Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo abbiamo deciso di cambiare nuovamente argomento e passare al mondo della letteratura con un libro recente che mi ha profondamente sorpreso, Piranesi di Susanna Clarke. Piranesi è un uomo che vive nella Casa, un luogo immenso, composto da innumerevoli saloni, vestiboli e con un grande numero di Statue, tutte differenti tra loro. Lui vive qui da tempo, forse da sempre, e prende nota di tutto ciò che succede e delle sue scoperte nei suoi diari. L’unico essere umano che abbia mai incontrato nella Casa è l’Altro, che considera un amico visto che è anche lui un uomo di scienza, anche se non tratta la Casa con rispetto come Piranesi. Quest’ultimo vive così la sua vita, esplorando la Casa, scrivendo sui diari, scoprendo nuove Stanze e parlando due volte a settimana con l’Altro, ma tutto cambierà quando troverà dei misteriosi messaggi. Questo libro riesce a sorprendere fin dall’inizio per lo stile narrativo, qui rappresentato sotto forma di diario scritto in prima persona, che inizia già con Piranesi nella Casa e mostra il suo modo particolare di rivolgersi a questo luogo, con grande rispetto e fascino. La Casa non è solamente un luogo ma un vero e proprio personaggio e, oltre a rimanere affascinati da essa, saremo anche incuriositi dai misteri che aleggiano lì e che verranno scoperti in maniera molto intelligente. Un libro straordinario che vi consiglio!
E torniamo nuovamente nel mondo del cinema e questa volta con un grande classico della settima arte, un film che ho sempre voluto portare, diretto da una regista straordinario che mi ha sempre stupito e ha fatto la storia.
Ecco a voi L’Infernale Quinlan (Touch of Evil), pellicola noir del 1958 scritta e diretta da Orson Welles e liberamente ispirata al romanzo Badge of Evil di Whit Masterson.

Trama:
Mike Vargas (Charlton Heston) è un poliziotto messicano in luna di miele con sua moglie Susie (Janet Leigh) e si trova momentaneamente a Los Robles, appena attraverso il confine tra Stati Uniti e Messico. Mike è riuscito da poco a mettere dietro le sbarre uno dei capi della famiglia Grandi, una famiglia che gestisce un grande traffico di stupefacenti. Mentre stanno rientrando, una macchina salta in aria, uccidendo un noto imprenditore e la sua amante. La polizia americana manda sul posto il capitano Hank Quinlan (Orson Welles), un uomo dai metodi particolari che non prende in simpatia Vargas, il quale partecipa alla indagini. Mentre indagano, Quinlan accusa Manolo Sanchez (Victor Millan), l’amante della figlia dell’imprenditore, di essere l’assassino e come prova trova due candelotti di dinamite in una scatola a casa sua. Vargas però quella scatola l’aveva fatta cadere in precedenza e dentro non c’era niente. Mentre la tensione tra Vargas e Quintan si accresce, la famiglia Grandi cerca vendetta nei confronti del poliziotto.
Penso che questa sia la prima volta in assoluto che porto un mostro sacro come Orson Welles qui sul blog. Avevo un certo timore e parlarne e per ovvi motivi e spero di riuscire a rendergli un minimo di giustizia con questa recensione. Inoltre è anche un ottimo modo per poter tornare a parlare di noir, uno dei miei generi preferiti e che mi ha sempre affascinato, in particolar modo per la sua estetica e le sue incredibili atmosfere, ma partiamo con ordine.

Il film ebbe una storia interessante a livello produttivo. L’Universal era interessata al libro, intuendo che sarebbe potuto diventare un ottimo film, e nel 1956 acquistano i diritti con Albert Zugsmith come produttore. Charlton Heston venne subito scelto come protagonista mentre Wlles doveva inizialmente interpretare solo Quinlan. Visto che non si era ancora deciso il regista, Heston suggerì che fosse proprio Orson Welles a dirigere il film. Welles accettò e rese quest’opera sua, arrivando anche a sceneggiarla. Però qui la produzione cambiò delle cose. A livello di montaggio e di struttura narrativa il film si discosta molto dalle opere convenzionali e quindi, mentre Welles non era presente, decisero di modificare il montaggio, accorciandone la durata e facendo dirigere qualche extra per spiegare meglio gli avvenimenti a un altro regista. Ovviamente Welles non la prese bene, ma non poté fare niente a riguardo. Di questo film esistono tre versioni: quella originale da 96 minuti, la versione estesa del 1976 e infine la director’s cut del 1998. Quest’ultima venne curata da Walter Murch e fu voluta dal produttore Rick Schmidlin, dove si cercò di avvicinarsi il più possibile all’idea originale del regista (e quest’ultima è la versione migliore in assoluto).
Parlando del lato tecnico, si inizia come al solito dalla regia e penso che con questo film sia del tutto naturale parlare del suo famoso piano sequenza iniziale, presentato nei primissimi minuti della pellicola e considerato come uno dei migliori mai realizzati. Già solo guardando quel punto si può notare una cosa importante ossia come a livello tecnico questo film non è invecchiato affatto, anzi si dimostra ancora molto moderno, perfino più di altre opere odierne. Il piano sequenza si dimostra complesso ma per nulla meccanico e scorre in maniera del tutto naturale, mostrandoci fin da subito la bomba con la dinamite che viene attivata a tempo e messa nella macchina delle due vittime, poi la telecamera si sposta ad alternanza mostrando Mike e Susie che si muovono per le strade principali della città, la città stessa caotica e vivace e l’auto che cerca di muoversi in mezzo alla folla. Un’apertura incredibile, ma ovviamente la regia mostra grandi momenti di grande interesse e tecnica, a volte andando a mostrare anche piccoli dettagli e narrando la storia attraverso le immagini piuttosto che attraverso le parole.

Ci sono vari momenti davvero ottimi come ad esempio l’uso delle inquadrature sbilenche o quelle dal basso per sottolineare le scene di tensione e disagio oppure le bellissime inquadrature attraverso gli specchi, capaci di mostrare due scene insieme e trasmettere varie sensazioni, come ad esempio quella in cui il sergente Pete Menzies (Joseph Calleia), amico e collega di Quinlan, vede quest’ultimo allontanarsi insieme a Joe Grandi (Akim Tamiroff). Qui abbiamo un’unica inquadratura con Menzies affacciato alla finestra e accanto a lui, riflesso sul vetro, vediamo Quinlan e Grandi che parlano e camminano. Il film è ricco di scelte visive veramente belle e particolari che non sono mai fine a sé stesse ma servono a livello narrativo, anzi l’arricchiscono molto. Inoltre rimango sempre stupito dall’uso eccelso della profondità di campo e della fotografia. La prima riesce a far immergere lo spettatore in questo mondo complesso e pieno di oscurità, oltre che a unire gli eventi di una storia molto articolata, mentre la seconda crea un’atmosfera meravigliosa attraverso i tagli di luce, i chiaroscuri e questi fondi immersi nel buio profondo, il tutto eredità dell’espressionismo tedesco. Se vogliamo riassumere il tutto, il lato tecnico è eccellente, qualcosa di unico che rimane impresso e che a distanza di quasi settant’anni non solo fa scuola ma rimane moderno. Però anche la sceneggiatura mostra un’incredibile narrazione.
Di base la storia è molto semplice: c’è un omicidio, i due poliziotti indagano ma uno dei due usa prove false per incastrare i criminali. La storia è semplice ma allo stesso tempo è molto articolata e non usa una narrazione standard, ma riesce a spaziare tra numerosi personaggi e i loro punti di vista: abbiamo Vargas che vuole che la giustizia sia fatta senza diventare una carogna, Quinlan che ha dei modi di fare e comportarsi molto ambigui che continua a portare avanti per la sua giustizia, la famiglia Grandi che cerca di attuare la propria vendetta nei confronti di Vargas e Susie che si ritroverà nel mirino di quest’ultimi. Quindi ci ritroveremo con una narrazione molto vivace che ci darà un quadro completo della situazione e ci presenterà numerosi personaggi. Un’altra scelta interessante presa da Welles riguarda l’ambientazione ossia questa località al confine. Una scelta a suo dire politica dove mette in mostra degli enormi contrasti e anche un certo razzismo che il regista mette in mostra bene e senza alcuna retorica.

Tra l’altro tutti i personaggi sono interessanti, anche quelli secondari che sia per la presenza scenica sia per il loro carattere riescono a lasciare il segno e arricchire ulteriormente una storia già di per sé interessante. Questi personaggi rendono l’ambientazione più viva e soprattutto aiutano a valorizzare i due personaggi principali: Vargas e Quinlan. Il primo è un poliziotto che crede nella giustizia e nella verità, possiamo definirlo un vero idealista ma non è uno sprovveduto e sa bene come gestire la situazione. Un protagonista positivo che si dimostra comunque sfaccettato e interessante. Quello che però cattura l’attenzione di tutti è certamente Quinlan. Lui è uno dei personaggi più ambigui del film, un poliziotto con dei metodi davvero particolari in quanti più che attraverso le prove lui accusa le persone attraverso il suo intuito. Il suo personaggio a volte si dimostra sgradevole, altre volte invece mostra una forza ammirevole e anche lui, come Vargas, vuole giustizia e soprattutto vuole portare i colpevoli dietro le sbarre ma lo fa con dei metodi spietati e contro la legge. Quinlan è il personaggio più sfaccettato in assoluto, terrificante eppure ricco di umanità, ha una scrittura straordinaria e dimostra non solo le grandi capacità di Welles come attore ma anche come sceneggiatore, regalandoci uno dei personaggi migliori mai apparsi sul grande schermo.
Per concludere, L’infernale Quinlan è una pellicola noir strabiliante, un vero e proprio capolavoro che ancora oggi riesce a ispirare e a porsi come base del genere grazie a una regia moderna a stupefacente e una scrittura intelligente e profonda. Un film da vedere assolutamente!

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!
[The Butcher]
♥️♥️♥️♥️♥️♥️♥️Grandissimo Orson!
Assolutamente! Un vero genio!
Complimenti hai parlato di un capolavoro e lo hai fatto con una recensione splendida, accurata e appassionata. 👏👏👏👏
Ti ringrazio tantissimo! Amo Olson e ho sempre avuto paura di parlare di un genio del cinema come lui. Ho trovato coraggio con questo film e spero in futuro di portare altre sue opere.
Nei corsi e nei manuali di tecnica del cinema il piano sequenza iniziale di Touch of Evil non manca mai, giustamente: Welles ha avuto il grande merito di fare la storia del cinema anche con questo film che appartiene a un genere tradizionalmente (ma non a ragione) considerato “minore”, il noir.
Molte volte sono stati proprio questi generi “minori”, come li definiscono alcuni critici, a cambiare la storia del cinema. Basti guardare solo La notte dei morti viventi, un horror a basso budget che ha sconvolto le fondamenta del cinema stesso. E Welles fece ciò con le sue opere e ancora oggi viene definito, giustamente, un vero genio.
Non lo conoscevo, ma immagino che registicamente parlando sia davvero impressionante. Grazie.
Puoi dirlo forte, amica mia! Questo film è un vero capolavoro e la storia riesce ad affascinare per il modo in cui viene narrata. Te lo consiglio caldamente!
Sicuramente un grande film e con un ottimo Cast, con un paio di colpi di scena davvero ben fatti
Amo veramente tanto questo film e merita di essere citato e ricordato da tutti.
Molto bello. Un caposaldo di genere. Alcune scene rimangono scolpite nella memoria emotiva.
Concordo assolutamente! Questo film merita di essere un caposaldo e di essere ricordato. Welles era un genio.
Gran film, un Orson Welles magnifico
Welles è sempre stato magnifico e qui ne da sicuramente prova sia come regista che come sceneggiatore, oltre che come attore. Un vero genio!
Pienamente d’accordo
This is a masterpiece that I haven’t seen in a very long time. Your excellent article furiously gives me the “Thirst of Evil” (as the French title says).
I’m so glad you liked it! This movie is incredible and even today, for the way it was directed and narrated, is really modern and unique. I love it!
Voglio vedere questo film da quando (saranno passati più di dieci anni) lessi in un articolo: Quinlan è una carogna, ma capisce chi è il colpevole quando il cadavere è ancora caldo. Purtroppo, non ci sono mai riuscito. Frattanto però ho visto al cinema Quarto potere e la mia curiosità è aumentata!
Diciamo che quello sarebbe uno spoiler bello grosso però è proprio questa la particolarità di Quinlan e quello che lo rende complesso e affascinante. Spero che tu possa avere l’occasione di vederlo perché è un film magnifico.
Film straordinario!
Assolutamente! Lo adoro così come adoro in generale la filmografia Welles.