Waxwork – Benvenuti al museo delle cere

Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo abbiamo deciso di concentrare la nostra attenzione su un grande cult del passato, un cult diretto da un grande regista e che ebbe anche una certa influenza culturale, The Untouchables – Gli Intoccabili. Siamo nella Chicago degli anni ’30, durante il Proibizionismo, e il boss mafioso Al Capone governa l’intera città grazie al contrabbando illegale di alcool e alla violenza. L’agente del Tesoro Eliot Ness viene incaricato di fermarlo, ma i suoi primi tentativi sono fallimentari. Quando però incontrerà il poliziotto Malone, le cose cambieranno. Formerà una squadra anti-crimine per fermare Al Capone e riuscirà a infliggergli duri colpi- E la risposta del boss mafioso non si farà attendere. Brian De Palma ha diretto pellicole molto importanti e di grande bellezza e questa rientra assolutamente nella categoria. Tecnicamente è un film eccellente, le ambientazioni sono ricostruite con grande cura, la colonna sonora di Ennio Morricone è una meraviglia e la regia di De Palma riesce a creare sequenze curate che vanno a valorizzare la trama. La storia si dimostra ottima e non annoia mai e riesce a convincere grazie ai personaggi, in special modo quelli di Ness, Malone e Capone. Una pellicola realizzata benissimo che vi consiglio assolutamente.
Dopo diverso tempo torniamo finalmente a parlare del genere che prediligo in assoluto: l’horror. Mi era mancato e sapete bene quanto io non possa stare lontano da esso troppo a lungo. Questa volta torniamo nuovamente negli anni ’80 con un’opera che viene ricordata da molti fan del genere ma che secondo me merita di essere conosciuta di più.
Ecco a voi Waxwork – Benvenuti al museo delle cere (Waxwork), pellicola horror comica del 1988 scritta e diretta da Anthony Hickox.

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Trama:
In una tranquilla cittadina americana un giorno apre uno strano museo delle cere. Nessuno sa quando sia arrivato lì e il proprietario, il signor Lincoln (David Warner), si dimostra un tipo affascinante ma molto particolare. Lui invita due ragazze, Sarah (Deborah Freman) e China (Michelle Johnson), a partecipare all’inaugurazione che si terrà quella notte stessa e di invitare almeno quattro amici. China, incuriosita, decide di partecipare e riesce a convincere i suoi amici a venire, tra cui Mark (Zach Galligan), il suo ex-fidanzato. Appena entrano scoprono che la mostra è a tema horror e osservano statue di cera incredibilmente realistiche. Qui però scopriamo qualcosa di incredibile: se si supera il cordoncino che delimita le rappresentazioni, si entra in una dimensione spazio-temporale in cui il malcapitato vive gli eventi messi in scena dalle cere. Infatti si ritroveranno ad affrontare mostri terrificanti. Il proprietario del museo sta escogitando qualcosa di terrificante e loro dovranno scoprire cosa e cercare in tutti i modi di fermarlo.

Non è la prima volta che parlo del regista Hickox. Infatti ne parlai brevemente qualche anno fa con Hellraiser III, uno dei miei capitoli preferiti di quella sfortunata saga e un film che mi aveva divertito molto. In questa pellicola specifica di sono stati veramente tanti elementi che hanno acceso la mia curiosità e, leggendo la trama, penso che lo stesso valga per molti di voi. Quindi direi di iniziare subito con la recensione dedicata tra l’altro proprio al primo lungometraggio di Hickox.

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La regia è molto buona in vari punti e, seppur qualche momento potrebbe fare di meglio, dimostra fin da subito la voglia di mettersi in gioco. Si nota la volontà del regista di voler fare un ottimo lavoro senza però fare lo sbaglio che alcuni fanno al loro debutto, ossia mostrare una regia molto bella ma molto barocca che va a sopprimere la trama. Qui c’è molto equilibrio tra la regia e la storia e fin da subito riesce a colpire, mostrando un misterioso omicidio all’inizio e poi partendo con la storia del museo delle cere. E in questi casi la regista si dimostra molto buona perché riesce ad amalgamare bene l’horror con la commedia. La pellicola ha scene cruenti in cui non mancherà il sangue, però saprà anche farci ridere attraverso una costruzione della scene volutamente esagerata e altre piccolezze che faranno apparire un sorriso sul volto degli spettatori.

Quello che però è importante sapere di quest’opera e che rende onore alle vecchie pellicole dell’horror e in generale anche ai mostri dell’immaginario di questo genere. Tutte le statue infatti rappresentato i mostri mentre commettono omicidi e passano dai classici vampiri, licantropi e mummie a personaggi più particolari o più recenti (almeno per i tempi in cui fu girata la pellicola), come gli zombi o perfino il marchese di Sade. Sotto questo punto di vista c’è molta varietà ma la cosa non si ferma solo qui. Infatti ogni volta che i personaggi entreranno in queste dimensioni, assisteremo a un cambio di atmosfera. Per esempio per quanto riguarda la storia con il vampiro. Qui ad esempio abbiamo un tipo di fotografia gotica, che riesce a portare lo spettatore in questo storia, una sorta di film nel film. Lo stesso vale per la regia che cerca di imitare quel tipo di pellicola anni ’50 alla Hammer, senza però perdere la propria identità. E questo succederà con le varie dimensioni con cui i personaggi avranno a che fare, arrivando perfino nel mondo degli zombi, dove tutto sarà in bianco e nero, onorando George Romero. Già da qui si vede tutta la passione del regista per il genere e lo si vede anche negli effetti speciali. Per molte creature verrà usato molto trucco (tipo il lupo mannaro) mentre in altri casi certi esseri saranno fatti in animatronics, perfino quelli che appariranno in pochissime inquadrature. In tutti questi elementi si nota una grande passione che viene messa in scena bene.

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La storia sarà molto semplice e lo stesso dicasi per i personaggi, ma anche in questo caso ci saranno vari punti che sorprenderanno, come qualche colpo di scena nella parte finale ben messo o la crescita e la maturazione di certi personaggi, soprattutto Mark, il vero protagonista della storia. E saranno appunto i dettagli che arricchiranno tutto quanto, arrivando a dare più valore alla sceneggiatura. Inoltre certi personaggi secondari avranno una caratterizzazione ben definita nonostante il poco tempo in cui compariranno che sorprenderà ancor di più e per questo motivo verranno ricordati.

Per concludere, Waxwork – Benvenuti al museo delle cere, è una commedia horror davvero molto divertente che sa intrattenere dall’inizio alla fine. Il lato tecnico è ottimo, certamente non perfetto, ma che mostra un grande impegno nella creazione dei diversi mondi horror presenti nel museo, riuscendo comunque ad avere una regia tutta sua che aiuta molto la storia. Ci saranno momenti molto cruenti ma anche altri in cui si sorriderà parecchio. Un tributo all’horror che vi consiglio assolutamente!

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Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Alla prossima!

[The Butcher]

22 pensieri riguardo “Waxwork – Benvenuti al museo delle cere

  1. Non può essere un caso che finiamo sullo stesso film a distanza sì ravvicinata: è Hickox che ci ha “chiamati” ^_^
    Mi sarebbe piaciuto vederlo quel ’92 in cui Italia1 l’ha mandato in prima visione, all’epoca ero una spugna che assorbiva horror e sicuramente mi sarebbe piaciuto di più che visto in età adulta, ma lo stesso l’ho gradito, anche se onestamente sullo stesso spunto gli preferisco il quasi-coevo “Scuola di mostri”, che avendo il Maestro Stan Winston agli effetti speciali tira fuori mostri Universal spettacolari e ha una trama molto più studiata. Comunque è stata una visione divertente, e ad agosto la mia tappa della “Notte Horror” mi porterà a rivedermi Waxwork II ;-)

    1. Ogni volta che si cita Scuola di Mostri mi emoziono. Amo quel film anche se è un’opera che ho recuperato quando ormai ero ventenne. Quello a mio avviso è un ottimo modo per conoscere bene certe icone classiche dell’horror e allo stesso tempo è geniale e perfino dolce in certi punti. Non vedo l’ora di leggere la tua recensione su Waxwork 2! Se è possibile fammelo sapere visto che a volte il Reader non mi fa vedere tutti gli articoli pubblicati da chi seguo.

  2. Lo vidi da bimbo su un VHS registrata da un amico più grande che l’aveva beccato nel suo passaggio nella Notte Horror nel 1992 e mi fece una paura incredibile! Mi fa ridere riscoprire a 30 anni di distanza che sia una commedia, però a quel tempo mi fece paura pure Fracchia contro Dracula, che posso dire…! X–D

    Grazie per questo post che per me significa nostalgia, spero di riguardarlo presto questo film che omaggia così tanti classici!

    1. Ahahahahah
      Da piccoli avevamo una percezione diversa di certe cose. Per dire, quando ero piccolo mi spaventava tantissimo il Godzilla del 1998, il remake americano. Sì, da piccolo mi spaventavo con poco. Però l’horror nei film animati non mi ha mai causato problemi. Per esempio gli elefanti rosa di Dumbo. Tantissime persone si sono spaventate con quella scena mentre io ne rimanevo sempre affascinato. Poi nei film live action se c’era un minimo di tensione iniziavo a tremare. Ero veramente particolare.

      1. Ci sta, i disegni comunque aiutano a digerire anche cose più paurose, mentre le cose e le persone vere possono trasmettere tensione anche se pensate come comiche, almeno ai bimbi piccoli! :–)

  3. I can sorta do horror if it’s made with humor maybe?

    I don’t typically watch horror, but on occasion my people have me watch things lol ✌️

    Very interesting

    I just went and watched the trailer – I will give that a chance 👏✌️ doesn’t look too bad

  4. Adoro! Avevo la videocassetta e non so quante volte l’avrò visto. I momenti trash erano resi passabili dalle qualità da te descritte e il cast era interessante. Non ho mai pensato però a “Waxwork” come a una commedia horror, su quel genere lì ci sta “Scuola di mostri”, “Waxwork” ha alcuni momenti trash come la battaglia finale ma non l’ho mai inquadrato come commedia horror.

    1. Io invece lo considero una commedia horror ben riuscita, con qualche momento demenziale ma soprattutto con la voglia di onorare certi grandi classici dell’horror. Ci vedo tanto amore e tanta voglia di divertirsi.

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