La sposa cadavere

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Questa volta facciamo una cosa particolare che non accadeva da diverso tempo ossia una collaborazione e ancora una volta sarà con la mia amica ilbuiodentro, una persona stupenda che ha sempre mostrato una profonda passione per l’animazione. Infatti la nostra prima collaborazione è stata con un bellissimo film animato francese in stop-motion chiamato La mia vita da Zucchina, un film che parla di un bambino, Icare detto anche “zucchina”, che, dopo aver causato accidentalmente la morte della madre alcolizzata e violenta, finisce in un orfanotrofio dove farà amicizia con i bambini lì presenti e ne conoscerà le storie. Un film animato fatto molto bene a livello tecnico, con un design ispirato in parte ai lavori di Tim Burton e in parte alle opere di Jiří Trnka, con personaggi molto colorati e ambientazioni minimaliste ma rese veramente bene. Quello che ho apprezzato maggiormente è la storia, una storia molto coraggiosa che non ha paura di parlare di tematiche pesanti come l’abbandono, la violenza e gli abusi ma lo fa con grande tatto, trattando con enorme rispetto i bambini di questo storia, dando loro dignità e mostrando come i bambini non siano stupidi e capiscano molto bene diverse cose. Una pellicola stupenda, coraggiosa e commuovente che vi consiglio di recuperare!
Con questo articolo io e ilbuiodentro non solo parliamo nuovamente di animazione, ma di animazione fatta in stop-motion e diretta da un regista stupendo che ha fatto la storia.
Ecco a voi La sposa cadavere (Corpse Bride), pellicola animata del 2005 scritta da John August, Caroline Thompson e Pamela Pettler e diretta da Tim Burton.

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Trama:
Il giovane Victor Van Dort (Johnny Depp) è costretto dai suoi genitori a sposarsi con la giovane Victoria Everglot (Emily Watson). Questo è un matrimonio combinato voluto dalle due famiglie, dai Van Dort, perché da mercanti vogliono elevare la loro condizione sociale, e dagli Everglot perché sono degli aristocratici in profonda crisi economica e possono salvarsi solo con i soldi dei Van Dort. Victor e Victoria riescono a incontrarsi prima delle prove e in quel lasso di tempo si innamorano veramente. Durante le prove però Victor è così agitato che sbaglia continuamente e il prete Galsweels (Christopher Lee) rimanda il matrimonio fino a quando il ragazzo non riuscirà a pronunciare il giuramento. Victor si dirige verso la foresta per stare da solo e, dopo diversi tentativi, riesce a pronunciare il giuramento e infila l’anello in un ramo. Solo che quello non era il ramo ma un dito scheletrico ed è qui che emerge la sposa cadavere, Emily (Helena Bonham Carter), che aspettava da tanto tempo di sentire quel giuramento e adesso crede di essere sposata con Victor. Intanto un misterioso uomo di nome Barkis (Richard E. Grant) sembra volersi intromettere nel matrimonio tra Victor e Victoria.

Devo ammettere che è da tantissimo tempo che non parlo di Tim Burton e devo veramente ringraziare ilbuiodentro per questa grande occasione. In questa prima parte parlerò delle origini del progetto e del lato tecnico e lascerò la storia e le tematiche alla mia amica. Quindi iniziamo subito con questa recensione.

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Partendo dalla produzione, si ebbe quest’idea proprio mentre si stavano ultimando i lavori per Nightmare Before Christmas e questa storia venne suggerita a Tim Burton dall’animatore Joe Ranft ed era una storia folkloristica ebraica molto antica, risalente almeno al XVI° secolo, anche se la versione proposta da Ranft era un adattamento russo-ebraico del XIX° secolo. E diciamo che la storia era molto simile, con una sposa che viene uccisa e sotterrata nel bosco con il suo abito nuziale e un novello sposo che, confondendo il suo dito per un ramo, mette l’anello allo scheletro per scherzo e la sposa esce fuori dalla terra, unita a lui. In certe versioni era il rabbino ad annullare il matrimonio mentre in altre era la sposa cadavere a lasciare libero lo sposo vivo. Questo film inoltre fu molto importante perché introdusse dei cambiamenti importanti nel mondo della stop-motion. Infatti per la prima volta venne usate delle telecamere digitali invece che una pellicola da 35 millimetri come in passato e queste telecamere vennero scelte per via delle similitudini che avevano con le 35 millimetri (tipo la profondità di campo). Anche i modellini dei personaggi, specialmente quelli di Victor, Victoria ed Emily, avevano la loro peculiarità, visto che le loro teste contenevano dei meccanismi che permettevano agli animatori di muovere singole parti del volto.

Parlando del lato tecnico, la prima cosa che va sottolineata di questo film è il netto contrasto dei due mondi presenti nella storia: il mondo dei vivi e il mondo dei morti. Nel primo caso ci ritroviamo in un ambiente vittoriano con abitazioni tipiche del periodo e ben impostate, così come del vestiario. Quello che salta subito all’occhio, ancor prima del design, è la fotografia. I colori sono spenti, morti, ma in un modo molto originale e studiato (non usano la desaturazione), un tipo di fotografia gotica che ricorda molto i film in bianco e nero anche se non hanno utilizzato questo metodo, virando verso colori come il grigio e il marrone. Non solo i colori, ma anche le persone del mondo dei vivi sono spenti, persone che vivono in restrizioni ferree e con un ritmo di vita molto monotono e ripetitivo. Per fare una battuta (ma neanche tanto), il mondo dei vivi è un mortorio e molti personaggi tendono a renderlo tale. Inoltre apprezzo il design abbastanza stilizzato degli umani, un design che va a sottolineare la loro personalità, come Maudeline Everglot (Joanna Lumley) con il volto allungato e la capigliatura eccessivamente alta, a sottolinearne l’altezzosità oppure il maggiordomo con un naso grande e appuntito che va verso l’alto a sottolineare il suo atteggiamento borioso.

Quello che adoro maggiormente è il regno dei morti e l’enorme contrasto nell’insieme con il mondo dei vivi. Se il mondo dei vivi è un mortorio, quello dei morti è vivace e folle, un mondo allegro e completamente libero dalle restrizioni e dalla monotonia. Le ambientazioni sono ispirate a quelle dell’espressionismo tedesco con queste strutture storte e aguzze. Se i personaggi vivi erano stilizzati, i morti lo sono ancor di più, tutti unici e diversi e con tratti folli, uniti a elementi horror resi però esilaranti e divertenti (con una virata verso il dark humor che fa sempre bene). E qui è usata una fotografia completamente diversa anche se comunque legata al gotico, per la precisione al gotico anni ’60 (tipo quelle presenti nelle opere di Mario Bava come Operazione Paura). Quindi avremo colori molto accesi e vivi che entreranno in contrasto tra loro e creeranno un’atmosfera unica tra rossi, gialli, viola, versi. Ciò che adoro è anche il modo in cui questo mondo ci viene introdotto attraverso la canzone Remain of the days, composta da Danny Elfman (e cantata anche da lui), che non solo presenta in maniera perfetta questo mondo ma parla anche della storia della sposa cadavere e il tutto in tre minuti di follia visiva, con un ritmo jazz e una bellissima citazione al corto animato La danza degli scheletri del 1929. L’intero lato tecnico si dimostra curato e ricco di bellissimi dettagli che lo rendono incredibile, ma adesso è giunto il momento di lasciare spazio a ilbuiodentro!

ilbuiodentro:

Il film ha richiesto oltre un anno solo per l’effettuazione delle riprese. I modelli dei personaggi e delle ambientazioni risultano tra i più grandi mai costruiti per un film in stop motion. Tim Burton, Danny Elfman, Johnny Depp, Bonham Carter e Christopher Lee lavorarono contemporaneamente, spesso negli stessi giorni, sia a questo film, che in Charlie e la Fabbrica di Cioccolato. Si possono notare numerosi riferimenti ad altre opere popolari e personaggi, come la già citata danza degli scheletri, Ghosbusters, Cenerentola, Via col Vento e diverse altre.

La formazione giovanile alla Disney di Burton si può notare chiaramente nello stile della regia e, specialmente, per l’attenzione ai dettagli. Le farfalle saranno un elemento ricorrente ed emotivamente significativo per il simbolismo della storia.

A parte i tre diretti protagonisti, la maggior parte dei personaggi viventi risulta intelligentemente piatta e stereotipata, dove tutti fanno ciò che ci si aspetta da loro, a sottolineare il grigiore di quel mondo. Victor e Victoria sono due giovani invischiati in qualcosa più grande di loro, accettando a malavoglia, ma passivamente, ciò le loro famiglie hanno deciso. Solo il contatto col mondo dei morti, li farà emotivamente uscire dalla situazione dei loro simili sulla terra.

La Sposa Cadavere, riesce a trattare diverse tematiche, molto profonde, riuscendo a farlo in maniera eccellente. Cosa sono la vita e la morte? Una divisione talmente netta, quanto assurda visto che, malgrado non possano coesistere, saranno comunque costrette ad incontrarsi. La vita viene scandita da tante regole, che nessuno apprezza, ma che quasi chiunque finisce per seguire senza fare domande, per non sentirsi diverso, non importa quanto insensate possano risultare queste etichette, o il raggiungimento di determinati standard, la cupidigia e la voglia di elevarsi socialmente ed economicamente. Il risultato è quello di condurre una non vita, annullando sé stessi, ma dovremo alla fin morir tutti quanti. La morte diventa metaforicamente sinonimo di liberazione, una fuga dal mondo malato e superficiale di quelli che vivono in superficie. Solo morendo come individui spersonalizzati, si può cominciare a vivere, leggeri come farfalle. Infatti è proprio un bambino, ancora libero da certe catene, ad avvicinarsi per primo durante l’invasione dei non vivi.

La Sposa Cadavere è impregnato di dark humor, ma anche di momenti realmente toccanti che scaldano il cuore, spesso fusi insieme, come il ricongiungimento con Briciolo, o l’abbraccio tra nonno e nipote durante l’invasione dei morti. La storia della dolce sposa ferita e desiderosa d’amore, riesce a coinvolgere emozionalmente lo spettatore. I protagonisti vivi non avranno alcuna evoluzione, mentre Emily intraprenderà un intenso viaggio interiore, alla scoperta di sé stessa e del proprio “futuro”. Una profondità che riuscirà a coinvolgere gli unici due viventi che direttamente avranno a che fare con lei, Victor e Victoria, ora più consapevoli e desiderosi di vivere, grazie all’insegnamento dei morti.

La scelta finale di Emily, è forse il momento più commuovente, dove una giovane sposa, ferita nel più intimo della sua anima, non cerca vendetta uccidendo con la spada l’autore del suo crimine, ma una volta ricevuta giustizia, diventa finalmente leggera come uno stormo di farfalle, libera di volare con lo spirito e con il cuore.

The Butcher:

E questo conclude la nostra recensione, una recensione dedicata a un film animato strepitoso con un design unico e molto particolare, unito a delle animazioni fantastiche e a una fotografia molto ispirata. La storia si dimostra piena di cuore e vita, una storia che riscalda gli animi e ci fa innamorare dei suoi personaggi e della storia della sposa. Un film che consigliamo assolutamente!

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher & Ilbuiodentro]

60 pensieri riguardo “La sposa cadavere

  1. Ottima (doppia) recensione per un film strepitoso sia tecnicamente che in quanto a contenuti e resa visiva… Bello anche che abbiate ricordato tutte le citazioni e gli omaggi contenuti nel film!

  2. a me ‘sto film non piace
    è Tim Burton in tutta la sua poetica, ma non ha nulla che lo esalti; anzi, l’aldilà mi sembra abbastanza copiato dal precedente Beetlejuice

    e i liquidi… sarà una scelta stilistica ma era orridi

    1. In realtà l’aldilà di Beetlejuice era diverso. Certo, aveva quella fotografia gotica anni ’60, ma non era un luogo spensierato e allegro, anzi molti di loro non erano per niente felici della propria situazione. Qui invece le cose si capovolgono proprio perché i morti non hanno quelle folli restrizioni presenti nella vita che impedivano a una persona di vivere veramente. In ogni caso è stato interessante leggere la tua opinione!

  3. Bonjour

    Je voulais commencer ce matin par une bonne pensée

    Alors, j’ai commencé à penser à notre amitié et j’ai décidé de t’envoyer ce petit texte

    En lisant ces mots, sachez qu’en ce moment même, il y a quelqu’un qui pense à vous et se soucie de vous

    Même si peut être la pluie est au rendez-vous et cette tempête qui cause bien des soucis à certains

    Que la chance soit à vos côtés

    Belle journée belle fin de semaine

    Bise amical Bernard

  4. Credo sia uno dei miei film preferiti di Burton. Ho adorato il contrasto tra mondo dei vivi e dei morti, i personaggi ben caratterizzati, la meravigliosa colonna sonora, la sceneggiatura, insomma tutto!!!

  5. Film meraviglioso, a cui forse non ho mai dedicato la giusta attenzione: ed infatti solo la vostra recensione mi ha fatto notare come l’unico momento “liberatorio” per i vivi sia quello in cui vengono in contatto coi morti, in cui il nonno abbraccia il nipote ed i due vecchi sposi si ritrovano. Forse è per questo che abbiamo paura della morte? Perché ci libera?

    Ad ogni modo… “il tuo calice non sarà mai vuoto, perché io sarò il tuo vino!” :-).

    (Comunque ho letto anche un libro sulla lavorazione di questo film, e realizzarlo è stato qualcosa di FOLLE!).

    1. È un film molto profondo e non è così scontato come sembra. Anche il modo con cui il mondo dei vivi e dei morti entra in contatto è davvero intelligente e molto dolce.
      In generale realizzare un film animato in stop-motion è sempre un’impresa, ma in questo caso vennero aggiunte cose molto particolare e soprattutto si fece uso di una tecnologia più moderno in fatto di telecamere e anche ideazione delle teste. Fu una bella sfida, ma il risultato finale è straordinario.

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