Orphan: First Kill

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo abbiamo ripreso, come facciamo ormai da un po’, a parlare di animazione, spostandoci in Giappone, e discutendo non solo del primo lungometraggio di un grande artista ma anche uno dei film più importanti per un personaggio ormai storico ossia Lupin III – Il castello di Cagliostro. Lupin, dopo aver fatto un colpo al casinò di Monte Carlo, si rende conto che il denaro rubato è un falso, il denaro del Capro, una valuta falsa di altissima fattura e quindi decide di realizzare il prossimo furto proprio dove questi soldi falsi hanno origine ossia nell’Arciducato di Cagliostro. Arrivato qui Lupin vede una ragazza vestita da sposa fuggire da alcuni uomini armati e cerca di salvarla, ma quest’ultima viene rapita lasciando al nostro protagonista il suo anello con il simbolo del caprone. Lupin sembra conoscere quella ragazza e, oltre a voler prendere il tesoro, vuole salvare Clarisse dal Conte di Cagliostro, reggente della nazione che vuole il potere costringendo Clarisse a sposarlo e anche l’anello per arrivare al tesoro. Un film tecnicamente eccellente, con una regia ispirata e capace di trasmettere il senso dell’avventura oltre che ad avere ambientazioni stupende e curate. Tra tutto però è la storia a colpire, in particolar modo i personaggi e Lupin stesso che qui subisce una vera e propria rivoluzione, diventando il ladro gentiluomo che tutti noi conosciamo e che amiamo (nel manga era molto più spietato e cinico). Un film incredibile che consiglio assolutamente!
E come di consueto torniamo a parlare di horror e questa volta lo facciamo con un sequel uscito abbastanza recentemente, un secondo capitolo anzi un prequel di un film che ho amato e di cui ho parlato recentemente, Orphan.
Ecco a voi Orphan: First Kill, pellicola horror del 2022 scritta da David Coggeshall e diretta da William Brent Bell.

Piccola premessa: qui ci saranno spoiler molto importanti sul primo capitolo, Orphan, e, se non l’avete ancora visto e non volete rovinarvi l’esperienza, vi consiglio di non leggere questa recensione e di recuperare quella piccola perla.

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Trama:
Il film si apre nel 2007 in Estonia e Leena (Isabelle Fuhrman) si trova nel Saarne Institute, un ospedale psichiatrico. Lei è una donna di 31 anni affetta da una particolare patologia endocrina che la rende fisicamente identica a una bambina di 10 anni. Leena ha usato questa sua particolarità per imbrogliare le famiglie in cui era stata e derubarle dei loro averi, fino a quando un giorno non ha ucciso una famiglia intera ed è stata presa. Dopo diverso tempo, Leena riesce a fuggire dall’ospedale psichiatrico. Cercando online i bambini le foto dei bambini scomparsi, riesce a trovarne una grande somiglianza con una certa Esther Albright, una bambina americana scomparsa da quattro anni. Riesce a fingersi lei e a farsi portare negli Stati Uniti da questa famiglia, riuscendo a farsi accogliere in special modo dal padre, Allen (Rossif Sutherland). La situazione però si fa molto rischiosa per lei e la sua copertura rischia di saltare ma invece di fuggire rimane perché si è innamorata di Allen. E tutto ciò porterà a delle conseguenze inaspettate per tutti quanti.

Orphan è un film che apprezzo profondamente e lo considero tra i migliori film sui bambini cattivi, con un lato tecnico ottimo ma soprattutto delle scelte veramente coraggiose. Quindi per questo prequel, che viene fuori ben 13 anni dopo, era sia estremamente curioso che preoccupato. Per quanto riguarda la seconda, immagino che alcuni di voi possano immaginarne il motivo ma ci arriveremo più tardi. Adesso parliamo del film.

Si comincia come di consueto con il lato tecnico e più nello specifico con la regia. Questa volta non abbiamo più alla regia Jaume Collet-Serra bensì Willem Brent Bell, un regista di cui ho praticamente visto l’intera filmografia senza volerlo. E diciamo che i film che ha realizzato in passato non mi sono piaciuti per niente. Lo conobbi con L’altra faccia del diavolo, un horror mockumentary tremendo che non meritava in alcun modo di finire al cinema e poi si è fatto conoscere con i due film su The Boy. Il primo capitolo aveva qualcosa di interessante anche se non mi aveva colpito mentre non mi è piaciuto per niente il secondo perché andava a rompere in maniera innaturale le regole e il contesto del capitolo precedente. Anche la altre sue pellicole mi hanno deluso, chi più chi meno, quindi avevo una certa ansia per questo prequel.

Alla fine però questo Orphan: First Kill si è rivelato la sua opera migliore in assoluto. Bell non ha la stessa abilità di Collet-Serra dietro la macchina da presa, ma comunque sia riesce a regalarci dei momenti interessanti. Per esempio la fuga dell’ospedale psichiatrico realizzata attraverso un piano sequenza ben fatto. Non è nulla di estremamente complesso, ma si nota che c’è stato uno studio e inoltre riesce a fare ritmo alla fuga di Leena/Esther. Diciamo che la regia tende a essere semplice ma funzionale e in alcuni punti ha un minimo guizzo artistico. Il ritmo funziona molto bene. Dura meno del primo Orphan ma i tempi funzionano bene e i tre atti sono gestiti molto bene e con ottimo tempismo. Forse l’unico momento in cui c’è stata una forte accelerazione è proprio nel finale, fin troppo improvviso. In generale il lato tecnico di questa pellicola non è niente male, anzi il ritmo e la fotografia è molto buona. L’unico problema è che a volte la regia tende ad avere un’impostazione più televisiva piuttosto che cinematografica e onestamente, se ci fosse stato un regista come Jaume Collet-Serra, sarebbe riuscito a valorizzare molto di più una storia che in realtà si è dimostrata molto più bella di quanto potessi immaginare.

Nella prima parte, nell’ospedale psichiatrico, il film funziona bene, è molto solido e dimostra interessante per la spiegazione che ci viene data su Leena/Esther e la sua patologia e soprattutto ho apprezzato molto come in venti minuti riescono a mostrare la sua cattiveria e il suo sadismo (anche grazie all’ottima recitazione della Fuhrman). Come inizio è decisamente ottimo e sa colpire lo spettatore, ma è quando incontra la famiglia che le cose si fanno veramente strane. Qui viene accolta con enorme gioia dal padre ma stranamente riceve una certa freddezza dalla madre, Tricia (Julia Stiles), e il fratello maggiore, Gunnar (Matthew Finlan). Qui invece che cadere nel solito errore dei seguiti, non si ripetono gli stessi eventi del primo capitolo. Tutto è ripreso dal punto di vista di Esther e qui la troviamo in difficoltà perché deve cercare di scoprire che tipo di comportamento avesse la vera Esther e per questo motivo compie dei piccoli errori che insospettiscono Tricia. Come se non bastasse, c’è anche un investigatore, Donnan (Hiro Kanagawa), che ha dei sospetti e cerca di capire chi sia veramente.

La situazione è critica ma Esther non fugge perché si innamora di Allen e si avvicina molto a lui per la sua gentilezza e il fatto che condividono l’amore per la pittura, con cui riescono a legare. Qui però si può percepire qualcosa di veramente strano. Non è qualcosa di eclatante e visibile, ma si nota che qualcosa non torna, qualcosa non va ed è qui che arriva il colpo di scena che apre la strada per il terzo atto. E onestamente parlando è un colpo di scena che non mi sarei mai aspettato, che ha decisamente migliorato la storia e che arriva con un ottimo tempismo. Purtroppo non posso parlare del terzo atto perché rischierei di fare spoiler di una certa importanza, sta di fatto che qui abbiamo momenti inaspettati che rendono la storia originale e in un certo qual modo va anche a criticare una certa società che sembra per bene ma nasconde molti oscuri segreti.

In generale la sceneggiatura è straordinaria e anche migliore di quella del primo Orphan. Sa sorprendere molto, capovolge certe situazioni, ha un ottimo colpo di scena e si dimostra anche più complesso a livello narrativo. Questo prequel aveva il potenziale di essere superiore al primo capitolo proprio grazie a questa sceneggiatura, ma ciò non succede per due motivi. Il primo è certamente la regia. Nel film precedente la regia riusciva a rendere una storia semplice e lineare davvero impressionante e a dargli uno stile tutto suo e sappiamo bene quanto la regia possa rende anche la storia più semplice e già vista stupenda (e come esempio porterò sempre Suspiria di Dario Argento). Il secondo motivo è che il primo film aveva preso delle scelte veramente coraggiose e rischiose, cosa che non fa questo prequel nonostante un’ottima storia. E arriviamo finalmente anche all’altro punto che mi preoccupava maggiormente: l’aspetto di Esther. L’attrice ha fatto un lavoro eccellente e si dimostra bravissima nel ruolo, ma quello che temevo è che non sarebbero riusciti a farla sembrare una bambina. Ormai la Fuhrman è un’adulta e cercare di dare l’impressione che assomigliasse a una bambina usando solo il trucco era veramente difficile. In certi punti ciò riesce anche bene ma in altri un po’ meno. Certamente mi aspettavo di peggio sotto questo punto di vista, ma forse in qualche scena si poteva fare di più.

Per concludere, Orphan: First Kill è un prequel veramente sorprendente che riesce a stupire con una storia anche migliore del primo capitolo, ricca di sorprese e di una narrazione più complessa. A livello tecnico funziona bene, anche se la regia non può pareggiare con Orphan e non ha dimostrato lo stesso coraggio. Però è un film che si impegna molto per raccontare qualcosa di veramente nuovo e non tenta di ripetere la stessa formula del suo predecessore. Un film che vi consiglio assolutamente!

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

22 pensieri riguardo “Orphan: First Kill

  1. Bravo, sei sempre ottimo ad analizzare il film sotto tutti i punti di vista. Questo prequel l’ho apprezzato tanto quanto l’originale, ma qui sento che il ritmo, che si evolve, per poi stagnare un attimo, per poi riprendere verticosamente, sia la parte migliore, di più rispetto al precedente. Il lavoro fatto sull’aspetto infantile, avrebbero potuto realizzarlo meglio, con le tecnologie oggi messe in atto. Per i movimenti e le proporzioni so che hanno utilizzato due controfugure. Per il resto mi piace tutto, soprattutto il colpo di scena. Ha trovato proprio pane per i suoi denti. Dovrei rivederlo, ma c’è solo una cosa che non mi torna, come abbia fatto a passare tranquillamente dall’Estonia alla Russia. Forse ho perso un passaggio, o non l’ho capito. Comunque grazie per questa ennesima grande recensione.

    1. Grazie a te per questo tuo commento! Per me il prequel è stata una grande sorpresa. Non mi sarei aspettato un film simile visto che ormai capita spesso che sequel, prequel e reboot tendono a ripetere le stesse cose senza mai rinnovarsi. Qui il colpo di scena di cui tu parli è stato un fulmine a ciel sereno non solo per quello che poi porterà in scena (che ho amato) ma anche quando avviene questo colpo di scena. A livello di sceneggiatura è migliore del primo per me, l’unica cosa che avrei voluto è un regista migliore perché quello qui presente non lo apprezzo tanto dopo tutti i film che ha fatto, ma posso dire che Orphan: First Kill è la sua opera migliore. E per quanto riguarda l’aspetto dell’attrice capisco il tuo punto di vista. Come ho detto, in certi punti convince pure mentre in altre si nota che non assomiglia in alcun modo a una bambina, però usare le moderne tecnologie avrebbe richiesto un budget che il film non poteva permettersi. In ogni caso, questo prequel merita di essere visto!

      1. Sì. la sceneggiatura è piuttosto ben fatta, migliore del primo, dove è lineare e senza vere sorprese. Comunque peccato per il budget, visto che ormai si è trasformato in un franchise, spero che il terzo capitolo, se mai si realizzerà (ho sentito solo fonti non ufficiali), possa averne uno maggiore. Non vorrei vedere Orphan: retirement home chapter. Anche se magari avrebbe il suo perché.

        1. Pensa che qui in Italia questo capitolo neanche è arrivato al cinema ma è uscito direttamente in home video (per fortuna che c’è la Midnight Factory che porta queste opere interessanti). E diciamo che ormai Orphan è qualcosa più di nicchia che per il grande pubblico. In ogni caso se riescono a fare un terzo capitolo con una sceneggiatura di alta qualità come quella di questo prequel allora sto molto tranquillo. Però onestamente non so come potrebbero giostrarsela in questo caso.

            1. Può darsi che sia stata colpa della pandemia perché se non ricordo male negli USA questo film è uscito sia nelle sale che nella piattaforma streaming di Paramount+ in contemporanea. E onestamente una scelta simile l’ho sempre vista come un modo per fallire al botteghino visto che molte persone preferiscono vedere i film in streaming invece che andare in sala. Lo dimostra la Disney con i suoi flop e la geniale idea di far uscire i film che portava in sala il mese dopo sulla loro piattaforma.

              1. Comunque ho appena visto che sulla pagina di Wikipedia il terzo capitolo è in sviluppo. Vedremo se rovinerà la serie, o se riuscirà ad essere degno di questo nome. Comunque tutte le piattaforme di streaming mi intristiscono, la magia del cinema è tutt’altra cosa.

                1. Ho cercato anch’io e sembra che il regista di questo film tornerà nel terzo capitolo. Come ho detto prima, avrei preferito qualcun altro ma se la storia regge bene mi va bene tutto. E concordo con te, la magia del cinema è un’altra cosa ed è proprio per le grandi sale che sono nati i film. C’è una differenza enorme tra il vedere un film in casa e vedere un film sul grande schermo. Posso capire la comodità dello streaming, ma non si vivrà mai la stessa esperienza. Per questo ad esempio ero abbastanza arrabbiato quando la DreamWorks ha messo diretta su Netflix un film bello come Orion e il buio, che considero un ottimo film animato scritto in maniera molto intelligente e con degli elementi visivi interessanti. Che cavolo, mandano in sala cose come Trolls e poi un gioiello simile lo mettono in streaming. Certi film meritano la sala.

                  1. Sì, Orion è stato un ottimo film, che avrei visto volentieri in sala. A proposito, ieri ci sono stati gli oscar e ha vinto l’unico film che non ho visto. In realtà, quando sono andata a vedere Wish, ero combattuta tra i due titoli, scegliendo poi di andare verso le stelle e le strisce, visto che il sole rosso è per me sempre un azzardo. Ma mi sa che stavolta erano meglio loro. Spero di poterlo vedere presto. Tu sei contento per la statuetta?

                    1. Il ragazzo e l’airone è stato un film straordinario ma che per alcuni è stata di difficile comprensione visto che era molto legato a Miyazaki stesso e alle sue esperienze. Però è un film che può avere tante interpretazioni e che sa stupire dall’inizio alla fine. Ovviamente sono contento per la statuetta perché Miyazaki è un vero artista e un regista straordinario ma diciamo che da molti anni considero l’Oscar come miglior film animato una sorta di fregatura. Perché sembrano quasi voler dividere l’animazione dal cinema “vero”. E questa cosa mi da molto fastidio perché l’animazione non è un genere per bambini ma è una tecnica, un’arte differente. E in tantissimi casi ho trovato pellicole animante con sceneggiature e storie molto ma molto più mature di film in live-action, vedi Ratatouille, Up, Wall-E o anche tutta la filmografia di Miyazaki o Takahata e potrei fare tantissimi esempi. Per me film del genere, così come Il ragazzo e l’airone, meritavano di essere nominati come Miglior Film perché lo meritavano assolutamente.

                    2. A me starebbe bene anche che l’animazione fosse separata dal live-action, ma vorrei più categorie nel quale inserirla. Mettere solo “animazione” in generale, non rende giustizia alle innumerevoli sfumature che questa arte può donare.

                    3. Assolutamente. Io vorrei che venissero anche nominati come miglior sceneggiatura ad esempio perché queste pellicole mostrano un’intelligenza e una maturità incredibile. Farò sempre l’esempio di Ratatouille a questo proposito perché è un film che mi commuove tanto senza neanche essere sdolcinato o mostrare scene emotive. E’ un film che ti fa sentire bene grazie ai suoi personaggi, alla loro evoluzione, alle loro interazioni e al modo maturo con cui tratta certe tematiche. Purtroppo l’animazione è ancora trattata in maniera superficiale dalla critica, ma spero che la vittoria di personaggi come Guillermo del Toro e Hayao Miyazaki possa far aprire gli occhi a molti.

                    4. Sì, è decisamente un segnale perché dimostra che Disney ha perso il suo monopolio anche nei confronti degli Oscar (perché sono anni che vince solo Disney-Pixar). E questo dimostra anche una sorta di buon senso perché ai film Disney non manca certo il budget o la tecnica, ma la sceneggiatura fa acque da tutte le parti.

    1. Se dobbiamo essere sinceri ai tempi la critica accolse con poco entusiasmo il primo Orphan e oggi è diventato un piccolo cult molto apprezzato anche se con alcuni difetti. Questo prequel ha delle idee di sceneggiatura veramente ottime e ben rese, avrei voluto solo una regia migliore. Secondo me può sorprendere.

  2. I am a huge fan of the first movie – you wrote an interesting review by the way. But you’re right, the prequel is good too. It could have been a disaster but it’s not – even if me, I really prefer the first movie (I was so surprised the first time I watched it!).

    1. I love the first one and I consider it the best too. Honestly the story of this prequel was more interesting but the first one is directed much better. I’m happy about these two and I’m happy to find someone who loves them!

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