Giuseppe – Il re dei sogni

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo abbiamo parlato di un horror molto particolare, un film pieno di difetti ma con altrettanti punti di forza che forse potrebbe non piacere a tutti, Faust di Brian Yuzna. La storia parla di John Jaspers, un pittore che un giorno assiste alla morte brutale della sua ragazza per mano di alcuni malviventi e, distrutto dall’evento, decide di suicidarsi ma viene fermato da un misterioso individuo chiamato M. Quest’ultimo gli propone un patto: gli darà il potere ci compiere la sua vendetta, ma in cambio dovrà dargli la sua anima immortale. John si vendica sui malviventi con i suoi nuovi poteri, ma adesso dovrà obbedire a M che lo userà per portare distruzione. John però tenta ancora di ribellarsi. Un film abbastanza problematico questo Faust e con vari alti e bassi. Tecnicamente è molto buono, con una regia che riesce a unire diversi elementi tra splatter, film di supereroi, azione ed erotico, dandogli una forte identità, poi ha degli effetti artigianali di ottima fattura, una bella colonna sonora e un montaggio che passa dall’essere molto buono a confusionario. Il problema vero e proprio è la sceneggiatura caotica che in certi punti non fa capire allo spettatore perché succedono certe cose e a vote crea anche momenti imbarazzanti. Eppure è un film che mi ha divertito e che consiglio, anche se a molti potrebbe non piacere.
E questa volta si torna nel mondo dell’animazione e più precisamente a casa DreamWorks. Con questo studio siamo ancora agli inizi e la strada da fare è sicuramente lunga, ma a piccoli passi arriveremo fino in fondo. L’ultima volta eravamo arriva a Il Principe d’Egitto secondo lungometraggio e uno dei loro lavori più belli in assoluto e per il loro terzo film animato hanno deciso di continuare a parlare dell’Antico Testamento.
Ecco a voi Giuseppe – Il re dei sogni (Joseph: King of Dreams), pellicola animata del 2000 scritta da Eugenia Bostwick-Singer, Raymond Singer, Joe Stillman e Marshall Goldberg e diretta da Robert Ramirez e Rob LaDuca.

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Trama:
Siamo nella terra di Canaan e Rachele (Maureen McGovern), seconda moglie di Giacobbe (Richard Herd), partorisce un bambino che chiamano Giuseppe (Ben Affleck). Visto che lei era sterile, Giacobbe e gli altri figli vedono la nascita del piccolo come un vero e proprio miracolo. Giacobbe si affeziona parecchio al piccolo Giuseppe e lo crescerà con profondo amore, donandogli un’ottima istruzione ed evitandogli i lavori più faticosi. Queste preferenza di Giacobbe però fa crescere la gelosia e il rancore degli altri figli, che ci vedranno messi in secondo piano. Le cose peggiorano quando Giacobbe e Rachele regalano a Giuseppe una tunica regale ma soprattutto quando Giuseppe scoprirà di poter fare dei sogni che predicono il futuro e di poterli interpretare, convincendo ancor di più il padre che lui sia un miracolo di Dio. Così un giorno i fratelli di Giuseppe compiono un atto tremendo: vendono il fratellino come schiavo. Giuseppe giunge quindi a Menfi, dove viene comprato da Putifarre (James Eckhouse) e qui, attraverso il suo dono e il suo ingegno, riuscirà a farsi strada e a superare varie angherie, aiutando l’intero Egitto.

Questo era uno di quei film animati della DreamWorks che vedevo molto spesso da piccolo insieme a Z la formica e Il Principe d’Egitto, anche se non lo riguardavo da diversi anni. Eppure alcune scene erano rimaste vivide nella mia mente sia per la loro originalità che per il loro impatto emotivo. In questo caso però non parliamo di un film creato per il grande schermo ma un film uscito direttamente per l’home video. E visto il risultato finale mi dispiace tanto che non sia finito al cinema, ma partiamo con ordine.

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Sulla produzione del film non c’è tantissimo da dire, se non che iniziò mentre Il Principe d’Egitto veniva realizzato ed ebbe gli stessi animatori. Inizialmente si concentrarono molto nel creare una storia che fosse il più fedele possibile ai testi sacri e fu proprio quello che fecero e fu anche quello che inizialmente non fece funzionare il progetto. Infatti al primo test screening che venne fatto dall’opera venne accolto da un silenzio generale e dalle parole del produttore Jeffrey Katzenberg che diceva che il film non aveva senso. Lo sbaglio fu proprio quello di essere stati totalmente fedeli alla Bibbia e per questo motivo dovettero rifare molte cose a livello di animazione e riscrivere la sceneggiatura, questa volta concentrandosi sui personaggi, su ciò che vogliono e sulle loro emozioni, elementi fondamentali che però discuterò in seguito.

Si parte come al solito dal lato tecnico. Come detto in precedenza, questo film venne realizzato direttamente per l’home video e per questo motivo ebbe molti limiti a causa del budget ridotto, eppure posso dire con certezza che il livello dell’animazione e del disegno è veramente di alta qualità. Il tratto è simile a quello presente ne Il Principe d’Egitto che tentava di essere più realistico e anche qui riesce benissimo così come con le animazioni. Quest’ultime non hanno la stessa cura e maestosità de Il Principe d’Egitto, ma allo stesso tempo non si può dire che siano banali o semplice, anzi si nota l’enorme impegno per dare forza alle emozioni attraverso il movimento del corpo dei personaggi, le loro espressioni e anche certe sequenze dal forte impatto. Insomma il lato tecnico, per essere un film destinato all’home video, è davvero impressionante e degno di lode e lo stesso vale per la regia. Già all’inizio vediamo una bella regia, mostrandoci il volo di un falco che solca le terre di Cannan e l’abitazione di Giacobbe, un breve ma ottimo piano sequenza, e questa regia ben fatta la vedremo sempre, soprattutto nei sogni di Giuseppe e di altri personaggi. Pensiamo ai primi due sogni che compie il protagonista dove il terreno, il grano e il cielo sono disegnati con i pastelli e questi colori sono in costante movimento, imitando così le opere di Van Gogh e dando la sensazione di vivere un sogno. Questa tecnica non verrà però ripetuta, anzi in ogni sogno si tenterà di fare sempre qualcosa di diverso, come nei sogni dei due prigionieri realizzati con le ombre oppure i sogni del Faraone fatti completamente in digitale. I colori sono belli e pieni di vita e anche gli sfondi sono stupendi, dando magnificenza alla città di Menfi. E anche in questo caso le musiche ottime e capaci di esprimere perfettamente cosa provano i personaggi e in particolare Giuseppe quando vive certi momenti chiave della sua esistenza. E dopo il lato tecnico passiamo alla sceneggiatura.

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Come ho scritto all’inizio, cercando di essere il più fedeli possibile alla Bibbia avevano creato un’opera insoddisfacente e quindi, quando riscrissero tutto, si concentrarono su altri elementi: i personaggi, i loro obiettivi e le loro emozioni. Fin dall’inizio vediamo come il sentimento di gelosia dei fratelli nasce nei confronti di Giuseppe. Infatti loro erano felici della sua nascita, ma quando il padre ha iniziato a occuparsi solo di lui, dandogli tutte le attenzioni e l’affetto possibile, gli altri fratelli si sono sentiti allontanati, in particolar modo Giuda (Mark Hamill) e con il tempo questo sentimento è diventato tremendamente forte, nonostante Giuseppe volesse stare con loro e aiutarli. E quando loro venderanno Giuseppe come schiavo sarà un momento tremendo, una sequenza in cui il protagonista rimarrà incredulo e ferito per questo tradimento compiuto da persone che amava e di cui aveva completa fiducia. Giuseppe stesso è un personaggio ottimo ma soprattutto molto umano nelle sue azioni e con cui si empatizza parecchio. Un personaggio intelligente e ingegnoso che però, per via di tanti eventi, proverà una profonda rabbia nei confronti dei fratelli che l’hanno tradito ma anche verso Dio che gli facendo provare grande sofferenza. Un personaggio, come ho già detto, molto umano che farà tante scelte belle e dolci ma sarà anche capace, a un certo punto, di cedere all’ira e alla vendetta per tutto quello che è stato costretto a subire e tutto quello che proverà lo spettatore riuscirà a comprenderlo appieno. Quest’umanità sarà proprio quello che stupirà lo spettatore e sarà qualcosa di ben fatto e soprattutto trattato con grande maturità e ciò permetterà di legarci ancor più profondamente a questa storia, una storia che incita all’amore e al perdono. Tutto questo è ciò che mi ha stupito fin da piccolo e continua  a farlo ancora oggi.

Per concludere, Giuseppe – Il re dei sogni è un film animato davvero ottimo che, nonostante i limiti, riesce ad avere un lato tecnico di tutto rispetto, ottime idee visive e una bella regia. Inoltre è un film con personaggi molto umani con cui lo spettatore riesce a empatizzare profondamente e probabilmente questo è uno degli aspetti più belli dell’opera.

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Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

20 pensieri riguardo “Giuseppe – Il re dei sogni

  1. Ricordo che mi sorprese la scelta di parlare di questo personaggio, che avevo sempre considerato marginale nella Bibbia, e invece il film mi piacque molto. la tua recensione è come sempre completa e molto accurata.

  2. da bambino ho amato Il principe d’Egitto mentre questo lo trovavo incredibilmente lento e noioso; ho dovuto aspettare l’adolescenza per rivalutarlo; ancora adesso lo trovo più pesante, ma forse a livello emotivo prende anche di più

    poi la scena finale in cui i fratelli cercano di salvare quello più piccolo riconoscendo il loro errore di gioventù, beh, quelle sono sempre lacrime!

    1. Il Principe d’Egitto alla base aveva una storia molto più movimentata, mentre Giuseppe era molto più statica e riflessiva. Però rimane un’opera veramente stupenda e sì, il finale è reso in maniera davvero incredibile.

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