che succede a Kalantor e la questione del morbo pallido. Un volume che consiglio.
Ritorniamo nuovamente nel mondo del cinema e per la precisione discutiamo di film in live-action. In questo caso ho deciso di tornare a parlare di un regista che adoro e che ha fatto la storia e lo farò con un film a cui sono particolarmente legato.
Ecco a voi Beetlejuice (Beetlejuice – Spiritello Porcello in italiano), pellicola horror comica e fantasy del 1988 scritta da Michael McDowell e Warren Skaaren e diretta da Tim Burton.

Trama:
Adam (Alec Baldwin) e Barbara Maitland (Geena Davis) sono una giovane coppia di sposi che vive tranquillamente nella piccola cittadina di Winter River. Un giorno, mentre tornano a casa con la macchina, per evitare di investire un cane, cadono in un fiume. Quando tornano nella loro abitazione però notano elementi strani, come il fatto che non si riflettono negli specchi e scoprono di essere morti, bloccati nella loro casa. L’unico aiuto che ricevono è un libro chiamato “Il manuale del novello deceduto” che spiega come funziona la loro condizione di fantasmi. Poco dopo la loro abitazione viene comprata da una famiglia proveniente da New York, i Deetz, che iniziano a modificare la casa dei Maitland in maniera assurda e la cosa infastidisce Adam e Barbare che cercano di spaventarli per farli andare via, ma senza successo. Ed è qui che Betelgeuse (Michael Keaton), un fantasma che si definisce bio-esorcista, tenta di farsi evocare da loro per liberarsi dei Deetz, mentre la figlia di quest’ultimi, Lydia (Winona Ryder), sembra avere la capacità di vedere i fantasmi.
Sono molto affezionato a Beetlejuice, anche se prima di scoprire il film conoscevo il cartone animato che fecero in seguito. Da piccolo lo guardavo molto spesso e quando poi scoprii il film originale rimasi sconvolto. Infatti nel cartone i protagonisti assoluti erano Lydia e Beetlejuice ed erano grandi amici, mentre qui le cose sono molto diverse, con Betelgeuse che è un vero e proprio antagonista. Alla fine però adoravo entrambi (e li adoro ancora oggi) e mi hanno accompagnato per tanto tempo.

Partendo dal lato tecnico, parliamo di uno dei primi lungometraggi di Tim Burton, il secondo dopo il suo debutto con Pee-wee’s Big Adventure. Solo che quest’ultimo era un’opera fatta su commissione dove Burton aveva dimostra grandi abilità registiche ma in cui non aveva inserito i suoi elementi tipici (a parte qualche scena). Con questo film però Burton inizia a mostrare molto di più le sue idee non solo a livello di storia ma soprattutto a livello visivo.
La regia funziona veramente bene, capace di dare al tutto un ottimo ritmo che non rallenta mai e che riesce a sviluppare molto bene sia la storia che i personaggi. Fin dall’inizio la sua regia mostra scene interessanti, come la ripresa dall’alto del modellino della cittadina fatta da Adam, che finisce con l’inquadratura della loro casa in miniatura con il ragno che cammina sul tetto, quasi a citare certi film di fantascienza anni ’50 (e non sarà l’unica citazione). Inoltre una cosa che fa benissimo è unire elementi horror alla commedia. Il film è principalmente una commedia con diversi momenti simpatici ed esilaranti, arrivando anche alla commedia nera, in particolar modo nella maniera in cui viene rappresentato l’aldilà. Per quanto riguarda l’elemento horror, viene rappresentato principalmente attraverso il grottesco che sarà presente sempre con l’aldilà ma anche con le trasformazioni di Betelgeuse e perfino in alcune scene con Adam e Barbara. Qui inoltre mostrano un design veramente bello e divertente per i fantasmi. Infatti i morti vengono rappresentati in maniera particolare, come il cacciatore a cui è stata rimpicciolita la testa, la donna tranciata in due e così via. Tutti fantasmi morti in maniera violenta e orribile ma che comunque riescono a sembrare anche buffi. Quelli che rimangono più impressi per il design sono i personaggi di Lydia, con il suo aspetto gothic particolare, e ovviamente Betelgeuse con il suo vestito a strisce bianco e nero, l’aspetto cadaverico, sporco e trasandato.

Altri elementi che colpiscono molto sono le ambientazioni, che affascinano sia a casa dei Maitland quando viene viene modificata dai Deetz sia nell’aldilà dove in quest’ultimo caso le costruzioni come porte e archi sono storte, imprecise, aguzze, di chiara ispirazione espressionista. Il tutto viene valorizzato dalla fotografia gotica, con luci molto accese e forti che variano dal vedere, al rosso, al blu e anche con dei tagli di luce veramente belli che costruiscono la giusta atmosfera. E come dimenticare la colonna sonora di Danny Elfman? Il tema principale del film rimane impresso, sa essere divertente e con un ritmo abbastanza veloce, in parte mi è sempre sembrato una musica da circo simpatica e a volte con elementi un po’ oscuri. Quindi il lato tecnico è molto buono, anche con gli effetti artigianali di certe creature, e anche la storia sa convincere.
Inizialmente il film doveva essere diverso, soprattutto riguardo i toni, molto meno comici e più pesanti, e una delle differenze maggiori era legato a Betelgeuse che invece di essere una sorta di pervertito combina guai era un personaggio molto più inquietante e sinistro, un vero e proprio assassino senza scrupoli. Alla fine sono veramente contento che abbiano optato per la commedia perché il lato ironico e grottesco dona a questa storia una sua anima e una sua unicità. L’umorismo funziona perfettamente, arrivando a scene da commedia nera interessanti e spassose come ad esempio la fine che fa chi suicida, costretto a diventare nell’aldilà un impiegato statale oppure la scena in cui cantano e ballano a cena, diventata iconica. Lo stesso Betelgeuse sarà protagonista di momenti e battute di cattivo gusto ma divertenti e in linea con il suo personaggio. L’umorismo e il grottesco funzionano, così come funziona la costruzione del mondo dell’aldilà e le sue regole. Inoltre un’altra cosa che convince sono i personaggi.

Mi piace ad esempio come è costruito il rapporto tra Adam e Barbara, un rapporto molto dolce e naturale dove entrambi mostrano un forte affiatamento. Anche i Deetz sono interessanti nel modo in cui la loro banalità viene portata su schermo, con Charles (Jeffrey Jones) che vuole rilassarsi senza però smettere di pensare al lavoro e Delia (Catherina O’Hara) che si crede una grande artista ma le sue creazioni sono un pugno nell’occhio. Lydia sa affascinare, ha un’identità forte ma si sente sola e incompresa e solo con Adam e Barbare si sentirà a proprio agio. E infine abbiamo Betelgeuse, un personaggio folle, pieno di energia e pronto a imbrogliare e a esagerare, rischiando di ferire gli altri e facendo di tutto affinché lui ci guadagni molto a discapito dei suoi clienti. Inoltre è anche un pervertito. Insomma è un personaggio con tutti i difetti del mondo ed è per questo che come antagonista convince e Michael Keaton è riuscito a donargli una forte identità con la sua prova attoriale. E qui Burton riesce a parlare bene, anche se non allo stesso livello di opere meravigliose come Edward Mani di Forbici, del diverso che è un argomento a cui tiene molto e che viene rappresentato bene in particolar modo con Lydia (con cui ho sempre empatizzato molto).
Per concludere, Beetlejuice è un film stupendo, con un lato tecnico ottimo dove Burton inizia a mostrare veramente il suo stile attraverso il design dei personaggi e degli ambienti, ma soprattutto riesce a divertire parecchio anche attraverso il grottesco e facendoci amare tutti i vari protagonisti. Lo consiglio assolutamente!

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!
[The Butcher]
il primo film di Burton che ho visto al cinema: avevo 13 anni ed è stato amore a prima vista e da allora è diventato il mio regista preferito e non ho perso un suo lavoro al cinema.
Invece il primo film di Burton che vidi al cinema fu Dark Shadows. Purtroppo ho iniziato ad andare al cinema quando avevo 14 anni, prima non ne avevo alcun interesse ma per fortuna delle circostanze mi hanno fatto conoscere quel mondo magnifico e me ne sono innamorato.