The Lodge

Ritorniamo ancora una volta a parlare di film e, dopo aver discusso di una commedia favolosa, ricominciamo con un horror. Non ce la faccio a stare troppo tempo senza discutere di qualche pellicola orrorifica, è più forte di me. Questa volta avevo però molte opzioni su cosa avrei discusso ed ero molto indeciso: c’era un horror italiano di un regista che ci ha regalato grandi perle di cui non ho mai discusso, c’erano due classici che mi hanno sempre incantato anche se sono completamente diversi l’uno dall’altro, c’era un thriller/horror con una regista che al suo esordio realizza una pellicola straordinaria dall’inizio alla fine, avevo pure deciso di scrivere su un horror trash diretto da un regista che, ahimè, all’inizio della sua carriera aveva creato delle opere stupende e che purtroppo è finito a dirigere cose imbarazzanti. Diciamo che avevo in mente parecchi titoli ma alla fine ho deciso di gettarmi su un horror uscito proprio quest’anno da noi, un horror di cui non ho discusso subito perché non sapevo bene come raccontarlo (in seguito spiegherò il motivo), un horror realizzato da due registi che seguo con molto interesse da un po’ di tempo ormai.
Ecco a voi The Lodge, pellicola horror del 2020 scritta e diretta da Veronika Franz e Severin Fiala.

Trama:
Laura (Alicia Silverstone) prepara le valigie per i suoi figli, Aidan (Jaeden Martell) e Mia (Lia McHugh), e porta i due da suo marito Richard (Richard Armitage). Il rapporto tra Laura e Richard è a pezzi e Richard dice a Laura di firmare le carte del divorzio e che si risposerà con la sua nuova fidanzata. Questa notizia è il colpo finale per Laura che poco dopo si suicida sparandosi. Aidan e Mia sono completamente distrutti per la perdita della madre ed entrambi si fanno forza l’uno con l’altra. Passa un po’ di tempo e siamo nella settimana di Natale. Richard vorrebbe che i due figli passassero le vacanze nella casa in montagna e vorrebbe anche che stessero insieme alla sua fidanzata, Grace Marshall (Riley Keough), mentre lui sarà occupato con il lavoro. I due ragazzi non sono per niente felici della notizia, ma devono accettare con molta riluttanza la presenza di Grace. Quest’ultima finalmente incontra i due ragazzini e i quattro viaggiano verso questa casa nelle montagne innevate. Grace prova in tutti i modi a farsi accettare e a essere comprensiva con i due, ma Aidan e Mia mostrano nei suoi confronti un disprezzo e un odio parecchio palpabile. Come se non bastasse i due ragazzi sono venuti a conoscenza del traumatico passato di Grace, un passato che quest’ultima è riuscita a lasciarsi alle spalle con molta fatica e che di tanto in tanto continua a bussare alla sua porta. Arriva il giorno in cui Richard deve tornare a lavoro ed è preoccupato per Grace. Lei lo rassicura dicendo che se la sarebbe cavata. Così inizia questa specie di convivenza forzata tra i tre dove Grace si arma di pazienza e cerca di fare del suo meglio con i due fratelli che invece la ignorano. Un giorno però le cose cambiano all’improvviso e si entrerà in una specie di incubo da cui non sembra esserci fuga.

Tempo fa avevo brevemente parlato di questa coppia di registi, Veronika Franz e Severin Fiala. Era stato nell’articolo dedicato a The Field Guide to Evil, l’antologia horror in cui i due avevano diretto il primo segmento, a mio avviso uno dei migliori lì presente. Inoltre la coppia era diventata molto famosa per l’horror Goodnight Mommy, un horror molto inquietante che vi consiglio di recuperare. Dopo l’uscita di Goodnight Mommy, avvenuta nel 2015, abbiamo dovuto aspettare ben quattro anni prima che riuscissero a dirigere un nuovo lungometraggio. The Lodge è stato, insieme a Birds of Prey, letteralmente l’ultimo film che ho visto al cinema prima del lockdown ed è stata una bellissima esperienza (anche se il cinema dove sono andato a dei problemi e molte volte tende a rendere ancor più oscure le scene dei film).

Perché ho aspettato così tanto prima di parlarne? Primo perché volevo rivedermelo di nuovo in home video visto che è pieno di dettagli interessanti e secondo perché non avevo la più pallida idea di come disuctere questo film senza fare spoiler. Giusto per darvi un’idea di quello che ho appena raccontato, la trama che ho scritto è un riassunto dei primi 40 minuti della pellicola. Non allarmatevi però, tutto quello che ho scritto erano informazioni che erano presenti sia nei trailer sia nelle sinossi scritte da altri siti di cinema. Il punto è che ha una storia veramente semplice che si può riassumere veramente in due righe. E’ veramente semplice e i due registi sono riusciti a narrarla in maniera stupenda per quasi due ore. Per questo motivo avevo un po’ paura nel parlarne, perché non volevo fare spoiler. Ora però credo di riuscirne a discutere senza rivelare troppo.

Iniziamo come sempre dai personaggi. Richard è un buon personaggio, una persona che ha voluto risposarsi perché la relazione con la sua ex-moglie andava veramente male. Non è una persona cattiva, ma è qualcuno che non riesce a capire quanto grave sia la situazione. Prima di tutto questo lo vediamo quando dice alla sua ex che si risposerà quasi subito e in seguito quando lascierà Grace da sola con i suoi figli. In quest’ultimo caso è preoccupato, ma non capisce quando la cosa sia grave e soprattutto non capisce quello che provano Aidan e Mia nei confronti della sua fidanzata.
Aidan e Mia sono due personaggi molto interessanti. Finita la visione del film, dopo averli conosciuti per bene, molti di voi rivaluteranno Damien de Il Presagio e lo considereranno quasi un bravo ragazzo. I due sono rimasti traumatizzati dal suicidio della madre e ne hanno sofferto molto. Fin da subito vediamo che tra i due c’è un rapporto molto stretto, si vogliono entrambi bene e si sostengono l’uno con l’altra. E fin dall’inizio capiamo che l’affetto che provano nei confronti della madre non è solo amore ma vera e propria adorazione. La cosa più interessante dei due fratelli però è il rapporto che hanno con Grace. Aidan e Mia hanno una totale avversione nei confronti di quella ragazza, la odiano con tutto loro stessi e questo sentimento lo si percepisce chiaramente. Lo si capisce non tanto per le frasi che dicono, anch perché cercano di starle il più lontano possibile, ma dai loro gesti e dalle loro espressioni. E qui i complimenti vanno ai due giovani attori che hanno entrambi dimostrato un’abilità e una bravura straordinarie e spero di rivederli spesso in altre pellicole. Loro due tendono quasi a isolare Grace e stanno il più lontano possibile e quando lei si avvicina la guardano con puro disgusto, come se fosse una specie di mostro, e nulla può fargli cambiare idea. Grace fa veramente di tutto per loro, gesti molto dolci e notevoli ma loro continuano a considerarla il motivo per cui loro madre si è suicidata, anche se Grace non ne ha la minima colpa.
Grace invece è un personaggio caratterizzato con molta cura e interessante. Come ho scritto in precedenza, da piccolo ha subito un trauma enorme che l’ha fatta star male e soffrire parecchio. Però con il tempo, con il sostegno, la sua forza volotà e anche le medicine, è riuscita a migliorare e a superare questa cosa, anche se di tanto in tanto conitnua a tornare. L’esperienza che sta vivendo con i due ragazzini la metterà a dura prova anche perché i due sanno cosa le è successo e sfrutteranno questo dettaglio per ferirla. Per non parlare poi di quello che succederà in seguito. Non dirò troppo per non fare spoiler, ma diciamo che lei dovrà affrontare una situazione al limite dell’impossibile e che ciò riaprirà delle vecchie ferite. Eventi così terrificanti da farla vacillare.

Passiamo al lato tecnico del film, un lato sicuramente eccellente che riesce a rendere una storia molt semplice e lineare in qualcosa di incredibile. Questo film convince non solo grazie all’ottima recitazione degli attori, molto convincenti nei loro ruoli, ma riesce soprattutto a soprendere grazie alle atmosfere che i due registi sono stati capaci di creare. The Lodge è un film che si basa sull’atmosfera e questo argomento cercherò di spiegarlo come meglio posso. Un elemento che sicuramente aiuta parecchio è la location: una casa lontana alcuni chilometri dal paese più vicino e completamente circondata da neve bianca e quasi senza fine. Un luogo perfetto in cui narrare la solitudine e l’isolamento. Non è però solo la location ha creare quel senso di disagio che avvertiamo durante la visione, ma saranno tanti piccoli elementi e dettagli curati dai registi.
Lo vediamo fin da subito quando Richard consiglia a Laura di firmare le carte per il divorzio. I due sono nella stessa stanza lunga, ma sono entrambi distanti, lei all’entrata e lui un po’ più lontano, questo luoog è piccolo e stretto, il soffitto è molto basso e si può avvertire una certa tensione tra i due, come se quello che accadrà potesse dare inizio a una sequenza di incubi.

Quando poi arriveranno alla casa in montagna, ci sarà un elemento che riuscirà a inquietare e a creare il clima di disagio: le icone religiose. In molti horror questi simboli il più delle volte sono oggetti rassicuranti che hanno il potere di aiutare contro il male, qui invece no. In special modo per la protagonista visto che questi oggetti le ricordano il trauam del passato e infatti molte volte, quando saranno presenti, avranno un’aria oscura e saranno circondati da un colore scuro. L’esempio migliore è qello del quadro in cui è raffigurata la Madonna, che tra le altre cose è un vero dipinto, L’Annunciata di Antonello da Messina. Il quadro originale è molto bello, ma il modo in cui è stato reso nella pellicola non è per niente rassicurante. I colori brillanti qui sono spenti e scuri, il quadro è mal tenuto e l’immagine di Maria sembra quasi giudicare e condannare la protagonista. Ci sono vari momenti davanti a queste icone religiose, ma i due registi sono bravi a creare anche altri simbolismi legati al cristianesimo in maniera originale e quasi senza che il pubblico se ne accorga. Uno degli esempi migliori che mi viene in mente sono alcune inquadrature di Grace davanti alla stanza dei ragazzi, dove la luce che filtra dal vetro della porta crea dei giochi di luce ai lati delle pareti e sopra di esse e viene fuori la forma di una croce. Un gioco di luci molto elaborato e intelligente che riesce a inserire senza farsi notare un elemento del genere che aiuta a sottolineare quel senso di inquietudine che prova la protagonista.

La fotografia di Thimios Bakatakis è veramente ottima e i due colori che vedremo maggiormente saranno il bianco e il nero. Il bianco che rappresenta il vasto panorama innevato, un panorama ampio e quasi infinito, mentre il nero rappresenta l’oscurità che aleggia dentro la casa e che di notte diventerà sempre più opprimente. Anche le musiche di Danny Bensi e Saunder Jurriaans sono ottime, non sono per niente rassicuranti e soprattutto non sono lineari, anzi sembrano quasi spezzettate e “rovinate” e questo aiuta parecchio a creare quel clima d’inquietudine (inoltre le musiche non sono utilizzate spesso e apprezzo quando un horror riesce a spaventare senza l’ausilio della musica).

Della seconda parte parlo in maniera breve per non spoilerare, ma comunque la protagonista si ritroverà davanti una situazione in cui farà fatica a distinguere ciò che è reale e tutto ciò le causerà una ricaduta, riaprendo le vecchie ferite e facendo tornare i vecchi demoni. Di questa parte apprezzo molto le sequenze oniriche e soprattutto lo stato di alienazione che proveremo osservando la protagonista. Anche il “quasi” colpo di scena è reso in maniera ottima. Dico quasi perché in realtà ci vengono dati degli indizzi su cosa stia succedendo e infatti ci faremo due o tre teorie a riguardo che alla fine troveranno conferma.

Per concludere The Lodge è un horror che riesce a stregare grazie alle sue atmosfere incredibili, a una regia molto curata e a degli attori sempre all’altezza. Un film che riesce a rendere una trama molto semplice in qualcosa di molto profondo e inquietante, dimostrando ancora una volta quanto la regia sia fondamentale per creare pellicole incredibili.

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

22 pensieri riguardo “The Lodge

      1. E’ proprio quello che farei anche io, magari in una bella baita da qualche parte lontano dal mondo o in un’isoletta deserta! :D … e potrebbe essere un bello spunto per un racconto no?

      1. Carina…una bella fiaba con una casa inquietante,direi godibile.
        Ho preferito Hill House forse più adulta..
        E poi c’è la Gugino che adoro.
        😊
        Devo finire the Outsider e mi è piaciuta tantissimo Castel Rock

      2. Bellissima recensione che condivido in pieno.
        Trovare un buon horror non è facile, ma fortunatamente The Lodge non è niente male.
        Per Locke & Key: fumetto stupendo, serie tv molto più edulcorata, gradevole ma non altrettanto incisiva. Se puoi, recupera prima di tutto il fumetto.

  1. ciao, ti consiglio di rileggere la tua -bella e interessante- recensione perke ci sono diversi errori di battitura ed è un peccato data l’impeccabilità del tutto^^

    a me manca ma mi sono spoilerato tutto su wikipedia; secondo me come effetto di vendetta ricorda tanto Catacombs-Il mondo dei morti; cosa ne pensi?

    1. Più o meno anche se in quel film tutto quanto doveva essere fatto per “aiutare” la protagonista (che poi come cavolo può una cosa del genere aiutare ad affrontare certe fobie ancora non l’ho capito), mentre qui è proprio vendetta pure nata dall’odio.

  2. La recensione è splendida e accurata come sempre, ormai ne ho troppi di film da dover vedere, speriamo di riuscirci ;) Buon pomeriggio!

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