Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo siamo tornati a parlare di cinema e abbiamo fatto un salto indietro nel tempo per discutere di un noir anni ’50 diretto da un grande regista, Alfred Hitchcock, che firma un’opera davvero molto interessante e ricca di belle idee ossia Paura in palcoscenico. Il giovane Jonathan ha chiesto aiuto alla sua amica Eve per nasconderlo dalla polizia e le racconta cos’è accaduto. Charlotte, diva del teatro e sua amante, è venuto a casa sua con il vestito sporco di sangue, dicendo di aver ucciso il marito. Per aiutarla, Jonathan va a casa di Charlotte per recuperare un abito pulito e inscenare un furto andato a male, ma viene visto dalla cameriera e scappa via e in seguito sfugge anche a due agenti. Eve, che lo conosce da tempo, decide di aiutarlo e lo porta dal padre. Quest’ultimo capisce che la macchina di sangue sul vestito è stata posta deliberatamente e sospetta che Charlotte possa aver usato Jonathan ma lui, adirato per l’ipotesi, brucia il vestito, la sua unica prova. Toccherà a Eve scagionarlo e smascherare Charlotte. Un film con una messa in scena stupenda, caratterizzata da una regia precisa e quadrata e con un uso ottimo dei dettagli, capace di passare con naturalezza dalla commedia al thriller e da una fotografia accesa e rassicurante a una espressionista e cupa. La storia è molto affascinante, così come i suoi variegati personaggi e sa sorprendere lo spettatore, prendendolo anche in giro con un escamotage narrativo ottimo. Lo consiglio assolutamente!
E cambiano ancora una volta argomento, passando questa volta al mondo della letteratura per parlare di un romanzo che mi ha sorpreso sotto parecchi punti di vista e che è entrato di diritto tra i miei preferiti.
Ecco a voi Il sognatore (Strange the Dreamer), romanzo fantasy del 2017 edito in inglese da Little, Brown and Company e in italiano da Fazi Editore e scritto da Laini Taylor.

Trama:
Lazlo Strange è un ragazzo comune, un orfano che è stato cresciuto dai monaci e adesso è diventato un bibliotecario e dai suoi colleghi viene soprannominato “Il Sognatore” per la sua passione per le storie e le favole antiche. Lazlo ha da sempre provato un interesse enorme per un’antica città di cui da 200 anni si sono perse ogni informazioni, una città di cui lui cerca ogni documento, lettera e altri scritti per riscostruirne la storie e le leggende. C’è un solo problema: nessuno ricorda più il suo nome. Da piccolo lui lo conosceva ma per qualche motivo un giorno quel nome sparì nel nulla e ogni volta che pensa a quella città, gli venne in mente solo il nome Pianto. Un giorno però succede qualcosa che non si sarebbe mai aspettato. Gli abitanti della perduta Pianto, guidati da Eril-Fane, giungono in città per chiedere a persona dotte e dalle grandi abilità di aiutarli con un problema che cercano di risolvere e Lazlo riesce a partire con loro, proprio perché conosce la storia di Pianto e la sua cultura. Intanto a Pianto c’è un gigantesco palazzo di metallo blu sospeso sopra di essa e qui vive Sarai con le sue sorelle e suo fratello. Sarai è una semi dea dalla pelle blu con la capacità di entrare nei sogni delle persone e insieme alla sua famiglia da di tutto per nascondere la loro esistenza, perché il popolo di Pianto li odia a casa dei genitori che per troppi anni hanno terrorizzato e abusato gli abitanti. Ed è qui che le storie di Lazlo e Sarai si incroceranno.
Prima di tutto vorrei ringraziare di cuore Fantastici Stonati che mi ha fatto conoscere quest’opera magnifica e voglio condividere il suo articolo proprio QUI. In ogni vaso era da tempo che volevo scriverci una recensione ma, quando tengo particolarmente a qualcosa, tendo a rimandarlo perché temo sempre di non dargli giustizia. Quindi, ora che ho preso coraggio, iniziamo con la recensione.
Partiamo descrivendo lo stile dell’autrice, una delle primissime cose che mi ha impressionato fin da subito, soprattutto perché è un tipo di stile che agogno di raggiungere quando scrivo le mie storie. Infatti l’autrice riesce a descrivere alla perfezione non solo gli ambienti circostanti e le azioni che si svolgono con grande chiarezza, ma soprattutto riesce a descrivere in maniera incredibile le emozioni e i pensieri dei personaggi. Pensiamo ad esempio a Lazlo a inizio libro, quando ancora lavorava nella biblioteca. Qui vediamo un ragazzo dalla mente attiva e sveglia che si diletta ricercare miti, leggende, favole, cose che molti studiosi lì dentro considerano frivole, ma non lui. In quelle righe leggiamo un’amore puro e dolce nei confronti di questi argomenti, nei confronti di queste storie, ne capiamo l’interesse e riesce a trasmetterci le sue emozioni e il tutto attraverso un uso sapiente della parole.
Lo stile della Taylor non va a coprire la storia o i personaggi per creare una costruzione della frase bella ma frivola, anzi il suo stile si piega alla narrazione, agli eventi, ai suoi personaggi e alle loro emozioni ed è un elemento da non sottovalutare perché ho letto troppo spesso libri che puntano tutto sullo stile, rendendo i tutto però freddo e distante. Qui questo non succede, lo stile è veramente ottimo così come le emozioni che trasmette, riesce a farci percepire calore, quasi come se scrivendo una poesia e sa gestire bene i vari momenti tra gioia, dolore, amore e paura. Tutto ciò aiuta la narrazione a scorrere con grande naturalezza e le pagine volano via con grande semplicità, senza che si avverta mai un momento di rallentamento o di pesantezza. E questo è lo stile che vorrei avere, uno stile capace di trasmettere calore e di entrare perfettamente dentro i personaggi, non solo descrivendo i loro pensieri, ma facendoci provare le loro emozioni. Lo stile è stupendo così com’è stupenda la storia che possiamo definire originale sotto molti punti di vista.
Già dall’inizio con il nome della città che sparisce dalla memoria collettiva e viene sostituito da Pianto, il libro riesce ad attirare l’interesse e anche nel suo sviluppo questa storia riuscirà a prendere direzioni veramente interessanti ma alla fine quello che il romanzo riesce a narrare perfettamente è una storia d’amore e di odio e su questo ci arriveremo tra poco. L’inizio sembra quasi una favola, un sogno che si avvera per il nostro Lazlo che, dopo aver subito varie ingiustizie, riesce a unirsi al gruppo dei Tizerkane e partire per un’avventura, ma poi il punto di vista si sposta su Sarai e pian piano veniamo a scoprire qual è il problema di Pianto e la questione si fa molto complessa. Perché la storia di Pianto è una storia di oppressione e orrore che per colpa degli dei è durata per ben 200 anni, causando enormi sofferenze a queste persone, tra cui Eril-Fane, un dolore e una sofferenza continua che si è trasformato in odio, finendo con la fine della tirannia degli dei per mano di Eril-Fane, ma purtroppo la storia non si è fermata lì e del male delle divinità ne hanno pagato le conseguenze anche i loro figli che non aveva alcuna colpa. E l’odio si è diffuso ance nei sopravvissuti di quest’ultimi, specialmente in Minya che ha assistito in prima persona a quello che lei chiama il Massacro. Lei è piena di odio, possiamo quasi dire che sia un’ottima rappresentazione dell’odio e a tal riguardo dimostra una determinazione incredibile e sembra quasi che sia rimasta bloccata in quel trauma perché, nonostante sia la più grande tra i figli degli dei, ha ancora l’aspetto di una bambina. Una situazione veramente complessa e pesante che forse si potrebbe risolvere, ma l’odio e il dolore sono talmente forti da chiudere qualsiasi strada. Ed è qui che si muovono Lazlo e Sarai che invece vogliono provare a risolvere la cosa ed è interessante il punto di vista di Sarai perché, potendo entrare nei sogni delle persone, lei comprende il dolore e le paure provate dagli umani sotto la tirannia degli dei, lei capisce entrambi i punti di vista. E in tutto questo, nonostante anche l’orrore, c’è spazio per l’amore e per vivere una favola, grazie a Lazlo, ai suoi sogni e alla bellissima storia romantica che in seguito si svilupperà. Ed è proprio questo amore che regala luce e speranza in questa cupa storia. Inoltre i personaggi sono meravigliosi, complessi e con varie sfumature come Eril-Fane o anche Minya e lo stesso vale per tutti gli altri personaggi e in particolar modo i due protagonisti a cui ci affezioniamo sinceramente per le loro imperfezioni e per la loro dolcezza.

Per concludere, Il sognatore è un romanzo sorprendente, scritto in maniera incredibile e andando a valorizzare una storia incredibile, una storia che parla di amore e di odio in modo molto maturo, intelligente ma ricco di umanità ed emozioni. Lo consiglio assolutamente e un giorno farò sicuramente la recensione del secondo e ultimo libro (parliamo sempre di una duologia).
Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!
[The Butcher]
Questo libro potrebbe aver ispirato il blog, in buona parte, perchè prima di Lazlo non avevo mai letto di un personaggio così legato alle biblioteche come lui. Devo molto a questa dilogia, infatti è stata tra le prime analisi del blog. Strange poteva essere un “cognome” papabile per la firma, proprio come tributo a Lazlo. Ma, alla fine, va bene così.
Ps: A proposito di personaggi che fanno di cognome “Strange”, ho pubblicato la recensione di Jonathan Strange & il Signor Norrell di recente. Se ti va di dare un’occhiata è uscita poche settimane fa 😊
Lazlo è un protagonista che si ama profondamente. È una persona dal cuore d’oro, ma anche un personaggio che non si fa mettere i piedi in testa e soprattutto mostra un’amore sconfinato per i libri e soprattutto per la cultura. Quest’ultimo punto mi è piaciuto molto, anche perché anch’io impazzisco per i miti, le leggende e il folklore. In ogni caso leggerò l’articolo appena posso!
Se vuoi leggeee la mia analisi della dilogia te la lascio. In teoria eaamino entrambi i volumi, ma come riflessione generale, non dico nulla della trama del secondo. Dimmi tu coaa preferisci 😊
La leggo con enorme piacere. E in ogni caso ho letto anche il secondo libro ora, quindi non mi preoccupano gli spoiler. Passami pure il link se vuoi.
Ecco qui 😊
Grazie mille! Lo leggerò appena posso!
Grazie, hai raccontato il libro in maniera superlativa. Lo sai che adoro il tuo stile. Comunque non penso che potrebbe essere un libro per me, anche se, in caso mi ci imbattessi, potrei dargli una possibilità.
Io te lo consiglio. Non me lo sarei mai aspettato così bello. Il protagonista ha un cuore d’oro, ma è molto più complesso di così, ha una passione profonda per la cultura e i sogni, non è uno sciocco e sa puntare i piedi quando deve. E in generale tutti i personaggi si dimostrano molto realistici e complessi. E le tematiche sono molto profonde e riesci a capire perfettamente le motivazioni che spingono certi personaggi a compiere certe azioni. Se mai ne avrai la possibilità, te lo consiglio con tutto me stesso.
[…] periodo mi ha sorpreso di più in assoluto, un libro che ho trovato pieno di emozioni e umanità, Il sognatore di Laini Taylor. Lazlo è un giovane orfano che lavora in una biblioteca e fin da piccolo ha sempre amato le storie, […]
[…] Già in passato mi aveva fatto conoscere libri impressionanti come Malena senza sonno e Il Sognatore e ancora una volta non sono rimasto deluso dai suoi consigli e ancora una volta vi invito a leggere […]