Shark Tale

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo siamo tornati a parlare di un horror, un horror molto particolare e diretto da uno dei miei registi preferiti ossia John Carpenter. Il film in questione è Vampires. Jack Crow è un cacciatore di vampiri che con il suo gruppo agisce in Nuovo Messico. Un giorno trovano un covo di vampiri e li uccidono tutti tranne il Master, colui che controlla tutti gli altri, che non riescono a scovare da nessuna parte. Il gruppo festeggia la vittoria in un motel ma il Master appare all’improvviso e uccide tutti quanti tranne Jack e altre due persone. Jack dovrà trovare un modo per uccidere il Master e scoprire anche chi l’ha tradito, visto che il vampiro conosceva il suo nome. Questo film si dimostra davvero affascinante e originale perché riesce a unire l’azione, l’horror e il western, dandogli un’impostazione simile ai film di Howard Hawks. Le scene action sono girate in maniera eccellente e le scene con l’alba e il tramonto di quel colore rosso acceso danno al paesaggio un aspetto magnifico. Carpenter reinterpreta a modo sui il vampiro, rendendolo più bestiale e istintivo, aggiungendo tanti altri elementi tipici del suo cinema. Un film che consiglio assolutamente!
Questa volta torniamo a parlare di animazione e, visto che abbiamo discusso tanto della Disney, portiamo avanti la filmografia DreamWorks. Solo che lo facciamo probabilmente con uno dei suoi film più particolari, per così dire.
Ecco a voi Shark Tale, pellicola animata del 2004 scritta da Rob Letterman e Michael J. Wilson e diretta da Vicky Jenson, Eric Bergeron e Rob Letterman.

Trama:
Oscar (Will Smith) è un pesce pulitore che lavora di un autolavaggio per balene, è povero e indebitato ma è sempre ottimista e sogna un giorno di poter arrivare in cima al reef, dove vivono i pesci importanti. Un giorno il suo capo, Sykes (Martin Scorsese), gli ordina di restituirgli il debito di 5000 cucozze, visto che è stato minacciato dal boss del reef, lo squalo Don Lino (Robert De Niro). Oscar non ha quei soldi con sé, ma la sua amica Angie (Renée Zellweger), segretamente innamorata di lui, gli regala una perla di quel valore. Oscar è pronto a consegnare i soldi ma invece decide di spenderli all’ippodromo sperando di guadagnare di più ma perde tutto e Sykes ordina ai suoi scagnozzi meduse di occuparsi di lui. Le meduse lo portano in mare aperto ed è qui che arrivano gli squali Lenny (Jack Black) e Frankie (Michael Imperioli), i figli di Don Lino. Il padre ha ordinato a Frankie di insegnare a Lenny come comportarsi da squalo e ha l’occasione di farlo mangiando Oscar. Lenny però si rifiuta e allora Frankie interviene ma un’ancora gli cade addosso, uccidendolo. Per via di questo evento gli altri pesci iniziano a credere che sia stato Oscar a eliminarlo, cominciando a chiamarlo scanna-squali. Oscar dà voce a questa bugia, senza però pensare alle conseguenze.

Penso di aver visto questo film una sola volta durante la mia infanzia, senza che però mi rimanesse in mente qualcosa. Ho deciso di riguardarlo non solo per la maratona DreamWorks ma perché ero attratto da questo strano progetto. E diciamo che la visione di quest’opera è stata… un’esperienza. Cercherò di spiegarmi meglio con la recensione.

Partiamo dal lato tecnico e la prima cosa su cui mi vorrei soffermare ancor prima dell’uso del digitale è il character design. Qui c’è qualcosa che non va. Ciò che mi piace in questo punto è il design degli squali che hanno fattezze simili alle loro controparti reali solo con linee più rotondeggianti che li rendono più cartooneschi e soprattutto gli occhi umani che mostrano le loro emozioni. Praticamente il loro design si basa sulla semplicità e su piccoli elementi ed è questo che li rende ottimi. Il problema riguarda gli altri pesci. Il loro aspetto non mi ha mai convinto soprattutto per aver dato a tutti loro delle labbra così pronunciate e, errore enorme, di aver dato loro una dentatura umana. Questo lo si nota in particolar modo con il protagonista e non ho mai capito la ragione dietro questa scelta che li rende inutilmente complessi e in disarmonia. Ad esempio feci un discorso simile su La strada di El Dorado. In quel film i personaggi hanno tutti un tipo di dentatura semplice e più in linea con un film animato e l’unico personaggio ad avere una dentatura umana precisa è il villain, ma quella era una scelta voluta perché trasmetteva una sensazione di inquietudine.

L’ambientazione poteva essere un elemento interessante, unendo il mondo marino e le grandi metropoli umane, però anche qui si crea un grande disequilibrio in quanto l’elemento metropolitano va a soffocare quello marino e alla fine quello che appare su schermo non è altro che New York in tutto e per tutto. A livello registico si sono fatti diversi tentativi per rendere il film dinamico e in un certo qual modo le cose funzionano abbastanza bene visto che ha un ritmo veloce e riesce a scorrere senza troppi intoppi. Non è nulla di grandioso ma almeno si vede lo sforzo (in futuro parleremo di qualche film animato DreamWorks dove la regia è veramente piatta). E, mi dispiace dirlo, ma il digitale di questa pellicola non è invecchiato bene non dolo per quanto riguarda certi personaggi ma anche per diversi elementi ambientali (tipo il liquame) che non hanno una grande qualità. Per dire, Shrek, uscito tre anni prima di questo, ha tutt’oggi una qualità nel digitale e nel suo uso ancora moderno ed è invecchiato bene. Quindi non capisco cosa non abbia funzionato visto che due dei tre registi hanno co-diretto rispettivamente Shrek e La Strada per El Dorado, pellicola insomma di alta qualità.

Il lato tecnico è abbastanza incasinato ma anche la sceneggiatura non è da meno. Ad esempio ho trovato stranamente articolata la prima parte della storia. Inizialmente le storie di Oscar e Lenny ci vengono presentate in un modo veramente complesso, probabilmente una cosa non voluta, dove veniamo riempiti di tante informazioni mentre nella seconda parte si arriva invece a una storia più lineare e semplice. Tra l’altro questo film è un vero e proprio gangster movie, anzi è proprio una parodia di quel genere di film, in particolar modo de Il Padrino. Le citazioni all’opera di Coppola mi sono anche piaciute, anche se dubito che i più piccoli possano capirle, ma anche qui la parodia dell’elemento gangster è abbastanza superficiale e infantile. Avrebbero potuto spingere di più sull’acceleratore e il film ne avrebbe certamente giovato, ma invece sono andati sul banale. In generale tutta la storia è impostata in maniera troppo infantile e lo stesso dicasi per le tematiche o anche le numerose citazioni pop. Non voglio sempre citare Shrek, ma lì queste citazioni erano inserite talmente bene e con il giusto ritmo da sembrare assolutamente naturale. Qui invece la cosa non succede. E in tutto ciò sono riusciti a mettere Scorse come doppiatore!
Shark Tale è un vero disastro, però in certe cose è riuscito a divertirmi e intrattenermi. Non per le sue idee o per le sue battute ma per la sua enorme goffaggine. Per certe cose fa involontariamente ridere e per altri versi è una creatura strana e unica che mi rimarrà impressa. Certo, il mio giudizio continua a essere negativo, ma almeno il film ha qualcosa per cui essere ricordato.

Per concludere, Shark Tale è un film abbastanza incasinato sia dal lato tecnico, con un design non proprio ottimo e un digitale invecchiato male, sia dalla sceneggiatura che parla di gangster ma si dimostra abbastanza infantile. Però ha delle stranezze e particolarità che lo rendono unico e trai i prodotti più strani della DreamWorks (e non sarà il solo!).

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

21 pensieri riguardo “Shark Tale

  1. BONJOUR

    Le bonheur est souvent quelque chose que l’on donne sans savoir.

    Le bonheur est un état de vie: il en est ainsi d’un visage souriant, d’un rire communicatif, d’une présence, d’un geste,d’une caresse, d’une étreinte,d’un mot, d’un remerciement…

    C’est une façon d’être, un mode de vie.

    On ne calcule rien, on donne, c’est tout;sans rien attendre en échange.

    Le bonheur on le crée, il ne coûte rien et il est contagieux..!!

    Belle semaine à vous tous Bernard

    1. Io ho gli incubi pensando alla dentatura da umano che hanno dato ai pesci. E’ un film tremendo ma onestamente la sua bruttezza fa quasi tenerezza e non è come quella di Trolls che invece ti porta a essere distrutto a fine visione.

        1. Più o meno sì. Voglio dire, quella dentatura stona veramente tanto, non capisco come abbiano pensato che una cosa simile potesse andare bene, soprattutto uno studio professionista come la Dreamworks

  2. Sono d’accordo su tutto. Trovo che il coming out di Lenny sia uno dei momenti più importanti del film. E vogliamo parlare della splendida telefonata di Don Lino a Oscar in cui si inserisce Luca che vuole ordinare una pizza??? ì al cinema abbiamo riso da morire e non ci riprendevamo più.

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