Giulia Cecchettin: un biscotto al cioccolato

Questi sono i miei pensieri e le mie parole per te, Cara Giulia, quello che ho imparato di te da tuo padre.


Nel novembre 2023, venni scossa dall’ennesima notizia di scomparsa di una giovane donna.
Vidi il tuo sorriso, sulle foto, e mi domandai un banalissimo: “Perché?”.
E ho visto la luce che ti brillava negli occhi; occhi che sorridevano al prossimo. Mi hanno conquistata. E cosa ho fatto? Sono scappata. Ho chiuso tutto, non ho guardato il telegiornale, non ho letto le notizie. Ho messo la testa sotto la sabbia. Troppo dolore perché sapevo che quella luce era stata spenta.

Per molto tempo non ho più pensato a te. Ma non mi ero dimenticata, semplicemente ero troppo impegnata ad andare avanti in momenti non tanto facili.
E poi si presenta l’occasione di andare al Salone Del Libro di Torino e scopro che lì ci sarebbero stati tuo padre, Gino, e tua sorella maggiore, Elena. Gino avrebbe parlato di te e del libro che ha scritto per te, insieme a Marco Franzoso.
A questo punto decido di acquistare il libro e inizio a leggerlo.
E’ stato l’inizio di un viaggio.

“Il vero amore non è né fisico né romantico.
Il vero amore è l’accettazione di tutto ciò che è stato, sarà e non sarà.
Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno.
La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta, ma di come danzare nella pioggia!”

Cara Giulia

Il libro è una lunga lettera a te, Giulia, e io te ne sto scrivendo un’altra in questo momento.
Gino si rivolge a te direttamente, che tra le nuvole e il blu del cielo, fai a metà gelato con tua madre, scomparsa per malattia un anno prima.
Ogni singola pagina… ma che dico?! Ogni singola lettera pesa sul petto come non mai, in questo piccolo libricino pieno di grazia e bellezza, come eri tu.
Perché tu eri “piccola”, un “biscotto al cioccolato” sopra a una “torta di mele” che desiderava solo sorridere e far felice gli altri con la tua immensità.
Questo l’ho imparato da tuo padre.
Ho imparato la gentilezza in uno sguardo.
Ho imparato la grazia in un sorriso.
Ho imparato la delicatezza in un passo silenzioso nel buio della tua camera disordinata.
Ho capito che anche io sono te.
Siamo tutte te.
Siamo Giulia.
Che tua sorella, Elena, ha ragione a lottare:

Se domani sono io, mamma, se non torno domani, distruggi tutto.
Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima” 

Cristina Torre Cáceres

Che tuo padre è un uomo immenso capace di trasmettere agli altri tutto l’amore che prova per la sua famiglia.
Stavi per laurearti in Ingegneria Biomedica. Sai che l’ho frequentata anche io? Ma ho mollato… non era la mia strada e ho scelto un’altra Ingegneria… ma amo anche molte altre cose, come la scrittura e il disegno.
Tu avevi raggiunto un importante traguardo ed eri pronta a dedicarti a ciò che davvero ambivi, o almeno a una delle tue passioni: il disegno!
I tuoi lavori sono belli, Giulia, te lo dico con il cuore in mano. Sono pieni di colori, forme dolci e significati che fanno riflettere, divertire e sognare.

I miei disegni non sono come i tuoi, ma non è un rammarico il mio, siamo semplicemente diverse. Forse io ritrovo me stessa più in tua sorella, ma non posso dire di conoscerla. A malapena conosco te!

Ma te ne ho dedicato uno, un piccolo disegno solo per te… ma magari ne seguiranno altri.
E ho fatto di tutto, per darlo a tuo padre.
Non volevo complimenti.
Non volevo niente.
Mi è bastato il suo sorriso e vedere gli occhi tristi, brillare per un attimo.
Al Salone del Libro di Torino ho avuto questo momento di connessione profonda, tra me e tuo padre, e questo grazie a te, cara piccola Giulia.

Disegno dedicato a Giulia, consegnato a Gino Cecchettin.

Mi ritrovo a guardare il tuo profilo instagram a volte, a guardare le tue foto, i sorrisi e i video. Oppure i disegni, voglio studiarmi lo stile, per riprodurlo con il mio di stile e dedicarti dei disegni.
Voglio andare avanti e danzare, come te, nella pioggia.

Mi chiamo Cecilia, non te l’ho ancora detto, e ho 32 anni… beh sì, abbiamo ben 10 anni di differenza, ma che importa? Il mio migliore amico ne ha 12 di anni meno di me. Il mio ragazzo 4 meno di me… l’età non ci separa. E’ un muro immaginario, quando le menti possono connettere.
Io non potrò mai connettere direttamente con la tua di mente, ma l’ho fatto attraverso il bellissimo libro che tuo padre e Marco Franzoso ti hanno dedicato. Ho imparato tanto di te e ne farò tesoro.

Tuo padre ha creato anche un’altra cosa per te, La Fondazione Giulia: CLICK!

Oltre a tenere viva la tua memoria, essa aiuterà persone in difficoltà ed educherà i giovani al rispetto del prossimo, a combattere la violenza di genere.

Ho le lacrime agli occhi. Voglio essere sincera.
In questo momento ho un groppo alla gola, ma non è un male.
Devi sapere che ho difficoltà a piangere… proprio non ci riesco e tu mi hai aperta a questa bellezza, perché piangere è liberatorio, è bello dopo, quando splende di nuovo il sole nel cielo blu.

Ti saluto adesso, Giulia.
Ti parlerò nei miei diari, come faccio con Anne Frank.
Siete due fonti di luce.
Bellezza.

Fran Ryougi

22 pensieri riguardo “Giulia Cecchettin: un biscotto al cioccolato

  1. Non deve essere un libro facile da leggere, quindi comprendo la tua difficoltà nel parlarne. Le tue parole sono davvero profonde e sentite. Mi hanno molto colpito. E comunque non sapevo che ti chiamassi Cecilia, non te l’ ho mai chiesto anche se ci seguiamo da un po’. Buona s sapersi ☺️

    1. È un libro di meno di 200 pagine, piccolino, scritto abbastanza grande e spazi… ma l’ho letto in 10 giorni più o meno. Ho letto tante cose pesanti sull’olocausto e altro ma qui c’era un collegamento diretto a un dolore dato da una ferita ancora aperta. È stato difficile ma anche bello.

      Come è stato difficile scrivere quanto ho scritto.

      Sì, mi chiamo Cecilia ma non mi firmo mai online così, tranne in contesti formali. Quindi non preoccuparti se non lo sapevi. Va bene anche Fran. Grazie per essere passata :)

    1. La mia è pure empatia. Giulia mi ha dato empatia tramite quello guardo sorridente e il padre me l’ha fatta conoscere meglio. Io sono qui per far brillare quella luce, come faccio con Anne.

  2. Io ammiro la forza di suo padre e di sua sorella. Davvero. Continuano a lottare di fronte ad una tragedia del genere ed un dolore che non riesco a concepire, anche davanti agli insulti di gente “piccola”.

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