Hotel Transylvania

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo abbiamo deciso di continuare questo progetto sulla saga di Tremors, alternandolo con alcuni film animati, arrivando così al loro secondo capitolo, dedicato all’home video, Tremors 2: Aftershock. Earl Bassett viene chiamato dall’industriale Carlos Ortega per risolvere un problema: dei Graboid si aggirano nella sua raffineria di petrolio e hanno ucciso diversi operai. Per questo vuole che lui li faccia fuori, visto la sua passata esperienza. Earl viene convinto sia per la ricompensa sia per le parole di Grady, un suo fan. A loro in seguito si unisce anche Burt Gummer e le cose sembrano andare bene, ma i Graboid faranno qualcosa di inaspettato: si evolveranno. Con un budget inferiore rispetto al primo, questo seguito riesce comunque a divertire e intrattenere grazie a delle idee simpatiche e a un ritmo molto buono che non annoia mai lo spettatore. Il nuovo design dei Graboid funziona così come gli effetti artigianali usati su di loro, molto meno invece gli effetti digitali. La storia è molto semplice e lineare e quello che convince sono i vecchi personaggi, mentre quelli nuovi sono purtroppo dimenticabili. Un film divertente che consiglio.
Come avevo annunciato, oggi torniamo a parlare di animazione e, per cercare di varie, passiamo questa volta alla Sony Animation Pictures, che avevamo introdotto con Piovono Polpette. In questo caso andiamo a prendere una serie che ebbe un ottimo successo commerciale e diretta da un regista che ho sempre apprezzato.
Ecco a voi Hotel Transylvania, pellicola animata del 2012 scritta da Peter Baynham e Robert Smigel e diretta da Genndy Tartakovsky.

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Trama:
Il film inizia con il Conte Dracula (Adam Sandler) che, per proteggere sua figlia e tenerla lontana dagli umani, decide di costruire un hotel dedicato ai soli mostri che vogliono passare un momento di pace. Un luogo che per sua figlia Mavis (Selena Gomez) possa essere considerata una casa. Passano gli anni e l’hotel continua ad avere un grande successo e ad accogliere mostri da ogni parte del mondo, ma Mavis non è molto contenta. Ha compiuto 118 anni e come regalo vorrebbe visitare il mondo degli umani, cosa che le era sempre stata proibita. Alla fine Dracula accetta ma ha un piano a riguardo. Vicino all’hotel infatti ha costruito un falso villaggio dove ci sono zombi travestiti da umani e quando Mavis arriva lì, i falsi umani la spaventano usando le torce e fingendosi aggressivi. Il piano funziona ma tutto quel trambusto attira la curiosità di Jonathan Loughran (Andy Samberg), un turista umano che passava lì per caso. Dracula dovrà cercare di nasconderlo ma nel frattempo tra Jonathan e Mavis inizia a nascere qualcosa.

Anche questa volta parliamo di una commedia animata, qualcosa di leggero, cosa che farò per un po’ di tempo anche con i vari Tremors. Diciamo che questo film ha sempre avuto degli elementi capaci di attrarmi e, se conoscete bene il blog, vedere un film animato pieno di mostri classici del grande cinema non può far altro che incuriosirmi. Quindi iniziamo con la recensione.

Il progetto risale al 2006 e l’idea fu dello scrittore Todd Durham. Da lì in poi cercarono vari registi che potessero portare a termine questo film, ma nel corso degli anni vennero tutti sostituiti fino ad arrivare al 2001 con Genndy Tartakovsky. Penso che alcuni di voi abbiamo già sentito questo nome, soprattutto se si pensa alla Cartoon Network di fine anni ’90 e inizio 2000. Infatti lui fu il creatore e regista di serie animate come Il laboratorio di Dexter e Samurai Jack (oltre che aver diretto molti episodi delle Superchicche e ancora oggi crea dei lavori di tutto rispetto come ad esempio Unicorn Wars o Primal). Diciamo che ha fatto l’infanzia di molti, ma soprattutto ha creato delle opere che sono rimaste nella mente delle persone e non per effetto nostalgia ma per la loro follia e la loro bellezza. Ovviamente sapevo che con questi film il regista non poteva avere la stessa libertà che ebbe con le sue serie, ma in un certo modo il suo stile è presente e si vede nel lato tecnico.

Partendo proprio da questo punti, vorrei soffermarmi sul character design e sulle animazioni. Qui Tartakovsky ha usato il digitale per la realizzazione del film ma voleva che la follia e l’esagerazione dell’animazione tradizionale fosse presente. Praticamente voleva unire quegli elementi tipici del 2D (come ad esempio il corpo e il volto che si deformano per mostrare esasperazione) ma usando il 3D, una sfida non da poco a ben pensarci. Tutto ciò lo possiamo vedere nel character design che prende profonda ispirazione dai cartoni anni ’40 e, come disse lo stesso Tartakovsky, da Tex Avery, famoso animatore che lavorò per la Warner Bros e la Metro-Goldwyn-Mayer e che fu fondamentale per la creazione di personaggi iconici, come Bugs Bunny o Daffy Duck, e possedeva uno stile tutto suo, veloce, esagerato e ricco di gag anche destinate agli adulti.

Questi elementi li ritroviamo appunto nel character design che ha dei tratti spessi ma molto morbidi e che non cerca alcun tipo di realismo ma punta a rendere i vari personaggi abbastanza caricaturali. Inoltre le animazioni rispettano l’idea del regista nel seguire le orme di Avery in quanto molto spesso i movimenti dei personaggi sono esagerati e non sono precisi, anche quest’ultima una scelta voluta. In pratica voleva spingere i limiti dell’animazione, dandole piena libertà d’espressione ed evitando il realismo nei movimenti, cosa che invece si poteva riscontrare in diverse opere della Pixar ad esempio. Il tutto funziona benissimo anche grazie alla regia senza freni e con un ritmo molto dinamico, ma mai eccessivo che sa quando rallentare un po’. E inoltre alcune sequenze si dimostrano interessanti per come saranno messe in scena, a volte usando la soggettiva oppure con piccoli momenti molto carini, ad esempio quando Dracula ripensa le parole del capo cantiere zombi riguardo al villaggio e ai fuochi, dove quest’ultimo appare nei suoi occhi come un ricordo, una scelta molto vicina alle serie animate da cui proviene. Quindi possiamo dire che il film se la cava bene nel lato tecnico mentre la sceneggiatura tende a giocare sul sicuro anche se ci riserverà qualche piccola sorpresa.

I personaggi sono certamente l’elemento che colpisce di più, grazie al loro design ma anche alla loro personalità. Mi fa molto ridere ad esempio il personaggio di Wayne (Steve Buscemi), il lupo mannaro, stremato e stressato dai suoi numerosi figli e vestito come se fosse un impiegato oppure Frankenstein (Kevin James), che si dimostra molto ingenuo ma anche dolce (sì, sorvoliamo sul fatto che si chiami così). Abbiamo quasi tutti i mostri classici dell’horror che qui vengono reinterpretati in chiave comica quasi come se fossero in un film di Gianni e Pinotto (altra ispirazione per l’opera in questione). Per on parlare di come alcune creature vengano usate nell’hotel, come gli zombi facchini o le teste rimpicciolite che prendono il posto del cartello “Non disturbare” sulle porte. Anche il protagonista sa essere convincente, un padre amorevole e che tiene molto a sua figlia, cercando di proteggerla ma soffocandola senza capirlo e che dovrà per ciò fare un percorso di maturazione in cui capirà che dovrà lasciarla andare. Anche Mavis è un personaggio adorabile sia nella sua curiosità verso il mondo esterno sia con suo padre e Jonathan.

La trama è molto semplice e lineare e si baserà soprattutto sulle numerose gag legate ai mostri e alla relazione che nascerà tra Dracula e Jonathan. Molte gag sono riuscite anche grazie all’ottimo ritmo, altre invece saranno parecchio infantili e in quest’ultimo caso inserite un po’ a forza. Quello che però mi ha sorpreso, e che non mi sarei mai aspettato in un film simile, è l’improvvisa svolta drammatica che prende. C’è una sequenza che spiega il motivo per cui Dracula ha costruito l’hotel e per cui non vuole che Mavis conosca gli umani, un momento davvero drammatico dove il ritmo rallenta e anche i movimenti dei personaggi si fanno più pesanti. Era un singolo omento ma è stato molto bello e dolce, senza battute a rovinare il tutto. E forse è anche per questo motivo che apprezzo leggermente di più Hotel Transylvania a Madagascar. Sono entrambe commedie spensierate, leggere e con un pizzico di demenzialità, commedie senza alcune pretese, ma il primo ha avuto un minimo di coraggio nell’inserire una scena simile, cosa che poteva fare anche Madagascar (nonostante comunque lo apprezzi).

Per concludere, Hotel Transylvania è un film comico leggere e spensierato che funziona grazie al suo stile e alle sue animazione che si avvicinano alla serie animate e ai cartoni anni ’40, unendosi perfettamente con il digitale. I personaggi sono simpatici e la storia, per quanto semplice e sicura, riesce a regalare qualche piccola sorpresa.

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

22 pensieri riguardo “Hotel Transylvania

    1. Adam Sandler non piace neanche a me ma per il fatto che in realtà come attore potrebbe dare parecchio di più come ha anche dimostrato nel bellissimo Uncut Gems. Però il film, bel suo essere semplice, riesce a dare qualcosa di bello grazie allo stile old school e alla regia.

  1. Ho visto il film sia prima che dopo essere diventato padre.
    Posso solo dire che il rapporto padre-figlia qui è trattato molto bene e mi ha fatto parecchio riflettere, cosa che mi ha confermato un mio amico mentre lo guardavamo con i suoi due bambini.
    Ottima recensione, un saluto! ;)

    1. Si, il rapporto tra i due è reso molto bene ed è anche dolce. Poi ho apprezzato certe idee e anche qualche risvolto maturo. Della saga questo primo capitolo è certamente il migliore.

  2. Ricordo confusamente di averlo visto, già grandicello e quindi forse in quell’età di mezzo in cui non mi poteva interessare né come “adulto” né come “bambino”. La tua recensione, tuttavia, mi ha fatto venire voglia di dargli un’altra possibilità. Se non altro per il lato tecnico, che è davvero notevole e si capisce già dai fotogrammi che hai proposto.

    1. Alla fine è un film d’intrattenimento che vuole divertire, anche se ha i suoi momenti e ha qualcosa da dire. Purtroppo i seguiti diventano sempre peggio, con il secondo che ancora riesce a salvarsi.

        1. Sì, queste due saghe sono state eccezionali sotto questo punto di vista. Poi ci sono seguiti di film grandiosi che si dimostrano alla stessa altezza dell’originale (Aliens, Blade Runner 2049 ecc…) ma saghe sempre di qualità sono difficili da trovare.

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